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Il commercio estero e lo sviluppo economico

In questo modo migliora il livello nazionale di vita sia sotto l'aspetto quantitativo sia sotto l'aspetto qualitativo. Allargando il mercato potenziale dei produttori nazionali, il commercio estero li spinge a specializzarsi, a sviluppare particolari attività e tecniche di organizzazione economica così a realizzare le economie di produzione su larga scala.

Per ogni paese, i limiti dello sviluppo economico basato sul commercio internazionale sono posti dalla gamma di beni che esso può indurre a fare acquistare alla sua controparte e dall'intensità con cui la sua popolazione desidera i beni che gli stranieri mettono in vendita.

Nel mondo dell'economia preindustriale del XVIII secolo, ogni paese produceva quasi tutto ciò di cui aveva bisogno. Il commercio internazionale si limitava ai beni di lusso e a quelli la cui produzione era strettamente localizzata, come vini, tabacco, zucchero, tessuti di qualità, pesce, frutta e minerali.

conseguenze dell'espansione oltremare dell'Europa furono:
  • L'affermazione di un sistema commerciale intercontinentale;
  • Lo spostamento del centro di gravità del commercio europeo dai paesi del Mediterraneo ai paesi che si affacciavano sull'Atlantico e sul Mare del Nord;
  • Un forte aumento nel volume delle merci scambiate;
  • Cambiò la composizione delle merci scambiate: spezie, caffè, tabacco, cotone, tè, zucchero, tessuti di cotone, prodotti alimentari;
  • Nuove forme di organizzazione commerciale;
  • Mutamenti istituzionali nell'economia europea.
A favorire l'espansione commerciale inglese fu una combinazione di differenti fattori:
  • Lo spostamento delle rotte commerciali su lunga distanza dal Mediterraneo all'Atlantico;
  • La capacità organizzativa e l'intraprendenza dei mercanti inglesi che riuscirono a sfruttare le possibilità di investimento legati al commercio internazionale;
  • La politica commerciale del
governo molto attenta agli interessi del mondo mercantile che promuove lo sviluppo dellamarina mercantile inglese e la conquista di possedimenti dacui trarre beni non disponibili in Inghilterra. L'Inghilterra era stata tagliata fuori dalle grandi scopertegeografiche spagnole e portoghesi e la sua espansione commercialeebbe inizio nella seconda metà del XVI secolo, durante il regno diElisabetta Tudor (1558-1603). Il fattore determinante della scesa commerciale inglese fu lada esportatore di lana a paesetrasformazione del paeseesportatore di panni di lana. I panni di lana inglesi, di buona qualità e dal prezzo competitivo,conquistano i mercati europei, favoriti anche dalla crisi del settorelaniero italiano nella prima parte del Cinquecento. Anversa diventail loro principale mercato di distribuzione in Europa. Agli inizi del Cinquecento le esportazioni inglesi di panni di lanaavevano già superato quelle di lana grezza e nel corso del Seicentocontinuarono acrescere.Tra XIV e XVI Secolo si registrò una profonda modificazione nellacomposizione delle esportazioni inglesi: ci fu la progressivadiminuzione delle esportazioni di lana grezza che alla metà delCinquecento era appena il 5% delle esportazioni totali, e ilprogressivo aumento delle esportazioni di panni di lana che allastessa data era circa l'80%.Fino alla metà del XVIII secolo, i panni di lana inglesirappresentarono l'esportazione inglese più rilevante, destinataprincipalmente ai mercati del nord Europa e del Mediterraneo, dovela penetrazione fu però più lenta.Verso la metà del Settecento, i monopoli commerciali che avevanoconsentito nel secolo precedente di sostenere le difficoltà e i rischidel commercio d'oltremare, alla distanza dettero vita alcommerciante indipendente, il futuro liberoscambista.Intorno alla metà del secolo, cominciò ad essere abbandonato ilsistema della compagnia sul quale si

Era retto in precedenza il commercio estero britannico. Il successo del sistema ne rese inevitabile la dissoluzione; diversamente dal secolo precedente si era formato un certo numero di capitalisti, abbastanza ricchi per finanziare da soli propri viaggi.

I rischi del commercio estero, benché continuassero a sussistere, erano stati però ridotti dall'estensione degli uffici diplomatici, dall'efficienza e dalla forza della Royal Navy e dalla diffusione dei servizi assicurativi.

Quando l'area commerciale si ampliò, queste evoluzioni resero meno necessaria la costruzione del Compagnie.

Delle grandi Compagnie commerciali, sopravvissero la Compagnia delle Indie Orientali e quella della Baia di Hudson, in quanto parve che i loro commerci necessitassero della protezione che poteva essere assicurata solo da una società con risorse finanziarie permanenti e collettive.

La terza, la Compagnia Africana, fu liquidata e nel 1750 ne fu revocato il monopolio esclusivo, quando

venne formalmente riconosciuta come società soggetta a regolamentazione e aperta a tutti i mercanti che commerciavano con l'Africa. Nel 1753 fu approvata una legge che analogamente apriva la Compagnia del Levante e la "metteva in linea con la nuova moda". Nel corso del XVI e XVII secolo, il commercio estero inglese si sviluppò lungo le seguenti direttrici ed ebbe nelle compagnie di commercio, detentrici di privilegi commerciali monopolistici, il suo strumento principale: - Il Mar Baltico (compagnia di Moscovia, 1555) e il Mar Bianco (compagnia orientale del Baltico, 1579) - Il Mediterraneo (compagnia del Levante, 1583) - Le Indie occidentali Dai territori acquisiti dagli inglesi nel Nuovo Mondo nel XVI secolo non derivarono vantaggi immediati; perciò, gli inglesi tentarono di inserirsi nei traffici tra la Spagna e le sue colonie attraverso il commercio di contrabbando e la guerra di corsa. L'opera di colonizzazione del Nord America riprese nel XVII secolo.nel 1764, le colonie britanniche nel Nord America erano tredici, con una popolazione di oltre due milioni di abitanti. Gli inglesi assumono il controllo del traffico degli schiavi africani e dello zucchero. Le Indie orientali (East India Company, 1602) Soltanto alla fine del Cinquecento, l'Inghilterra stabilirà contatti commerciali diretti e regolari con le Indie Orientali, aiutata dalla debolezza dei Portoghesi, stimolata dai ricchi profitti ottenuti dal commercio con l'Oriente dai rivali olandesi, sostenuta dalla potenza della sua marina. Protagonista dell'espansione commerciale e poi coloniale dell'Inghilterra in India fu la East India Company, la quale opera in regime di monopolio dietro autorizzazione statale e rappresenta un esempio significativo della compenetrazione tra gli interessi dei mercanti e gli obiettivi strategico-militari dello Stato. Nel corso del Seicento, il commercio inglese con le Indie Orientali divenne sempre più importante: tè, spezie, sete e altri prodotti orientali venivano importati in gran quantità.

porcellane, tessuti di cotone. Nel corso del Seicento, il commercio internazionale fu il settore che conobbe la crescita più rilevante e fece da traino per tutta l'economia inglese. Verso la fine del secolo, la marina inglese era la più potente in assoluto e il paese aveva consolidato la sua supremazia sui mari, interrompendo il predominio commerciale dell'Olanda e facendo di Londra il centro di una complessa ed estesa rete commerciale al posto di Amsterdam. Verso la fine del XVIII secolo, il tonnellaggio complessivo della marina inglese era arrivata a circa 500000. Le scelte di politica economica assecondarono gli interessi della classe mercantile, che aveva assunto un'importanza sempre maggiore durante la fase di espansione oltremare, ciò si tradusse in atti di navigazione del 1651, ossia una serie di misure protezionistiche emanate con l'obiettivo di proteggere la marina inglese e strappare agli olandesi il quasi monopolio delle

spedizionimarittime.Misure protezionistiche adottate:

Tutte le merci importate in Gran Bretagna dovevano essere trasportate su navi britanniche o del paese di provenienza delle merci;

Le navi dovevano essere costruite in Inghilterra (parzialmente rispettata);

Alle navi britanniche era richiesto di importare le merci direttamente dal paese d'origine e non da un porto intermedio: mossa anti-olandese;

Il commercio con le colonie britanniche e il commercio costiero doveva avvenire solo su naviglio britannico;

Le importazioni da parte delle colonie di prodotti industriali esteri dovevano essere prima trasportate in Gran Bretagna, così come i prodotti coloniali prima di essere riesportati.

STAPLE ACT:

Nel 1663 impone alle colonie di acquistare soltanto in Inghilterra i prodotti di cui aveva bisogno.

Gli effetti furono:

La crescita della marina mercantile inglese;

La crescita del commercio estero;

La creazione di un mercato di sbocco nelle colonie per i manufatti.

delle esportazioni inglesi nel corso del Settecento è stato favorito da diversi fattori: 1. La disponibilità di prodotti coloniali per il mercato interno. 2. L'aumento degli scambi commerciali tra l'Europa e il mondo extra-europeo. 3. Il cambiamento nell'importanza delle direttrici del commercio oltremare, con un aumento del traffico tra l'Europa e l'America. 4. La variazione nella composizione delle merci scambiate su lunga distanza, con un aumento dello zucchero, del tabacco delle colonie e dei manufatti europei. 5. La fine del sistema dei monopoli commerciali concessi alle compagnie di commercio in Inghilterra. 6. L'accentuarsi del legame tra espansione commerciale e sviluppo industriale del paese, con un aumento della quota di esportazione dei manufatti inglesi.

Delle esportazioni di beni manufatti inglesi stimolano lo sviluppo di alcuni settori produttivi, in particolare quelli che producono per l'esportazione.

Conosce uno straordinario sviluppo il commercio di riesportazione. A stimolare l'aumento della produzione di beni nazionale in Inghilterra furono i mercati extraeuropei, che crebbero rapidamente, in particolare in Nord America, più che i mercati europei che ebbero invece un ruolo importante per il commercio di riesportazione.

Nel corso del XVII secolo conosce uno straordinario sviluppo il commercio di esportazione, basato sul ruolo strategico dei prodotti tropicali e basato su una complessa rete reciproca di rapporti.

Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
8 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/12 Storia economica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ci.mil di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia economica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi del Molise o del prof Giagnacovo Maria.