Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
PRIMA FASE: DIVISIONE INTERNAZIONALE DEL LAVORO (IMPRESA
FORDISTA)
(integrazione/concentrazione)
Se guardiamo alla prima fase della formazione dell’impresa fordista (prima rivoluzione industriale),
le imprese cominciano ad importare materie prime dai paesi ricchi di risorse ma poveri di capacità
imprenditoriali (periodo della colonizzazione, dipendenza non solo economica ma anche politica).
Si vedono quindi un centro e una periferia divisione molto schematica al centro le industrie con
possibilità di sviluppo e una periferia che diventa una miniera per l’estrazione di materie prime
senza avere alcun ritorno.
NUOVA DIVISIONE INTERNAZIONALE DEL LAVORO (Thinner)
Complessifica l’originaria divisione geografica del lavoro con le categorie di centro e periferia. Si
configurano altre aree: la semiperiferia. Sono le prime aree che accolgono il decentramento
industriale. Si tratta (fine anni del 900) delle aree del sud est asiatico (Taiwan, Singapore, Hong
Kong, Corea del sud, Thailandia). 41
Si è sedimentato la cultura industriale anche in questi paesi e inoltre questi paesi cominciarono ad
essere utilizzati non solo più come piattaforma di commercializzazione di questi prodotti ma
direttamente come territorio di produzione.
Un secondo fattore è quello che questi paesi hanno da sempre avuto rapporti commerciali con gli
stati uniti questo ha fatto si che nel tempo questi paesi abbiano potuto raccogliere frutti e
conoscenze dai rapporti con gli USA.
Questi paesi a partire dagli anni 80 hanno avuto un’innovazione molto particolare agevolazioni da
parte del governo (atteggiamento di sviluppo) che ha favorito l’ingresso di investimenti esteri per
l’organizzazione di nuove industrie. i paesi non sono più paesi di manodopera a basso costo ma
hanno acquisito tecnologie produttive. A partire dagli anni non troviamo più industrie mature che
sono state coinvolte in un processo di filtraggio questi stessi paesi hanno poi a loro volta
delocalizzato le industrie mature in altri paesi del sud est asiatico (Thailandia, indocina). Nell’area
asiatica si è costituito un centro ed una periferia.
La strategia dei paesi che ora sono il centro asiatico è stata di sostegno alle nuove imprese.
Parliamo di stati non democratici, quindi sono i governi stessi ad indirizzare gli investimenti verso
quei settori produttivi che ritengono più profittevoli e più avanzati (emblematica è la Corea del
Sud).
Autonomia / Concentrazione
Nella configurazione spaziale di questa categoria troviamo concertazione che si configura
attraverso cluster o distretti.
Spesso sono utilizzati come sinonimi ma il distretto è una configurazione territoriale
prevalentemente italiana ed è stata scoperta da studiosi stranieri che hanno rilevato delle
particolarità nell’economia italiana: da un lato configuravano una grande configurazione industriale
(triangolo Torino Milano Genova) e dall’altra (vero la fine anni 70) in regioni considerate
particolarmente deboli dal punto di vista economico (es veneto) caratterizzate da un grande flusso
emigratorio (si spostavano verso Lombardia). Ad un certo punto questa situazione si capovolge
(inizi anni 80) e si cominciano a formare delle agglomerazioni di piccole e medie industrie che
hanno una grande specializzazione e producono manufatti specializzati ma di alta qualità. A cosa è
dovuta questa nascita? La motivazione è principalmente nei fattori artigianali, queste aree nel
passato erano fonte di artigianato di qualità, che nel tempo si è sviluppato ed ha preso forma di
piccole e medie industrie.
Altri fattori: capitale relazionale, condivisione di cultura (familiare), una conoscenza personale tra le
varie imprese che incrementa la fiducia trovare giusto mix tra cooperazione e competizione.
Caratteristica di sinergia . Si tratta prevalentemente di industrie della ceramica, cuoio, pelli,
calzature, tessili, moda (grande concentrazione tra Veneto Emilia e Marche). Si è assistito ad una
nascita in forma spontanea: uno sviluppo endogeno causato da tutti questi fattori elencati.
Solo più tardi le istituzioni intervengono a dare una formalizzazione a questi distretti: vengono
create delle leggi nazionali che regolamentino i distretti già creatisi o le regola per la formazione di
nuovi.
Romania è stata trasferita la figura del distretto e ben 120 industrie italiane si sono trasferite in
Romania portando in maniera esogena una conformazione nata in maniera endogena nel nostro
paese.
Il cluster condivide con il distretto alcune caratteristiche: la sinergia tra le imprese è un
elemento in comune; la prossimità fisica che consente relazioni interpersonali, scambio di
informazioni. Il cluster è una figura generalmente associata ad industrie tecnologicamente
avanzate. Qual è stato il motore dello sviluppo dei cluster (che si associano molto spesso agli
USA, san Francisco per esempio). Il motore è stata l’università di Stanford dove un professore in 42
un garage ha dato il via alle più grandi invenzioni del secolo che hanno trasformato il sistema
produttivo; presenza di istituti di ricerca militare (allo stesso tempo committenti della ricerca ed
innovatori); presenza di capitale pubblico e privato per l’investimento in ricerca e sviluppo. Questo
territorio come un laboratorio di ricerca, di sperimentazione e di commercializzazione dei nuovi
prodotti. Un inspessimento culturale e fisico determinato dalla mobilità dei lavoratori nel territorio e
dal fatto che molti manager impiantano una loro industria o impresa in quella località. Anch’essa è
una configurazione territoriale che nasce da fattori endogeni.
Viene definita anche Silicon Valley le prime produzioni degli anni 20 erano di silicio. Sono state
fatte anche in questo caso esportazioni all’estero delle attività, come per esempio a Bangalhore in
India.
altre configurazioni territoriali di questo tipo le troviamo a Cambridge, a Lione (biomedicale), in
Provenza (Sofia).
LEZIONE 12 06/04/16
MULTINAZIONALI
Consideriamo tali imprese nel contesto della globalizzazione.
1° precisazione. NEL PROCESSO DI globalizzazione, le imprese multinazionali e il processo di
globalizzazione hanno rapporti particolari.
Le multinazionali si presentano come gli attori principali dei processi di globalizzazione: quindi la
diffusione di una omologazione del sistema economico e quindi globalizzazione del sistema
economico, si riferisce alle multinazionali come driver principale.
Questa prima affermazione è vera agli inizi del processo di globalizzazione.
C’è una relazione di causa ed effetto tra la figura delle multinazionali come driver del processo di
globalizzazione e la globalizzazione in relazione con le multinazionali.
Nella prima fase si può considerare le multinazionali come causa del processo di globalizzazione;
ma a partire dagli anni 60’ lo stesso processo di globalizzazione, che ormai si stava fermando, è
stata anche una causa dello sviluppo delle multinazionali. Quindi la stessa globalizzazione diventa
un fattore che implementa lo sviluppo di quelle imprese che erano state il motore della
globalizzazione.
Perché ad un certo momento la globalizzazione ha causato un internazionalizzazione delle
imprese? Per un aumento della competizione che diventa globale: più si va avanti verso la
globalizzazione, più un’impresa deve guardare al mondo.
Le imprese multinazionali tendono ad espandersi, ad estendere la loro rete in tutto il mondo; allo
stesso tempo le imprese che non avevano iniziato questo percorso, per competere devono
guardare al mercato mondiale. La competizione quindi si sposta a livello globale e induce le
imprese a guardare ad una scala mondiale.
Un altro aspetto della globalizzazione che induce uno sviluppo delle multinazionali sono i costi
determinati dalla esigenza di innovare, quindi di investire nella ricerca e sviluppo. Quindi succede
che l’impresa va alla ricerca di territori dove ci sono tecnologie avanzate per ridurre i costi.
Altro fattore: la globalizzazione amplia la domanda dei prodotti. I paesi emergenti aumentano la
domanda id beni. Il mercato di ampia. Ecco che le imprese assecondano lo spostamento delle 43
loro fasi produttive o dell’intera produzione in questi paesi dovesi è manifestato un ampliamento
della domanda.
Altre considerazioni: ruolo delle multinazionali nel sistema economico mondiale.
Vediamo il ruolo che svolgono nel sistema economico mondiale: un ruolo che sostituisce il potere
politico. Questo perché le grandi imprese riescono a conseguire un fatturato che è superiore al PIL
di alcuni paesi (e non si tratta di paesi sottovalutati, es il PIL della Danimarca). Ecco che queste
imprese hanno un enorme potere economico, anche nelle politiche nazionali degli stati.
Altro aspetto: i fattori cruciali dell’espansione dell’impresa sono legati all’innovazione alla
tecnologia ecc…
Sono le multinazionali che hanno una maggiore possibilità di investire in ricerca e sviluppo.
L’investimento totale nel mondo di tutte le imprese in ricerca e sviluppo, quasi il 50 % è finanziato
dalla multinazionali (dato del 2012).
Qual è il numero di operai che queste imprese operano? Oltre 7 milioni di operai. Complessità
molto forte e aumento dei soggetti economici.
Barilla e Ferrero: al momento culmine del loro sviluppo, hanno maggiore attenzione verso
l’ambiente e la società. Infatti si vede la presenza di un istituto di ricerca con obiettivi ben definiti,
obiettivi rivolti sia alla protezione dell’ambiente e sia alla protezione della società. La Barilla ha
istituito dei corsi di formazione per agricoltori in Thailandia soprattutto per le persone giovani.
Cosa vuol dire internazionalizzazione? Vuol dire vocazione che porta le imprese a guardare
oltre i confini nazionali, quindi ad internazionalizzarsi. Questo processo può avvenire attraverso
vari strumenti: esportazioni del prodotto, attraverso gli IDE (investimenti diretti all’estero) ecc…
Altre forme di investimento più semplici sono rapporti contrattuali che possono interessare
l’assistenza tecnica di questi prodotti venduti o esportati all’estero.
Altre forme sono -le joint venture: due imprese fanno una partnership (mettono insieme
competenze ecc…), le - offshoring (legato alla ricerca di diminuzione di costi, in modo particolare
nel sistema economico attuale questa forma è collegata con l’organizzazione all’estero di servizi
tecnologici, servizi informatici… Anche questo è un processo che ha avuto inizio negli Usa che ha
delocalizzato alcuni servizi in India. L’india è stata favorita dalla conoscenza della lingua inglese
(perché era colonia dell’UK), ma è connesso anche ad un investimento del