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Attività motorie e pratiche sportive nell’età romana, tardo-antica e medioevale
Nonostante nella maggioranza dei casi la pratica romana sia indicata come effetto
dell’assimilazione di quella greca, vediamo che i Romani prima di entrare in contatto con i Greci
avrebbero preso la passione per i giochi sportivi dagli Etruschi prendendo dalla loro lingua anche
la stessa parola “ludi”. I romani conobbero il mondo greco più tardi e manifestarono sempre una
certa alterità rispetto alle forme dell’agonismo greco:
• I romani contestavano l’aspetto del professionismo organizzato
• Gli agones greci furono sempre caratterizzati da una sfida seria, idea espressa dalla parola
inglese contest, mentre i ludi romani erano dei giochi, eventi considerati un puro diversivo
dalla vita quotidiana, un semplice game 24
• Per i greci i giochi erano delle gare con premi, per i romani avevano una valenza
spettacolare
• I partecipanti romani erano schiavi o prezzolati, quelli greci erano atleti liberi
• La finalità dell’evento per i greci era per i partecipanti, per i romani per gli spettatori
I ludi romani erano classificati in:
• Circenses: gare di carri nel circo (troianus lusus: gare ginnico-militari per i giovani)
• Venationes: caccia di animali
• Scaenici: spettacoli teatrali (specialmente commedie)
• Certamina: giochi ginnici (tardivamente apparsi sul modello greco)
• Gladiatorii: originariamente organizzati da privati in occasione di onoranze funebri
I luoghi dell’attività fisica romana erano: il circo, l’anfiteatro, il teatro, il campo di Marte e le terme.
a. Il circo: nato per ospitare giochi che richiedessero grandi spazi come quelli ippici. Era
attraversato dalla spina come in Grecia. Il Circo Massimo fu la più celebre di queste
costruzioni.
b. Il teatro: non è una costruzione specifica del mondo romano, ma di derivazione greca. Il
primo teatro fu eretto in Roma da Pompeo nel 55 a.C. Era utilizzato per i combattimenti
navali o spettacoli con gladiatori e successivamente destinato al pubblico di riguardo,
magistrati e senatori. I Romani aggiunsero al teatro greco il velum per riparare dal sole gli
spettatore. Il teatro romano più noto è quello di Marcello.
c. L’anfiteatro, costruzione nata dall’ibridazione del teatro e del circo, ottenuto non tanto
rimpicciolendo il circo ma raddoppiando il teatro di forma semicircolare. Il più celebre è
l’anfiteatro Flavio iniziato nel 70 d.C da Vespasiano e portato a termine da Domiziano.
d. Il Campo di Marte era il centro della vita militare e civile di Roma antica, era una specie di
caserma all’aperto, posto nella parte bassa di Roma circondato da edifici e templi.
e. Le terme erano il centro della vita sociale, politica e igienico-sportiva di Roma nelle quali i
romani condensarono le antichissime abitudini mediterranee delle abluzioni e delle
balneazioni per i scopi igienici e salutari. Dal punto di vista sociale erano simili al ginnasio
greco nel quale era esercitato sia il fisico che lo spirito. le terme più famose sono quelle di
Caracalla erette nel 216 d.C.
L’età tardo imperiale rappresentò un periodo di crisi per i romani sotto tutti i punti di vista. Le
Olimpiadi si erano trascinate fino alla 291esima edizione. Il legato imperiale Boterico aveva fatto
arrestare con l’accusa di immoralità un auriga del circo locale. La richiesta di liberazione della
popolazione non fu accolta, così la folla in tumulto assalì la guarnigione romana uccidendo il
legato. Questa notizia fece infuriare l’imperatore che ordinò una punizione per la popolazione di
Tessalonica, lo sterminio di migliaia di persone. La vicenda seminò lo sconcerto nel mondo romano
e il vescovo di Milano Ambrogio comunicò all’imperatore che non avrebbe più celebrato la messa
se non dopo un pubblico pentimento. Teodosio fu costretto a ciò, l’anno dopo emanò l’editto di
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Costantinopoli (392 d.C.) con il quale abolisce alcune forme di culto non cristiane, tra cui le
Olimpiadi. Il ruolo del vescovo di Milano fu decisivo nell’ispirare non tanto un provvedimento contro
l’attività sportiva in se stessa considerata, quanto contro una manifestazione religiosa
caratterizzata da giochi. La repressione non era diretta all’attività sportiva ciò è dimostrato dai
successori Teodosio II e Valentiniano, i giochi proseguirono anche se depurati dei combattimenti
violenti. Per capire quale fosse l’idea cristiana del corpo, attingiamo direttamente alle fonti
letterarie del cristianesimo. Tertulliano: considera l’attività fisica un retaggio del paganesimo: la
fede cristiana si esercita con la mente, mentre il corpo deve essere mortificato; Agostino: considera
corpo e anima una unità inscindibile, e quindi sono favorevole ad una cura del corpo funzionale
alla vita di fede. Mentre Tommaso d’Aquino ci fornisce una visione medioevale: “Il gioco dell’uomo
disciplinato, cioè allenato al debito modo di giocare, si distingue dal gioco dell’uomo indisciplinato,
cioè non avente la padronanza di se stesso in seguito alla mancanza della disciplina” . una sana
cura delle esigenze corporee per mette la formazione di atteggiamenti virtuosi di equilibrio, di
coraggio e di destrezza che sono perfettamente compatibili con il conseguimento delle più alte
finalità morali e spirituali, facendo sviluppare l’essere umano nella sua complezza.
L’età umanistico-rinascimentale e la educabilità del corpo
Gli intellettuali chiamavano se stessi “umanisti perché” si sentivano impegnati nella missione di
riconsegnare ai contemporanei i valori delle “humanae litterae” della civiltà classica. Vi è una
grande valorizzazione dell’individualità e la riscoperta dell’uomo artefice del suo destino. Il
rinascimento rappresentava la conquista vittoriosa di una cultura a misura d’uomo affermatasi nel
tardo 400 e consolidata nel 500. Il tema di rinascita declinata prevalentemente in chiave religiosa,
è frutto di un collegamento diretto con la fonte di ogni bene e valore che è l’antichità classica. Gli
aspetti della cultura rinascimentale furono la persecuzione dell’ideale umanistico di una cultura
laica, sia formativa sia professionalizzante e l’esplosione delle istanze di riforma religiosa che
sfociarono nella riforma protestante. Nell’educazione fisica si assistette alla riscoperta
dell’educazione fisica classica, greca e romana, e all’attribuzione ad essa di una funzione
educativa, all’interno delle pratiche pedagogiche contemporanee. Il rinnovato valore
dell’individualità fece si che molti intellettuali aspirassero a fondare una nuova scuola impartendo
un’educazione completa (motorie e spirituali). Il movimento umanistico e l’idea di una nuova
cultura:
A. L’uomo come totalità di anima e corpo: il suo destino e il dominio della natura
B. L’uomo come storicità: conosce il suo passato ma se ne distacca
C. L’uomo come ente educabile: le discipline umanistiche come mezzo di crescita spirituale
D. L’uomo come naturalità: la volontà di conoscere il mondo per quello che è
L’educazione fisica secondo i pedagogisti dell’umanesimo:
1) Pier Paolo Vergerio: nella sua opera “De ingenuis moribus et liberalibus studiis
adulescentiae ” (le abitudini naturali e gli studi liberali dell’adolescenza), propose
un’educazione equilibrata tra cura del corpo e cura dell’anima riscoprendo quella classica
di Creta e Sparta. Inoltre connotava l’educazione fisica come una propedeutica
all’istruzione militare.
2) Vittorino da Feltre: propone l’educazione fisica come parte integrante del processo
educativo. Importante per lo sviluppo fu la fondazione di un luogo ideale in cui fare
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educazione, la “Casa Giocosa” nella villa “La Gioiosa” dei Gonzaga. Erano edifici e
padiglioni nei quali gli alunni elitari vivevano immersi nel verde con a disposizione spazi
riservati per l’educazione fisica.
L’educazione fisica secondo gli intellettuali del rinascimento:
1) Niccolò Machiavelli: nella sua opera “Il Principe” (1513) indicò le qualità fisiche che un buon
governante deve avere per essere un buon leader efficiente, rispettato e temuto; ma anche
le forme di esercizio fisico con le quali il governante mantiene in allenamento costante le
sue truppe che sono il suo sostegno.
La nascita dell’educazione fisica moderna tra Seicento e Settecento
1) Jan Amos Komensky, Comenio e la fondazione della pedagogia moderna: figura centrale
di questo periodo storico, i capisaldi del suo pensiero erano: la necessità di impartire
un’educazione dai primi anni di vita; l’insegnare tutto a tutti (si interessa ai portatori di
handicap); cerca di elaborare il giusto metodo per insegnare.
2) Galilelo Galilei e il metodo sperimentale: punto di partenza del metodo sono le “sensate
esperienze ” cioè quelle fatte con i 5 sensi, non si osservava tutto in modo indistinto ma si
selezionavano gli aspetti della natura che fossero misurabili, le “qualità primarie”. Dopo le
accurate osservazioni si formulava un’ipotesi e si cercavano le cause; in seguito si
procedeva all’esperimento, cioè ad una esperienza selezionata nella quale venivano isolati
solo quegli aspetti che servivano per la spiegazione del fenomeno. L’uomo galileiano,
conoscitore della natura, faccia buon uso del dono della corporeità, conservandola e
sviluppandola nel quadro di una scienza medico-fisiologica più accurata.
3) John Locke e l’educazione del gentleman: delineò l’educazione borghese in cui emergeva
sia il riconoscimento dell’infanzia e delle sue peculiarità sia all’affidamento alla natura di
buona parte del compito educativo. Tutto ciò prevede il “modellare” il corpo descritto come
“casa d’argilla” e fu chiamata hardening (indurimento): trasposizione di principi vagamente
spartani all’educazione dei gentleman seicentesco che, non avendo più il principio di
nascita a garantirgli un futuro degno del suo rango, avrebbe dovuto conquistarselo con lo
sviluppo fisico, morale e intellettuale. Quindi Locke proponeva un’educazione fisica che
fosse fortificazione del corpo contro gli agenti esterni. L’indurimento era propedeutico
all’educazione morale.
Il Settecento illuministico: riscoperta dell’infanzia e nascita dell’educazione fisica moderna:
• Jean-Jacques Rousseau e “l’Emilio”: svolse una serrata critica alla società del suo tempo
colpevole a suo dire, di aver mo