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Rivelazione di
materiale genetico
virale
Un metodo diretto di ricerca dei virus (oltre al tradizionale
metodo microscopico, vedere oltre) è quello che valuta le
caratteristiche virali maggiori che consentono di distinguere
famiglia, tipo e ceppo di un virus, ovvero la struttura del
genoma e la sequenza genica. Il profilo elettro- foretico
dell'RNA, oppure le lunghezze dei fram-menti indotti da
endonucleasi di restrizione sul DNA genomico virale,
costituiscono delle vere e proprie "impronte digitali" del
virus. Per questo hanno avuto ampia diffusione le tecniche
molecolari che permettono di rilevare un virus anche in
assenza di una sua moltiplicazione. Fra queste un posto di
rilievo hanno le ibridazioni con sonde di DNA che hanno una
sequenza complementare a specifiche sequenze geniche del
virus ricercato; tali sonde sono utilizzate per eseguire una
ibridazione diretta in situ in campioni tessutali
patologici.
In tale ambito, due sono le tecniche per rivelare genomi
virali in campioni clinici: Southern blot (frammenti di DNA
del genoma virale tagliati con enzimi di restrizione sono
trasferiti su un filtro di nitrocellulosa e poi identificati
su filtro attraverso ibridazione con sonde di DNA) e Northern
blot (frammenti di RNA virale sono separati
elettroforeticamente e poi trasferiti su filtro di
nitrocellulosa e quindi identificati su filtro mediante
ibridazione con sonde di DNA). Successivamente gli acidi
nucleici vengono evidenziati con autoradiografia,
fluorescenza o con metodi tipo EIA.
Un'altra tecnica molecolare è data dall'amplificazione
genica, in grado di amplificare gli acidi nucleici virali
presenti in tessuti o altro materiale infetto. Due sono le
tecniche impiegate in campo diagnostico clinico: la reazione
a catena della polimerasi (PCR) e la retrotrascrizione- PCR