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IMPOLLINAZIONE:

Consiste nel trasporto dei granuli di polline dalle sacche polliniche fino al micropilo degli ovuli. Il trasporto è affidato al vento (specie anemofile) e può essere favorito da strutture come le sacche aerifere presenti nei granuli di polline dei pini. Il polline viene trattenuto al micropilo grazie a una goccia di liquido zuccherino vischioso secreta dall'ovulo. Quando la goccia si secca si ritrae all'interno dell'ovulo, trascinando i granuli nella sottostante camera pollinica.

Al momento dell'impollinazione, le squame dei coni femminili si aprono per consentire l'arrivo del polline. In molte conifere, quando il granulo arriva nella camera pollinica, le squame del cono si serrano nuovamente a proteggere l'ovulo.

L'arrivo del polline stimola la meiosi nell'ovulo e si originano le 4 macrospore. Una sola rimane vitale e origina un gametofito formato da numerose cellule. In vicinanza del micropilo si differenziano.

degli archegoni molto ridotti, contenenti il gamete femminile (ovocellula). 66A questo punto il tubetto pollinico si accresce nell'ovulo a spese dei tessuti della nocella. I 2 nuclei speratici privi di flagelli vengono portati dal tubetto pollinico fino all'interno del gametofito femminile, presso l'ovocellula, dove il tubetto si rompe liberando i gameti. Solo uno dei due nuclei feconderà la cellula uovo, l'altro degenera.

Il ciclo riproduttivo è molto lento: Quando il polline raggiunge il cono femminile nel microsporangio non è ancora avvenuta la meiosi. Giunto a destinazione il gametofito maschile origina il tubetto pollinico e la cellula generativa si divide e origina 2 nuclei spermatici.

Dopo circa 6 mesi da questo evento inizia lo sviluppo del megagametofito e servono altri 6 mesi per la sua maturazione (1 anno dopo l'impollinazione)!

Dopo circa 15 mesi dall'impollinazione si formano gli archegoni all'estremità micropilare.

Finalmente i nuclei spermatici possono raggiungere la cellula uovo. Solo uno dei due nuclei feconda la cellula uovo, l'altro degenera. Va detto che essendoci più archegoni nelle gimnosperme possono essere fecondate più oosfere da più granuli pollinici, tuttavia solamente un embrione termina il suo sviluppo, gli altri degenerano. Questo fenomeno è detto poliembrionia.

67PIANACEAE

Piante arboree, occasionalmente arbustive, sempreverdi (foglie decidue si trovano solo in Larix), resinose. Foglie aghiformi disposte a spirale inserite su due tipi di rami: brachiblasti a internodi brevi e macroblasti a internodi più lunghi.

La Famiglia è suddivisa in 3 sottofamiglie:

  • Abietoideae, aghi inseriti solo sui macroblasti (Abies, Picea, Tsuga, Pseudotsuga);
  • Laricoideae, aghi inseriti sia sui macroblasti sia sui brachiblasti (Larix, Cedrus);
  • Pinoideae, aghi inseriti esclusivamente sui brachiblasti (Pinus).

Le Pinaceae sono monoiche ed hanno strobili con...

sporofilli inseriti a spirale su un asse centrale allungato. In genere strobili maschili e femminili sono distribuiti in modo differente nella pianta in modo da evitare l'autofecondazione.

Le principali specie italiane di pino possono essere divise in 2 gruppi:

  • pini alpini adatti a quote elevate (P.silvestris, nigra, cembra, mugo, mugo uncinata)
  • pini mediterranei adatti ad alte temperature e zone aride (P.pinea, pinaster, halepensis)

P.sylvestris Pianta imponente, che raggiunge i 30-40 m. Ha forma espansa caratteristica, foglie aghiformi, sempreverdi raggruppate in mazzetti di due aghi. I microsporofilli formano piccoli coni penduli, mentre i macrosporofilli sono globosi e generalmente isolati. Dopo la fecondazione le squame si chiudono e diventano verdi. Il tronco e i rami sono di colore rossastra.

P.nigra Il pino nero è una specie diffusa in tutta l'Europa meridionale. Presenta notevoli dimensioni, xerofila con tronco breve e contorto.

La corteccia del pino cembro è scura. Gli aghi, a coppie, possono essere anche molto lunghi. Sono di colore verde scuro, acuti e pungenti. I coni maschili sono gialli e posti alla base dei giovani getti; quelli femminili sono sessili verdi da acerbi e bruno ocra da maturi.

Il pino cembro è una specie di origine siberiana, spinto dalle glaciazioni sino alle montagne europee. Si trova sulle Alpi e sui Carpazi, dove arriva sino al limite superiore degli alberi. Raggiunge i 20-25 m, e si riconosce dagli altri pini per la corona ovoidale con fronde fitte e per avere gli aghi riuniti in fascetti di 5 elementi.

La sua presenza è legata alle valli interne e continentali dove forma boschi puri (cembrete) o misti con il larice. (Variante: pino montano).

Il pino mugo ssp. uncinata è un albero eretto distribuito prevalentemente sulle Alpi occidentali. Presenta strobili asimmetrici ed il nome uncinata deriva dal fatto di presentare umbone della squama uncinato.

È un a specie diffusa prevalentemente sulle Alpiorientali calcaree e dolomitiche tra i 1800 e 2400 m. È possibile trovarlo perlopiù lungo i confini boschivi. Si presenta come forma prostrata estrisciante. La corteccia è grigia scura a squame sottili e gli aghi sono riuniti in mazzetti di 2 o 3 di colore verde scuro.

Macrosporofilli: sono rosso-violacei e più piccoli dei microsporofilli

Microsporofilli: numerosi, gialli, molto più vistosi dei femminili.

Pinus pinea (pino domestico o pino da pinoli)

È il pino mediterraneo per eccellenza, originario dell'Italia meridionale è un albero ad alto fusto (20-25 m) con chioma ombrelliforme e corteccia rosso-scuro fessurata in placche. Cresce lungo le coste anche su suoli sabbiosi. Presenta foglie aghiformi, verde scuro, lunghe circa 15 cm e riunite a coppie. I coni sono di dimensioni notevoli, sferici e leggermente appuntiti. Le squame romboidali con umbone prominente portano due semi.

ognuna (ipinoli). P. pinaster (pino marittimo) è un albero alto fino a 25 m con una corolla piramidale-espansa anche ombrelliforme ma più irregolare di quella del pino domestico. La corteccia è bruno-rossastra, fessurata in placche. Gli aghi, molto robusti, sono raggruppati a due a due e sono più lunghi di quelli del pino domestico. I coni rosso-lucidi, privi del peduncolo, sono riuniti in gruppi e persistono per molti anni sui rami. È spontaneo in Italia lungo le coste del Tirreno, è tuttavia coltivato anche sulle altre coste in quanto resiste alla salsedine meglio del pino domestico. Viene spesso usato per formare fasce frangivento di protezione delle retrostanti pinete di pino domestico o dei campi coltivati. Pinus halepensis (pino d'Aleppo) è la specie più termoxerofila dei pini mediterranei che vive su suoli poco evoluti, rocce calcaree e zone caratterizzate da siccità estiva. Tali caratteristiche rendono questa specie

Adatta al rimboschimento delle zone litoranee a clima mediterraneo. Presenta tronco contorto con una corona di forma varia, irregolare. La corteccia è grigio chiara con fessure rossastre. Le foglie sono sottili, verde chiaro riunite in fascetti di due. Le pigne rossastre sono singole o doppie con breve peduncolo ricurvo e permangono a lungo sui rami anche dopo l'apertura delle squame. Oltre ai pini, specie particolarmente importanti diffuse in Italia sono Abeti e Larici.

Abies alba (abete bianco): Albero maestoso anche di 50 m di altezza con chioma piramidale e corteccia bianco-cenerina. Gli aghi si inseriscono in due serie ai lati del rametto e presentano ventralmente (diversamente da quelli dell'abete nero) due linee bianche di stomi cerosi. Una grande differenza rispetto all'abete nero è quella di avere pigne erette a candelabro. È una specie esclusiva delle montagne europee che ama climi freddi e contende il suo areale con l'abete rosso ed il faggio.

Negli Appennini boschi di abete bianco sono rari in quanto è in competizione con il faggio. Picea abies (abete rosso) è la specie capace di formare le più estese foreste di conifere delle Alpi su terreno acido. È un albero enorme (50-60 m) con tronco dritto e corteccia bruno-ferruginea. La chioma è tipicamente piramidale e gli aghi sono solitari ed inseriti a spirale sui rametti. Strobili maschili raggruppati agli apici dei rami mentre quelli femminili sono solitari, penduli e si sfaldano a maturità. Il Peccio è una specie con un vasto areale europeo ed in Italia lo si trova solo sulle Alpi.

Larix decidua (larice)

Il larice è una pianta di 40-50 metri capace di vivere su suoli poveri sino all'imite superiore della vegetazione arborea. Peculiarità di questa specie è di avere gli aghi raggruppati in fascetti di 20-30 che cadono in autunno. I coni maschili sono globosi, giallo-bruni mentre i femminili sono eretti e

dicolore rosso. È una specie tipica delle Alpi.

CRUPESSACEAE Piante arboree in genere resinifere e aromatiche.

Sono specie sempreverdi con corteccia fibrosa che si stacca in striscioline.

Le foglie sono squamose o aghiformi, opposte o disposte in verticilli.

Piante per lo più monoiche anche se alcune specie di Juniperus sono dioiche.

Coni maschili formati da microsporofilli squamosi, portanti 3-6 sacche polliniche. Coni femminili comprendenti poche brattee: ognuna è formata dalla fusione di una squama ovulifera e una squama copritrice.

Dopo la fecondazione, per lo più sono formati strobili legnosi e globosi detti galbuli caratteristici della Famiglia. Ogni galbulo è formato da poche squame su ciascuna delle quali si sviluppano da 2 a 9 semi.

In Juniperus, invece, 3 foglie squamiformi diventano carnose, chiudono i semi che stanno maturando e formano così gli strobili bacciformi carnosi.

Tra i generi e le specie più conosciute ricordiamo: Cupressus,

  • Juniperus (Juniperus communis)
  • Thuja (vedi immagine sx)
  • Sequoia (vedi immagine dx)

Questi ultimi sono tra gli alberi più grandi del mondo.

72TAXODIACEAE

Sono piante arboree che raggiungono grandi dimensioni. Le foglie in genere sono lineari, appiattite, alterne e disposte in 2 serie. Sono piante dioiche. Strobili maschili con microsporofilli portanti 2-9 sacche polliniche. Strobili femminili con squame ovulifere e squame copritrici concresciute. Il genere più famoso è Taxus con almeno 10 diverse specie conosciute.

73GNETOFITE

Comprendono circa 70 specie in 3 generi: Ephedra, Gnetum e Welwitschia, distribuiti in regioni tropicali o aride. Presentano strutture intermedie tra le coniferofite (ovuli e embrioni).

Dettagli
A.A. 2021-2022
121 pagine
SSD Scienze biologiche BIO/13 Biologia applicata

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher erica_biologiaF30 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Biologia e sistematica vegetale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Labra Massimo.