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SOLUZIONE

A) qx = dx / lx

qx97 = d97 / l97 = 20 / 100 = 0.2

lx+1 = lx - dx

l98 = l97 - d97 = 100 - 20 = 80

px = 1 - qx

px97 = 1 - q97 = 1 - 0.2 = 0.8

qx = 1 - px

qx98 = 1 - p98 = 1 - 0.5 = 0.5

dx = lx - lx+1

d98 = l97 - l98 = 100 - 80 = 20

q98 = d98 / l98 = 20 / 80 = 0.25

dx = lx - lx+1

d99 = l98 - l99 = 80 - 40 = 40

q99 = d99 / l99 = 40 / 40 = 1

p99 = 1 - q99 = 1 - 1 = 0

Lx = 1 * lx+1 + ax * dx = 1 * lx+1 + 0.5 * dx

L97 = 1 * l98 + 0.5 * d97 = 1 * 80 + 0.5 * 20 = 80 + 10 = 90

L98 = 1 * l99 + 0.5 * d98 = 1 * 40 + 0.5 * 40 = 40 + 20 = 60

L99 = 1 * l100 + 0.5 * d99 = 0 * 40 + 0.5 * 40 = 20

b) Tx = Lx + Lx+1 + Lx+2 + ... + Lω-1

T97 = L97 + L98 + L99 = 90 + 60 + 20 = 170

e97 = T97 / l98 = 170 / 100 = 1.7

c) P (X = 99 | X ≥ 97) = d99 / l97

P (X = 99 | X ≥ 97) = 40 / 100 = 0.4

ESERCIZIO 3:

Sapendo che: la probabilità di morte è costantemente uguale a 0.2, si richiede di:

a) completare la porzione di tavola sottostante;

b) calcolare la speranza di vita residua a 80 anni sapendo che T79 = 3300;

A)

B)

SOLUZIONE

ex = Tx /

lxe80 = T80 / l80

Tx+1 = Lx+1 + Lx+2 + ...+ Lω-1

Tx = Lx + Lx+1 + Lx+2 + ... + Lω-1

Tx+1 = Tx – Lx

T80=T79 –L79 =3300–900=2400

e80=T80 /l80=2400/800=3

Antico regime e ruolo delle epidemie

La rivoluzione del neolitico

Attorno al 10 mila aC con la conclusione dell’ultima glaciazione inizia il periodo neolitico.

L’uomo, da cacciatore e raccoglitore nomade, passa all’agricoltura stanziale e all’allevamento di animali.

La produzione agricola e la stanzialità consentono di sostenere una popolazione più ampia e la creazione di comunità più ampie rispetto ai gruppi dei cacciatori. Inoltre:

  • natalità (rispetto ai cacciatori nomadi, che dovendosi spostare non potevano portarsi in braccio più di un bambino piccolo a testa; allattamento lungo, lungo intervallo tra i parti; pubertà più tardiva; fecondità in generale più bassa dei cacciatori nomadi rispetto agli agricoltori)

stanziali confermata anche da studi su popolazioni contemporanee mobili).- sopravvivenza (densità e vicinanza con animali avrebbero favorito trasmissione ediffusione di patologie. Inoltre la dieta diventò meno varia e più povera, basata su cereali, rispetto a quella dei cacciatori e raccoglitori). In ogni caso la natalità molto verosimilmente aumentò più di quanto peggiorò la mortalità -> incremento della popolazione.

L'antico regime Dopo il neolitico, il ritmo di crescita della popolazione e di sviluppo economico fu molto differenziato nei vari continenti. Fino al Settecento mortalità e natalità rimasero molto elevate ovunque. In Europa: la durata media di vita non era superiore ai 35 anni, e il numero medio di figli per donna era attorno ai 6 figli. Vi erano periodicamente catastrofiche crisi epidemiche (la peggiore di tutte, la peste, arrivava a falcidiare oltre 1/3 della popolazione). Cibo, fonti di energia,

materie prime erano quasi tutte dipendenti dalla disponibilità di terra Fonti di dati pre-moderne Fino al Cinquecento rilevazioni di decessi e nascite soprattutto in alcune città (per valutare arrivo epidemie, per certificare condizioni di successione e di legame di parentela). Carenti e di qualità bassa. A partire dal 1563 registrazioni parrocchiali regolamentate dal Concilio di Trento (battesimo, sepolture, matrimoni, "stati delle anime": elenco compilato nel momento di pasqua quando c'era l'obbligo per i cristiani di partecipare alla celebrazione eucaristica). Dal XIX secolo, le burocrazie degli Stati centralizzati mettono in campo rilevazioni più moderne, a fini amministrativi e per conoscere le condizioni della popolazione. È anche l'epoca dei primi censimenti moderni e delle prime indagini "sociali". Mortalità A partire da tali fonti è possibile studiare la demografia dell'Antico regime. La mortalità

Era «normalmente» elevata (40-50 ‰). Con l’aggiunta di forti fluttuazioni determinate da «crisi di mortalitàà» prodotte da epidemie e favorite da guerre e carestie.

Fattori che agiscono sulla gravità della crisi:

  • Entità di perdite subite dalla popolazione
  • Incidenza per età (più colpisce i giovani e più grave è)

Grado di recupero post-crisi

Classificazione delle gravità delle crisi:

  • Piccole crisi: sovra-mortalità del 50%
  • Crisi medie: tra 50‰ e 300%
  • Grandi crisi: oltre 300%

Una piccola crisi non ci sono conseguenze rilevanti per la crescita successiva. Una grande crisi ha come conseguenza che le generazioni non ancora in età feconda (età 0-15) non riescano a riprodursi interamente se stesse in futuro.

L’alba del mondo moderno

Attorno all’anno mille al termine cioè dell’Alto Medioevo, l’Europa era un’area sottosviluppata,

Decisamente arretrata rispetto al mondo arabo e bizantino (per fermarsi all'Europa). La produttività della terra era scarsa e le difficoltà di trasformazione e commercializzazione dei prodotti rendevano l'agricoltura strutturalmente debole. Tra l'XI e il XIII secolo la situazione muta radicalmente, celebrando il passaggio da Alto e Basso Medioevo.

Si assiste a quella che Cipolla chiama rivoluzione comunal-cittadina. L'Europa esce dall'atteggiamento di sfiducia (verso il mondo esterno ed il mercato) che caratterizzò l'economia curtense alto medioevale. L'Italia centrosettentrionale si pone al centro di tale processo.

La città diviene il centro propulsore del processo di sviluppo. L'alba del mondo moderno, ma una crescita altalenante.

Ciclo positivo: La nuova organizzazione socio-economica porta ad un aumento delle capacità produttive. Aumenta inoltre notevolmente anche la popolazione urbana (quasi esclusivamente).

alimentata dall'immigrazione), e rurale (sostenuta soprattutto dalla messaa coltura di nuove terre).

L'estensione delle superfici coltivate era però un processo destinato prima o poi adesaurirsi, o comunque a rallentare.

Fine del ciclo positivo:

Ma una volta sfruttate le terre più produttive i rendimenti divennero decrescenti (data lagrande lentezza nel progresso delle tecniche agricole) mentre la popolazione continuava acrescere a ritmo relativamente sostenuto.

La "morte nera"

Agli inizi del Trecento le aree più popolate dell'Italia si trovarono quindi in presenza di unforte squilibrio tra crescita della popolazione e mezzi di sussistenza.

S'infittiscono le carestie, ma (diversamente da quanto previsto dal modello malthusiano)non sono tanto le carestie e la sottonutrizione a mietere vittime e a frenare la crescitademografica.

A farlo è soprattutto la peste.

• Se l'Europa alla metà del Quattrocento si trova con

Una popolazione decurtata di un terzo o più rispetto ad un secolo prima. Questo si deve alle numerose ondate endemiche di peste successive al 1347.

  • Se la ripresa diviene precaria nella seconda parte del Cinquecento e nel Seicento, ciò si deve ancora - se non esclusivamente - alla peste.
  • Se la crescita diviene più sostenuta e continua nel Settecento, una parte del credito va alla ritirata e alla scomparsa della peste.

Se molti sistemi demografici si sono trasformati, ciò va fatto risalire a duraturi adattamenti alle grandi epidemie di peste (Livi Bacci 1998).

Lo sviluppo della peste è dato dal fatto che la popolazione è densa e ci sono molti commerci, in particolare da Asia all'Europa, che alimentano tale situazione.

Peste del 1347 - "Esogeneità" della peste

La peste (ma anche in generale le epidemie) sono un fattore in gran parte "esogeno" al sistema di relazioni tra popolazione e risorse alimentari.

indipendente dalla crescita dellapopolazione )la peste non dipende direttamente dal grado di denutrizione della popolazione (è semmailegata alla densità della popolazione, che ne favorisce la diffusione).In generale le epidemie non dipendono direttamente dal grado di tensione trapopolazione e risorse.Possono però risentire indirettamente da alcuni comportamenti tenuti dagli individui insituazione di disagio e sottoalimentazione.Il fatto ad esempio che durante gravi carestie masse di miserabili vagassero ovunque (perle campagne e verso le città) in cerca di cibo, favoriva senz’altro le condizioni per losviluppo e la diffusione di epidemie (quali il tifo).Tre nessi causali sottonutrizione - contagioIl ciclo agente-vettore-ospite della pestePulce dei ratti e portate poi nelle grandi città con condizioni igieniche precarieProprietà delle principali forme epidemiche- periodi di incubazioni diversi- Varia la durata di insorgenza- Via del

contagio può essere differente- Varia la letalità (peste pneumatica 99%, tifo 30%, colera 50%..)

Mortalità: alcune misure "grezze"

Mortalità: morti per mille abitanti (morti / abitanti) -> m

Letalità: morti per mille casi infetti (morti / casi infetti) -> λ

Grado di contagio: quota di abitanti infettati (casi infetti / abitanti) -> k

Vale: k = m / λ = (morti / abitanti) / (morti / casi infetti) = = (casi infetti / abitanti)

Es. colera del 1835: tre esempi a partire da stessa letalità, ma con mortalità diversa (conseguenza di diversa contagiosità legata alle condizioni dell'ecosistema).

vi sono state fluttuazioni ampie fino al 1730 circa, successivamente le fluttuazioni diminuiscono ed è questo il grande cambiamento già ad inizio 1800.

Un modo per rappresentare il cambiamento prodotto dalla transizione: inizia con dilatarsi delle grandi epidemie lo vediamo con questo grafico:

Verticale

durata media della vita

Orizzontale ricchezza pro capite

Spazio strategico per tutto l'antico regime: sotto i 40 anni e ricchezza complessa

Lo spazio strategico da puntino in basso a sinistra oggi la durata di vita si è notevolmente alzata a più di 75. Tutti i paesi hanno migliorato la propria posizione. Italia e paesi più sviluppati con aspettativa superiore a 80 anni e benessere notevolmente migliorato.

Misure di fecondità

Parte 1

Indice della lezione

Tassi specifici di fecondità

Tasso di fecondità totale

Età media alla maternità

Per generazioni e per contemporanei Esempio di applicazione

Tassi di riproduttività

Fecondità per ordine di nascita

Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
73 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-S/04 Demografia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher valeronchini di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Demografia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Rosina Alessandro.