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A

d esempio la riduzione del tasso di interesse sui prestiti, spingerà le imprese ad offrire meno titoli

perché ora i prestiti sono più convenienti, ma le banche visto che il tasso sui prestiti e’ più basso, si

spostano invece a ricercare titoli, piuttosto che presiti; quindi si ha una riduzione dell’offerta ed un

aumento della domanda; vuol dire che hai un eccesso di domanda di titoli, questo ti fa variare i prezzi

e l’aumento ti fa abbassare il tasso di interesse sui titoli.

Con la riduzione del tasso di interesse sui titoli, le banche vedranno più conveniente l’offerta di credito,

piuttosto che la domanda di titoli, quindi avrai un aumento dell’offerta di crediti, ma le imprese

riterranno preferibile invece offrire titoli e domandare meno credito, avremo un eccesso di offerta di

credito, si abbassa il tasso sui prestiti e andiamo avanti con tutti i tassi che si abbassano.

In corrispondenza della nuova combinazione di tassi di interesse, tu dovrai trovarti in una situazione

in cui hai nuovi valori di quantità di titoli e prestiti; si sono ridotti i tassi di interesse, cosa succede alle

quantità? Le quantità dipendono dagli spostamenti considerati, hai lo spostamento della curva di

offerta di crediti, ed uno spostamento della curva di domanda di titoli, che sono generati dalla nuova

iniezione base monetaria. Vediamo che l’aumento dell’offerta porta giù tasso di interesse e abbiamo

un’espansione dei crediti da L0 a L1.

Nel mercato dei titoli abbiamo uno spostamento della domanda di titoli da parte delle banche, data

l’offerta, abbiamo la riduzione dei tassi e aumentano le quantità da 0 a 1.

Ora queste nuove combinazioni di L e T, identificheranno un punto su una retta con pendenza

-1( retta a 45° negativa esprime la relazione tra L e B) , l’intercetta si sposterà verso il basso, ad

indicare l’espansione della quantità di moneta di equilibrio che sarà determinata dalla produzione della

base monetaria, questo è l’esito finale del moltiplicatore dei depositi e della moneta.

Anche in questo caso la spiegazione deve essere uguale; abbiamo un aumento dell’intermediazione,

abbiamo più depositi, se abbiamo più depositi vuol dire allora che le famiglie domandano più moneta,

lo fanno quando i tassi di interesse sui titoli scendono, allora modificano le composizioni di

portafoglio. Via via che le famiglie cedono titoli, le banche li acquisiscono e sono le variazioni dei

prezzi che consentono l’aggiustamento del mercato. Se queste variazioni sono, come detto, quindi tu

hai che i tassi di interesse reagiscono agli eccessi di domanda nel modo da noi ipotizzato, succede

che tu otterrai in equilibrio generale, la storia fatta prima; qui si capisce il modo in cui rappresenti

simultaneamente tutti i mercati Politica Monetaria 27/04/2016

Oggi è un giorno felice perché cominciamo la quarta ed ultima parte del programma, nel prossimo

mese ci dedicheremo ai sei argomenti che ne fanno parte.

La prima lezione sulla quarta parte si occupa dei metodi di trasmissione della politica monetaria, in

parte come vedremo, questo noi lo conosciamo, in parte no, ma il prof deve assicurarsi che ci

siano delle cose chiare.

Come vedremo, questo pezzo di storia che raccontiamo in questa lezione ed in questi giorni, ci

consentirà di fare ripasso sui principali approcci macro, al nostro problema.

Il prof ci dice a questo punto che fa parte di quel gruppo di economisti che, forse per generazione,

ha un sacco di problemi ad accettare la differenza tra micro e macro;

La storia che noi abbiamo avuto raccontato nei vari esami introduttivi, è una storia abbastanza

duale, che più o meno dice: parliamo prima di tutta la parte microeconomica (imprese,

consumatore, ecc) ti faccio vedere l’equilibrio generale, quindi ti tiro fuori le curve di domanda di

domanda di mercato attraverso l’aggregazione degli individui, e se valgono certe condizioni ti

faccio vedere anche l’aggregato complessivo, ovvero quella componente che sarebbero i consumi

totali, la produzione totale, ecc, ti faccio vedere l’equilibrio generale (più o meno quello che stiamo

facendo noi); poi mi fermo, tiro la riga e passo a parlare della parte di macro.

Come stanno insieme questi pezzi? Qui si crea una parte di storia del pensiero ed una parte di

problema. La prima dice che ad un certo punto c’è una cesura, almeno interpretativa, che

qualcuno identifica con la teoria generale di Keynes. Hicks racconta la teoria economica generale,

come, la teoria della IS-LM, adesso il fatto che ci sia un mercato ce sia chiama “beni” ed uno che

si chiama “moneta”, è una storia di equilibrio generale che non è da tutti condivisa, cioè

l’interpretazione della teoria generale attraverso la IS-LM non è universale, non e’ condiviso da

tutti, però ci fa capire che c’è stato un tentativo di riportare questo libro tanto innovativo per

ricondurlo nella metodologia tradizionale al tempo, ed anche in qualche modo per imbrigliarne le

capacità dati i forti tratti di rottura, libro di Keynes pieno di problemi.

I problemi portano a tante diverse interpretazioni. La cosa importante da capire è che c’è un modo

per interpretare questo, in termini di equilibro generale che ci aiuta a capire che secondo alcuni

non è che quello di Keynes è un libro macroeconomico e prima c’erano tutti libri di micro, se si va a

vedere nella teoria generale, si parla di una spiegazione psicologica del consumo, quella idea che

sia abbia il consumo dipendente dal reddito invece che dl tasso di interesse come si riteneva, ma

questo fa riferimento a comportamenti individuali.

Keynes fa riferimento a comportamenti individuali in tutto il libro: quando parla degli investitori nel

mercato di borsa, quando parla dei comportamenti dei lavoratori, quando parla delle imprese,

quindi della domanda di lavoro, qui è totalmente tradizionale. Quindi secondo diverse parti di quel

libro, Keynes nel libro non si era inventato un mondo dove c’era la relazione tra grandezza

aggregata e non si capisce perché, come a volte si ritiene che si spieghi agli studenti.

Tutta la letteratura più recente si è mossa verso il tentativo di costruire la macroeconomia sulla

base della microeconomia, con moti problemi nella realizzazione, ci sono anche difficolta

matematiche-analitiche, però il prof dice che è difficile per lui, accettare il fatto che si costruisce

una teoria dell’intervento pubblico, che non ha alcuna capacità di spiegare quelli che sono i

comportamenti individuali.

Che poi è la storia che abbiamo raccontato insieme: guardi le scelte, cerchi di capire come queste

scelte vengono rese coerenti attraverso le istituzioni, cerchi di comprende nell’aggregato questi

mercati come devono essere fatti affinché tu possa favorire la stabilità del sistema finanziario, e ad

un certo punto arriva la banca centrale con le sbarre messe, sotto le quantità di moneta o sotto i

tassi di interesse di policy.

Ora noi dobbiamo togliere tutte quelle barre, e cercare di capire quale è il comportamento che

spinge la banca centrale a fissare un certo valore per i suoi strumenti di policy, questo è il

problema che adesso andiamo ad affrontare.

E non è un ragionamento difficile, se lo rendiamo coerente con quanto fatto fin ora, in quanto ciò

che abbiamo fatto fin ora dice che se noi mettiamo insieme tutti i mercati che abbiamo, siamo in un

punto dove abbiamo la visione del funzionamento dei mercati semplificati del sistema economico,

ed in particolare del sistema finanziario, ma e’ una rappresentazione semplice, ma non scorretta;

forse ci sono delle cose che abbiamo assunte come date, o ragionato poco su aggregati

istituzionali, cioè differenziamo poco tra soggetti e famiglie eterogenee, su imprese eterogenee,

investitori ecc, ma abbiamo una rappresentazione abbastanza avanzata di come funziona

un’economia monetaria contemporanea, dove abbiamo la presenza del sistema monetario

finanziario (della banca centrale e poi delle singole banche) in tutti i mercati.

Su questo, se ci ricordiamo, si è incentrata l’attenzione che quegli H ed i tassi di interesse sono in

tutti i mercati, questo perché ora si arriva ad un punto in cui: se quelle H e quelle r (tassi interesse

reali), sono dentro tutti i mercati, non sarà possibile che variando quegli strumenti, considerati dati,

la banca centrale riesce a forzare quell’equilibrio di quel sistema finanziario?

E la risposta sarebbe, certo! Eccome se lo fa! Ma facendo così, la banca centrale riesce a

generare effetti reali? Questa è diversa come domanda, perché dice che a questo equilibrio

finanziario che abbiamo trovato, questa stabilità dei mercati che noi ricerchiamo, poi può, mediante

il funzionamento della banca centrale, avere effetti reali? Domanda semplice, risposta no.

La risposta è quella che conosciamo come neutralità o non neutralità della moneta.

Sappiamo che nel 2016 noi siamo qui a studiare questo, non è un problema di storia del pensiero,

perché noi non abbiamo una risposta definitiva a questa domanda, molto dipende da come

interpretiamo il funzionamento di una economia, e se adesso andiamo a vedere quanto fatto

all’inizio, quando il professore disse che esistono due grandi modi di considerare la moneta, e

quindi di conseguenza il funzionamento di un’economia, che noi chiamiamo economia con moneta

o economa monetaria, che deriva proprio da questo, dalla visione che si ha del sistema economico

e dalla metodologia che usi, ed anche se si crede nella neutralità o meno della moneta.

Non ci deve stupire questo. Non deve stupirci che oggi la storia la scrive chi vince.

(Quando il prof era al posto nostro c’era una guerra di teorie economiche, cioè diverse spiegazioni

fondamentali di quello che poi è la teoria economica, cioè il valore e la distribuzione.

Come si fa a misurare il valore relativo dei beni? E come si distribuisce il reddito generato

dall’attività produttiva? Qual è la spiegazione?

Vi erano teorie che si confrontavano, ed a guerra finita il vincitore era quello che oggi noi

potremmo chiamare “la teoria main stream” o “teoria neoclassica”; questa teoria si sostanzia in ciò

che vedremo nel capitolo 19, che è una versione semplificata di quelli che si conoscono come i

modelli dei nuovo keynesiani, di equilibrio economico generale, stocastici e dinamici, DSG o DSGI.

Sono la teoria dominante oggi, questo non vuol dire comunque che sia l’unica esistente. Quelli con

cui hanno fatto la guerra non possono morire, ci sono delle aree nel mondo dove si coltivano

ancora dei paradigmi teorici alternativi, e questi paradigmi teorici alternativi al momento hanno

gravi diffico

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A.A. 2016-2017
382 pagine
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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher mattia.citro di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia e politica monetaria e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Ciccarone Giuseppe.