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EVOLUZIONE NORMATIVA
Da tempo sia in Italia, sia a livello comunitario esiste un’articolata disciplina del mercato finanziario che investe quasi tutti i profili rilevanti: intermediari, mercati, emittenti, strumenti e prodotti finanziari. In Italia, la parte preponderante di tale disciplina è formulata dal TUF, Testo Unico della Finanza: amplissimo è però il rinvio alle fonti regolamentari. La gran parte dei testi normativi è di origine comunitaria, se non addirittura riconducibili a fonti europee direttamente applicabili negli Stati membri. A livello interno, il Testo Unico del 1998, non esaurisce la gamma dei testi normativi che interessano il mercato finanziario. La disciplina del TUF si affianca e si intreccia, innanzitutto, con quella delle banche e dell’attività bancaria, formulata nel Testo Unico bancario (TUB), anch’essa ormai travalicata dalle fonti di diritto europeo. Altri settori hanno, infine, forti interrelazioni con la disciplina finanziaria, come ad esempio il diritto societario e il diritto delle assicurazioni.con la normativa bancaria e assicurativa. Tuttavia, con l'evoluzione del mercato e l'introduzione di nuovi strumenti finanziari, è diventato necessario creare una disciplina specifica per l'intermediazione finanziaria. Negli ultimi tempi, questa disciplina si è intensificata, soprattutto per quanto riguarda i prodotti "misti" assicurativo-finanziari. Questi prodotti sono stati in parte inclusi nella disciplina del Testo Unico, che regola l'intermediazione finanziaria in senso stretto. La storia della disciplina conferma l'esistenza di una distinzione tra attività bancarie, attività assicurative e attività finanziarie mobiliari. Questa distinzione copre l'intero sviluppo legislativo sia a livello comunitario che interno. La disciplina del mercato mobiliare, come la conosciamo oggi, è il risultato di un complesso processo legislativo che ha avuto inizio negli anni '70 con l'istituzione della CONSOB. Prima di questo periodo, la disciplina dell'intermediazione e del mercato finanziario era essenzialmente regolata dalla normativa bancaria e assicurativa.conforme e rischiose da parte delle banche, che contribuirono all'aggravarsi della crisi economica;• Anni '30: si avvia un processo di riforma del sistema finanziario italiano, con l'obiettivo di rafforzare la regolamentazione e la vigilanza sulle banche. Vengono emanate nuove leggi, come il Testo Unico Bancario del 1936, che introduce norme più stringenti per le banche e istituisce la Commissione di Vigilanza sulle Banche;• Nel dopoguerra, con la nascita della Repubblica Italiana, si assiste a ulteriori riforme del sistema finanziario, con l'istituzione di nuovi organi di controllo come la Banca d'Italia e la Consob. Vengono introdotte anche nuove leggi per la tutela dei risparmiatori e la regolamentazione delle attività bancarie e finanziarie.legge bancaria del '36 istituì il Consiglio Superiore della Banca d'Italia, composto da rappresentanti del governo, della Banca stessa e del settore bancario privato, al fine di garantire una maggiore trasparenza e controllo nel sistema bancario. Inoltre, la legge del '36 introdusse il concetto di "riserva obbligatoria", che obbligava le banche a mantenere una certa percentuale dei depositi dei clienti presso la Banca d'Italia. Questa misura aveva lo scopo di garantire la stabilità finanziaria e prevenire il rischio di insolvenza delle banche. La riforma del settore bancario italiano continuò negli anni successivi, con l'istituzione di nuove norme e regolamenti per garantire una maggiore trasparenza, stabilità e controllo nel sistema bancario. Tuttavia, è importante sottolineare che il settore bancario italiano ha affrontato diverse crisi nel corso degli anni, che hanno evidenziato la necessità di ulteriori riforme e miglioramenti.legge(abrogata quasi interamente nel 1993) fu dedicata alla vigilanza creditizia e finanziaria: essa ridisegnò l'intero assetto del sistema creditizio nel segno della separazione fra banca e industria e della separazione fra credito a breve e a lungo termine; concentrò l'azione di vigilanza nell'Ispettorato per la difesa del risparmio e l'esercizio del credito, presieduto dal Governatore e diretto da un Comitato di ministri presieduto dal capo del Governo. La finalità di tale legge era quella di impedire agli appartenenti al settore di trovarsi nell'impossibilità di far fronte ai propri impegni (garantire la restituzione delle somme depositate); • Processo integrazione europea: l'armonizzazione dei sistemi finanziari identifica la finalità principale degli interventi normativi comunitari. Le scelte del legislatore comunitario si riferiscono a: "sana e prudente gestione", libera competitività,serietà sotto il profilo patrimoniale delle iniziative:- Dopo il 1913 la struttura della Borsa è rimasta praticamente la stessa fino agli anni '70, quando la Borsa perde smalto e, per rilanciarla, nel 1974 viene introdotto l'obbligo di pubblicità dei bilanci delle società quotate (in modo da attirare più investitori grazie alla maggiore trasparenza) e viene istituito l'organismo di controllo della Borsa (la Consob);
- Gli anni '70: dopo l'istituzione della Consob, si assiste all'introduzione di una disciplina tendenzialmente rivolta al mercato mobiliare in quanto tale. Istituzione del mercato ristretto per consentire la quotazione e negoziazione di strumenti finanziari non ancora maturi per essere ammessi sulla Borsa ufficiale. Si assiste inoltre, all'ampliamento dell'attività di controllo della Consob in materia di sollecitazione del pubblico risparmio; la sollecitazione di cui si parla
è l’invito rivolto airisparmiatori ad investire i propri risparmi in valori mobiliari. Chiunque intenda sollecitare il pubblicorisparmio deve darne preventiva comunicazione alla Consob e accompagnare la sollecitazione con lapubblicazione di un PROSPETTO INFORMATIVO che indichi la situazione economica e finanziariadel sollecitante;
- Gli anni ’80: in questi anni si affermano sui mercati i fondi comuni d’investimento, che oggicostituiscono uno dei principali attori del mercato finanziario. Con essi si segna l’ingresso nel nostropaese dei cd. Investitori istituzionali. Quelli di diritto lussemburghese erano già attivi dagli anni ’60,ma è solo con quelli di diritto italiano che questo settore dà un vero impulso alla Borsa;
- Gli anni ’90: istituzione delle SIM (’91), TUB (’93), ripartizione competenze BI. e Consob, regolenuove che avvicinano la Borsa alla realtà attuale: i mediatori di Borsa,
Cioè gli agenti di cambio, perdono il monopolio e sono affiancati dalle SIM, che possono operare anche per conto proprio. Si introduce anche l'obbligo di concentrazione in Borsa degli scambi che è rimasto in vigore fino alla recente Mifid che l'ha di nuovo abolito. La trasformazione tecnologica ha portato la Borsa ad abbandonare le contrattazioni alle "grida" passando a quelle telematiche. Inoltre, col recepimento della direttiva EUROSIM, è stato completato il processo di dematerializzazione: i titoli non sono più rappresentati da certificati cartacei, ma solo da scritture contabili; la direttiva ha anche introdotto il principio di mutuo riconoscimento degli intermediari estendendolo anche ai mercati regolamentati. A partire dal '92 in Italia si assiste inoltre ad un massiccio processo di privatizzazione. La disciplina del mercato dei capitali viene così ad articolarsi in due grandi comparti: il comparto bancario e creditizio, di cui al
Testo Unico Bancario del 1993; ed il comparto non creditizio, di cui al Testo Unico della Finanza del 1998. Successivamente si sono susseguite diverse altre direttiva poi divenute veri e propri regolamenti europei di cui la più rilevante è sicuramente la MIFID.
L'impatto della normativa europea sul Testo Unico si esercita prevalentemente in due direzioni: la prima consiste nella riduzione degli spazi lasciati al legislatore nazionale in sede di recepimento delle Direttive, ora sempre più improntate a modelli di "massima armonizzazione", combinati con divieti/limitazioni di "gold plating" (ossia, il potere degli Stati membri di introdurre regole aggiuntive rispetto a quelle derivanti dai testi comunitari). La seconda riguarda l'ampliamento delle materie in cui interviene la legislazione europea. Tuttavia, gli ampi spazi lasciati dalle Direttive ai legislatori nazionali hanno consentito l'affermarsi in ambito comunitario di
regole non comuni, frustrando così l'obiettivo che il legislatore europeo si era posto. A tal proposito, nel 2001 la Comunità europea dà avvio al metodo di elaborazione delle direttive comunitarie LAAMFALUSSY (vd. sopra).
- Crisi e nuove regole'98-'00: Con i default Ciro e Parmalat si riaccende il dibattito sugli assetti della regolamentazione del mercato mobiliare e finanziario fino a quando si arriva nel 2005 all'approvazione della legge 262/2005 riguardo gli assetti e le competenze delle autorità di vigilanza. La disposizione maggiormente significativa è rappresentata dall'art.19, in base al quale il Governatore dura in carica sei anni, con la possibilità di un solo rinnovo del mandato. Gli altri membri del Direttorio durano in carica sei anni, con la possibilità di un solo rinnovo del mandato. Le competenze della Banca d'Italia in materia di concorrenza nel settore bancario e finanziario sono
ridimensionate.
• Market abuse: l’esigenza di procedere all’attuazione di adeguate forme di salvaguardia del risparmioè apparsa realizzabile con l’introduzione di idonei «correttivi» nella regolazione dell’attività finanziaria. Tra questi assume rilievo la disciplina degli abusi di mercato. La difesa dagli abusi di mercato è assicurata dal legislatore interno e comunitario innanzitutto attraverso la predisposizione di una variegata gamma di misure preventive. Tra queste rilievo preminente riveste l’obbligo imposto agli emittenti di comunicare al pubblico le informazioni privilegiate che riguardino loro e le società controllate, al fine di evitare le asimmetrie informative che sono il terreno di coltura degli abusi, obbligo da adempiersi anche mediante la pubblicazione delle informazioni stesse sul sito internet dell’emittente.
• Dal 2007: nuova architettura di vigilanza europea (SEVIF), l’UBE e la
o le principali linee guida per la creazione di una Capital Markets Union (CMU), ovvero un'unione dei mercati finanziari nell'Unione Europea. La CMU mira a promuovere l'integrazione e l'efficienza dei mercati finanziari europei, facilitando l'accesso al finanziamento per le imprese e stimolando gli investimenti a lungo termine. L'obiettivo è quello di creare un mercato unico dei capitali in Europa, in modo da ridurre le barriere e le differenze tra i vari mercati nazionali. La CMU si basa su tre pilastri principali: migliorare l'accesso al finanziamento per le imprese, rafforzare la stabilità finanziaria e promuovere la diversificazione degli investimenti. Per quanto riguarda il primo pilastro, si prevede di semplificare le norme e le procedure per le imprese che cercano finanziamenti, facilitando l'emissione di azioni e obbligazioni e promuovendo l'uso di strumenti finanziari innovativi come il crowdfunding e il peer-to-peer lending. Per quanto riguarda il secondo pilastro, si prevede di rafforzare la regolamentazione e la supervisione dei mercati finanziari, al fine di garantire la stabilità e la sicurezza del sistema finanziario europeo. Infine, per quanto riguarda il terzo pilastro, si prevede di promuovere la diversificazione degli investimenti, incoraggiando gli investitori a puntare su asset finanziari a lungo termine, come le infrastrutture e le PMI. La CMU è considerata un'importante iniziativa per rilanciare l'economia europea e favorire la crescita e l'occupazione. Tuttavia, la sua implementazione richiede un'azione coordinata tra gli Stati membri e le istituzioni europee, nonché un'attenta valutazione degli impatti e dei rischi potenziali.