Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
BRONCODILATAZIONE
(muscolatura influenzata dalla stimolazione simpatica- oppure secrezione di epinefrina-
oppure livelli di CO2 elevati)
La resistenza totale nella zona di conduzione è molto bassa, ciò significa che, in
condizioni normali la pressione alveolare e quella atmosferica non dovrebbero differire
di tanto. Se aumenta la resistenza nelle vie respiratorie è necessario un gradiente di
pressione molto maggiore per determinare un flusso di aria.
VOLUMI E CAPACITA’ POLMONARI
I clinici misurano i volumi polmonari, calcolano le capacità polmonari (cioè la somma di
due o più volumi polmonari) e misurano la velocità del flusso respiratorio utilizzando la
tecnica della spirometria.
volumi polmonari che insieme costituiscono la CAPACITA’ POLMONARE
Esistono 4
TOTALE.
VOLUME CORRENTE (V ) = volume di aria che entra ed esce dai polmoni
T
durante un signolo atto resipatorio, non forzato. A riposo è 500 ml.
VOLUME DI RISERVA ISPIRATORIA (VRI) = volume di aria che ancora può
essere inspirato al termine di una normale ispirazione. In media è 3000 ml
VOLUME DI RISERVA ESPIRATORIA (VRE) = volume di aria che può essere
ancora espirato al termine di una normale espirazione. In media è 1000 ml.
VOLUME RESIDUO = volume di aria che rimane nei polmoni dopo una espirazione
massimale. E’ circa 1200 ml
CAPACITA’ INSPIRATORIA (CI=Vt+VRI) volume massimo di aria che può essere
inspirato alla fine di un’ espirazione tranquilla. 3500 ml.
CAPACITA’ VITALE (CV= Vt+VRI+VRE) volume massimo di aria che può essere
espirato dopo un’inspirazione massimale. 4500 ml.
CAPACITA’ FUNZIONALE RESIDUA (CFR= VRE+VR) volume di aria che rimane
ai polmoni al termine di un’espirazione tranquilla. 2200 ml.
CAPACITA’ POLMONARE TOTALE (CPT= Vt+VRE+VRI+VR) volume di aria
presente nei polmoni al termine di un’inspirazione tranquilla. 5700 ml.
La ventilazione polmonare al minuto (o capacità di ventilazione) è la quantità totale di aria che
entra ed esce dal sistema respiratorio in un minuto e per calcolarla si può usare la seguente
formula:
CV= FR x Vt FR = Frequenza Respiratoria
Vt = Volume corrente
Generalmente, considerando che la frequenza respiratoria a risposo è 12 (atti al minuto) e il
Volume corrente vale 500 ml, la ventilazione polmonare è 1600 (ml/ min).
Bisogna sottolineare il fatto che solo una parte dell’aria respirata partecipa allo scambio
gassoso, perché buona parte si ritrova a riempire le vie aeree della zona di conduzione. La parte
di volume che non è a contatto con gli alveoli e che quindi non è deputata allo scambio gassoso
è chiamata spazio morto.
La ventilazione alveolare è invece la misura del volume di aria fresca che raggiunge gli alveoli al
minuto, la formula è la stessa per la ventilazione polmonare a eccezione che al volume corrente
viene tolto il volume dello spazio morto.
–
Va= (Vt SM) FR Va= 4200 (ml/min)
SCAMBIO DEI GAS E REGOLAZIONE DEL RESPIRO
Le cellule dell’organismo consumano circa 250 ml di ossigeno e producono 250 ml di
anidride carbonica al minuto, quando l’individuo è a riposo. Per mantenere l’omeostasi
l’organismo deve espellere anidride carbonica nell’atmosfera e assumere ossigeno dalla
stessa.
Il rapporto tra la quantità di anidride carbonica prodotta dall’organismo e la quantità di
ossigeno consumata viene chiamato QUOZIENTE RESPIRATORIO. Il quoziente
respiratorio vale circa 200/250 =0.8
Gli scambi di ossigeno e anidrire carbonica tra gli alveoli e il sangue avvengono per
diffusione semplice attraverso la membrana respiratoria; questa membrana è formata da
tre strati: ricoprono l’alveolo
1. Cellule epiteliali di tipo I che
2. Cellule endoteliali che ricoprono il capillare
3. Rispettive lamine basali (alveolare e capillare)
L’ossigeno si trova in quantità maggiore negli alveoli, quindi diffonde nel sangue.
L’anidride carbonica si trova a quantità maggiori nel sangue, quindi diffonde negli
alveoli.
La diffusione dell’ossigeno e della CO2 avvengono per diffusione, questa diffusione
avviene grazie a gradienti di concentrazione che si stabiliscono, questi gradienti sono
e la solubilità sia dell’ossigeno che
stabiliti da due fattori: le pressioni parziali
dell’anidride carbonica.
o PRESSIONI PARZIALI
In ogni miscela di gas, si definisce pressione parziale di un singolo gas la
pressione che il gas eserciterebbe se occupasse tutto il volume disponibile.
Secondo la legge di Dalton la pressione esercitata da una miscela di gas è pari
alla somma delle singole pressioni parziali dei gas che occupano lo stesso
volume.
Due valori importanti da ricordare sono le pressioni parziali di ossigeno e anidrire
carbonica nell’aria.
Pressione parziale OSSIGENO= 160 mmHg
Pressione parziale ANIDRIDE CARBONICA= 0.23 mmHg
SOLUBILITA’ DEI GAS NEI LIQUIDI
o
Quando una miscela di gas viene a contatto con un liquido le molecole di gas si
disciolgono nel liquido fino a quando non si raggiunge un equilibrio, quando questo
equilibrio si raggiunge le molecole di gas disciolte nel liquido e quelle allo stato
gassoso avranno la stessa pressione parziale. A parità di pressione, le
concentrazione dei diversi gas disciolti saranno diverse tra loro per il fattore solubilità
cioè la capacità di un gas di disciogliersi meglio in un liquido. In particolare, l’anidride
carbonica ha una solubilità 20 volte maggiore di quella dell’ossigeno nel sangue.
La legge di Henry mette in relazione la concentrazione, la pressione parziale e la
solubilità C(concentrazione) = k (costante di Henry) x P (pressione parziale del
gas)
SCAMBI GASSOSI NEI POLMONI
DISTRETTO OSSIGENO ANIDRIDE CARBONICA
ARIA ATMOSFERICA 160 mmHg 0.3 mmHg
ARIA ALVEOLARE 100 mmHg 40 mmHg
ARTERIE POLMONARI 40 mmHg 46 mmHg
(INIZIO CAPILLARI
POLMONARI)
VENE POLMONARI (FINE 100 mmHg 40 mmHg
CAPILLARI POLMONARI)
ARTERIE SISTEMICHE 100 mmHg 40 mmHg
≤ 40 mmHg ≥ 46 mmHg
CELLULE
VENE SISTEMICHE 40 mmHg 46 mmHg
Abbiamo detto che nell’aria atmosferica la P P
O è 160 mmHg e la 0.3 mmHg
CO
2 2
P P
Negli alveoli la O è a 100 mmHg e la è 40 mmHg
CO
2 2
Ciò avviene per tre motivi:
1. Scambi di gas continui tra aria alveolare e sangue dei capillari
2. Mescolamento aria fresca con aria vecchia (ricca di anidride carbonica) alla fine
di un’inspirazione
3. Aria negli alveoli satura di vapore acqueo Questo grafico descrive la
variazione della pressione
parziale dell’ossigeno in
funzione della lunghezza del
capillare. All’imbocco del
P
capillare polmonare la O nel
2
sangue è 40 mmHg invece
nell’alveolo passa a 100
mmHg, la pressione aumenta
perché lungo il capillare il
sangue riceve ossigeno fino a
raggiungere 100 mmHg che è
un valore di equilibrio in cui il
capillare non riceve più
ossigeno.
Questo grafico invece ci spiega
la variazione della pressione
parziale di anidride carbonica in
funzione della lunghezza del
P
capillare. La nel capillare
CO 2
verso l’alveolo va diminuendo,
infatti avremo un valore di 46
mmHg allo sbocco del capillare e
40 mmHg nell’alveolo.
In conclusione. Il processo di diffusione fa in modo che si raggiunga un equilibrio tra aria
alveolare e il sangue capillare, questo equilibrio fa si che il sangue che lascia i capillari
P P
polmonari ed entra negli alveoli abbia una di 40 mmHg e una O di 100 mmHg. Il
CO 2 2
raggiungimento dell’equilibrio delle due pressioni parziali si verifica al 33% della
lunghezza del capillare.
TRASPORTO DI OSSIGENO NEL SANGUE
Quando la PO2 arteriosa si trova a 100 mmHg il sangue contiene 3 ml di ossigeno
disciolto in un litro.
Il trasporto di ossigeno nel sangue avviene attraverso l’emoglobina, una proteina
contenuta negli eritrociti che permette all’ossigeno di entrare nel sangue attraverso i
polmoni ed essere rilasciato attraverso i tessuti.
L’emoglobina è formata da 4 subunità ciascuna delle quali contiene una globina (catena
polipeptidica globulare) e un gruppo eme che contiene ferro.
Ciascun gruppo eme è capace di legare a se una molecola di ossigeno quindi ciascuna
molecola di emoglobina può trasportare 4 molecole di ossigeno.
Parliamo di:
OSSIEMOGLOBINA quando ci riferiamo all’emoglobina legata all’ossigeno
o DEOSSIEMOGLOBINA quando ci riferiamo all’emoglobina priva di ossigeno
o
Un fattore determinante il legame o il rilascio di ossigeno è la PO2.
o PO2 ALTA facilita il legame tra ossigeno ed emoglobina
o PO2 BASSA facilita il rilascio di ossigeno
SCAMBI GASSOSI NEI POLMONI
Il sangue ossigenato nei capillari polmonari ritorna all’atrio sx, attraverso le vene
polmonari, poi fluisce nel ventricolo sx e arriva ai capillari sistemici. Nei capillari sistemici
ha luogo lo scambio tra il sangue e le cellule dei tessuti. Il sangue che entra nei capillari
sistemici è sempre ossigenato quindi ha una PO2 di 100 mmHg e una PCO2 di 40
mmHg. Una volta entrato nei capillari sistemici il sangue perde ossigeno che viene
assorbito dai tessuti e acquista anidride carbonica dunque la PO2 passa a 40 mmHg e
la PCO2 aumenta a 46 mmHg. Il sangue raggiunge poi il ventricolo dx mescolandosi
(prima di entrare al ventricolo dx) all’arteria polmonare, infatti il sangue nell’arteria
polmonare si chiama sangue venoso misto.
P P
FATTORI CHE INFLUENZANO LA E LA O ALVEOLARE:
CO 2 2
Pressioni parziali dell’aria inspirata
1.
2. Ventilazione alveolare al minuto ( aria fresca che raggiunge gli alveoli al minuto)
3. Velocità con la quale i tessuti consumano ossigeno e producono anidrige
carbonica
Il fattore più determinante è il numero 3. L’aumento della ventilazione alveolare, cioè
la necessità dei tessuti di consumare più ossigeno e produrre più anidride carbonica
è definita iperpnea in questo caso la PO2 e la PCO2 rimangono invariate perché la
ventilazione alveolare aumenta con l’aumentare del consumo di ossigeno e
produzione anidride carbonica. Ci sono due casi in cui le cose vanno diversamente:
o IPOVENTILAZIONE in cui la ventilazione alveolare non è sufficiente a rispondere
alle richieste dei tessuti, quindi la PCO2 aumenta oltre i 40 mmHg e la PO2
diminuisce sotto i 100 mmHg
o IPERVENTILAZIONE in cui la ventilazione alveolare supera le richieste dei
tessuti, quindi la PCO2 diminuisce e la PO2 aumenta