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ERNIA DEL DISCO.

Se il disco interessato dall'ernia è mediano può arrivare a comprimere addirittura il

midollo.

LEGAMENTI

Legamento longitudinale anteriore, nastro.

Legamento longitudinale posteriore festonato.

Legamenti fra i processi spinosi,

interspinosi. Legamenti gialli posti fra i processi

trasversi.

Nel tratto cervicale, il legamento

sopraspinale è molto esteso in senso sagittale,

per il mantenimento del cranio,

costituisce il legamento nucale.

Movimenti

Flesso-estensione:

150° tratto cervicale

• 40° tratto toracico

• 70°-100° tratto lombare

Inclinazione laterale

50°-90° tratto cervicale

• 80° tratto toracico

• 35° tratto lombare

Rotazione

110°-120° tratto cervicale

• 50° tratto toracico

• 10° tratto lombare

ARTICOLAZIONI ATLANTE-EPISTROFEO E ATLANTE-

OCCIPITALE

Tra i processi articolari dell’Atlante e i condili dell’occipitale c’è l’articolazione

atlo-occipitale che è una condilartrosi. L’atlo-odontoidea si trova tra l’arco inferiore

dell’Atlante e il processo odontoideo o dente dell’Epistrofeo, ed è un ginglimo

laterale. Infine le articolazioni uguali a quelle delle altre vertebre cervicali tra i

processi articolari inferiori dell’Atlante e superiori dell’Epistrofeo, ovvero le

articolazioni atlo-epistrofiche che sono due perché sono pari, mentre l’atlo-

odontoidea è mediana e impari. Anche l’atlo-occipitale è pari. I condili dell’occipitale

si dice che abbiano una forma a “impronta di scarpa”. Presentano due assi, uno

maggiore e uno minore. Sono dei condili (superfici ellissoidali complesse) che si

articolano con i processi articolari superiori dell’Atlante.

Dobbiamo capire come si realizzi un ginglimo laterale tra l’arco anteriore

dell’Atlante (che ha una superficie posteriore rivestita da cartilagine articolare) e il

dente dell’Epistrofeo che ha una superficie rivestita da cartilagine sia

anteriormente che

posteriormente. Questo ginglimo laterale è

costituito da un cilindro pieno

(il dente dell’Epistrofeo) e uno

cavo osteofibroso, dove si va ad

aggiungere un legamento che

ha una superficie anteriore

rivestita da cartilagine articolare che

completa l’anello osteofibroso,

il quale ruota come perno

intorno al dente dell’epistrofeo. Ciò

permette i movimenti solidali di

rotazione del cranio e dell’Atlante.

Questo ginglimo è assiale, quindi è un caso particolare dei ginglimi

laterali.

Per analizzare queste articolazioni conviene partire dall’esterno. Dalla protuberanza

occipitale esterna scende il legamento sopraspinoso che riveste il legamento nucale,

visibile come un setto mediano nella nuca. Dopo vediamo i legamenti gialli, che

prendono questo nome dall’atlante in giù. Riempiono gli spazi lasciati vuoti dagli

archi vertebrali e costituiscono insieme a questi ultimi la parete del canale vertebrale.

Si può anche considerare come primo legamento giallo la membrana atlo-occipitale

che riempie lo spazio tra cranio e atlante, inserendosi tra le due ossa sia anteriormente

che posteriormente. I legamenti gialli normalmente sono solo posteriori, In questo

caso invece, non essendoci il corpo dell’atlante, il legamento compie il giro completo.

Guardando da davanti notiamo innanzitutto il legamento longitudinale anteriore,

che nasce da un punto mediano subito anteriore al gran forame occipitale.

È un nastro, che da questo punto scende e riveste da davanti l’arco anteriore

dell’Atlante e poi tutti i corpi vertebrali allargandosi pian piano. Si possono poi

notare le capsule vertebrali delle varie articolazioni tra i processi articolari delle

vertebre e i dischi intervertebrali. Tra Atlante e Epistrofeo non ci sono dischi

intervertebrali. Lo spazio anteriore è rivestito da una membrana atlo-occipitale e atlo-

epistrofica anteriore su cui si stratifica il legamento longitudinale anteriore, Questo

legamento si pone davanti alla base del processo odontoideo.

Guardando posteriormente, notiamo la membrana atlo-epistrofica posteriore e la atlo-

occipitale posteriore, che hanno ruolo simile ai legamenti gialli. In questo modo

inizia il canale vertebrale.

Ora analizzeremo la situazione guardando posteriormente, sezionando l’occipitale e

gli archi posteriori delle prime vertebre.

Notiamo che il legamento longitudinale posteriore si inspessisce salendo e raggiunge

il bordo antero-laterale del gran forame occipitale fissandosi alla base dell’occipitale.

Nel primissimo tratto prende il nome di membrana tectoria ed è un inspessimento

che porta a una maggiore protezione dell’articolazione atlo-odontoidea. Dall’Atlante

fino all’Epistrofeo ai lati di questa membrana ci sono altri due legamenti che li

tengono uniti: i legamenti laterali inferiori di Arnold. Essi sono nascosti alla vista

posteriore dalla membrana tectoria. La loro funzione è quella di un ulteriore mezzo di

contenzione tra Atlante e Epistrofeo.

Notiamo inoltre un legamento crociato formato da due braccia, che sono i legamenti

longitudinali, superiori e inferiori, e il legamento trasverso dell’Atlante, posto

subito a contatto della faccia posteriore del dente, attraverso una cartilagine. In uno

spazio ulteriormente anteriore vediamo i legamenti alari. Tutto ciò fa in modo che il

dente dell’epistrofeo stia al proprio posto in modo stabile. I legamenti alari sono, più

precisamente, legamenti occipito-odontoidei laterali.

Il dente dell’epistrofeo è sospeso e fissato a tutti questi legamenti, in modo che

rimanga nei giusti rapporti con il gran forame occipitale.

Domanda molto quotata: “articolazioni cranico-vertebrali”.

MOVIMENTI DELLE ARTICOLAZIONI CRANICO-

VERTEBRALI

- flessione (di circa 30°)

- estensione (20°)

- inclinazione laterale (dx + sx: 70°)

- rotazione (70°)

La rotazione è accompagnata da una leggera flessione, in quanto l’artrodia atlo-

epistrofica è lievemente disarmonica poiché l’esposizione pianeggiante delle

superfici articolari non è perfetta.

Nell’impiccagione il colpo del cappio procura la frattura o la lussazione del dente

dell’epistrofeo, che uscendo dalla sua sede si pianta nel troco encefalico. Questo

provoca morte immediata.

Un altro movimento articolare è all’opposto di quelli appena descritti, e si trova a

livello dell’articolazione tra sacro e ossa dell’anca. Questo movimento è chiamato

nutazione (all’indietro) e contronutazione (in avanti). Il sacro può spostarsi insieme

al coccige di circa 1,5 cm. È molto utile nell’espulsione del feto, in quanto allarga lo

spazio nel canale osteo-fibroso muscolare del parto.

GABBIA TORACICA

La differenza tra gabbia toracica e cassa toracica consiste nel fatto che si chiama

gabbia quella costituita solo dalle ossa e dalle articolazioni, mentre si chiama cassa se

comprende i muscoli che riempiono gli spazi intercostali.

Nella parte posteriore la gabbia toracica è costituita da una parete stretta costituita dai

corpi, dai peduncoli e dai processi trasversi delle vertebre toraciche. Sono presenti 12

paia di vertebre toraciche, che sono ossa mal classificabili perché sono sì più lunghe

che spesse e larghe, ma hanno una struttura paragonabile a quella delle ossa piatte.

Vengono perciò chiamate ossa allungate, ma de facto sono ossa piatte. Le 12 coste

sono di lunghezza diversa: dall’alto essa aumenta per poi diminuire nuovamente. Si

articolano con lo sterno dopo aver fatto un decorso curvilineo attraverso

l’interposizione di una cartilagine costale. Si nota, vedendo lateralmente la gabbia

toracica, che le prime 7 coste, dette coste vere o sternali, si articolano ciascuna con

la propria cartilagine, che poi si connette con lo sterno, un osso piatto impari e

mediano.

Talvolta tra le cartilagini possono esserci dei ponti cartilaginei che le connettono tra

loro. Le 8,9 e 10 (insieme anche alla 11 e 12) sono coste dette spurie, false o

asternali. Esse non sono direttamente collegate allo sterno ma le loro cartilagini,

raccordandosi, vanno poi a unirsi alla settima. La 11 e 12 sono coste rudimentali:

sono più corte e hanno un’estremità libera che non si articola con le altre né con lo

sterno.

Vengono dette fluttuanti in quanto si perdono nella parete muscolare dell’addome

senza ancorarsi allo sterno. Quindi tutte le coste si articolano con le vertebre

toraciche, ma solo le prime 10 con lo sterno e solo le prime 7 lo fanno direttamente.

Lo sterno è composto di tre parti: il manubrio che è la parte più craniale, il corpo e il

processo xifoideo. Queste parti nell’adulto sono in continuità in questo spesso i segni

che fungono da discriminanti sono ossificati. Nel giovane è presente una sincondrosi

sia tra manubrio e corpo che tra corpo e

processo xifoideo.

Vedendo lo sterno di profilo si nota che il

manubrio è angolato rispetto al corpo. La parte

più craniale del manubrio prende il nome di

incisura giugulare.

L’angolo sternale o di Louis si trova al confine tra manubrio e corpo. Quest’angolo

sternale corrisponde sempre alla seconda cartilagine costale. Questo è un dato

costante, perciò può essere utilizzato per individuare la seconda costa. Prendendo

come esempio una qualsiasi delle prime 7 coste notiamo che dapprima la costa tende

a portarsi indietro lateralmente, per poi piegare attraverso l’angolo costale.

A questo punto tende a torcersi lievemente per poi giungere alla cartilagine costale.

Ai lati dell’incisura giugulare lo sterno presenta due faccette articolari per

l’articolazione con la clavicola.

Al di sotto presenta una prima faccetta articolare per la prima cartilagine e poi tutte le

altre, sempre più ravvicinate.

Partendo dalla visione posteriore, le coste iniziano con una testa che consiste in una

doppia faccetta articolare che va ad articolarsi con quelle presenti sul bordo dei corpi

vertebrali. A questo segue una parte più stretta detta collo e poi un tubercolo che si

articola con la faccetta articolare presente sull’apice del processo trasverso delle

vertebre toraciche.

La Scapola è un osso piatto triangolare che si appoggia sulla faccia posteriore della

gabbia toracica, di cui parleremo poco più avanti.

La gabbia toracica presenta un’apertura superiore libera, che misura circa 12x7 cm.

Quella inferiore è invece chiusa dal diaframma. Le coste sono oblique, perciò

attraverso una sezione trasversa vedo più coste. È pres

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
64 pagine
SSD Scienze biologiche BIO/16 Anatomia umana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Medicina96 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Anatomia I e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Panattoni Gian Luigi.