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PETRA:
In origine deve il suo sviluppo al commercio delle resine aromatiche, in particolare franchincenso e mirra,
originali dell'Arabia meridionale, e al commercio di spezie in Asia meridionale e sud orientale.
I sec d.C: i mercanti romani nel tentativo di raggiungere le fonti di questi beni di lusso cominciano a
navigare sul mar Rosso e Mar Arabico. a quell'epoca, il popolo dei Nabatei controllava le rotte terrestri che
si snodavano tra i porti del mediterraneo e le località dell'Arabia meridionale.
La storia dei nabatei risale al IV sec a.C quando questo popolo praticava la pastorizia nelle gole rocciose del
fiume Giordano. Tali gole erano scavate nelle montanie di arenaria rossa che si estendono dal mar Rosso al
Mar Morto. I nabatei avevano imparato a sopravvivere in questa terra inospitale, scavando cisterne nella
roccia per conservare l'acqua piovanae cercando rifugio nelle grotte.
In una di queste valli i nabatei avevano iniziato a rifornire di acqua e cibo le carovane che dall'Arbia
meridionale andavano al mediterraneo e,in seguito, a scavare alloggi nella roccia. La valle si trasformò così
in una città carovaniera che poi venne chiamata Petra (lett. roccia)
Pur avendo assorbito molto della cultura ellenistica, si mantenne indipendente da regni comequello dei
Seleucidi in Iran e Siria.
Al centro dell'insediamento vi era un lungo colonnato in arenaria rossa. Dello stesso materiale erano
-il palazzo reale
-i mercati
-i templi importanti
Un ninfeo segnava l'ingresso del colonnato e un'enorme porta decorata con basso rilievi segnava la fine
della via principale.
Essa era ricca di negozi e locande.
Le abitazioni si estendevano fino ai piedi delle montagne.
Fuori dal "centro" vi erano
-l'anfiteatro
-numerosi templi, altari o aree sacrificali dedicati a divinità greche, arabe e iraniane.
La necropoli ospitava morti di ogni ceto in tombe rupestri con facciate greche ottimamente conservate
grazie al clima arido.
Qui si parlava una variante della lingua nabatea ma i comandantie i generali avevano titoli greci, infatti il
greco era rimasto lingua franca dell'Asia occidentale ellenistica.
Le sue fortune ebbero andamento irregolare legato ai commerci. Per circa 250 anni (da metà II sec a.C a
inizio II sec d.C) controllarono la principale via delle spezie, rifornendo il mediterraneo.
Con lo sviluppo della prima via marittima della seta, la sua fortuna iniziò a declinare.
La gloria di questo imp commercile fu ereditata da PALMIRA:
-sorgeva nel deserto siriano 19
-ricca di edifici in marmo
-aveva un colonnato, un teatro, senato, agorà e templi più maestosi delle altre città ellen. dell'Asia
occidentale.
L'insediamento originario era noto come Tadmor e risaliva almeno all'epoca di Re Salomone. Furono i
romani a ribattezzarla coma tale (lett. alberi di palma)
-I principi locali di madrelingua araba formavano una sorta di oligarchia.
-La maggior parte degli abitanti parlava il palmireno ma il greco restava la lingua con cui venivano trattati i
commerci.
-i cittadini veneravano molte divinità di origine locale e straniera
Raggiunse il suo massimo splendore tra il II e il III sec d.C, quando romani e iraniani si scontrarono
sull'Eufrate, ma i romani permisero a Palmira di restare indipendente e continuare le sue attività
commerciali. La richiesta di beni orientali rimaneva elevata nei mercati romani e Palmira, grazie alle sue
abilità linguistiche e commerciali e alla presenza di una vasta rete commerciale che permetteva di evitare in
molti punti il fronte assediato, riuscì a portare avanti i commerci.
I mercanti trattavano una vasta gamma di tessuti, sono stati ritrovati frammenti di oltre 500 tipi diversi, tra
cui lino seta lana e cotone.
Il lino era prodotto sul posto, la seta o in Cina (l'unica a saper praticare la sericultura) o sul posto, dopo aver
comprato filaticci dai cinesi. il cotone arrivava dalla mesopotamia o dall'india.
La necropoli era una replica marmorea della città dei vivi e delle sue attività e si espandeva su una
superficie pari quasi a quella della città. Le tombe erano molto elaborate e rappresentavano i morti intenti
a godersi i piaceri, sopratutto il vino.
Numerose sculture rappresentavano carovane di cammelli e cavalli, o perchè i mercanti credevano di
continuare nell'aldilà la loro attività, o per ricordarli nelle azioni effettivamente compiute.
La città inviava mercanti nei paesi lontani, dove fondavano comunità commerciali chiamate funduk. Questi
avamposti comprendevano un caravanserraglio, albergo, uffici, magazzini e templi. Molti sorgevano in città
che erano sotto i parti,come Babilonia.
Fu probabilmente grazie a tali reti che i romani permisero a pamira di rimanere indipendente.
Le minacce iraniane alla frontierà romana aumentarono quando la dinastia sassanide (inizialmente stanziati
in Iran meridionale) subentrò ai parti, sottraendo loro la mesopotamia meridionale.
Presto anche palmira fu minacciata: i palmireni allora insorsero con l'aiuto dei romani per difendere la
propria indipendenza dai Sasanidi e nel 267 riuscirono a respingere l'invasione iraniana.
Incoraggiati da questa vittoria, i palmireni sopravvalutandosi sfidarono i romani, occupando l'Egitto e gran
parte dell'Anatolia. L'imperatore Aureliano allora catturò la regina Zenobia e distrusse Palmira.
La storia delle rotte desertichè occidentale terminò con la sconfitta dei palmireni. Le vie della seta però
sopravvissero.
Nonostante i tumulti politici in Cina (IIIsec d.C) le rotte desertiche dell'Asia centrale prosperarono e la seta
continuò a raggiungre l'Iran e i porti del Mar Arabico.
Circa 50 anni dopo la sconfitta: due nuovi centri di potere
-Gupta in India, lungo il Gange, controlla gran parte del sub cont. indiano
-Bisanzio (Costantino sposta capitale a Roma)
Da questo momento l'impero bizantino si trasformò in un importante produttore di seta e in un grande
mercato. 20
Sotto il dominio bizantino, il cristianesimo divenne sempre più legato al potere statale: lo stesso accadde in
Iran sotto i sasanidi allo zoroastrismo e all'induismo sotto i Gupta. In Cina le potenze regionali che si
avvicendarono dopo la frammentazione del potere erano legate al buddhismo.
21
CAPITOLO 4.
All’inizio del III sec, lungo le via della seta si verificarono importanti cambiamenti politici e religiosi:
- I Sassanidi ( iraniani) sostituirono i Parti e cercarono di ripristinare l’antica religione iraniana, lo
zoroastrismo
- In India salì al potere la dinastia Gupta che cercarono di restaurare la religione indù
- In Cina si dissolve l’unità politica e emersero numerosi poteri regionali. Venne abbandonato il
confucinanesimo a favore del buddismo
- L’impero romano era in crisi. Costantino nel 330 trasferì la capitale e Bisanzio che diventò
Costantinopoli, favorendo involontariamente il declino dell’Impero d’Occidente.
Tuttavia, il commercio proseguì sia per via terrestre che marittima e gli unici centri che effettivamente
scomparvero furono alcune città carovaniere situate del deserto, vicino alla frontiera orientale con l'impero
romano, come Petra e Palmira
.
Inizialmente solo il governo Sasanide rafforzò il suo ruolo nei commerci, in seguito, nel V sec. l'imp.
bizantino divenne una potenza commerciale e nel VII deteneva, insieme alla Cina, il monopolio di
produzione e vendita della seta.
Nel primo medioevo quindi, il commercio prosperò insieme alle istituzioni religiose. Nonostante alcune, in
particolare il buddhismo e il cristianesimo, condannassero la corsa verso la ricchezza materiale e
identificassero la santità con il ritiro dalla vita mondana e la concentrazione sulla sfera spirituale, usanze e
pratiche religiose fecero aumentare la richiesta di beni di lusso: i governi li utilizzavano come doni alle
istituzioni religiose, per ostentare la propria devozione o il loro status. Di conseguenza, per garantirsene
una costante fornitura,i membri del governo si fecero direttamente coinvolgere.
All’inizio dei I sec d C il buddismo, si diffuse in India, Afganistan e Cina.
Nel I sec il buddismo subì, però, una battuta di arresto
sempre nel I sec, subisce una battuta di arresto in Cina a causa di una supposta "cospirazione": a causa di
un’ipotetica “cospirazione”:
durante il regno dell'imperatore Mingdi, Liu Ying, principe della dinastia Han, patrocinò buddhismo e
taoismo. L'imp. sospettava che il principe stesse cercando di impadronirsi del trono con l'aiuto di un "culto
straniero", soppresse il movimento e il principe si tolse la vita. Circa 2000, tra cui monaci buddhisti,
risultarono implicati e il culto impiegò circa un secolo per riprendersi. Non riuscì comunque mai a
conquistare i membri dell'elite durante l'impero Han.
La vera opportunità per il bud. giunse alla caduta dell'impero Han: con l'indebolimento del governo
centrale, scoppiarono guerre civili.
Tali lacerazioni
-intaccarono l'unità fondamentale del tessuto sociale cinese, la famiglia confuciana patriarcale
- la distruzione dell'impero minò la giustificazione confuciana del potere imperiale, secondo cui essa era
legittimata dal movimento dei corpi celesti: così come essi ruotavano in modo ordinato attorno a un punto
stabile e centrale, la stella polare,la politica cinese doveva ruotare attorno alla figura dell'imperatore.
A livello locale, l'autorità si irradiava dagli antenati defunti al capofamiglia. Le relazioni tra regno celeste e
imperatore erano come quelle tra padre e figlio, così come quella tra imperatore-suddito. L'uso di una
metafora famigliare indica l'importanza di tale unità. 22
Nel IV sec quando molti nomadi giunsero in Cina settentrionale, molti fuggirono a sud del fiume Azzurro.
In circostanze così critiche,il modello famigliare confuciano spesso non era più sostenibile e a nord i nomadi
e i loro discendenti avevano adottato strutture sociali e valori culturali molto diversi.
In questa fase il buddismo si diffuse tra la gente normale e tra molti sovrani cinesi e stranieri.
Quando i sovrani di origine nomade si trovarono a amministrare società sedentarie, cercarono l’appoggio
dei monaci, che usarono la loro influenza per ridurre la violenza nei confronti delle popolazioni.
Le rotte rifiorirono e le città intorno al Takla Makan e al corridoio di Hexi si arricchirono no d monasteri. La
loro prosperità era dovuta all’agricoltura e al commercio di beni di lusso, di cui gli stessi monasteri erano
consumatori.
Nel V sec i sovrani cinesi erano ormai ferventi buddisti e investivano nella costruzione di monasteri e di
gigantesche statue di Buddha.
I pri