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Le operazioni fondamentali del pensiero e il linguaggio

Le operazioni fondamentali del pensiero nelle quali si estrinseca la funzione cognitiva trovano tutte corrispondenza nelle strutture del linguaggio. Pensare qualcosa vuol dire nominarla cioè stabilire un rapporto tra un significante ed un significato.

Il linguaggio non serve solo a pensare il mondo ma anche a comunicare agli altri il nostro pensiero. Affinché abbia luogo un atto comunicativo devono essere presenti alcuni elementi: un emittente, un ricevente, un canale, un codice e un messaggio.

L'emittente deve tradurre quello che vuole comunicare in una serie di segni o suoni seguendo le prescrizioni del codice del canale utilizzato e confezionare così il messaggio; il ricevente, a sua volta, deve utilizzare un codice analogo per decifrare il messaggio. È evidente che il codice deve essere condiviso da emittente e ricevente.

Il concetto di condivisione del codice indica due aspetti:

  1. Il linguaggio è una convenzione sociale, un patto implicito stabilito
all'interno di una comunità. 2. Il linguaggio è formato da un insieme di norme che definiscono quali sono i modi ammissibili di confezionare i messaggi affinché questi possano essere recepiti con successo dal ricevente. Non c'è linguaggio quindi senza una comunità di parlanti che adottano anche se in forma implicita un patto per stabilire il codice della comunicazione. Ogni uomo nasce in un mondo già strutturato dalle istituzioni del gruppo al quale appartengono i suoi genitori e il linguaggio è una di queste istituzioni, forse la più importante di tutte. L'acquisizione delle competenze linguistiche inizia molto presto: il neonato, già nel primo anno di vita, è in grado di produrre spontaneamente quasi tutti i fonemi delle lingue del mondo. L'acquisizione del linguaggio richiede un'assidua, prolungata e costante interazione sociale, prima con la madre e poi, via via, con cerchie sempre più ampie.

Più ampie di parlanti. Tuttavia la lingua che apprendiamo naturalmente come la lingua madre non è solo una delle tante lingue che si parlano sulla terra, ma è anche una delle tante varianti della lingua che si parla nel nostro paese. La variabilità dei linguaggi umani.

È difficile che due lingue possano convivere a lungo nello stesso territorio, prima o poi l'unadiventerà la lingua dominante e soppianterà l'altra. Si verificherà comunque contaminazione linguistica, nella lingua che avrà preso il sopravvento resteranno tracce consistenti della lingua caduta in disuso.

Si può dire che l'unificazione linguistica del paese sia stata il prodotto prima della scuola di base obbligatoria e poi dell'esposizione dell'italiano standard dei mezzi di comunicazione di massa.

Le lingue sono fenomeni sociali dinamici, che variano nello spazio e nel tempo. Le variazioni, tuttavia, non sono soltanto territoriali e diacroniche.

Anche nello stesso momento e nella stessa popolazione, le lingue variano a seconda della collocazione dei parlanti nello spazio sociale. Tra le varie informazioni che trasmettiamo al nostro interlocutore ci è anche la nostra collocazione nello spazio socioculturale, vale a dire nella stratificazione sociale. Vi sono differenze significative nel modo di esprimersi degli appartenenti alle diverse classi sociali. Sono state rilevate forti discrepanze tra le forme di comunicazione richieste dalla scuola e le pratiche linguistiche spontaneamente adottate dagli alunni, in particolare quelli provenienti dalla classe operaia (lingua e disuguaglianze). Rapporto tra linguaggio e genere: diversità tra linguaggio maschile e linguaggio femminile. Certe espressioni, o addirittura certi toni della voce, possono essere prescritte o vietate a seconda che il parlante sia uomo o donna e che gli interlocutori, o gli ascoltatori, siano dello stesso o dell'altro sesso o misti. Variante (più)evidente nei tempi passati) tra linguaggio urbano e linguaggio contadino. Il linguaggio dei contadini è stato tradizionalmente bollato come particolarmente rozzo e primitivo, soprattutto dagli abitanti delle città. Importanti nel mondo moderno sono le varianti legate ai gruppi professionali. I linguaggi specialistici (o linguaggi tecnici) sono il prodotto della crescente specializzazione del sapere e delle conoscenze. I linguaggi specialistici, oltre a garantire la comunicazione tra gli addetti ai lavori, monopolizzano le forme di sapere mediante un linguaggio inaccessibile a chi non è stato addestrato per comprenderlo. In generale possiamo dire che ogni barriera sociale è anche una barriera linguistica. Tipi di linguaggio: privato, pubblico, orale e scritto Il linguaggio varia anche in relazione alla situazione sociale nella quale avviene la comunicazione. Ognuno di noi, infatti, cambia registro linguistico a seconda dell'interlocutore che ha di fronte.delmezzo che usa e della specificità del contesto. Distinzione tra:
  • Linguaggio privato: quando parliamo tra amici o in famiglia non stiamo molto attenti allacorrettezza delle forme grammaticali e sintattiche. La conversazione è molto più calata nelladimensione "qui ed ora", fa molta più attenzione ai segnali non verbali di approvazione odisapprovazione degli interlocutori. Quello che conta è farsi capire dalle persone con la quale si staparlando.
  • Linguaggio pubblico: è molto più formale ed impersonale. In genere è rivolto ad un pubblico e nonad una serie di persone ben individuate. Richiede un maggiore controllo formale.
Distinzione tra:
  • Comunicazione orale: al di là del contenuto del messaggio si aggiungono una serie di elementi metacomunicativi che sono invece assenti nella comunicazione scritta. Il tono e l'intensità della voce, ildosaggio delle pause e tutta la gamma del

Il linguaggio gestuale accompagna il messaggio verbale e fornisce all'interlocutore una serie di messaggi aggiuntivi con i quali interpretare il messaggio verbale.

  • Comunicazione scritta: usa un registro molto più rigido del parlato. Il tipo di linguaggio usato dipende molto dalle situazioni (scrivere una pagina di diario è diverso da scrivere un curriculum!). La comunicazione scritta riflette, più di quella orale, la distanza sociale tra coloro che comunicano, la formulazione del messaggio e la sua ricezione sono quasi sempre differiti nel tempo. Consente un livello molto maggiore di intenzionalità. Mancano gesti meta comunicativi.

Linguaggio, comunicazione e interazione sociale

Esistono molteplici modi per comunicare lo stesso contenuto (ad esempio interazione faccia a faccia). Per quanto variabile e soggettiva, tuttavia, la comunicazione verbale segue sempre determinate regole che dipendono dal contesto sociale nel quale avviene l'interazione.

dallaposizione sociale relativa degli interlocutori. In contesti altamente formalizzati vigono regole molto precise su chi ha il diritto di iniziare, di interrompere e di concludere l’interazione. Si parla di situazioni asimmetriche quando vige asimmetria tra gli interlocutori, asimmetria che si esprime nelle regole che governano chi può dire, che cosa, a chi, come e quando.

In situazioni asimmetriche le regole della cortesia suggeriscono che chi è in posizione dominante abbassi leggermente il proprio status e/o innalzi quello dell’interlocutore per metterlo maggiormente a proprio agio.

Nell’interazione tra pari vige una maggiore reciprocità, cioè l’interazione non è deformata dalle differenze di status.

Turno di parola: avvicendamento dei partecipanti in una conversazione. Quando qualcuno sta parlando una norma di cortesia dice di non interromperlo e di attendere che finisca per prendere la parola.

Analisi conversazionale: è

L'analisi dell'interazione verbale all'interno di un gruppo è in grado di mettere in luce la struttura dei rapporti sociali tra i membri del gruppo, in particolare dei rapporti di potere, l'esistenza di regole più o meno implicite, la loro eventuale violazione e le dinamiche che vengono messe in atto per ristabilirle o modificarle.

Le comunicazioni di massa

Viviamo nell'era della comunicazione di massa (televisione, libri etc.).

La nascita della comunicazione di massa può essere fatta risalire alla fine del 1800 (1900 per paesi come l'Italia). Prima libri, giornali e riviste erano un consumo di elite.

Storicamente il concetto compare associato ad attributi tendenzialmente negativi: la massa è amorfa.

In sociologia vi è un'importante tradizione di pensiero (teoria critica della società di Marcuse) che ha assunto un orientamento critico nei confronti della cultura di massa e dei mezzi di comunicazione che la veicolano.

Questi sono visti essenzialmente come strumenti di manipolazione in mano ad interessi economici e politici che se ne servono per fini di profitto. Per questi autori le società moderne sono inevitabilmente destinate all'appiattimento e all'omologazione. Ma queste interpretazioni non tengono conto che la massa è un'entità ampiamente differenziata e che quindi anche differenziati gli effetti che su di essa esercita la comunicazione. In tempi più recenti il concetto di massa è stato sostituito con quello più neutro di pubblico.

Come nasce una notizia?

  1. Vengono scelti i fatti da trasformare in notizia.
  2. Confezionamento del messaggio.
  3. Trasmissione del messaggio.
  4. Il destinatario sceglie il mezzo di informazione che più lo soddisfa.

Vi sono fatti che sono candidati a diventare notizia altri invece non raggiungono neppure questo status. Chi ha più visibilità più ne avrà. I fatti devono essere

Ricostruiti scegliendo quegli aspetti che sembrano più rilevanti. Ma in una società dove vi sia sufficiente libertà di informazione vi è un destinatario può, entro certi limiti, scegliere a quale pluralità di testate tra le quali scegliere, il mezzo esporsi. E' vero che le comunicazioni di massa sono prevalentemente unilaterali ma è pur sempre possibile per il ricevente troncare la comunicazione e passare ad un altro canale. La massa non è quindi una spugna che assorbe l'intero flusso delle notizie che le vengono propinate ma un tessuto con trame molto differenziate che filtrano i messaggi in modi e misure diverse.

L'influenza dei media e la rivoluzione telematica

Per studiare i media e i loro effetti bisogna coglierne le varie fonti di variabilità. Un modo efficace per descrivere e spiegare un atto comunicativo è quello di rispondere alle seguenti domande:

  • Chi? Si riferisce all'emittente.
Il testo fornito può essere formattato utilizzando il tag

per creare un paragrafo e il tag

    per creare una lista non ordinata. Ecco come potrebbe apparire il testo formattato:

    Dice che cosa? Riguarda i contenuti dei messaggi trasmessi.

    • Contenuti dei messaggi trasmessi
Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
40 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/07 Sociologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher valeria0186 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Bonino Roberto.