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La prima reazione del papa Leone X fu la bolla

EXSURGE DOMINE, con la quale condannava il

contenuto delle tesi; minacciava la scomunica di

Lutero; invitava Lutero al ritiro di 41 posizioni. La

reazione di Lutero fu eloquente: bruciò la bolla papale

nella piazza di Wittenberg.

Il papa rispose con la DECET ROMANUM

PONTEFICEM, ovvero la scomunica. Nonostante la

condanna da parte della Chiesa, la dottrina luterana

prendeva piede. Il potere religioso dovette richiedere

l’aiuto del potere politico. Carlo V indette la DIETA DI

WARMS(1521) alla quale partecipò anche l’inquisitore

Alberto di Magonza. L’intervento di Lutero confermò la

sua appartenenza alla Chiesa e la sua fede. Il suo

protettore, Federico il Saggio di Sassonia, non era

particolarmente tranquillo per la posizione di Lutero e

decise di proteggerlo nel suo castello tra il 1521 e il

1522. In questo periodo venne compiuta la traduzione

del Nuovo Testamento in modo più semplice ed

espressivo. Un’altra figura importante, “l’ombra di

Lutero”, fu Filippo Melantone, il teologo della riforma.

LE DUE ALTERNATIVE: ERASMO E LUTERO

Erasmo da Rotterdam scrisse il DE LIBERO

ARBITRIO cui Lutero ribatté con il DE SERVO

ARBITRIO. Erasmo, anch’egli monaco agostiniano,

sciolse i suoi voti e iniziò a viaggiare per l’Europa, in

particolare soggiornò in Olanda, Inghilterra, Italia e

Germania. Credeva in una fusione fra Umanesimo e

Cristianesimo, proponendo una sintesi fra Humanitas

e morale cristiana; criticando la teologia scolastica e

le autorità ecclesiastiche. Lutero credeva nella

religione soprannaturale, nell’impotenza umana, nella

divergenza tra fede e ragione. A differenza di Lutero,

Erasmo credeva:

- nell’unità e nella pace attraverso la tolleranza;

-nella volontà umana di scegliere fra bene e male.

Inoltre, il suo movimento non voleva distaccarsi dalla

Chiesa, perché volto a proporre un modo di vivere e di

superamento della crisi religiosa.

LA TENSIONE IN GERMANIA

Anche a livello sociale e politico si registrarono

divergenze tra Federico di Sassonia e l’Arcivescovo di

Magdeburgo per la questione delle indulgenze. Tutti i

principi territoriali iniziarono ad opporsi alla Chiesa. La

predicazione luterana si diffondeva in tutta la

gerarchia sociale, si sviluppavano conflitti da parte di

figure sociali al fine di ottenere una RENOVATIO

POLITICA. Nel periodo fra 1524 e 1525, i primi a

ribellarsi furono i cavalieri, vedendo detratti i loro

poteri, contro l’arcivescovo di Treviri che però venne

aiutato dai principi. Nuove richieste furono avanzate

con la guerra dei contadini, guidata da Münter, che

richiamava al ritorno di comunità di fedeli fra operai e

minatori e l’abbattimento della struttura per ceti, nelle

campagne, in favore di una federazione corporativa. Il

programma era racchiuso nei DODICI ARTICOLI, in

cui si denunciavano gli abusi feudali, l’eccessivo

potere della Chiesa. Lutero, all’inizio, cercò di mediare

fra contadini e signori, per evitare qualsiasi

esagerazione dalle due parti. Un seconda volta,

dovette intervenire contro i ribelli, ormai alla deriva e

lontani dagli iniziali princìpi. I Principi tedeschi

repressero le rivolte a Frankenhausen, dando inizio

alla cosiddetta RIFORMA DEI PRINCIPI, datata 1525,

in Germania.

ZWINGLI E CALVINO

In base all’area di sviluppo, il protestantesimo

presenta caratteri specifici. In Svizzera, si diffuse la

Riforma della Comunità promossa da Huldrych

Zwingli, sacerdote cappellano che aveva studiato le

teorie di Lutero e poi elaborato una sua dottrina. Egli

si opponeva al sacerdozio, al celibato, ai santi, alla

messa intesa come atto sacrificale, proponendo una

religione evangelica. Il suo successo fu determinato

dal forte legame con le autorità politiche locali. L’unico

ostacolo alla sua riforma era l’ala sinistra del

protestantesimo, gli Anabattisti(sostengono il

battesimo degli adulti) che furono oggetto di

persecuzione.

In Francia, si affermò Giovanni Calvino. Il suo

progetto aveva base politico-comunitaria. Secondo

Calvino, l’essenza della Chiesa risiede nelle Sacre

Scritture; l’uomo dipende solo da Dio perché già

predestinato all’eternità o alla dannazione. La Chiesa

è il luogo in cui l’uomo riconosce il proprio destino. La

gerarchia ecclesiastica è costituita da pastori, dottori,

diaconi e anziani. Il CONCISTORO è luogo di incontro

fra politica e religione. Infine, secondo Calvino, l’uomo

ha il dovere di fare opere buone(contribuire negli

affari- nella produzione -nel commercio) per meritarsi

la vita eterna e sentire di meno l’ansia della salvezza.

Lo “slogan” promosso da Calvino era: “

Ago ergo credo”= “Opero perciò ho fede”.

CARLO V E IL PROTESTANTESIMO

La questione protestante è stata portata avanti per

tutta la vita dell’impero di Carlo V. Si distinguono 4

fasi:

Fase 1 -> EDITTO DI WARMS 1521

Dopo le 95 tesi, Carlo V fece giuramento della

Costituzione Imperiale. Cercò alleanze con i principi

territoriali e le città tedesche per mantenere la pax

cristiana. Emanò un editto in cui condannava Lutero

come eretico e rimandava la soluzione al Concilio per

temporeggiare. Il suo scopo primario era la

realizzazione dell’Impero.

Fase 2 -> DIETA DI AUGUSTA 1530

I principi cattolici e luterani si accordarono per

calmare le acque fino al momento del Concilio, nella

Dieta imperiale di Spira. Carlo V però voleva

riappacificare i rapporti nel nome di un’unità religiosa

e convocò la Dieta di Augusta. Si discusse del potere

vescovile nelle città imperiali, queste ultime non

volevano restituire i patrimoni ecclesiastici. Le

divergenze portarono a sospendere la riunione e a

convocare un concilio ecumenico nel quale riformare

la Chiesa, evitando innovazioni contro l’antica fede.

Fase 3 -> LEGA DI SMALCALDA 27 febbraio 1531;

DIETA DI SPIRA 1542

Dalla dieta di Augusta, la Germania risultò scissa da

un punto di vista religioso. Alcuni principi si unirono in

una lega antiasburgica, insieme alla Francia e

all’Inghilterra. Carlo V non poteva sprecare tempo con

la guerra e cercava il confronto nel concilio che

tardava a riunirsi. I principi, però, convocarono una

dieta in cui chiedevano il loro riconoscimento.

Fase 4 -> PACE DI AUGUSTA 1555

La guerra dei principi contro Carlo V scoppiò nel

1546. Le truppe della lega sconfissero quelle

imperiali. Carlo V fu obbligato a firmare la pace

religiosa in cui era stabilito il principio del CUIUS

REGIO, EIUS RELIGIO. I sudditi dovevano sottostare

alla religione del principe ma potevano emigrare in

caso non accettassero la religione del sovrano.

DIFFUSIONE DELLA RIFORMA

Lo sviluppo della riforma ebbe base territoriale. Infatti,

si distinguono: area luterana, area calvinista, Chiesa

anglicana, gruppi ereticali.

L’area luterana si estendeva in Germania, nord

Europa ed est Europa, comprendendo nobiltà e

proprietari terrieri in cerca di maggiori diritti. La culla

del protestantesimo fu la Prussia moderna. Da lì, la

diffusione verso la Danimarca, Svezia, Austria, paesi

baltici, Polonia, Lituania e Ungheria.

L’area calvinista era più frastagliata e comprendeva

città svizzere, Olanda, Palatinato, Basso Reno,

Scozia e Francia(con l’alleanza tra Francesco I e i

luterani).

In Inghilterra, la riforma fu strumento per la

formazione dello stato moderno. In un primo

momento, Enrico VIII condannò gli scritti di Lutero,

venendo nominato “difensore della fede”. Però,

quando desiderò un erede maschio, richiese il

divorzio da Caterina d’Aragona. Il papa non glielo

concesse e fu proclamato lo scisma. L’arcivescovo di

Canterbury celebrò il matrimonio del re con Anna

Bolena. Il papa Clemente VII lo scomunicò ma Enrico

VIII emanò l’ ATTO DI SUPREMAZIA(1534) col quale

si attribuì il titolo di capo supremo della chiesa

anglicana. Il primo ministro Cromwell promosse nuove

riforme che prevedevano la confisca di tutti i beni

religiosi e l’incameramento delle decime. In campo

teologico, Edoardo VI fece pubblicare il LIBRO DELLA

PREGHIERA COMUNE 1549; vennero riconosciuti

come sacramenti il battesimo e l’eucaristia; fu

soppresso il celibato ecclesiastico. Infine, tutti coloro

che si opponevano all’istituzione ecclesiastica,

compiendo una libera interpretazione, furono definiti

eretici. In Italia si formarono solo dei cenacoli sensibili

alla dottrina luterana e calvinista.

CONTRORIFORMA E RIFORMA CATTOLICA

All’origine, il termine controriforma indicava l’azione

con cui si riconduceva un territorio al cattolicesimo,

tramite la forza. Successivamente, il termine è arrivato

a comprendere anche il senso di rinnovamento della

Chiesa cattolica. Le potenze che contrastavano il

protestantesimo erano i re di Spagna, il Papa e i

teologi cattolici, i gesuiti. Oggi, si parla di

interdipendenza fra riforma cattolica e controriforma. Il

periodo di tutte le vicende va dal 1580 al 1640.

CONCILIO DI TRENTO 1545

Il papa concepì l’assise ecumenica come momento di

ridefinizione dei costumi e della disciplina religiosa. Il

primo papa, Adriano VI, propose una riforma

istituzionale alla Dieta di Norimberga. Clemente VII si

concentrò maggiormente sulla conservazione di uno

spazio politico della Chiesa. Paolo III avvertì la criticità

della situazione e convocò un concilio che però veniva

perennemente respinto dai principi protestanti. Alla

fine il Concilio fu aperto nel 1545, al fine di recuperare

i territori protestanti e riaffermare il primato papale. Il

Concilio si sviluppò in tre fasi:

1545-1547 -> Delibere su questioni teologiche ed

emanazione di 5 decreti. Il papa sbarrava l’eresia

mentre Carlo V voleva la pace religiosa. I vescovi

vennero obbligati alla residenza.

1551-1552 -> Papa Giulio III riaprì il concilio a

Taranto(non rispettando la volontà di Paolo III che

prevedeva la sede a Bologna) con la partecipazione

dei protestanti. Fu ribadito il dogma della

transustanziazione.

1562-1563-> Pio IV riconvocò il concilio. Venne

affrontato il problema del potere episcopale: i vescovi

dipendevano dal papa ma avevano obbligo di

residenza.

Il concilio operò su 4 livelli:

Materia dogmatica e sacramenti;

• Affermazione della giurisdizione ecclesiastica e

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
13 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/02 Storia moderna

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher dedebibi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia moderna e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi L'Orientale di Napoli o del prof Mascilli Migliorini Luigi.