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SCIENZE DELLE FINANZE
Struttura delle Imposte e sistema tributario Italiano
Definire l'imposta reale e l'imposta personale. Fare degli
1. esempi dell’una e dell’altra imposta con riferimento al
sistema tributario Italiano.
Le imposte reali sono quelle imposte che colpiscono l’oggetto
dell’imposta senza considerare le caratteristiche personali del
soggetto passivo, mentre le imposte personali sono quel tipo di
imposte il cui ammontare è determinato anche in relazione alle
caratteristiche soggettive del contribuente come, ad esempio, le
condizioni di salute, economiche, e i carichi di famiglia (num. di
persone del nucleo famigliare). Un esempio di imposta personale
nel sistema tributario italiano e rappresentato dall’IRPEF
(Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche), mentre un esempio
di imposta reale è costituito dall’IMU (Imposta Municipale Unica).
Indicare cosa si intende con il termine tassa e cosa si
2. intende con il termine imposta, sottolineando le
differenze tra le due nozioni.
Con il termine Tassa si intendono quelle entrate per beni e servizi
di cui c’è una richiesta privata ma con evidenti esternalità.
Tipicamente offerti a prezzi inferiori dallo Stato e costo medio
con copertura residua a carico della fiscalità generale (imposte).
Le Imposte invece sono entrate pubbliche volte a sostenere
l’offerta di beni e servizi di interesse generale, spesso indivisibili,
ottenute con prelievo coattivo (forzato) dai cittadini e volte
anche a promuovere obiettivi redistributivi.
La differenza principale tra questi due strumenti risiede
essenzialmente nel metodo di imputazione al cittadino. Infatti le
tasse vengono corrisposte dal soggetto passivo come contributo
ad una determinata prestazione offerta dallo Stato (es. tasse
scolastiche, tassa di occupazione di suolo pubblico ); le imposte
invece non sono direttamente collegate ad un servizio della
Pubblica Amministrazione ma bensì possono eventualmente
essere collegate alla situazione patrimoniale del cittadino.
Definire quando una imposta è regressiva, proporzionale,
3. progressiva. In quali modi un'imposta può essere resa
progressiva? Fornire un esempio numerico per ciascuna
modalità. 1
L’imposta può essere essenzialmente di tre tipi: regressiva,
proporzionale e progressiva.
L’imposta è considerata regressiva quando all’aumentare della
base imponibile il debito d’imposta aumenta in modo meno che
proporzionale e abbiamo che l’aliquota media (t ) è maggiore
a
dell’aliquota marginale (t ).
m
Abbiamo, invece, un’imposta proporzionale quando
all’aumentare della base imponibile il debito d’imposta aumenta
in maniera proporzionale e abbiamo che l’aliquota media (t ) è
a
uguale all’aliquota marginale (t ).
m
Infine un’imposta è considerata progressiva quando
all’aumentare della base imponibile il debito di imposta aumenta
in modo più che proporzionale e quindi l’aliquota media (t ) è
a
minore dell’aliquota marginale (t ).
m
Esistono essenzialmente quattro tecniche per rendere un
imposta progressiva. La prima tecnica di progressività è la
Classi Aliquota
0-15 10%
15-40 15%
40-infinito 30% Reddito Netto
Reddito Lordo (Y) Imposta (T=t*Y) (Yn=Y-T)
20 20*0.15=3 20-3=17
38 38*0.15=5.7 38-5.7=32.3
42 42*0.3=12.6 42-12.6=29.4
“progressività per Classi” e prevede che tutto il reddito sia
tassato in base alla classe-fascia in cui esso si trova e alla sua
aliquota.
La seconda tecnica di progressività viene invece chiamata
“progressività per Scaglioni” con la quale le aliquote si applicano
per scaglioni e si eliminano i problemi di riordinamento.
Scaglioni Aliquote Imposta 2
0-15 10% T= 10%*Y
15-40 15% T=15*10%+
(Y-15)*15%
40-infinito 30% T=15*10%
+(40-15)*15%+
(Y-40)*30%
La terza e penultima tecnica viene definita come “progressività
per Deduzioni” nella quale abbiamo un imposta con aliquota
costante e una deduzione che può essere “normale” (T=t(Y-D)),
in somma fissa a partire da un certo livello di reddito e con
diminuzione lineare a partire da un certo livello di reddito (fino a
che la deduzione non si annulla).
L’ultima tecnica per rendere progressiva un imposta è la
“progressività per Detrazioni” che prevede un imposta con
aliquota costante e detrazione T=tY-d.
Definire ed illustrare i principali elementi costitutivi delle
4. imposte.
Le imposte sono costituite essenzialmente da quattro elementi: il
Presupposto, la Base Imponibile, il Soggetto Passivo e l’Aliquota.
Il Presupposto è una situazione di fatto a cui la legge ricollega
l’obbligo di pagare l’imposta (es. la percezione del reddito,
l’acquisto o la proprietà di un bene).
Il secondo elemento caratterizzante l’imposta è la Base
Imponibile che consiste in una traduzione quantitativa del
presupposto e può essere espressa in termini monetari (imposta
ad valorem) o in termini fisici (imposta specifica).
Il Soggetto Passivo è quella persona fisica o giuridica su cui
ricade l’obbligo giuridico (di legge) di pagare l’imposta
(contribuente).
L’ultimo elemento costituente un imposta è l’Aliquota cioè quello
strumento che serve per misurare ciò che è dovuto dal
contribuente per ogni unità di base imputabile. Esse possono
essere Legali (determinate dalla legge) o Effettive (rapporto tra
quanto pagato dal contribuente e base imponibile).
Indicare cosa si intende per Principio del Beneficio nella
5. teoria della tassazione e discutere quelli che sono i 3
principali pregi e i principali limiti nell’applicazione di
tale principio.
Il Principio del Beneficio (o controprestazione) è uno dei due
criteri fondamentali di ripartizione del carico tributario. Il
principio afferma che l’imposta deve essere commisurata al
beneficio che il contribuente riceve dai beni e servizi pubblici, di
cui fa liberamente domanda e di cui ne costituisce il prezzo.
Il principio del beneficio, come tutte le teorie, presenta alcuni
pregi ed alcuni difetti. Innanzi tutto favorisce la trasparenza nelle
decisioni di spesa e nelle decisioni di entrata (decentramento
fiscale), in secondo luogo consente che l’equità sia misurata
secondo la giustizia dello scambio tra ciò che si paga e ciò che si
riceve in cambio. Infine il principio afferma che la finalità
dell’imposta è quella di finanziare l’offerta di beni e servizi
pubblici (bene pubblico) e non ha obiettivi redistributivi del
reddito tra i cittadini.
I limiti presentati da questo principio sono essenzialmente di
quattro tipi. Per prima cosa favorisce il free riding (ottenere un
servizio senza pagarne il prezzo) nel caso di beni non rivali e non
escludibili; in secondo luogo non tiene conto che l’offerta dei
beni e servizi può avvenire in una logica diversa da quella dello
scambio volontario (beni meritevoli, esternalità) e che non è
possibile avere un prelievo personalizzato per ogni individuo
facente parte dello Stato. L’ultima cosa di cui il principio del
beneficio non tiene conto è che non sempre sono disponibili
indicatori di beneficio pertinenti alla situazione analizzata.
Cosa si intende con la nozione di reddito entrata nella
6. determinazione della base imponibile nella tassazione dei
redditi?
Il Reddito Entrata (o Comprehensive Income Taxation) è una
nozione sviluppata da Haigh nel 1921 e ripresa da Simons nel
(1939) e afferma che esso è pari all’ammontare massimo di
risorse che un individuo può consumare in un periodo senza
ridurre il proprio patrimonio.
RE= W -W +C (consumo potenziale) RE= ∑Y (redditi
t t-1 t i
prodotti)+CG (plusvalenze maturate, capital gains)+AE (altre
t t
entrate) 4
Il Reddito Entrata presenta alcuni problemi specifici per quanto
riguarda la tassazione delle plusvalenze al momento del realizzo
poiché richiede informazioni non sempre disponibili, incentiva le
pratiche elusive e può determinare effetti di immobilizzo (lock-in
effects) e/o problemi di liquidità; e per quanto riguarda i
problemi di doppia tassazione del risparmio.
Si presentino le principali caratteristiche del sistema di
7. tassazione dei redditi in Italia.
Il sistema fiscale Italiano prevede tre tipi diversi di imposte: le
imposte erariali dirette, le imposte erariali indirette e le imposte
regionali e locali.
Tra le imposte erariali dirette troviamo IRPEF (imposte sui redditi
delle persone fisiche), IRES (imposte sui redditi delle società) e
ISOS (imposte sostitutive sui redditi da attività finanziarie). Le
imposte erariali indirette comprendono le imposte sugli affari
( tipo l’IVA), le imposte sulla produzione (energia, gas..) e i
monopoli e il Lotto (lotterie, tabacchi). L’IMU (imposta municipale
unica) e l’IRAP (imposta regionale sulle attività produttive) sono
invece considerate tra le imposte regionali e locali.
Il disegno delle imposte sui redditi in Italia nasce con la riforma
del 1974 e all’inizio doveva prevedere un modello fondato sulla
nozione di reddito entrata (income comprehensive) tuttavia, fin
dall’inizio, la forma si è caratterizzata per varie eccezioni, e nel
tempo il modello si è trasformato in un sistema complesso e
fortemente ibrido.
Si illustrino le principali caratteristiche della tassazione
8. delle plusvalenze finanziarie nel sistema fiscale Italiano.
Nella disciplina della tassazione dei redditi dalle attività
finanziarie è importante distinguere tra tipologie di reddito, che
possono essere interessi, dividendi e plusvalenze da
partecipazioni (capital gains); e tipologia di percettore: persone
fisiche al di fuori di ogni attività d’impresa, soggetto-Irpef che
esercita attività d’impresa e società di capitali. A seconda di
queste due tipologie viene stabilito il regime fiscale appropriato
che può sfociare in una tassazione sostitutiva (al 12.5 o al 20%)
o può essere già incluso nella formazione dell’ Irpef o dell’Ires e
integralmente tassati. 5
Illustrare il funzionamento di un modello di flat rate
9. taxation, evidenziando i principali pregi e i principali
limiti di un tale sistema di progressività.
Il flat rate taxation è un sistema fiscale non progressivo in cui
l’aliquota media è crescente, questo tipo di tassazione è poco
frequente nelle economie più avanzat