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CICADOFITE

Cicadofite Gruppo molto antico, evolutesi nel carbonifero (280 milioni di anni fa) attualmente ridotte

a circa 100-150 specie. Diffuse in ambienti tropicale e subtropicale.

Sono un gruppo molto antico, evolutesi nel carbonifero (280 milioni di anni fa)

attualmente ridotte a circa 100-150 specie. Sono diffuse in ambienti tropicali e

subtropicali. La maggior parte è rappresentata da piante piuttosto grandi, alcune

possono raggiungere un’altezza di anche 18 metri. Molte hanno un fusto ben definito

densamente ricoperto dalle basi fogliari rimaste dopo la caduta delle foglie. Hanno

l’aspetto di palme (ma non sono evolutivamente vicine; molti le chiamano “palmette

da giardino”, ma non c’entrano niente con le palme vere e proprie, che sono

Angiosperme) con grandi foglie coriacee sempreverdi pennato-composte portate in

Hanno l’aspetto di palme (ma non sono evolutivamente vicine) con grandi foglie coriacee

rosetta all’apice di tozzi fusti. L’aspetto simile alle palme deriva dal fatto che le foglie

sempreverdi pennato-composte portate in rosetta all’apice di tozzi fusti.

Talvolta i fusti sono sotterranei e somigliano più a grani felci!

funzionali sono addensate in una corona all’apice del fusto. A differenza delle

palme vere e proprie, queste piante presentano un vero accrescimento

secondario, anche se lento, ad opera di un cambio cribro-legnoso; la

porzione centrale del fusto è costituita da una grande massa di midollo.

Talvolta i fusti sono sotterranei e somigliano più a grandi felci.

Sono spesso molto tossiche per la presenza di composti neurotossici e

cancerogeni. Tutte le cicadee formano radici che crescono verso l’alto e

ramificate dicotomicamente in prossimità della superficie del suolo. A causa

della loro somiglianza con i coralli marini, queste radici sono chiamate radici

coralloidi. Le cicadine sono dioiche: gli sporangi dei due sessi sono portati da individui diversi, in

Le radici hanno un aspetto particolare (radici coralloidi), dovuto alla presenza di

strobili semplici di grandi dimensioni.

cianobatteri fissatori d’azoto con cui le piante vivono in simbiosi.

Le cicadine sono dioiche: gli sporangi dei sue sessi sono portati da individui diversi, in

strobili semplici di grandi dimensioni. Il granulo pollinico giunge al micropilo grazie al

vento (raramente insetti). A questo punto germina producendo un tubetto con

funzioni di austore che si fa strada tra i tessuti del megasporangio (nucella). I gameti

maschili ciliati (spermi) vengono liberati dal granulo pollinico e giungono in una

camera archegoniale piena di liquido. Qui nuotando raggiungono i gameti femminili

Molte specie di cicadine sono tossiche a causa della presenza di sostanze neurotossiche

(ovocellule) e li fecondano. I flagelli dei gameti maschili sono un carattere di

o cancerogene.

primitività. Molte specie di cicadine sono tossiche a causa della presenza di sostanze neurotossiche

o cancerogene.

I semi di cicadofite sono spesso circondati da tessuti carnosi, colorati ed eduli

(nelle immagini si vedono i semi, non sono i frutti! Tutto ciò che deriva dallo

zigote si chiama seme). Questo facilita la dispersione ad opera di animali che

sono attratti dal colore o dal sapore. La colorazione è importante per richiamare

gli impollinatori, o diffusori della specie (anche se questi consumano i tessuti di

protezione non importa, l’importante è che i semi arrivino a destinazione). Il

ruolo degli insetti nell’impollinazione delle cicadee è di particolare interesse; in diversi generi di cicadee, vari gruppi di

I semi di cicadofite sono spesso circondati da tessuti carnosi, colorati ed eduli. Questo

facilita la dispersione ad opera di animali che sono attratti dal colore e dal sapore.

coleotteri sono stati frequentemente ritrovati associati ai coni maschili e meno frequentemente a quelli femminli.

I semi di cicadofite sono spesso circondati da tessuti carnosi, colorati ed eduli. Questo

GINKGOFITE

facilita la dispersione ad opera di animali che sono attratti dal colore e dal sapore.

Ginkgofite Gruppo di piante molto diffuse nel Cretaceo oggi con un’unica specie vivente Ginkgo

biloba L. È una pianta arborea (circa 30 m altezza), dioica, con foglie decidue dalla

caratteristica forma a ventaglio intaccata all’apice. Le foglie sono caduche ed in autunno

diventano gialle.

È un gruppo di piante che era molto diffuso nel Cretaceo, oggi con un’unica

Ginkgo biloba L

specie vivente (si tratta di un fossile vivente). È una pianta

arborea (circa 30 m di altezza), dioica, con foglie decidue dalla

caratteristica forma a ventaglio intaccata all’apice. Le foglie sono caduche

ed in autunno diventano gialle prima di cadere. Presentano nervature

ramificate dicotomicamente. Le foglie dei numerosi rami corti sono più o

meno intere, mentre quelle dei rami lunghi o delle plantule sono

profondamente lobate. Non vi sono, probabilmente, boschi naturali di

Ginkgo; questa specie si è preservata fino ai nostri giorni perché era

coltivata nei giardini dei templi in Cina e in Giappone. Introdotta in altri paesi, è stata una caratteristica importante di

parchi e giardini nelle regioni temperate per circa 200 anni. Inoltre, essendo particolarmente resistente all’inquinamento

atmosferico, viene comunemente coltivata nei parchi urbani e lungo le strade.

I microsporangi (sacche polliniche) ricordano nell’aspetto le antere delle angiosperme

I microsporangi (sacche polliniche) ricordano nell’aspetto le antere delle angiosperme (ma non sono filogeneticamente

(ma non sono filogeneticamente correlate) e sono portati a coppie su peduncoli disposti a

spirale in strobili caduchi.

correlate) e sono portati a coppie su peduncoli disposti a spirale in strobili caduchi. Gli ovuli sono accoppiati e portati su

I microsporangi (sacche polliniche) ricordano nell’aspetto le antere delle angiosperme

Gli ovuli sono accoppiati e portati su peduncoli isolati.

peduncoli isolati. (ma non sono filogeneticamente correlate) e sono portati a coppie su peduncoli disposti a

spirale in strobili caduchi.

Gli ovuli sono accoppiati e portati su peduncoli isolati.

La riproduzione è simile a quella delle cicadofite: spermi muniti di flagelli

vengono rilasciati nella camera archegoniale, dopo che il tubetto si è

accresciuto all'interno dei tessuti della nucella. Tra impollinazione e

fecondazione passano mesi: mentre l’impollinazione, cioè l’arrivo dei

granuli pollinici al micropilo, avviene quando gli ovuli sono ancora sulla

pianta, la fecondazione avviene a terra, quando gli ovuli sono già caduti. I

semi di Ginkgo sono muniti di un tegumento con strato esterno carnoso. 45

Successivamente cambia un po’ il “metodo di studio” della sistematica delle piante: bisogna cercare di capire le relazioni

delle varie specie con l’ambiente in cui si insediano e con le condizioni in cui vivono.

Coniferofite Le conifere comprendono specie arboree e in qualche caso arbustive, come i ginepri

Le conifere comprendono specie arboree e in qualche caso arbustive, come i ginepri.

Il phylum Coniferophyta è il più numeroso tra le Gimnosperme, ha la

più ampia distribuzione ed è ecologicamente il più importante. Le

conifere sono piante che hanno una crescita lenta, ma resistono

molto a lungo, quindi molto spesso caratterizzano dei biomi, delle

condizioni, particolari. Sono le Gimnosperme più evolute (escludendo

le Gnetofita) e comprendono abeti, pini, larici, cedri, ecc. In genere

sono per lo più piante arboree con una crescita lenta. I termini

arboreo e arbustivo sono molto spesso “arbitrari”, le condizioni le

poniamo un po’ noi, perché molto dipende anche dalle condizioni in

cui le piante vivono. Molto spesso dipende anche dal rapporto tra la

superficie aerea e le radici della pianta stessa.

Il nome conifere deriva dal fatto che ovuli e semi sono portati in

strutture protettive dette coni (che noi chiamiamo volgarmente

pigne). Le conifere comprendono specie arboree e in qualche caso

arbustive, come i ginepri.

Le foglie delle conifere sono aghiformi o squamiformi, in genere

Questa struttura fogliare rende le conifere capaci di

disposte a spirale, più raramente opposte o in verticilli. Possono

sopportare condizioni ambientali estreme come

essere portate su normali rami di allungamento (macroblasti) come

l’aridità, il caldo o il freddo e le gelate.

negli abeti, oppure in fascetti su brachiblasti come nei larici, nei

cedri e nei pini. In generale gli abeti si riconoscono perché hanno le foglie poste su macroblasti, mentre nei pini sono

poste su brachiblasti. FOGLIA

Quasi tutte le specie sono perenni, mentre solo poche specie sono decidue: tra quelle italiane, perde le foglie in inverno

Vediamo meglio com’è fatta una foglia di conifera:

solo il larice. Questa struttura fogliare rende le conifere capaci di sopportare tutte le variazioni ambientali e condizioni

L’epidermide ha una spessa cuticola e sotto vi è un Questa struttura fogliare rende le conifere capaci di

ambientali estreme come l’aridità, il caldo o il freddo e le gelate. sopportare condizioni ambientali estreme come

ipoderma con pochi spazi intercellulari. Il mesofillo

- Foglia Le foglie sono fortemente adattate per la crescita della pianta in l’aridità, il caldo o il freddo e le gelate.

→ è composto da cellule parenchimatiche

condizioni di aridità. L’epidermide ha una spessa cuticola e sotto vi è un

fotosintetiche uniformi. Al centro vi sono i tessuti FOGLIA

ipoderma con pochi spazi intercellulari. Gli stomi sono infossati al di sotto della Vediamo meglio com’è fatta una foglia di conifera:

vascolari circondati da una guaina del fascio. L’epidermide ha una spessa cuticola e sotto vi è un

superficie della foglia. Il mesofillo è composto da cellule parenchimatiche ipoderma con pochi spazi intercellulari. Il mesofillo

fotosintetiche uniformi. Al centro vi sono uno o due fasci conduttori affiancati, è composto da cellule parenchimatiche

fotosintetiche uniformi. Al centro vi sono i tessuti

formati da xilema e floema, circondati da una guaina del fascio (il tessuto vascolari circondati da una guaina del fascio.

epiteliale interno non è un vero e proprio endoderma), un tessuto di

trasfusione costituito da cellule parenchimatiche vive e da corte tracheidi morte.

FUSTO

- Fusto Il fusto delle Gimnosperme è costituito da legno omoxilo (composto solo da

→ Il fusto delle Gimnosperme è costituito da

tracheidi) mentre il floema è composto da cellule cribrose. Xilema e floema sono FUSTO

legno omoxilo (composto solo da tracheidi) Il fusto delle Gimn

attraversati radialmente da raggi midollari di ampiezza limitata. Efficienza di trasporto legno omoxilo (comp

mentre il floema è

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Publisher
A.A. 2016-2017
77 pagine
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SSD Scienze biologiche BIO/04 Fisiologia vegetale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher lauramacrinss di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Biologia e sistematica vegetale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Labra Massimo.