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PREROMANTICISMO
Già nel 1710 possiamo parlare di Preromanticismo, quando l’Illuminismo era in
auge si potevano notare elementi del Romanticismo. Tra un periodo e un altro
non c’è una netta frattura ma vi sono sempre delle connessioni perché la storia
è continua evoluzione, cioè che nel passato elementi che anticipano il futuro e
in quest’ultimo vi sono sempre elementi che sono il frutto di una rielaborazione
di elementi del passato. Talvolta questa evoluzione è talmente rapida che non
riusciamo a cogliere gli elementi di continuità, invece c’è sempre qualcosa che
li collega.
GUSTO NEOCLASSICO TENDENZE
PREROMANTICHE
Compostezza e calma Esasperazione passionale e soggettiva
Serenità e dominio del mondo Concentrazione gelosa sull’io
passionale
Contemplazione del bello oggettivo e Amore per il primitivo, il barbarico e
ideale l’esotico
Armonia delle linee, nitidezza delle Atmosfere malinconiche, lugubri e
forme tenebrose
Pensiero ossessivo della morte
Predilezione per una natura grandiosa
e tempestosa, selvaggia e desolata.
Le tendenze preromantiche, in particolare le atmosfere malinconiche, lugubri e
tenebrose, porteranno allo sviluppo del gotico. In Italia il gusto gotico porterà
allo sviluppo della poesia sepolcrale e del romanzo storico.
sensiblerie,
In Francia si afferma il concetto della un’attenzione particolare a
tutto ciò che viene dal cuore.
L’attenzione alle atmosfere lugubri trovarono piena realizzazione nei “canti di
ossian”, una raccolta di poemetti di James Macpherson, in cui prevalgono
paesaggi cupi. Connesso a queste atmosfere vi è la poesia cimiteriale, come le
opere di Thomas Gray e in Italia con Ippolito Pindemonte. La poesia cimiteriale
influenzerà anche Foscolo che nei Sepolcri riproduce queste atmosfere per poi
affrontare dei temi molto importanti.
Si comincia a far strada l’idea che sia impossibile racchiudere tutta la
complessità della vita umana in un unico aspetto, ovvero la ragione. A fare
queste prime riflessioni è Rousseau che ne minò i cardini. Per lui bisogna
ascoltare i bisogni del cuore e non bisogna sottostare solamente a schemi
puramente razionali. Le sue idee ebbero una grande influenza su un
Sturm und drang
movimento che si svilupperà in Germania, lo che significa
“impeto e passione”. Quindi già nella metà del ‘700 l’Illuminismo stava
perdendo il suo potere e decisiva fu la Rivoluzione Francese, la quale era vista
come piena realizzazione dell’Illuminismo. Ma con gli eventi successivi videro
crollare i proprio ideali.
ROMANTICISMO
Va dai primi decenni dell’800 ai moti del ’48. In Italia si indica la data del 1816
“Sulla maniera e utilità delle traduzioni”
con la pubblicazione dell’articolo di
Madame de Stael, ambientato in Italia. In questo articolo critica alcune
caratteristiche della letteratura italiana, in particolare denuncia la decadenza
della letteratura italiana che le appariva troppo legata all’imitazione degli
antichi e alla mitologia, ormai incapace di interessare il pubblico
contemporaneo. Il verso per lei era vuoto, incapace di commuovere. Allora lei
suggerisce di tradurre le opere straniere della letteratura settentrionale che
potevano alimentare la fantasia degli artisti italiani. Non voleva sostituire ai
modelli classici, i modelli moderni, voleva solo che loro conoscessero queste
opere per alimentare la loro produzione. Moli però si schierano contro di lei, tra
cui Pietro Giordani che riconosce questo momento di debolezza e afferma che
le opere settentrionali erano troppo diverse dalle nostre e avrebbero solamente
contaminato la nostra letteratura. Inoltre fa una distinzione tra il progresso
delle scienze e quello delle arti in generali. Il progresso delle scienze non ha
mai fine, mentre quello delle lettere è finito. L’unico modo per conferire alla
poesia una marcia in più era il ritorno agli antichi in maniera ancora più
rigorosa.
La parola Romanticismo deriva da una parola inglese “Romantic” che veniva
usata nel ‘600 per indicare una produzione letteraria disordinata, per indicare
nella poesia gli aspetti più artificiosi del romanzo cavalleresco e pastorale. Il
primo che utilizzo questo termine per indicare una produzione in
contrapposizione a quella neoclassica è Friedrich von Schlegel. Si inizia ad
avvertire una nuova anima lacerata, pervasa da un grande senso di malinconia
e mancanza che vengono tradotti in Germania con un sentimento particolare:
Sehnsucht, uno stato d’animo contrassegnato dalla continua nostalgia, male
del desiderio, una tensione continua del desiderio che resta continuamente
inappagato. Nelle opere romantiche l’uomo ama la donna, nonostante sia
consapevole che il desiderio non sarà appagato ma non può fare a meno di
amare. Questa inquietudine spinge l’anima proiettarsi oltre i limiti del presente,
che vengono percepiti come angoscianti. Questo da una parte porta a
richiudersi in se stesso, mentre dall’altra porta ad un avvicinamento
all’elemento sovrannaturale.
IL DIBATTITO TRA CLASSICISTI E ROMANTICI
I neoclassici vogliono nobile semplicità e quieta grandezza. Non vogliono l’arte
per l’arte, ma deve avere uno scopo, rimpiangono un tempo che non verrà più.
Ogni novità viene celebrata con un ode e viene paragonato al classico. Monti
traduce l’Iliade e Foscolo lo denomina “il traduttore dei traduttore dei Omero”.
Fall malinconia c’è il sublime e da qui nasce il titanismo, mi unifico con la
natura e riesco ad oppormi. L’eroe è solitario, è tendenzialmente suicida. Tutto
questo porta ad una concezione del Medioevo positivo, un’epoca che ha dato
tanto (Leonardo).
Sturm und drang (tempesta ed impeto) porta ad un forte patriottismo e in Italia
porterà alle 5 giornate di Milano.
Leopardi é un classicista ma in realtà è molto vicino al movimento romantico.
“Discorso sopra lo stato presente dei costumi degli italiani”
Nel 1824 scrive e
prende la parte di Pietro Giordani. “Lettere semiseria di
Una delle risposte più significative è quella di Berchet
Grisostomo al figlio” in cui ha come modello di Parini e prende in giro i
romantici partendo inizialmente dalla loro adulazione.
A questo punto i romantici cominciano ad aprirsi alla letteratura straniera
come Manzoni e Foscolo.
Nel Lombardo-Veneto i primi romantici pubblicano una rivista “Conciliatore”
nel 1818/19 che dura un anno perché la censura austriaca lo fa chiudere, ed ha
come sostenitori Berchet, Bellico, Borsieri e Visconti. Visconti è colui che
Fermo
riceve per primo la stesura del e suggerisce di tagliare la trama. Si
chiama Conciliatore perché non volevano avere una posizione radicale, ma
volevano conciliare anche se l’orientamento era tendenzialmente romantico,
anti-romantico. Loro recensiscono per primi i romanzi stranieri. Gli austriaci
fanno pressione su Pellico che viene invitato a non scrivere più articoli con
stampo politico. Quindi in segno di protesta decidono di chiudere la rivista. Gli
austriaci allora pubblicano un giornale opposto “Attaccabrighe” contro la
cultura romantica. I romantici avevano una predilezione per la poesia lirica. I
romantici guardano la cultura straniera perché in Italia non c’è un modello da
seguire. Il romanzo è un sottogenere per donne. Il poeta romantico vuole
identità tra la letteratura e la vita per questo scrive romanzi; il poeta è
coinvolto in quello che scrive.
Abbiamo diversi tipi di romanzo: gotico, storico ed epistolare. Il gotico è
sostanzialmente la perdita della razionalità illuminista. Nel romanzo epistolare
non c’è un narratore onnisciente, la storia si svolge a mano a mano che
accade. Il romanzo storico arriva in Italia dopo il successo di Scott. Deve avere
un evento di riferimento (peste, guerra) ma deve essere passato un lasso di
tempo di grossomodo trent’anni e deve essere finito. Lo schema dei personaggi
è abbastanza fisso, c’è l’amore contrastato per diversi motivi. L’eroe deve
affrontare un viaggio per poter poi tornare a casa; non necessariamente è
lungo o complesso. C’è un lieto fine dei personaggi ma non della storia. I
personaggi sono reali e inventati. La microstoria va ad interferire sulla
microstoria (la peste va ad influire sul matrimonio di Renzo e Lucia). Possiamo
avere note dell’autore (le sue fonti). Ad un certo punto vengono aggiunte le
epigrafi (citazione di altri autori o di se stesso).
LA QUESTIONE DELLA LINGUA
Gli intellettuali italiani si impegnavano in prima persona nelle lotte, si ponevano
come una guida della società per indirizzarla verso l’unificazione della nazione.
La letteratura romantica doveva contribuire ad unificare l’Italia; rifiutano la
materia irrazionalistica e prediligono una letteratura capace di rappresentare la
realtà e che abbia dei fini pratici. Il vero per i romantici è una realtà storica, il
recupero della storia passata per calarvi delle passioni moderne. Si afferma il
concetto di letteratura popolare, che si rivolge ad un popolo vasto,
cambiando registro linguistico.
Quella del registro linguistico è una questione che risale al 300 con Dante che
“De vulgari eloquentia”
nel aveva già posto il problema. Risolve la questione
riconoscendo al volgare una piena dignità letteraria ma allo stesso tempo lo
volgare lustre,
definisce adatto a trattare argomenti nobili. Individua 14 aree
linguistiche in cui si parlano tanto diversi dialetti. Di fronte a questa grande
varietà ritiene che devono essere gli uomini dotti a promulgare il volgare lustre.
Successivamente ritorna nel 500 con Trissino e Bembo: il primo propone di
integrare il lessico italiano con termini del greco, mentre il secondo sosteneva
che nel 500 la letteratura italiana poteva essere considerata classica come
modelli
quella latina e poteva divenire oggetto di imitazione. Individua due
principiali: Petrarca per il monolinguismo, tono medio, musicale e limpido e
Boccaccio Decameron.
per lo stile delle novelle tragiche del Esclude Dante
perché il suo linguaggio era caratterizzato dal plurilinguismo, registri
estremamente vari.
Infine torna tra il 700 e l’800, perché l’Italia era divisa ancora dal punto di
vista politico e parlare della lingua significava parlare dell’identità della
nazione. dell’Antologia (rivista
Giovan Pietro Vieusseux , direttore con periodicità
mensile pubblicata a Firenze scr