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Impresa Sociale

È richiamata nell'ordinamento comunitario come miglior gestore possibile per soddisfare i bisogni della qualità della vita; tende a gestire tutto ciò che è migliorativo della qualità di vita delle persone. Il concetto di impresa sociale è ancora da costruire in Italia nonostante ci sia la legge, che ipotizza che vi sia un terzo genere di impresa, che non è pubblica, non è privata, ma è un privato sociale, che produce una tipologia di beni e servizi.

La riforma del terzo settore in Italia è normata dai decreti legislativi 112 e 117 del 2017, attuativi della legge 106; il tema è disciplinato nell'ordinamento italiano l'idea che vi sia un terzo genere di ente che non sia un ente pubblico o commerciale puro, ma un ente il cui obiettivo sia soddisfare gli interessi generali della popolazione intendendo quelli di miglioramento della qualità di vita con una serie di

dimensioni nonlucrative, solidaristiche e altro. La pubblica amministrazione è vista come garante del benessere dei cittadini, si esplicita su tutti i bisogni dei cittadini; oltre al mercato e agli operatori economici c'è un'altra tipologia di operatori che hanno una dimensione peculiare nel senso che sono operatori economici privati ma non hanno un obiettivo di carattere strettamente lucrativo, bensì che è connaturato con delle caratteristiche di rispondere a dei bisogni della popolazione per aumentarne la qualità della vita.

Questo è il terzo settore nell'ottica italiana, e l'impresa sociale nell'ottica europea; del terzo settore italiano fanno parte le associazioni e le fondazioni. È una dimensione in cui c'è un pubblico che garantisce il benessere del cittadino, c'è un mercato che produce beni economici attraverso la dimensione degli imprenditori economici, c'è un terzo

settore che la normativa sta portando a vedere come prevalente enteerogatore di prestazioni che implementano la qualità di vita delle persone, che magari non riguardano larisposta all’ottenimento di beni economici, ma qualcosa che implementa l’attività di vita.

I due decreti legislativi 112 e 117 disciplinano una cosa ancora molto in fieri; il RUNTS non è ancoranemmeno efficace, ossia questa idea di un Registro Unico e Nazionale del Terzo Settore ha un decretoistitutivo del 2020, ma ancora non è stato aperto a tutti i possibili attori. Esso serve a identificare gli enti delterzo settore, capirne le rispettive peculiarità, vedere in Italia come ci si sta muovendo.

Il terzo settore è composto da sette tipi di identità, di cui una sola in sviluppo:

  • Organizzazioni di volontariato, che non producono beni e servizi, sono la rappresentazione spontanea egratuita della solidarietà sociale a favore dell’altro.

Associazioni di produzione sociale, sono servizi meno strutturati che tendono oggettivamente ad ampliare la dimensione della partecipazione attiva sul territorio. In tutti e due questi casi si parla di enti con solo qualifica associativa.

- Società di mutuo soccorso.

- Enti filantropici, che fanno capire che nel terzo settore ci stanno realtà che hanno magari grandi patrimonie che con un'azione filantropica danno qualcosa agli altri.

- Reti associative, in cui volontariato, promozione sociale, enti filantropici aderiscono a organizzazioni più grandi che portano avanti una loro visione di ciò che è il benessere e gli interessi della popolazione.

- Enti del terzo settore, concetto più ampio che comprende tutti quegli enti associativi o fondativi che svolgono attività di interesse generale senza scopo di lucro, e con queste attività vogliono implementare la qualità di vita del loro territorio.

Questi sei enti sono tutti dentro il

decreto 117 del 2017.- Impresa sociale, è l'unico disciplinato dal decreto 112 del 2017.

L'impresa sociale è costituita da enti di tipo associativo, fondativo, cooperativistico; possono essere enti del terzo settore anche le società commerciali, perché le attività di interesse generale, come sanità, assistenza sociale, istruzione, formazione, ecologia, sport, cultura, sono attività che hanno un tale rilievo economico, pur garantendo implementazioni di qualità della vita, che per poterle sdoganare nell'ordinamento comunitario, diversamente dalla vecchia idea tipicamente italiana, si ragiona anche rispetto al mondo delle società commerciali.

Nell'impresa sociale esiste un principio di non lucratività, quindi di non distribuzione degli utili, ma in realtà nelle società commerciali, comprese le cooperative sociali, non è del tutto vero, perché la norma dice che 5NOEMI

AMMIRATI possono distribuire fino al 50% degli utili; questo ordinamento italiano, che si collega all'ordinamento comunitario, per dire che vuole aumentare le attività di interesse generale, creare un'impresa che può fare margini e che può anche parzialmente distribuire, dice che chi fa questi servizi ottiene una forte neutralità fiscale sull'emarginità che non distribuisce. Significa che sugli utili non distribuiti non paga le tasse, e non solo chiede lui neutralità fiscale, ma chi investe su queste attività, dando soldi a questi soggetti, ottiene, pur essendo un investimento, non una quotazione, cioè qualcosa che si dà, un beneficio fiscale fortissimo, ma può essere rivalutato e tornare indietro.

L'obiettivo del legislatore è implementare le attività che lui oggi considera di interesse generale; in questa visione europea dell'impresa sociale, che si trova nel legislatore

italiano che sta portando avanti il decreto117, la qualità della vita posta in essere da un soggetto non lucrativo, accetta una governance partecipata. Vuol dire che anche i lavoratori e destinatari delle attività hanno titolo ad entrare nelle governance, ma la qualità della vita si spinge nel dover identificare l'interesse generale, che è composto da 21 tipologie di attività. Nell'ottica comunitaria non può essere parte del terzo settore, perché l'amministrazione pubblica è garante del benessere dei cittadini, ma non produce, dato che altrimenti produrrebbe concorrenza, dunque ha una capacità di sostenibilità economica diversa da un imprenditore; le imprese sociali pertanto non sono le pubbliche amministrazioni. C'è una nuova visione in cui ci sono delle attività anche di grandissimo rilievo economico, ma questo in un contesto in cui l'impresa sociale ha come obiettivo ultimo ilmiglioramento di qualità di vita, finalizzato ad una migliore adesione della persona, che vive in quella società e che è parte di quello Stato, al contratto sociale di quell'ordinamento giuridico. In precedenza le ONLUS raggruppavano il volontariato, le cooperative sociali, le organizzazioni non governative per la cooperazione coi paesi in via di sviluppo, e quei rami di enti religiosi che si occupavano degli svantaggiati, dunque il terzo settore aveva come obiettivo la presa in carico degli svantaggiati; il terzo settore di adesso e la sua visione moderna, ha come obiettivo il miglioramento di qualità della vita e sostituisce un mondo di terzo settore precedente che aveva come obiettivo la presa in carico di situazioni di disagio, svantaggio. Nella nuova visione dell'economia comunitaria ci sono degli attori che svolgono attività di grande rilevanza economica, ma che sono attori che appartengono ad un genere nuovo, che sta completamentecambiandorispetto a prima: prima era vissuta come imprenditorietà sociale non quella che si occupava del benessere e della qualità di vita di tutti, ma dei portatori di uno Stato di svantaggio. Il mondo delle ONLUS si occupava di questo e di questo si occupa; l'impresa sociale nell'ottica comunitaria riguarda tutte le attività ad interesse generale. L'interesse di una persona che non c'era su quel terzo settore di qualche anno fa, è l'interesse di quelli che si stanno formando ora. Per gli enti è quasi privilegiato da parte dell'ordinamento italiano e comunitario l'idea che siano i produttori principali sia delle attività di interesse generale, che nello specifico delle attività sanitarie, socio-sanitarie e sociali; la parola enti del terzo settore è molto italiana, e dal punto di vista delle identità soggettive un tempo era figlia del mondo delle associazioni e fondazioni, oggi la riforma.nella garanzia di un'assistenza sanitaria per tutti i cittadini, senza discriminazioni. Il sistema sanitario nazionale si articola in diverse strutture e servizi, come ospedali, ambulatori, farmacie, servizi di emergenza, ecc. L'obiettivo principale è quello di garantire il diritto alla salute e il benessere dei cittadini. Sociale: Il concetto di sociale riguarda tutte le attività e le politiche volte a garantire il benessere e la giustizia sociale. In ambito comunitario, il sociale comprende diverse aree, come l'assistenza sociale, l'istruzione, l'occupazione, la protezione dei diritti dei lavoratori, ecc. L'obiettivo è quello di creare una società equa e solidale, in cui tutti i cittadini abbiano accesso alle risorse e alle opportunità necessarie per vivere una vita dignitosa. Socio-sanitario: Il termine socio-sanitario indica l'intersezione tra le dimensioni sociale e sanitaria. Si riferisce a tutte le attività e le politiche che riguardano la promozione della salute e il benessere sociale. Ad esempio, il socio-sanitario comprende servizi di assistenza domiciliare per anziani o disabili, programmi di prevenzione delle malattie, interventi di riabilitazione, ecc. L'obiettivo è quello di garantire una visione integrata della salute, che tenga conto sia degli aspetti sanitari che di quelli sociali.si risponde a chiunque abbia bisogno, anche al di là del principio di cittadinanza. Essendo fruibile da parte di chiunque col medesimo livello di servizi possibili, questo sistema sanitario crea spesa pubblica, che vuol dire debito pubblico, inflazione, aumento della pressione fiscale sui cittadini. Nel momento in cui diventa eccessiva la fiscalizzazione degli oneri sociali, quindi il peso della fiscalità sui cittadini, viene cambiato il sistema sanitario, cioè non è più un sistema sanitario del "tutto a tutti", ma del "a tutti tutto ciò che è possibile nel limite delle risorse", dunque c'è il passaggio ad una sanità a risorse limitate. L'idea che il sistema sanitario sia un sistema in cui esistono anche delle negazioni ad un bisogno di salute, è qualcosa di molto difficile da sviluppare, che appartiene non alla filosofia o alla sociologia, ma anche al diritto, al sistema legislativo; lala trasformazione del sistema sanitario italiano. Questo decreto ha introdotto importanti modifiche che hanno influenzato diversi aspetti del sistema, tra cui l'organizzazione, la gestione e la qualità dei servizi sanitari. Una delle principali modifiche introdotte dal decreto 502 del 1992 è stata l'integrazione dei principi informatori del sistema sanitario. Questo significa che sono stati definiti dei principi fondamentali che guidano l'organizzazione e la gestione dei servizi sanitari, come l'equità nell'accesso alle cure, la qualità dei servizi offerti e la partecipazione attiva dei cittadini. Inoltre, il decreto ha introdotto importanti cambiamenti nella gestione delle risorse finanziarie del sistema sanitario. È stato introdotto un sistema di finanziamento basato sulle prestazioni erogate, che ha portato a una maggiore attenzione alla qualità dei servizi offerti e alla riduzione degli sprechi. Infine, il decreto ha promosso la decentralizzazione del sistema sanitario, dando maggiore autonomia alle regioni nella gestione dei servizi sanitari. Questo ha permesso una maggiore flessibilità nell'adattamento delle politiche sanitarie alle specificità territoriali. In conclusione, il decreto 502 del 1992 ha rappresentato un punto di svolta nel sistema sanitario italiano, introducendo importanti modifiche che hanno contribuito alla trasformazione e all'evoluzione del sistema stesso.
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
41 pagine
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SSD Scienze giuridiche IUS/05 Diritto dell'economia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ammiratinoemi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto dell'economia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Santuari Alceste.