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-Riferibili all’attività di Giotto sono: il Polittico di Badia, una figura di Santo francescano, la Madonna di
Oxford e una Madonna col Bambino. Questi dipinti su tavola costituiscono il punto di passaggio tra gli
affreschi di Assisi e la decorazione della cappella dell’Arena (o degli Scrovegni) di Padova.
Padova: cappella degli Scrovegni (o dell’Arena)
-Gli affreschi che ornano l’aula della cappella dell’Arena a Padova costituiscono il capitolo fondamentale e
quello più largamente autografo della vicenda artistica del pittore.
-Nel 1305 l’edificio fu consacrato e, quasi certamente, anche la decorazione affrescata doveva essere
quasi del tutto completa.
-Tale decorazione si svolge seguendo un complesso programma iconografico, centrato sulle Storie di
Maria e Storie di Cristo. I cicli iconografici di cui si compone la decorazione sono le Storie di Gioacchino e
Anna, quelle della Vergine, l’infanzia di Cristo e la Passione, per un totale di 37 episodi, escluso il Giudizio
universale in controfacciata. Sull’arco absidale è dipinta una figura dell’Eterno tra le schiere angeliche,
prologo celeste dell’Annunciazione. Nel registro inferiore si trovano La Visitazione e il Tradimento di Giuda.
La volta a botte presenta le figure a mezzo busto della Madonna col Bambino, del Cristo benedicente e di
profeti e santi. Figure allegoriche dei Vizi e delle Virtù. I riquadri con le storie evangeliche sono affiancati
da medaglioni che racchiudono scene e personaggi dell’Antico testamento.
-Ciò che fa di questo complesso la più eclatante novità della pittura trecentesca risiede nella visione
spaziale che Giotto mette a punto nella progettazione di uno spazio pittorico strettamente raccordato
all’architettura e alla composizione della decorazione affrescata secondo una visione rigorosamente
prospettica. Un’assoluta novità nella pittura del Medioevo, ma anche la prova dell’altrettanto assoluta
padronanza teorica delle leggi ottiche che Giotto mette in partica, con differenti modalità, nell’unità della
decorazione.
-Lo spazio dipinto da Giotto negli affreschi di Padova è tridimensionale, così nelle architetture come nelle
figure dei personaggi.
-Temi nuovi segnano le rappresentazioni giottesche; si fa strada quello che è stato definito il “tema dello
sguardo”, cioè la caratterizzazione emotiva dei personaggi.
-Sempre per la cappella Giotto eseguì una croce dipinta su due lati.
Tra Roma e Rimini
-Giotto si recò a Rimini e, più di una volta, a Roma.
-L’attribuzione all’autografia di Giotto della croce dipinta già nella chiesa di Santa Maria in Aracoeli
(Roma).
-A Roma, un’altra opera è stata più volte riferita alla fase più precoce della pittura di Giotto. Si tratta dei
tondi con Profeti nel transetto sinistro della basilica di Santa Maria Maggiore.
-A questi stessi anni, sempre cioè tra Assisi e Padova, può essere riferito il Crocifisso del Tempio
malatestiano di Rimini, già chiesa di San Francesco.
-Una delle opere su tavola che con maggiore continuità e concordanza di opinioni, a partire da una prima
citazione nel 1418, è stata riferita all’autografia giottesca, è la Madonna in trono tra angeli e santi, già
nella chiesa fiorentina di Ognissanti, ora conservata agli Uffizi. Si tratta di una grande pala caratterizzata
da una monumentalità imponente e da un senso della profondità che appaiono difficilmente collocabili
nella pittura di Giotto prima degli affreschi di Padova.
-Sembra plausibile che l’esecuzione della Madonna d’Ognissanti possa essere posta verso il 1310, anche
considerando che intorno al 1309 Giotto dovette operare nella chiesa di Assisi, mentre dal 1311 è il
documento che attesta la presenza del maestro a Firenze.
-Nel corso di un secondo soggiorno romano, con tutta probabilità Giotto eseguì, o quanto meno ideò,
un’opera tra le più famose dell’intero Medioevo occidentale, ovvero il mosaico raffigurante la Navicella
degli apostoli, già nell’atrio dell’antica basilica di San Pietro in Vaticano.
-A una fase successiva appartiene il polittico a due facce per l’altar maggiore della basilica di San Pietro.
La datazione oscilla tra il 1300 e la fine del terzo decennio del secolo.
Assisi: basilica inferiore
-Dopo la fine dei lavori nella chiesa superiore, la decorazione pittorica della basilica d’Assisi proseguì nella
chiesa inferiore. Oltre a Giotto parteciparono altri pittori formatisi nella sua bottega. Entro il primo
decennio del Trecento dovettero essere completate la cappella della Maddalena e quella di San Nicola,
mentre più tardi sembrano gli affreschi con Storie dell’infanzia di Cristo e due Miracoli “post mortem” di
san Francesco.