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FUNZIONE:
• Nel feto costituisce il modello per la formazione dello scheletro definitivo
• Determina l’accrescimento delle ossa lunghe
• Ha funzione di sostegno
• Permette il movimento ( articolazioni)
COMPONENTE CELLULARE: Le cellule autoctone della cartilagine sono i
condroblasti e i crondrociti.
Iniziano il loro differenziamento a partire dalle cellule condrogeniche mesenchimali
contenute nello strato interno del pericondrio.
Queste diventano condroblasti e sintetizzano ECM che fa in modo che le cellule si
allontanino tra loro e vengano intrappolate in lacune di matrice. All’interno della lacuna i
condroblasti possono dividersi formando gruppi di cinque cellule detti gruppi isogeni.
Una volta maturi i condroblasti diventano condrociti, cellule quiescenti caratterizzato da
un vacuolo interno ricco di secreti lipidi.
Istogenesi della cartilagine – accrescimento per opposizione / interstiziale
Cellule condrogeniche (opp)
|
Condroblasti (lacune)
|
Condrociti (gruppi isogeni- intersit.)
COMPONENTE EXTRACELLULARE : La cartilagine ha la particolarità di non
essere né innervata né vascolarizzata, pertanto assume i nutrienti dall’ECM. L’ECM a
sua volta assorbe i nutrienti che provengono dalla fitta rete di capillari dei tessuti
connettivi intorno i quali formano una guaina specifica di tessuto connettivo fibrillare
denso detta PERICONDRIO (funzione trofica e condrogenica poiché possiede uno
strato interno in cui vi sono le cellule progenitrici dei condroblasti).
Sulla base delle caratteristiche dell’ECM la cartilagine si distingue in:
Cartilagine ialina (sostanza amorfa)
Cartilagine elastica(fibre collagene)
Cartilagine fibrosa (fibre elastiche)
a. Cartilagine ialina
È la cartilagine più diffusa sia nell’adulto che nel feto ( scheletro primario ).
Prende questo nome perché nei preparati istologici a fresco appare semitrasparente.
Ha proprietà di flessibilità e resistenza alla compressione che derivano dalla
composizione della sua ECM.
La componente amorfa è costituita prevalentemente da:
• Acqua
• Proteoglicani – aggrecani
• Glicoproteine
La componente fibrillare è composta soprattutto da collagene di tipo II ( non si
organizzano in fasci come il collagene di tipo I e pertanto si disperdono nella ECM).
La cartilagine ialina presenta regioni che differiscono morfologicamente:
• Regione centrale: gruppi isogeni e condrociti riuniti
• Regione intermedia: condrociti isolati
• Regione periferica: condroblasti
Cartilagine articolare. La cartilagine articolare riveste le superfici delle ossa nelle
articolazioni ( coinvolte nel movimento) e consente perciò alle articolazioni di
sopportare pressioni meccaniche.
È priva di pericondrio, pertanto le cellule vengono nutrite dal liquido sinoviale (fluido
limpido, poco filante e viscoso, che grazie alla sua azione lubrificante protegge le
superfici articolari diartrosiche dall'usura e dal logorio. Le diartrosi sono le articolazioni
più comuni del corpo umano.)
Nel suo spessore si distinguono tre strati:
• Lo strato radiale adiacente al tessuto osseo, gruppi isogeni disposti tra
loro parallelamente a formare colonne
• Strato intermedio disposti ad arco e di forma globosa
condrociti
• Strato tangenziale alla cavità articolare , condrociti allungati
adiacente
e fibre di collagene disposte parallelamente.
Nella matrice articolare sottoposta a forze di pressione è essenziale il ruolo dell’acqua
per il mantenimento della struttura della cartilagine stessa.
Infatti quando la cartilagine è sottoposta a compressione la rete formata da
proteoglicani e acqua si comprime, ciò determina l’avvicinamento dei proteoglicani e
delle fibre collagene.
Quando la compressione viene meno, viene richiamata altra acqua e si ritorna alla
struttura originaria.
Inoltre il movimento di acqua facilita il processo di diffusione di nutrienti per i condrociti.
Cartilagine metafisaria. La cartilagine metafisaria si trova in una zona discoidale
interposta tra l’epifisi e la diafisi di un osso lungo in accrescimento.
Partendo dall’epifisi e proseguendo verso la diafisi è possibile riscontrare varie zone:
• Zona a riposo no attività mitotica
• Zona proliferativa attività mitotica
• Zona ipertrofica condrociti riassorbono ECM ingrandendosi
i
• Zona della cartilagine in degenerazione calcificazione dell’ ECM e
morte delle cellule che non sono più nutrite
• Zona di invasione del tessuto osseo.
a. cartilagine elastica
La cartilagine elastica si trova nell’orecchio esterno, nei dotti uditivi esterni ed interni e
in alcune aree cartilaginee della laringe.
La caratteristica principale è la presenza di numerose fibre elastiche associate a fibre
collagene II che conferiscono maggiore elasticità alla cartilagine e il caratteristico
colore giallastro.
Presentano un’organizzazione simile alla cartilagine ialina ma la sostanza amorfa è
meno abbondante (perché coperta da una fitta rete creata dalle fibre elastiche e dal
collagene II) b. cartilagine fibrosa
La cartilagine fibrosa è caratterizzata da un colore biancastro e dall’assenza di
pericondrio.
Si trova nei dischi intervertebrali, dischi e menischi intrarticolari e nella sinfisi pubica.
Ha la funzione di resistere alle deformazioni causate da forti sollecitazioni.
Si trova in continuità con la cartilagine ialina e con il connettivo denso dal quale è
difficile distinguerla.
È caratterizzata da scarsa componente amorfa e da abbondante componente fibrillare,
in particolare collagene I che si unisce a collagene II e forma fasci immersi in scarsa
ECM.
I condrociti inoltre sono poco numerosi e sono contenuti in una capsula basofila che li
delimita.
ISTOGENESI
L’istogenesi è il processo di formazione della cartilagine.
La cartilagine si forma dal mesenchima ( tessuto embrionale) a partire dalla quinta
settimana di via intrauterina. Le cellule mesenchimali ritirano i loro prolungamenti
citoplasmatici e assumono una forma di cellula globosa, aggregandosi in centri di
condrificazione.
A questo punto le cellule si differenziano in condroblasti e iniziano a secernere ECM.
Con l’aumentare della matrice le cellule rimangono intrappolate in lacune di matrice
dove diventano condrociti.
I condrociti mantengono la loro capacità di dividersi per mitosi dando luogo
all’accrescimento interstiziale. I condrociti che si dividono creano gruppi di cellule che
prendono il nome di gruppi isogeni.
Un ulteriore accrescimento detto di opposizione avviene a partire dalla zona interna del
pericondrio dove le cellule si differenziano in condroblasti .
Tessuto osseo
DEFINIZIONE: Il tessuto osseo è un tessuto connettivo di sostegno caratterizzato da
una ECM notevolmente dura a causa di un elevato grado di mineralizzazione.
Ciò conferisce all’osso la capacità di resistere a pressione, trazione e flessibilità.
FUNZIONE: Pertanto è essenziale per svolgere la funzione di sostegno del corpo e
di protezione degli organi interni.
Esso è anche implicato nel processo di omeostasi del calcio. Infatti esso fornisce calcio
ove c’è necessità rimodellandosi continuamente (rimodellamento osseo).
COMPONENTI : il tessuto osseo è formato da una componente cellulare e una
componente extracellulare (matrice ossea).
La matrice ossea possiede una componente amorfa (glicoproteine, GAG, fibre
collagene I) e una componente minerale (bicarbonato e fosfato di calcio).
La componente cellulare è di derivazione mesenchimale (connettivo) ed è costituita da
diversi tipi di cellule gli osteoblasti che derivano dalle cellule osteo - progenitrici e
producono matrice ossea e li osteociti che rimangono intrappolati nelle lacune ossee
(le quali sono connesse tra loro e connettono gli osteociti. Un’altra famiglia di cellule è
costituita dagli osteoclasti, questi hanno origine da cellule progenitrici dei macrofagi e
migrano nel tessuto osseo per intervenire nei processi di demolizione di parti di
tessuto. Cellule osteoprogenitrici : si trovano nel periostio, nell’endostio, nei canali
di Havers e Volkmann.
Derivano dal mesenchima e formeranno sia le cellule el tessuto cartilagineo che
di quello osseo.
Infatti, nelle regioni vascolarizzate darano origine agli osteoblasti mentre in
quelle non vascolarizzate ai condrobasti.
Hanno capacità proliferativa durante l’accrescimento o la riparazione dell’osso.
Osteoblasti: cellule globose e voluminose in attiva sintesi di matrice.
Hanno un nucleo eucromatico e un citoplasma basofilo ricco di organelli tra i
quali in particolare sono sviluppati il RER e il Golgi. In prossimità della
membrana si trovano vescicole per esocitosi, implicate nel processo di
mineralizzazione. Nella zona apicale presentano granuli ricchi di calcio.
Gli osteoblasti vengono racchiusi nelle lacune a mano a mano che sintetizzano
ECM e maturano diventando osteociti.
Mineralizzazione il processo ha inizio negli osteoblasti con la secrezione nella
matrice di vescicole contenenti degli enzimi (fasfatasi alcalina e pirofosfatasi).
Nella matrice le vescicole esocitate fungono da nucleo per la formazione di
cristalli di fosfato di calcio che diventeranno cristalli di idrossiapatite.
Osteociti: sono osteoblasti al termine del differenziamento cellulare e
sono intrappolati nelle lacune ossee. Hanno la forma di un ellissoide
appiattito e allungato con l’asse maggiore parallelo al decorso delle fibre
di collagene lungo le lamelle. Il nucleo è centrale e i citoplasma è povero
di organelli. Presenta numerosi prolungamenti all’interno dei canalicoli
che li mettono in comunicazione con altri osteociti (tramite gap junction) e
con i nutrienti.
A differenza dei condrociti nella cartilagine, negli osteociti non avviene mitosi.
La loro funzione non è ben nota ma si pensa che siano implicati nella
conservazione dell’osso in quanto, in seguito alla loro morte, essi assorbono la
matrice.
La loro morte causa lacerazioni e fratture che vengono riparate dagli osteoclasti.
Osteoclasti: sono cellule di grandi dimensioni, poste sulla superficie
ossea. La loro funzione è quella di degradare la matrice ossea. La loro
forma varia in base alla loro condizione; quando sono liberi presentano
dei lamellipodi che favorisce la loro motilità. Quando entrano in azione
sottoposti a stimolati ritirano i lamellipodi ed emettono delle evaginazioni
lunghe e ramificate dette podosomi. (diventano cellule polarizzate).
Terminato il loro compito di assorbimento vanno