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IDEOLOGIE E FORME CULTURALI NEL TEMPO DEL POSTMODERNO
- L'uso del termine postmoderno si è imposto per definire i caratteri delle forme culturali delle
società industriali avanzate, che vedono giungere ad esaurimento tutte le forme sperimentate
dalla modernità. Il mondo della cultura nel suo complesso si sente nella posizione di chi viene
"dopo".
- Nell'ambito della letteratura, gli usi del termine sono vari ed indeterminati. Tenta di definire una
situazione in cui l'esperienza letteraria è sganciata da ogni prospettiva storica e ideologica e da
ogni possibilità di invenzione del nuovo, tendendo al riciclaggio e alla combinazione di forme già
consumate.
- Il concetto di "postmoderno" rende conto in primo luogo delle trasformazioni antropologiche
intervenute in seguito allo sviluppo industriale del secondo Novecento. Designa una condizione
culturale in cui tutte le conquiste della modernità sono giunte a saturazione: mostra come
l'orizzonte attuale sia dominato da una comunicazione "vuota", televisiva, informatica.
- Implica una chiusura della storia della letteratura, della storia delle arti, perchè in esso tutto
diviene simultaneo: i valori individuali e personali si annullano nella riproduzione in serie di testi,
di messaggi, di immagini; si svuota di senso lo stesso concetto di stile (non si differenzia più
l'originale dalla copia).
- Artisti postmoderni non fanno altro che registrare l'esaurimento dell'avanguardia. Infatti piano
piano sempre chiudersi la stessa dialettica tra tradizione e innovazione: tutte3 le deviazioni dalla
orma tentata dalle avanguardie di questo secondo sono state riassorbite dai linguaggi e dalle
tecniche pubblicitarie.
Umberto Eco - (Alessandria 1932 - Milano 2016). Studioso di estetica, curioso di ogni forma
artistica, rivelatosi un grande teorico all'interno del Gruppo 63. Diventa semiologia di fama
mondiale e professore di semiotica all'Università di Bologna.
Opera aperta (1963)
Trattato di semiotica generale (1975)
Lector in fabula (1979)
Il nome della rosa (1980)
- Insieme di generi letterari, dal giallo al romanzo storico, la mimesi degli stili medievali e lo
scherzo del giornaletto umoristico, l'elucubrazione erudita e la parodia più sfrontata.
- L'opera ambientata nel Medioevo parla di un detective intenso a risolvere un caso di omicidio
all'interno di un'abbazia, mischiando così un genere elevato e un genere che ai tempi veniva
considerato basso (il giallo)
- Il racconto è scritto i una maniera che miscela la mimesi degli schemi medievali con l'umorismo
e lo scherzo dei giornaletti.
Analisi del brano "Postille a Il nome della Rosa"
- Sono una sorta di introduzione al romanzo in cui Eco non introduce la storia bensì da la propria
individuazione personale del movimento del postmodernismo.
- L'autore evidenzia la differenza tra l'avanguardia, il moderno e il postmoderno: se la prima
effettua un allontanamento totale dal passato, distruggendo la forma e, poi, annullandola
arrivando all'astratto, il secondo riconosce che il passato non può essere eliminato. Il
postmoderno in risposta al moderno, prende coscienza del fatto che il passato, tutti gli
avvenimenti, sono accaduti ed esistiti, per cui va unicamente rivisitato con l'ironia.
- Per ironia si intende un gioco meta-linguistico: se con il moderno chi non capisce il gioco non
può fare altro che rifiutarlo, con il postmoderno anche chi non capisce il gioco nascosto può
sempre accettarlo e prenderlo seriamente.
LA RESISTENZA DELLA LETTERATURA
- La letteratura che ha voluto mantenere una continuità con la grande tradizione del Novecento si
è trovata in una posizione di "resistenza" e di opposizione: scrittori e narratori che non si sono
piegati immediatamente alle esigenze del mercato.
- La letteratura continua a mostrate che questo in cui viviamo non è assolutamente il migliore dei
mondi possibili.
- La resistenza non si lega a scelte ideologiche precostituite. Proprio perchè è venuto meno il
senso della battaglia intellettuale, perché ci si trova di fronte ad una deriva delle ideologie, la
letteratura resiste soprattutto grazie ai suoi principi interni.
Giovanni Giudici - (La Spezia 1924 - La Spezia 2011). Si è laureato in letteratura francese, ha
ricevuto un'educazione cattolica, ha svolto varia attività politica di sinistra.
L'educazione cattolica (1963)
La vita in versi (1965)
Autobiologia (1969)
- Giudici trova un nuovo, più stretto nesso tra poesia e vita.
- La parola da lui "inventata" per il titolo, spiega come cerca qualcosa di diverso dal'autobiografia:
non mira ad una poesia-confessione, ma a una poesia che affondi nelle sua radici biologiche,
che ne sia la manifestazione vitale.
- La poesia vuole essere una sorta di espansione biologica dell'io e ovviamente lo strumento
privilegiato è la lingua.
Analisi del brano "Ballata della lingua"
- Si svolge com un'atto d'amore per la lingua italiana.
- Ognuna delle strofe te tratta di un aspetto particolare della lingua, dai diversi registri e forme in
cui essa circola nell'uso quotidiano, nell'esperienza del soggetto e nella ricerca poetica.
- La prima strofetta (vv. 1-6) si riferisce in generale alla variante colta dell'italiano più diffusa e
dominante negli anni Sessanta, che il poeta indica scherzosamente come milano-romanese. La
seconda strofetta (vv. 7-12) chiama in causa i rapporti individuali e intimi con la lingua stessa, il
suo esprimere colpa e contrizione personale. La terza (13-18) confronta la precisione di una
lingua puntuale. La quarta (19-24) si riferisce alla lingua dell'amore. La quinta (25-30) inserisce
un richiamo alla durezza ridicola della lingua militare. La sesta (31-36) si rivolge alla lingua
elusiva. La settima (37-42) tratta della lingua costretta a simulare ossequio e ulità verso chi è i
posizione di forza. L'ottava tocca più direttamente l'aspirazione del poeta a identificare la poesia
come vita.
Alda Merini - (Milano 1931 - Milano 2009). Nata da una famiglia in condizioni economiche
modeste, si ritenne sempre una ragazza sensibile con il carattere malinconico, ma brava negli
studi. Nel '47 incontra le prime ombre della sua mente, e viene internata per un mese, dopodichè
verra seguita da alcuni psicoanalisti. Sposerà Ettore Carniti, dal quale avrà 4 figlie ma avrà sempre
problemi con la sua malattia mentale del bipolarismo.
Destinati a morire (1980)
- Prima raccolta dopo il lungo silenzio della malattia. Raccolta di poesie avente come argomento
principale appunto la poesia. Presenta molte poesie già apparse in volumi precedenti.
Analisi della poesia "I poeti lavorano di notte"
- Il componimento contiene una riflessione sulla poesia e sul suo potere conoscitivo, motivo
centrale della produzione della Merini, che a Orfeo ha dedicato la sua prima raccolta in versi.
- Scritto in una lingua piana e quasi del tutto priva delle visionarie oscurità che spesso dominano
la poesia di Alda, il motivo centrale è la potenzialità della parola poetica come mezzo per
comunicare come l'assoluto e per perlustrare l'ignoto. Sembra che tra poesia e divinità si instauri
un rapporto agonistico, tanto che i poeti temono di offendere Iddio.
- Questa potenzialità della poesia si esprime attraverso le immagini della notte e del silenzio,
trova la sua forza indagatrice proprio dai lati oscuri della realtà, essa si alimenta del buio e del
silenzio, compagna di animali notturni come il falco, la cui natura di predatore rinvia alle
potenzialità aggressive della poesia, e l'usignolo, ammaliatore dei poeti.
- Il componimento può essere suddiviso in 3 parti: nella prima quartina si sottolinea l'eccezionalità
del lavoro dei poeti attraverso la distanza dalla routine quotidiana. Nella seconda, il paragone
del poeta con il falco e l'usignolo. La terza contiene un'esaltazione della potenzialità della
poesia.
Vincenzo Consolo - (Sant'Agata di Militello 1933 - Milano 2012). Studia Giurisprudenza in
Cattolica, ma si laurea con una tesi in filosofia del diritto all'Università di Messina, dopo aver
assolto il servizio militare.
Nottetempo, casa per casa (1992)
- Opera ambientata a Cefalù negli anni Venti.
- Il protagonista è il maestro di scuola socialista Pietro Marano, il quale vive la sua educazione
sentimentale in netta contrapposizione con il disfacimento del mondo che lo circonda.
- La Sicilia degli anni Venti qui descritta si presenta come rappresentazione concreta della Sicilia
e dell'intera Italia contemporanea.
Analisi del brano "La fuga e la scrittura" (capitolo 12)
- Troviamo il protagonista Pietro nella torre dove vuole rifugiarsi a vivere la propria malinconia e a
tentare la scrittura, ormai sul punto di abbandonare la propria città è la propria casa.
- Petro ha compiuto per vendetta un attentato, prendendo dell'esplosivo in una cava e
arrampicandosi sopra il balcone del palazzo del barone Ciccio per accendervi la miccia.
- Un senso di colpa domina il personaggio per il gesto clandestino compiuto; ma nell'aggravarsi
della situazione e nel moltiplicarsi delle aggressioni fasciste, viene convinto dai compagni a
fuggire. Nella sua disperazione si affida alla scrittura. L'ultima parte del brano costituisce una
breve ma intensa riflessione in cui la voce di Petro si sovrappone a quella dell'autore, sul valore
della scrittura, sulla sua debolezza e sulla sua forza.
Dacia Maraini - (Fiesole 1936). Appartiene all'antico casato siciliano di origini pisane degli Alliata
di Salaparuta. Trascorse l'infanzia in Giappone, dove dal '43 al '46 fu internata in un campo di
concentramento giapponese, dove patì fame estrema. Tornata in Italia si trasferì dapprima in Sicilia
e poi a Roma, dopo la separazione sei genitori decise di seguire il padre a Firenze e poi di nuovo a
Roma.
La lunga vita di Marianna Ucrìa (1990)
- Viene raccontata la storia di Marianna, ragazza sordomuta della prima metà del Settecento.
Tutto il romanzo è impregnato dalla forza di identità della figura femminile e della rivendicazione
della parità dei sessi che, visti dal punto di vista della protagonista, assumo sempre più
consapevolezza nel corso della narrazione.
- È inoltre evidente che la storia di Marianna vuole essere una vive denuncia dell'inferiorità della
condizione femminile 'in qualsiasi tempo, ma che se descritta nella prima metà del Settecento
ha un riscontro più profondo.
Analisi del brano "Marianna a Bagheria" (capitolo 7)
- Marianna viene a sapere dalla madre che la famiglia ha deciso di