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Selfridge Reicher
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Università degli Studi di Milano-Bicocca
Reicher
L’esperimento di distingue tre condizioni:
1. la presentazione di una parola di 4 lettere seguita dalla presentazione di due lettere
alternative, una presente nella parola presentata e l’altra non presente;
2. la presentazione di una non-parola di 4 lettere seguita dalla presentazione di due
lettere alternative, una presente nella non-parola presentata e l’altra non presente;
3. la presentazione di una lettera seguita dalla presentazione di due lettera, la stessa
lettera presentata e una lettera differente.
I soggetti sono più accurati e veloci nel caso in cui il compito di discriminazione fra lettere
venga eseguito dopo la presentazione di parole reali.
Linguistica
La linguistica è lo studio scientifico del linguaggio umano e si divide in più aree di studio:
fonetica, studio degli aspetti fisici connessi alla produzione dei foni;
• fonologia, studio del modo in cui i foni interagiscono all’interno di una lingua;
• morfologia, studio della struttura delle parole;
• sintassi, studio di come le parole si combinano tra loro per formare delle frasi;
• semantica, studio del significato delle parole e delle frasi;
• pragmatica, studio di come gli individui interpretano le parole e le frasi in un contesto.
•
La fonetica si divide a sua volta in più aree di studio:
fonetica articolatoria, studio del modo in cui vengono prodotti i foni;
• fonetica acustica, studio delle proprietà fisiche dei foni;
• fonetica percettiva, studio del modo in cui vengono percepiti i foni.
•
Fonetica articolatoria
I foni sono i suoni de linguaggio.
Il suono è una variazione della pressione dell’aria causato dai movimenti della sorgente
del suono –ossia un corpo in vibrazione. Per i suoni linguistici —foni, la sorgente del
suono si trova nel tratto vocale, in particolare nella glottide.
La glottide contiene le corde vocali, due membranelle che possono essere:
semiaperte, così che l’aria che vi passa non le fa vibrare e produce suoni sordi;
• tese e accostate, così che l’aria che vi passa le fa vibrare e produce suoni sonori.
•
Una volta che il flusso d’aria è passato attraverso la laringe, il suo percorso verso
l’esterno può essere più o meno libero:
se il flusso d’aria viene ostruito, vengono prodotte le consonanti;
• se il flusso d’aria esce liberamente, vengono prodotte le vocali.
•
Le consonanti possono essere distinte per sonorità, per punto di articolazione e per modo
di articolazione.
I punti di articolazione sono gli organi vocali che provocano le ostruzioni del flusso d’aria
nella pronuncia delle consonanti, le quali si distinguono quindi in:
bilabiali, entrambe le labbra si occludono;
• labio-dentali, i denti incisivi superiori si appoggiano al labbro inferiore
• dentali, la lamina della lingua tocca la parte interna dei denti incisivi;
• alveolari, la lamina della lingua si avvicina o tocca gli alveoli;
• palato-alveolari, la lamina della lingua si avvicina agli alveoli e al corpo arcuato;
• palatali, la lingua si avvicina al palato;
• velari, la lingua tocca il velo palatino.
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I modi di articolazione sono i diversi assetti che gli organi fonatori assumono durante la
pronuncia delle consonanti, le quali si distinguono quindi in:
occlusive, i due punti di articolazione si toccano in modo da provocare, solo per un
• istante, il blocco completo dell’uscita dell’aria;
affricate, c’è un contatto tra i due punti di articolazione —come nelle occlusive— seguito
• da una separazione graduale che permette all’aria di uscire —come nelle fricative;
fricative, i due punti di articolazione sono molto vicini, ma non si toccano, e lasciano un
• piccolo passaggio per l’aria;
nasali, il velo si abbassa e fa uscire l’aria attraverso il naso invece che dalla bocca;
• laterali, la lingua si posiziona contro i denti e l’aria esce dai due lati della lingua;
• vibranti e polivibranti, il suono è prodotto tramite vibrazione della lingua o dell’ugula.
• sonore
sorde Occlusive Affricate Fricative Nasali Laterali Vibranti Semiconsonanti
Bilabiali [p] [b] [m]
Labio-dentali [f] [v] [ɱ]
Dentali [t] [d]
Alveolari [tz] [dz] [s] [z] [n] [l]
[dʒ] [ʒ]
Palato-alveolari [tʃ] [ʃ] [r]
Palatali [ɲ] [ʎ] [j]
Velari [k] [g] [ŋ] [w]
modo
Le semiconsonanti condividono certe proprietà delle vocali —modo di articolazione— e
punti
altre delle consonanti.
Le vocali differiscono invece per posizione delle labbra e posizione della lingua sugli assi
verticale e orizzontale.
Le labbra possono essere:
arrotondate [o] [u];
• non arrotondate [a] [e] [i].
•
La lingua sull’asse verticale può essere:
alta rispetto alla posizione di riposo;
• media rispetto alla posizione di riposo;
• bassa rispetto alla posizione di riposo.
•
La lingua sull’asse orizzontale può essere:
anteriore rispetto alla posizione di riposo;
• centrale rispetto alla posizione di riposo;
• posteriore rispetto alla posizione di riposo.
•
In italiano i suoni vocalici sono sette: la vocale non arrotondata bassa centrale [a] di
‘amore’, la vocale non arrotondata medio-bassa anteriore [ε] di ‘elle’, la vocale non
arrotondata medio-alta anteriore [e] di ‘cane’, la vocale non arrotondata alta anteriore [i] di
‘italiano’, la vocale arrotondata medio-bassa posteriore [ɔ] di ‘però’, la vocale arrotondata
medio-alta posteriore [o] di ‘amico’, la vocale arrotondata alta posteriore [u] di ‘unico’.
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Monkey vocal tracts are speech-ready
Fitch, de Boer, Mathur & Ghazanfar
For four decades, the inability of nonhuman primates to produce human speech sounds has been claimed to stem from
limitations in their vocal tract anatomy, a conclusion based on plaster casts made from the vocal tract of a monkey cadaver. We
used x-ray videos to quantify vocal tract dynamics in living macaques during vocalization, facial displays, and feeding. We
demonstrate that the macaque vocal tract could easily produce an adequate range of speech sounds to support spoken
language, showing that previous techniques based on postmortem samples drastically underestimated primate vocal
capabilities. Our findings imply that the evolution of human speech capabilities required neural changes rather than
modifications of vocal anatomy. Macaques have a speech-ready vocal tract but lack a speech-ready brain to control it.
Fonologia
La fonologia è lo studio del modo in cui i foni interagiscono all’interno di una lingua, della
funzione linguistica dei suoni. La fonologia può essere distinta in fonologia segmentale e
fonologia soprasegmentale.
La fonologia segmentale si basa sui segmenti, che possono essere fonemi e sillabe.
I fonemi sono i suoni che sono rilevanti per una determinata lingua, ossia sono quei foni
linguistici che all’interno di una lingua hanno una funzione distintiva, che permettono di
distinguere due parole con significato diverso.
Per individuare i fonemi si confrontano coppie minime di parole che hanno segmenti
diversi nella medesima posizione, ad esempio: ‘faro’ si distingue da ‘varo’, ‘paro’ si
distingue da ‘baro’, ‘paro’ si distingue da ‘pero’, ‘caro’ si distingue da ‘calo’.
I fonemi non hanno realtà concreta –sono astrazioni psicologiche che si realizzano nei
foni. I foni si indicano tra parentesi quadre [f]; i fonemi si indicano tra parentesi oblique /f/.
In italiano, i foni [ɱ], [n], [ŋ] esistono perché vengono invariabilmente pronunciati in quella
maniera quando si trovano all’interno di determinate parole, ma non vengono percepiti
come distinti –vengono tutti riconosciuti come il fonema /n/. Ad esempio: nonno si
pronuncia con [n], sangue si pronuncia con [ŋ], invidia si pronuncia con [ɱ].
Tali foni in italiano sono dunque allofoni: modi diversi di pronunciare lo stesso fonema /n/
che si trovano in distribuzione complementare —in determinati contesti viene pronunciato
un fono e in altri contesti un altro fono— ma non hanno mai carattere distintivo.
La sillaba è un’unità prosodica costituita da uno o più foni agglomerati attorno ad un picco
di intensità, che generalmente si trova in corrispondenza di una vocale.
La sillaba è formata da un attacco —generalmente una consonante— e da una rima, a
sua volta formata dal nucleo vocalico e da una possibile coda —generalmente una
consonante; se la coda è presente la rima è chiusa, se la coda è assente la rima è aperta.
Ad esempio: /tram/ è una sillaba chiusa, /tre/ è una sillaba aperta. La sillaba più comune in
italiano è una sillaba aperta composta da una consonante iniziale e una vocale finale, ad
esempio: /ka.sa/.
I fonemi che precedono —attacco— e seguono —coda— il nucleo vocalico sono ordinati
secondo una precisa scala di sonorità universale: vocali, nasali, fricative, affricate,
occlusive —dove il caso: sonore, sorde. In qualsiasi lingua vale che se ci sono due
consonanti che precedono il nucleo sillabico, queste devono essere ordinate dalla meno
sonora alla più sonora; mentre se ci sono due consonanti che seguono il nucleo sillabico,
queste devono essere ordinate dalla più sonora alla meno sonora.
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La fonologia soprasegmentale necessita di ulteriori livelli, i tratti soprasegmentali. I tratti
soprasegmentali —o prosodici— sono fenomeni fonologici che riguardano la catena
parlata nella sua successione lineare e i rapporti tra foni che si susseguono, essi sono:
l’accento, la lunghezza temporale o durata, il tono, l’intonazione, il ritmo.
L’accento è una proprietà delle sillabe che definisce un aumento di intensità della voce e
si realizza sul nucleo vocalico della sillaba.
All’interno di una parola plurisillabica, possono esservi più vocali che ricevono un accento:
si avrà dunque una prominenza lessicale primaria —l’accento primario— e prominenze
lessicali secondarie —gli accenti secondari.
In italiano, l’accento ha funzione distintiva perché permette di distinguere fra parole, ad
esempio: ‘subìto’ si distingue da ‘sùbito’, ‘circu&igrav