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ATTENZIONE:
Uso dei verbi al passato -> se le azioni sono tutte sullo stesso piano non si possono usare modi verbali
diversi. Ad esempio, se abbiamo usato il passato prossimo continueremo con quello.
Passato remoto = molto lontano nel tempo
Passato prossimo = fatti appena successi
Inoltre, c’è anche una distinzione di tipo aspettuale che coinvolge anche l’imperfetto
Passato remoto = azione puntuale, che si svolge in un punto del tempo
Imperfetto = azione continuata che si sviluppa nel tempo “mentre camminavo, sono inciampato”
Passato prossimo = azione che si è svolta e si è conclusa, portata a compimento.
LINGUISTICA TESTUALE
Eugenio Coseriu
Ne ha parlato per primo nel 1955. Con questo termine voleva incentrare gli studi sulla
parole invece che sulla langue. La linguistica testuale studia la produzione concreta da parte dei
parlanti/scriventi di un atto linguistico. Due filoni:
• EUROPEO
• STATUNITENSE
Negli anni ’80 questi due filoni danno vita a delle teorie portanti, anche se distinte tra di loro. In particolare
Brown Yule
nel 1983 esce “Analisi del Discorso” di e .
Beaugrande Dressler
Importante è la teoria di e elaborata in “Introduzione alla linguistica testuale” del
1981. Osservarono che la linguistica testuale non può essere costituita estendendo la linguistica della frase,
perché la frase è entità grammaticale, mentre il testo è entità comunicativa. Definiscono il testo come
“occorrenza comunicativa (=atto di comunicazione) che soddisfa sette IMPORTANTI condizioni di
testualità”:
COESIONE = criterio che riguarda il modo in cui le parole che noi effettivamente udiamo e vediamo
(componenti di superficie del testo) sono legate tra loro. Siccome queste componenti dipendono
una dall’altra in base alle regole grammaticali, la coesione si fonda sulla grammatica.
COERENZA = riguarda le funzioni in base alle quali le componenti del mondo testuale, ossia la
configurazione di concetti e relazione soggiacente al testo di superficie sono accessibili e rilevanti.
La coerenza riguarda dunque i legami logici profondi che agiscono nel testo (es. rapporti di causa-
effetto, temporali, ecc.).
Es. Gianni è caduto e si è rotto la testa -> relazione di causalità.
Questi primi due criteri sono incentrati sul messaggio.
INTENZIONALITA’ = criterio incentrato sull’emittente e le sue intenzioni. Indica l’atteggiamento di
chi produce un testo, permette di ottenere il fine comunicativo che si propone.
ACCETTABILITA’ = riguarda l’atteggiamento che il ricevente ha di fronte a un dato testo.
INFORMATIVITA’ = è la misura in cui gli elementi testuali proposti sono attesi/inattesi/noti/ignoti.
Rapporto fra le informazioni note e quelle ignote.
N.B. un testo breve può essere più informativo di uno lungo.
Difficoltà = se voglio ottenere un testo efficace posso togliere tutto il superfluo e restringere il
messaggio all’essenziale, ma se vado troppo oltre il messaggio non è più comunicativo. Quindi, ad
esempio nell’ambito pubblicitario, per essere efficace uno slogan deve essere breve, immediato,
ma non al punto da diventare oscuro e incomprensibile. Un’informatività sbagliata può portare i
riceventi a respingere il testo.
Per comprende questo criterio bisogna prendere in considerazione vari tipi di testo e la loro
funzione.
Es. “il mare è composto da acqua” = testo poco informativo
SITUAZIONALITA’ = Incentrato sul contesto. Insieme dei fattori che rendono un testo rilevante per
una data situazione comunicativa. La stessa frase acquisisce più o meno senso a seconda del
contesto in cui è pronunciata. È un criterio strettamente legato a quello di accettabilità e
intenzionalità.
INTERTESTUALITA’ = criterio incentrato sul messaggio. Riguarda quei fattori per cui la possibilità di
far funzionare e di utilizzare un testo dipende dalla conoscenza di uno o più testi già comunicati in
precedenza. Si ha quando un testo rimanda a un altro testo.
Beaugrande Dressler
Oltre a questi principi costituitivi e individuano altri TRE PRINCIPI REGOLATIVI. Sono
principi che regolano e controllano il modo in cui si svolga la comunicazione, rendendo ottimale il testo:
➢ EFFICIENZA = dipende da un grado limitato di impegno e sforzo da parte dei partecipanti all’uso di
un dato testo. Se il testo richiede uno sforzo eccessivo allora è poco efficiente;
➢ EFFICACIA = dipende dal fatto che un testo lasci o meno una forte impressione e produca situazioni
favorevoli al raggiungimento di un fine;
➢ APPROPRIATEZZA = quando c’è accordo tra il contenuto di un testo, il modo in cui questo
contenuto è espresso e il modo in cui soddisfa le condizioni di testualità.
Sono principi utili per dedicarsi alla scrittura dei testi: quando scriviamo dobbiamo tenere conto di tutti
questi aspetti.
FOCUS SU COERENZA E COESIONE:
COERENZA = situata al livello profondo dei legami logici, dipende da un progetto: quando dobbiamo
comunicare qualcosa, costruiamo il nostro testo in base a un progetto.
Testo = risultato di un’intenzione comunicativa volta a ottenere un risultato particolare. C’è una volontà
espressiva finalizzata al raggiungimento di un obiettivo e ciò si ottiene tramite un progetto. Nel caso di un
testo scritto, questo progetto deve essere ben meditato perché dobbiamo ottenere il massimo di
comprensibilità ed efficacia comunicativa.
Un testo è coerente se rispetta le categorie di dipendenza causale, di successione cronologica e di finalità.
Inoltre, è coerente se le sue parti esprimono un contenuto riconducibile da chi lo interpreta a un unico
senso chiaro. Ciò si verifica quando il testo in questione non appare assurdo al destinatario che lo analizza
secondo le sue conoscenze.
Esempio di testo ‘assurdo’ = “dalla finestra della mia casa di Milano ho visto un bel tramonto sul mare”.
La coerenza sta nel profondo del testo, ma è anche il risultato di un processo di codifica e di decodifica.
Chi scrive deve anche essere consapevole di cosa si aspetta chi riceve il testo. Nella decodifica di un testo il
lettore può essere aiutato nella decodifica da una serie di ELEMENTI PARATESTUALI, come l’uso di
capoversi, paragrafi, corsivo, grassetto, elenchi numerati, ecc.
Ad esempio, una delle norme bibliografiche sappiamo che i nomi delle riviste si mettono tra virgolette e in
tondo (=corsivo).
COESIONE -> un testo possiede il requisito della coesione quando tutte le sue parti risultano formalmente
ben legate fra loro. Quindi la coesione riguarda la relazione instaurata tra le varie parti del testo a livello
superficiale. In particolare, per giudicare un testo come coeso, dobbiamo vedere se si fa un uso adeguato
dei SOSTITUENTI e se si fa un uso adeguato dei CONNETTIVI.
SOSTITUENTI = elementi linguistici che sostituiscono altri elementi della frase. Rientrano in questa
categoria i pronomi, i nomi e aggettivi iperonomini (livello più alto) o iponimi (livello più basso). Ad esempio
‘cane’ è iperonimo, mentre ‘bulldog’ è il suo iponimo, perché tutti i bulldog sono cani, ma non tutti i cani
sono bulldog. In questa categoria rientrano anche le perifrasi. In realtà i sostituenti sono potenzialmente
infiniti, l’importante è che siano inseriti nel testo in maniera corretta.
Spesso si commette un errore di coreferenza, ossia quando ci si riferisce a una stessa cosa facendo
sembrare che ci si riferisca a cose diverse.
Es. “Marco è andato a fare aggiustare alla bicicletta. Mio cugino mi sta simpatico”. ‘Cugino’ non può valere
da sostituente a ‘Marco’.
CONNETTIVI = elementi linguistici che fungono da collegamento fra varie parti di un testo. Ne fanno parte
le congiunzioni e le locuzioni connettive, gli avverbi, le locuzioni verbali e tutti gli elementi che svolgono
questa funzione. Ad esempio le locuzioni testuale come ‘dunque, ebbene, infatti, inoltre, insomma,
oltretutto, peraltro, perciò, tuttavia’ instaurano relazioni di tipo consecutivo.
Oppure espressioni composite come ‘ad ogni modo, del resto, in realtà’.
Anche dei connettivi non è possibile stilare un elenco, perché si tratta di una categoria grammaticale
aperta:
❖ CONGIUNZIONI COORDINATIVE -> e, né, neppure, ma, tuttavia, o, oppure, altrimenti, dunque,
perciò;
❖ NESSI CONGIUNZIONALI CORRELATIVI -> sia… sia, né… né, o… o, e… e;
❖ AVVERBI DI TEMPO -> mentre, prima, dopo…;
❖ AVVERBI DI LUOGO -> sopra, sotto;
❖ CONGIUNZIONI CAUSALI/CONCLUSIVE/CONSECUTIVE/COMPARATIVE -> affinché, come se, ….
TIPOLOGIE TESTUALI
In una prospettiva come quella della linguistica testuale, è necessario individuare una tipologia dei testi per
facilitare produzione, interpretazione e correzione. I testi si possono differenziare in base agli scopi, al
SABATINI
canale, al soggetto di cui trattano. ha distinto i testi attraverso il cosiddetto vincolo testuale =
vincolo che il testo imporrebbe al ricevente:
❖ MOLTO VINCOLANTI = la possibile interpretazione del ricevente è molto legata al testo. Può essere
una legge.
❖ MEDIAMENTE VINCOLANTI
❖ PER NIENTE VINCOLANTI = lasciano al lettore del testo una totale libertà di interpretazione e
attivazione del messaggio trasmesso, es. testo letterario.
Egon Werlich (1966)
La tipologia testuale utilizzata maggiormente è quella di , linguista tedesco. Individua
il fondamento che genera le diversità dei vari tipi di testo nelle COMPETENZE COGNITIVE. Viene messo in
primo piano l’aspetto mentale che ci consente di evidenziare come nell’elaborazione di un testo risultino
rilevanti non solo scopi e finalità della comunicazione, ma soprattutto il legame che i testi hanno con una
adeguata elaborazione del pensiero che porta a codificarli in maniera adeguata sia dal punto di vista della
strutturazione, che dalla scelta di frasi e parole. È importante saper organizzare il proprio pensiero per
strutturare un testo -> capacità del saper pensare, modellando forma ed espressione al contenuto,
adeguando il dire al come dire (rimanda alla retorica classica = adeguatezza della forma). La classificazione
di Werlich prevede:
❖ TIPO DESCRITTIVO
❖ TIPO NARRATIVO
❖ TIPO ESPOSITIVO
❖ TIPO ARGOMENTATIVO
❖ TIPO REGOLATIVO
Ogni tipo è individuabile in base a specifiche caratteristiche, ma nella pratica testuale si manifesta in diversi
generi. Ciò significa che ogni tipo può essere considerato come un modello basato su uno schema cognitivo
che potrà realizzarsi in