Anteprima
Vedrai una selezione di 4 pagine su 14
Rousseau (Contratto sociale e visione generale sull'autore) Pag. 1 Rousseau (Contratto sociale e visione generale sull'autore) Pag. 2
Anteprima di 4 pagg. su 14.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Rousseau (Contratto sociale e visione generale sull'autore) Pag. 6
Anteprima di 4 pagg. su 14.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Rousseau (Contratto sociale e visione generale sull'autore) Pag. 11
1 su 14
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Un produce un corpo morale collettivo composto di tanti

membri quanti sono i volti dell’assemblea. Ognuno attraverso il patto passa da essere un contraente

singolo a un corpo morale collettivo. La dimensione morale è importante perché segna il passaggio da

libertà morale

una libertà naturale a una politica e civile, quindi è una che si costruisce e quindi un

corpo morale composto da tanti membri quanti sono i volti dell’assemblea: ognuno partecipa al corpo

collettivo. È dal patto che l’assemblea trae la propria volontà, il suo io comune. In fondo viene replicato

modello hobbesiano.

il Questa pluralità di soggetti si compone come unità politica, come soggetto

morale e compone un io comune: potremo quasi rappresentarlo come Hobbes ha presentato il

Leviatano, quel soggetto come composizione degli io dispersi. È evidente che però il rapporto che

Rousseau cerca tra i singoli dispersi e l’io comune è una diretta partecipazione, non c’è l’elemento

separazione verticale

rappresentativo che in Hobbes segna la tra il sovrano e i sudditi. in Rousseau c’è

il tentativo di far si che i singoli che compongono l’architettura politica di questo io comune si sentano

parte di questo io e parte libera di questo io, in quanto questo io altro non fa che restituire loro la loro

volontà con quell’operazione complessa per cui la volontà privata confluisce in una volontà generale

che è la nostra propria volontà perché si esercita attraverso la legge. Questa persona pubblica così

città,

formata dall’unione di tutte le altre che prendeva un tempo il nome di prende oggi il nome di

stato passivo, sovrano attivo,

repubblica o corpo politico eletto dai suoi membri, quando è quando è

potenza in rapporto alle altre (lo stato dunque può opporsi ad altri stati come singolarità sul piano

cittadini

internazionale). Quanto agli associati prendono il nome di popolo, in particolare si chiamano

sudditi

in quanto partecipano all’attività sovrana e in quanto soggetti alle leggi dello stato.

Attualizzazione: noi siamo parte di un popolo italiano, un singolare collettivo che richiede un percorso

identificazione

di con questo singolare collettivo al quale apparteniamo, sulla base che condividiamo la

stessa lingua, le stesse abitudini, gli stessi valori. Kelsen definisce che il popolo è un concetto

normativo per determinare in un grado giuridico complessivo la legittimità dello stato. Al di fuori del

popolo non esiste.

piano normativo il Nel contempo, in quanto parte di questo popolo, siamo cittadini

sovrana.

perché parte attiva nel processo politico, ma sudditi nei confronti della legge: essa è

In Rousseau in particolare questo tema diventa spinoso, in quanto non esiste un quadro

costituzionale di riserva per cui il singolo cittadino ha un luogo in cui portare la propria posizione nei

come parte:

confronti dello stato lo stato è tutto, la legge si esprime come totalità, dunque il singolo

non può obiettare. Se vogliamo cogliere la ricchezza di Rousseau fino in fondo questo è solo un aspetto

parziale, perché si nasconde un lavoro filosofico sulla singolarità. Realizzare una condizione di piena

libertà non è possibile se non mettiamo modo sul modo in cui i soggetti realizzano sé stessi in

un’esistenza di libertà, con tutte le complicazioni che ciò implica (la vita di Rousseau è un esempio che

legislatore,

si racconta nell’Emilio). Nello stesso tempo Rousseau su un versante diverso si fa tentando

di dare un corpo reale a quanto detto nel contratto sociale: basti pensare al caso della Polonia e alla

Corsica a cui voleva dare una costituzione e alla presenza nella bozza del Contratto sociale, il

manoscritto di Ginevra , del termine ragion di stato. Anche Rousseau si pone il problema di

un’effettiva capacità di governo e quindi di quella ragione di stato che deve garantire delle pratiche

concrete per dar vita al corpo sociale. Una, già introdotta, è la questione della tassazione. Non

possiamo pensare ad una condizione di libertà ed uguaglianza se non riflettiamo sulle linee

pragmatiche che garantiscono che questo corpo si autogoverni in libertà e in uguaglianza. Il principio di

nervo di una comunità politica.

una tassazione progressiva rappresenta il sovranità.

Nel capitolo VII “Il corpo sovrano” Rousseau indica ciò che intende per

“Si vede da questa formula che l’atto di associazione racchiude un reciproco impegno tra la collettività

e i privati e che ciascun individuo, contrattando per così dire con se stesso prima del contratto che

costruiamo con gli altri, si trova impegnato in un duplice rapporto come membro del corpo nei

confronti dei singoli e come membro dello Stato nei confronti del corpo sovrano” : io sono espressione

di questa sovranità che ci raccoglie tutti e mi rapporterò nei confronti di ognuno come parte di questo

sovrano. Dovrò ingannare quella totalità che si raffronta verso ognuno di voi in quanto singolo. Esiste

una legge che ci vincola tutti e io dovrò garantire il fatto che ognuno rispetti questa legge che ci

vincola. Quel cittadino virtuoso della tradizione repubblicana che in fin dei conti esercita una capacità

autocontrollo

di autogoverno, ma questo autogoverno non può non passare attraverso una capacità di Cittadino

del proprio autogoverno. Devo garantire che ognuno così come io faccio rispetti le leggi.

attivo capacità di incarnare questa sovranità,

significa la essere partecipi di questo potere comune e

quindi di oppormi in quanto espressione di questo potere comune ad ognuno di voi in quanto

interesse privato.

espressione di un Voi farete la stessa cosa con me. In fondo questo potere è quello

spada.

che in Hobbes esercita la Se la spada di Hobbes è la spada di un soggetto o di un’assemblea

che si impone verticalmente su ognuno di noi, Rousseau cerca di costituire in maniera associata questa

spada, quel potere comune che ognuno di noi individualmente e insieme collettivamente emettiamo in

la logica

campo per mantenere la tenuta del patto. Non è una spada verticale, bensì orizzontale eppure

è la stessa.

“Va anche notato che la deliberazione pubblica da cui tutti i sudditi possono essere obbligati nei

confronti del sovrano, a causa dei due diversi rapporti sotto i quali ciascuno di essi è considerato

tempo), non può, per la ragione opposta obbligare il corpo sovrano

(siamo sudditi e cittadini allo stesso

verso sé stesso”: il sovrano, questo io collettivo che abbiamo realizzato non ha alcun vincolo, neanche

nei confronti di sé stesso. In buona sostanza, io posso fare una legge e cambiarla. Non sono vincolato a

questa legge: non c’è una legge di natura che si impone prima (in fondo è quello che ha tematizzato

Locke: esistono dei diritti inalienabili che si pongono come limite al servizio del sovrano). Una volta

che noi decidiamo di operare questo passaggio in una condizione di libertà associata e civile e

componiamo questo io civile, questo io civile si esprimerà nei confronti della forma della legge, quindi

in termini generali e proprio perché si esprime in termini di legge, non ha alcun vincolo. Certo, non

potrà con un atto esecutivo mettere in discussione la propria deliberazione generale, non potrà essere

l’assemblea

quel gruppo di funzionari a cui è stato conferito un potere a cambiare la legge, ma

generale dei cittadini potrà di volta in volta cambiare le leggi e intervenire a interpretare queste leggi

Il sovrano non ha vincoli

come crede sia giusto fare e non ci sono vincoli a questo esercizio.

costituzionali. “Non può, per la ragione opposta obbligare il corpo sovrano verso sé stesso e di

conseguenza è contrario alla natura del corpo politico che il corpo sovrano si imponga una legge che

non possa infrangere”: Non appena

il sovrano, in fondo, non può modificare in alcun modo le leggi. “

questa moltitudine si trova coinvolta non si può offendere uno dei suoi membri senza attaccare anche

il corpo, e meno ancora offendere il corpo senza che le parti ne risentano” : è l’esercizio di un potere

condizione di difesa

comune, che ci vincola gli uni agli altri, ci obbliga ad una gli uni nei confronti degli

“In effetti ogni individuo, in quanto uomo, avere una volontà particolare, contraria o diversa dalla

altri.

volontà generale che ha come cittadino. Il suo interesse particolare può parlargli in modo diverso

dall’interesse comune; la sua esistenza assoluta e naturalmente indipendente può fargli considerare

ciò che egli deve alla causa comune come un contributo volontario, la cui perdita sarebbe meno nociva

agli altri di quanto il pagamento non sia gravoso per lui (ognuno può avere un interesse privato, può

guardare all’interesse privato come qualcosa che ha valore maggiore rispetto che è l’interesse

e considerando la persona

generale. Un esempio può essere la tassazione progressiva per un ricco);

morale che costituisce lo Stato come un essere di ragione, in quanto non è un uomo, egli godrebbe dei

diritti del cittadino senza voler adempiere ai doveri del suddito: ingiustizia la cui diffusione

provocherebbe la rovina del corpo politico […] Il patto sociale, per non ridursi ad un complesso di

formule vane, include tacitamente questo impegno, che solo può dare la forza agli altri: e chiunque

rifiuterà di obbedire alla volontà generale, vi sarà costretto da tutto il corpo; ciò significa che lo si

obbligherà ad essere libero”: paradosso. Se la vera condizione di libertà è quella condizione di libertà

morale, in fondo mi realizza in quanto cittadino, quando mi obbligherete a rispettare le leggi in realtà

non state facendo altro che obbligarmi ad esser libero. Ciò significa che io, come singolo ho ceduto la

parte concreta del mio diritto naturale a esercitare una condizione di libertà privata, ossia separata da

“Tale è infatti la condizione che, dando a ogni cittadino alla patria, lo garantisce da

quella pubblica.

ogni dipendenza personale; condizione che costituisce il meccanismo e il funzionamento della

macchina politica, e che sola rende legittimi gli impegni civili, i quali altrimenti sarebbero assurdi,

tirannici e soggetti ai peggiori abusi”. Potremo parlare di “diritto inalienabile” dei singoli quello della

partecipazione diretta al potere assoluto. Nel momento in cui io decido di esercitare insieme agli altri

in maniera diretta questo potere assoluto ch

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
14 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/02 Storia delle dottrine politiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher alegifuni di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia delle dottrine politiche e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Napoli Federico II o del prof Arienzo Alessandro.