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AORTA
L’aorta è un vaso sanguigno di tipo elastico, è un’arteria quindi porta sangue lontano dal cuore,
origina dal ventricolo sinistro e nel punto di passaggio c’è la valvola semilunare aortica per la forma
delle cuspidi valvolari, concave verso l’alto e convesse verso il basso. Inizia con un piccolo tratto
verso l’alto e poi verso sinistra, tratto detto “aorta ascendente”, poi fa un arco e cambia direzione
verso il basso prendendo il nome di “aorta discendente”, la quale è divisa in due tratti separati dal
passaggio nel diaframma. Si creano quindi una parte iniziale detta aorta discendente toracica e
una finale detta aorta addominale, che arriva fino alla quarta vertebra lombare. L’aorta discendente
all’inizio è a sinistra della colonna vertebrale poi ci finisce davanti. Il calibro iniziale dell’aorta è di
2.7cm-3cm, alla fine dell’arco si restringe e diventa minore di 2cm, si riduce così la gittata. L’aorta
ascendente, all’inizio, è un po’ slargata così questo tratto prende il nome di “bulbo dell’aorta” e qui
originano le due arterie coronarie che vascolarizzano la parete del cuore.
Dall’arco dell’aorta originano i vasi che vascolarizzano testa, collo e arti superiori; il primo di questi
vasi si chiama “arteria anonima” che subito dopo si biforca a destra dando origine all’arteria
succlavia che vascolarizzerà l’arto superiore e la base del collo, e alla giugulare interna. Poi si
trova l’arteria vertebrale, la quale origina dalla succlavia, che vascolarizza il midollo spinale e un
terzo dell’encefalo. L’arteria carotide comune parte dalla parte destra dell’arteria anonima.
Nella parte sinistra invece, la carotide comune e la succlavia originano direttamente dall’arco
dell’aorta, prima la carotide sinistra e poi la succlavia. Sotto l’arco dell’aorta c’è il tronco polmonare
e qui si trova un piccolo legamento, residuo embrionale, che lega queste due strutture. La carotide
comune si biforca, più o meno in corrispondenza al pomo d’Adamo, in una carotide interna che
vascolarizza l’encefalo e una carotide esterna che vascolarizza collo e faccia. Dopo la carotide
comune ci sono delle strutture chiamate “glomi carotidei” e a questo livello ci sono recettori per la
pressione, detti barocettori, e recettori per la tensione dei gas, detti chemocettori; se la pressione
si alza troppo, i barocettori, innervati dal sistema nervoso autonomo, segnalano l’aumento e
l’organismo la abbassa, mentre i chemocettori segnalano se la tensione di ossigeno è troppo
bassa o se quella di anidride carbonica è troppo alta, per poter ossigenare meglio il sangue. Solo il
70% della popolazione ha questa tipologia di struttura di arco e carotide.
Esiste poi un nervo detto laringeo ricorrente a destra, sotto la succlavia e a sinistra sotto l’arco
dell’aorta.
L’aorta toracica arriva fino al diaframma dove c’è un foro più o meno a livello della dodicesima
vertebra toracica; nel suo decorso emette dei rami collaterali che vascolarizzano la parete del
torace e rami viscerali che vascolarizzano gli organi del torace. I rami parietali sono le arterie
intercostali che decorrono sotto le coste; le collaterali originano dalla succlavia, le intercostali
vanno in avanti verso l’esterno dove trovano un’arteria mammaria interna. I rami viscerali prendono
il nome di arterie mediastiniche, esofagee e bronchiali, queste seguono i bronchi ed entrano nei
polmoni, vascolarizzando così i bronchi ma anche i polmoni che ottengono nutrimento, ma in
questo caso il sangue non viene ossigenato.
Le arterie mammarie interne sono utili nei casi in cui il passaggio tra l’arco e l’aorta discendente
si restringe così tanto che il sangue dall’arco non riesce ad andare in quantità sufficiente nell’aorta;
in questo caso si ha la coartazione dell’aorta dove gran parte del corpo riceverà poco sangue. Il
sangue va nella succlavia poi nella mammaria interna e, tramite le arterie intercostali, arriverà
all’aorta discendente saltando il restringimento. Le intercostali in questo caso diventano più
voluminose e a lungo andare potrebbero insorgere dei problemi.
Sotto il diaframma, l’aorta, diventa aorta addominale che arriva fino alla quarta vertebra lombare,
dove si biforca nelle due arterie iliache comuni, ma l’aorta continua con l’arteria sacrale media,
ramo terminale dell’aorta, che finisce sull’osso sacro (poco importante nell’uomo, più importante
negli animali con la coda). Le iliache comuni si dividono a loro volta a livello dell’articolazione
sacro-iliaca, cioè tra l’osso sacro e l’osso dell’anca in un’arteria iliaca interna e un’arteria iliaca
esterna, la interna vascolarizza gli organi della pelvi (retto, apparato genitale e vescica), la esterna
esce dall’addome, passa sotto il legamento inguinale e finisce nella coscia diventando arteria
femorale, rappresenta l’arteria femorale più grande, molto comoda per esami di cardiologi e
radiologi.
Nell’addome i rami dell’aorta si dividono in:
parietali, i quali vascolarizzano il diaframma attraverso le arterie freniche inferiori, arterie
lombari parallele alle arterie intercostali e vascolarizzano la parete dell’addome;
viscerali impari e mediani (un solo ramo, mediano): ramo tripode celiaco, detto così perché
subito dopo la sua origine si creano tre rami, uno è l’arteria gastro-epatica che vascolarizza il
fegato e parte dello stomaco, un altro è l’arteria gastrica di sinistra che vascolarizza parte dello
stomaco e l’ultimo ramo è l’arteria splenica che vascolarizza la milza. Subito sotto il tripode c’è
l’arteria mesenterica superiore che vascolarizza tutto l’intestino fino a metà del colon traverso;
più sotto c’è l’arteria mesenterica inferiore che vascolarizza l’intestino da metà colon traverso in
poi. Si trova un’estrema varietà di queste strutture poiché solo il 25% della popolazione ha questa
disposizione;
viscerali pari e simmetrici (un ramo per lato): a livello dei reni ci sono le arterie renali, qui l’aorta è
spostata verso sinistra, e per questo motivo l’arteria di destra è più lunga di quella di sinistra. Più
sotto ci sono le arterie gonadiche, le quali si specializzano in testicolari nel maschio e ovariche
nella donna; queste arterie si trovano lontane dai loro organi di riferimento poiché questi ultimi si
originano nello sviluppo a livello lombare e poi scendono portandosi dietro i loro vasi.
VASCOLARIZZAZIONE ARTERIOSA DEL CERVELLO
Nel cervello c’è un’arteria vertebrale, una destra e una sinistra, le quali originano dalla succlavia,
entrano nel cranio attraverso il forame occipitale e ci sono poi due arterie carotidee interne che
originano a livello della cartilagine tiroide. Le carotidi portano i due terzi del flusso sanguigno
mentre le arterie vertebrali portano il terzo restante. Le carotidi vascolarizzano il telencefalo e il
diencefalo mentre il tronco e il cervelletto sono vascolarizzati dalle arterie vertebrali, insieme
formano il circolo anastomotico. Se questi due circuiti fossero separati e uno dei due non
funzionasse, tutto il tessuto da vascolarizzare appartenente a quel circolo morirebbe.
Alla base del cervello, in basso ci sono le due arterie vertebrali e a metà le due carotidi interne;
dopodiché si forma un poligono dove le due arterie vertebrali si uniscono in un’arteria basilare la
quale si divide, più avanti, in due arterie cerebrali posteriori, destra e sinistra. La carotide interna
invece da origine a un’arteria cerebrale anteriore e a una media, una per lato. I due sistemi sono in
comunicazione attraverso le arterie comunicanti posteriori, tra la carotide e la cerebrale posteriori
mentre in avanti si trova un ramo che unisce le due cerebrali anteriori, chiudendo così il poligono.
Se una di queste arterie si blocca, le altre suppliscono alla mancanza, trasportando sangue a
sufficienza. Anche qui si trova una grande varietà tra gli individui; questo sistema, detto circolo di
Willis (anatomico inglese) è soggetto a sfiancamenti della parete che provocano aneurismi,
soprattutto nei punti di giunzione, poiché la pressione del sangue sulla parete è maggiore di quella
in lunghezza; attorno ai 20 anni si ha la maggiore incidenza. Il circolo nel cranio è “privato” dato
che si scambia poco sangue con il massiccio-facciale, infatti è molto difficile che ci sia un
passaggio di germi dall’esterno all’interno, costituendo così un metodo di difesa.
SISTEMA VENOSO
La vena è un vaso in cui il flusso del sangue è diretto verso il cuore ed è presente in numero
maggiore rispetto alle arterie poiché si tratta di vasi di riserva e cioè possono accumulare grandi
quantità di sangue. La vena prende il nome di comitante quando accompagna un’arteria; a volte le
vene possono essere duplicate rispetto all’arteria, ad esempio vi sono due vene brachiali e una
sola arteria brachiale. La vena afferente trasporta sangue venoso a un organo, ad esempio il
fegato con la sua vena porta; una vena deriva dalla confluenza di altre vene. Esistono vene
profonde e superficiali mentre le arterie sono tutte profonde, quindi per prelievi o iniezioni
endovenose si utilizzano le vene, con un circuito indipendente da quello arterioso. Il sangue
venoso viene drenato dalle vene cave superiori e inferiori che si immettono poi nell’atrio destro del
cuore.
Il sistema che drena il sangue dagli organi addominali e dalla milza, portandolo al fegato è il
sistema della vena porta. Il sangue è diverso da quello che scorre nell’organismo poiché è ricco di
elementi e sostanze nutritizie che devono essere metabolizzati nel fegato. Questo sangue ritorna
nel circolo venoso e finisce nella vena cava inferiore.
La vena cava superiore drena il sangue venoso di testa, collo e parete toracica (parte
sopradiaframmatica)e rappresenta la confluenza di due tronchi venosi brachiocefalici, uno destro e
uno sinistro. Si nota una differenza di lunghezza tra il ramo destro e quello sinistro poiché la vena
cava è spostata a destra, quindi il tronco di destra è più corto. Il tronco brachiocefalico o vena
anonima deriva dalla confluenza di due vene, una dall’alto detta vena giugulare interna e una
dall’arto superiore detta vena succlavia, la quale drena l’arto superiore.
Esiste un sistema di vene che finiscono nella vena cava superiore con il compito di drenare il
sangue della parete del torace prendendo il nome di “Sistema di vene