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IL PRESUPPOSTO PER OTTENERE UN INCREMENTO DELLA PRESTAZIONE E’ LA
RIPETIZIONE DI FENOMENI DI AFFATICAMENTO DETERMINANTI DAL CARICO, CHE NELLA
FASE DI RECUPERO PORTANO AD UN AUMENTO DEL POTENZIALE DI PRESTAZIONE
DELL’ATLETA.
Il principio del carico continuo
Carichi continui portano ad un progressivo aumento delle capacità di prestazione sportiva fino a
raggiungere il suo limite individuale geneticamente stabilito. Però se la continuità dell’allenamento
viene interrotta si produce una diminuzione della capacità di prestazione. La velocità di questa
diminuzione corrisponde a quella del suo incremento.
Il principio del carico periodizzato
Il carico di allenamento in ogni atleta non può restare al lungo al massimo della forma. L’alternanza
tra carico e scarico, tra aumento del volume e diminuzione dell’intensità va soggetta ad un
cambiamento periodico. Ciò permette di raggiungere la forma ottimale nel momento giusto senza
trascurare il principio della continuità del carico.
Si è dimostrato positiva la suddivisione del processo di allenamento in:
-periodo di preparazione;
-periodo di gara;
-periodo di transizione.
Questo genere di alternanza offre la possibilità che l’atleta non venga “superallenato” ma che
dall’altro raggiunga picchi di rendimento che non sarebbe possibile con un carico elevato protratto
a lungo.
Il principio del recupero periodizzato
Il principio del recupero periodizzato è estremamente importante, soprattutto nel settore dell’alto
livello. Una procedura che viene utilizzata da molti atleti di vertice, per superare questa fase di
ristagno, è quella secondo la quale viene inserito un periodo di tempo prolungato di rigenerazione,
sotto forma di un’assenza dalle gare per un semestre, se non per un anno.
Grazie ad un allenamento di intensità molto più bassa ed adeguate misure di rigenerazione, viene
riempito di nuovo il “serbatoio” delle riserve psicofisiche dell’atleta.
Il principio dell’adeguatezza rispetto all’età
L’età biologica svolge un ruolo determinante per quanto riguarda la capacità di prestazione e
quella di carico. Per riuscire a sfruttare al momento giusto il potenziale di prestazione esistente, i
carichi di allenamento debbono essere programmati tenendo conto dell’età biologica e non di
quella cronologica. Il principio dell’adeguatezza rispetto all’età comprende anche lo sfruttamento
delle “ fasi sensibili” delle quali abbiamo già parlato.
Il principio del carico finalizzato
Il principio del carico finalizzato afferma che ogni sport mostra di avere un profilo caratteristico di
esigenze coordinative e di esigenze cosiddette condizionali. La struttura della prestazione
determina la struttura dell’allenamento.
Durante il processo di allenamento a lungo termine, la programmazione dell’allenamento esige che
si concentrino sempre più tempo e forze sull’oggetto dell’esercizio sportivo che è stato scelto
ovvero lo sport specifico.
Si tratta di un processo di limitazione che si concentra sempre di più su quello che deve essere
effettivamente appreso, migliorato e reso ottimale.
Non si devono però trascurare altre capacità che completano e sostengono le capacità e le abilità
predominanti.
La progressiva finalizzazione nel processo d’allenamento a lungo termine si esprime in una
crescente coincidenza degli esercizi con la struttura del movimento e del carico dello sport
praticato.
Il principio della relazione ottimale tra formazione generale e speciale
Nell’allenamento dei principianti, i contenuti formativi di tipo generale svolgono l’importante
compito di formare l’insieme delle capacità coordinative e condizionali.
Ciò che è generale deve sempre precedere ciò che è speciale.
Il principio della relazione ottimale nello sviluppo delle componenti della prestazione
Questo principio afferma che l’allenamento della condizione, quello della tecnica, quello della
tattica/dei fattori cognitivi e di altri fattori dipendono l’uno dall’altro e sono in relazione tra loro.
Questo principio comprende l’esigenza del processo di direzione e controllo dell’allenamento più
difficile e meno definita dal punto di vista scientifico.
Più precocemente vengono controllati processi motori tecnico-coordinativi, più si può continuare ad
allenare in modo economico e specifico le cosiddette componenti condizionali e anche con il
movimento tecnicamente corretto. Di conseguenza esiste sempre un’influenza positiva tra
condizione e tecnica.
Non si deve fare attenzione solo al rapporto tra condizione e coordinazione.
Nelle loro espressioni estreme, forza e resistenza, resistenza e velocità sono diametralmente
opposte.
Nella maggior parte degli sport, in primo piano troviamo lo sviluppo adeguato della resistenza di
base, in quanto non va a discapito delle altre componenti della capacità complessa di prestazione,
ma non il suo massimo sviluppo.
Il principio della relazione ottimale si forma secondo queste tesi:
-tutte le componenti che debbono essere trasformate (capacità condizionali, coordinative, volitive,
psichiche ecc..) si condizionano tra loro!;
-un cambiamento di tipo condizionale influenza quantitativamente, ed in parte anche
qualitativamente, i processi di movimento, per cui influisce sulla tecnica specifica che deve essere
adattata ai cambiamenti dei presupposti condizionali;
-un allenamento condizionale che lo preceda cronologicamente influisce negativamente sul
successivo allenamento della tecnica. Un allenamento della tecnica deve essere svolto prima o
parallelamente a quello cosiddetto condizionale;
-tutti gli esercizi specifici di uno sport devono corrispondere o avvicinarsi di molto alla struttura di
base dinamica e cinematica dell’esercizio di gara.
LA PIANIFICAZIONE E LA PROGRAMMAZIONE DELL’ALLENAMENTO
Per pianificare si intende l’esistenza di una strategia di lungo periodo che consiste nel
programmare la realizzazione degli obiettivi individuati sulla base delle caratteristiche individuali,
dell’età, del livello agonistico raggiunto e dei calendari delle gare, in periodi di tempo relativamente
ben definiti.
Non potrà realizzarsi se non sono ben chiari gli obiettivi agonistici e se non si è in grado di
costruire piani di lavoro che non soltanto siano dettagliati e precisi ma che permettono anche la
migliore gestione dell’atleta. I dati emersi degli allenamenti, dalle gare e dagli eventuali test
dovranno essere posti ad una analisi critica al fine di correggere gli errori.
I periodi in cui possiamo suddividere l’allenamento sono solitamente 3:
-periodo dei primi risultati;
-periodo delle possibilità ottimali;
-periodo del mantenimento dei risultati elevati.
L’errore maggiore è quello di cercare di anticipare l’ottenimento dei risultati in età non ottimale. In
età giovanile i tecnici hanno il compito di preparare gli atleti ad un allenamento ulteriore.
Per ottenere risultati immediati, anche l’approccio all’allenamento giovanile diventa per forza di
cose assai specialistico: è difficile curare lo sviluppo dei principianti, sia dal punto di vista
coordinativo che condizionale.
La programmazione della carriera di un atleta dovrebbe prevedere 5 tappe:
-preparazione iniziale;
-preparazione preliminare di base;
-preparazione specifica di base;
-massima realizzazione delle potenzialità;
-mantenimento dei risultati.
Dopo 4-6 anni si osservano i primi grandi successi, mentre i risultati ottimali compaiono dopo 6-10
anni di attività.
La durata delle tappe dipende dalle caratteristiche individuali ed è basata sulle esigenze specifiche
della disciplina.
1 tappa: preparazione iniziale
È il momento della preparazione fisica globale, del rafforzamento generale della salute, della
riduzione delle carenze fisiche. È necessario apprendere diverse discipline facendo ricorso
prevalentemente a giochi di movimento. Non utilizzare lavori “troppo ripetitivi” rispettando il giusto
recupero per consentire una rigenerazione ottimale.
2 sedute a settimana per un totale di 2 ore e 30 minuti settimanali.
2 tappa: preparazione preliminare di base
La preparazione risulta essere molto varia, con aumento del volume di lavoro.
Sedute consigliate da 2 a 4 per un totale di 3-5 ore settimanali.
3 tappa: preparazione specifica di base
Inizia il cammino verso la specializzazione, condotto attraverso esercizi mirati al perfezionamento
tecnico della disciplina. Lo scopo è quello di aumentare il potenziale funzionale dell’organismo,
applicando un corretto volume di lavoro ma avvicinando i caratteri dell’attività agonistica. Lo
sviluppo delle endurance deve essere acquisito attraverso mezzi diversificati; solo più tardi e
progressivamente attraverso sedute di lavoro specifico.
Sedute consigliate 5-7 per un totale di 9-14 ore per settimana.
4 tappa: massima realizzazione delle potenzialità
La preparazione specifica occupa uno spazio più grande nel volume totale del lavoro. Volume ed
intensità tendono verso lavori massimali.
Le sedute di allenamento crescono ulteriormente (fino a 14) e alcune di queste si svolgono con
altissime sollecitazioni. Ore totali per settimana 16-25.
5 tappa: mantenimento dei risultati
Dopo anni di allenamento e preparazione, la capacità di ciascun atleta permette un approccio
fortemente individualizzato. La maturità tattica gioca un ruolo essenziale nel prolungamento dei
risultati.
I MACROCICLI DI LAVORO
L’insieme delle settimane e dei mesi di allenamento costituisce periodi più lunghi, o macrocicli di
lavoro che sono definiti di preparazione generale o speciale, competitivi o di transizione da un
periodo di allenamento al successivo.
La tendenza dell’allenamento, da un anno all’altro, vede:
-un aumento della specificità, con una diminuzione delle esercitazioni generali a favore di quelle
speciali;
-una tendenza prima all’aumento e poi alla modulazione delle quantità;
-l’incremento delle intensità che sempre più sono commisurate a quelle caratteristiche della
competizione;
-l’aumento della complessità degli esercizi, in particolare negli sport tecnico-compositori e negli
sport di situazione;
-la riduzione delle esercitazioni mirate al superamento dei punti deboli dell’atleta;
-l’aumento del numero e dell’importanza delle competizioni a cui si partecipa;
-la grande importanza delle strategie attivate per migliorare i processi di recupero.
IL MESOCICLO
Periodi relativamente lunghi di attività, alcune