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Giappone, dove fu sperimentata la cosiddetta produzione flessibile che si basa su una
catena produttiva dettata dal consumatore e la cui domanda determina la quantità e il
tipo di prodotti da realizzare. Due strategie importanti per il successo della produzione
flessibile sono la pronta consegna e l’esternalizzazione. La prima si riferisce al modo in
cui un’impresa gestisce il suo magazzino e ottiene le forniture di cui ha bisogno, mentre,
la seconda fa sì che un’impresa affidi a un’altra un’attività che precedentemente veniva
realizzata internamente. Questo processo richiede sempre la presenza di un’altra azienda
che può trovarsi nello stesso paese o all’estero e in questo caso si parla di
delocalizzazione che ha avuto 3 importanti conseguenze: in primo luogo essa ha dato alla
produzione un carattere molto più globale, in secondo luogo ha contribuito a una nuova
divisione internazionale del lavoro e infine, ha avuto importanti effetti anche sulla
geografia del profitto. Seguendo l’esempio del Giappone, anche il resto del mondo si è
industrializzato grazie a 3 fattori: le iniziative promosse dai governi per migliorare il
commercio, il passaggio graduale ad una produzione tecnologica e la presenza di forza
lavoro scolarizzata e qualificata. Una parte della crescita nella produzione in aree
periferiche è attribuibile all’espansione delle zone industriali economiche speciali cioè
aree industriali che funzionano secondo politiche e leggi diverse rispetto al resto del
paese in cui si trova. Le prime ZES furono istituite in Cina e hanno contribuito ad
aumentare il numero di lavoratrici donne. Un altro tipo di area industriale è la
maquiladora cioè un impianto manifatturiero che importa materiali esenti da dazi
doganali, li assembla, li tratta e infine li esporta. La crisi del fordismo ha segnato un
periodo di cambiamento strutturale all’interno dei paesi industrializzati portando alla
deindustrializzazione cioè un calo dei posti di lavoro nelle attività manifatturiere. In
generale si può dire che l’evoluzione strutturale di un’economia parte da un primo stadio
in cui predomina il settore primario, per passare a una fase di crescita dell’industria
manifatturiera e poi dei servizi. La crescita del settore dei servizi oltre ad avere un grosso
impatto sull’impiego femminile, è associata anche all’emergere delle società post-
industriali che presentano alti livelli di urbanizzazione, prevalenza di colletti bianchi,
infrastrutture basate sull’informatica e le comunicazioni e un’economia basata sulla
conoscenza. Uno dei migliori indicatori di un’economia basata sulla conoscenza è la
quantità di denaro spesa in ricerca e sviluppo dalle imprese che fanno parte di un
tecnopolo.
La circolazione: flussi,reti e nodi.
Un tempo la circolazione delle persone, delle notizie e delle idee si svolgeva
prevalentemente in ambiti geografici limitati. Con le nuove tecnologie applicate ai mezzi
di trasporto che ne aumentano la velocità diminuendo quindi il tempo, le comunicazioni
fra le varie parti della Terra sono molto più semplici. La telematica, invece, ha ridotto le
distanze funzionali e ha reso possibile la trasmissione di dati, notizie, eventi e immagini in
tempo reale cioè nel tempo stesso in cui si sono verificati o sono stati prodotti. I trasporti
si muovono attraverso le reti che collegano fra di loro i centri principali chiamati nodi.
Esistono 3 tipi di reti: rete centrale (Francia), rete decentralizzata (Paesi Bassi), rete
distribuita (Germania). La rivoluzione dei trasporti è un cambiamento nei trasporti
verificatosi nella seconda metà della 21esimo secolo che ha portato a una forte riduzione
dei costi e ad un enorme aumento dei flussi. Il trasporto su gomma è legato alle strade
che furono costruite per la prima volta dai Romani e il 78% delle merci è trasportato con
gli autotrasporti. Le prime linee ferroviarie furono costruite in Inghilterra e sono
strettamente legate alla rivoluzione industriale, infatti, i vecchi paesi industrializzati sono
quelli con le reti ferroviarie più dense. Si trattava in gran parte di ferrovie dette di
penetrazione che collegano un porto a una regione interna che produce beni da
esportare. Lo spostamento sulle ferrovie è veloce ed economico ma molto spesso per
velocizzare lo spostamento da un nodo centrale all’altro si evitano le fermate intermedie
a discapito quindi dei paesini nel mezzo. I treni necessitavano di un tracciato più lineare
rispetto alle auto e quindi per far superare loro le montagne si rese necessario ricorrere a
trafori cioè tunnel sotterranei costruiti forando le montagne. I corsi d’acqua interni furono
utilizzati come vie di comunicazione sin dall’antichità. Oggi il trasporto via acqua è lento
e poco costoso ed è utilizzato soprattutto per il trasporto di merci pesanti. Il trasporto
aereo rispetto agli altri è molto più veloce ma anche molto più costoso e inquinante, per
questi motivi è utilizzato per lo spostamento di passeggeri e i maggiori collegamenti aerei
si hanno fra l’Europa e il Nord America. L’importanza degli aeroporti varia a seconda della
posizione e dei collegamenti offerti e i più importanti sono chiamati Hub.
Nel mondo attuale alla circolazione di veicoli e merci si accompagna un’intensa
circolazione di informazioni, denaro, notizie supportata dalle reti di telecomunicazione. Le
attività economiche e finanziarie che utilizzano tali reti contribuiscono allo sviluppo dell’e-
commerce. Come le vie di comunicazioni tradizionali, anche le vie telematiche non sono
distribuite equamente in tutto il mondo e quindi c’è il ‘’digital divide’’ cioè il divario fra
coloro che hanno accesso alle tecnologie e all’informazione tramite internet e coloro che
ne sono esclusi. L’ aumento dei traffici delle merci è legato anche alla
globalizzazione. Per gestire al meglio tali traffici si è reso necessario creare un insieme di
attività organizzative che gestiscono il trasporto, il trattamento e la distribuzione delle
merci in tutte le sue fasi, che prende il nome di Logistica. Di fondamentale importanza fu
l’introduzione dei container di misura standard che permettono una velocizzazione delle
operazioni di carico e scarico e un sistema di trasporto multimodale. Le attività della
logistica si svolgono all’interno delle piattaforme logistiche cioè aree in cui convergono
reti di trasporto diverse. Anche il trasporto dei passeggeri ha seguito la stessa logistica.
La rete di trasporti veloci (aerea, ferroviaria) ha alcune piattaforme di interconnessione
dove sono presenti contemporaneamente terminali aerei, stradali e ferroviari. La crescita
dei traffici delle merci è dovuta oltre che dalle innovazioni tecnologiche anche alla
divisione internazionale del lavoro e alla liberalizzazione del commercio. La divisione
internazionale del lavoro è dovuta alla delocalizzazione delle multinazionali in paesi in cui
i costi sono più bassi, mentre la liberalizzazione del commercio è dovuta alla nascita di
associazioni per l’abbattimento delle barriere per il trasferimento di beni e servizi. Con la
globalizzazione inoltre sono mutate anche le direzioni dei flussi. Le risorse primarie come
il petrolio sono sempre dirette nei paesi più industrializzati, mentre gli altri prodotti
seguono percorsi più complessi legati alla scomposizione verticale cioè allo spostamento
di essi in varie sedi di una determinata multinazionale, all’interno delle quali viene
prodotta una parte del prodotto. Il commercio internazionale è organizzato intorno a 3
poli principali: l’Europa occidentale, gli Usa e alcuni paesi dell’Asia orientale. Altri paesi
importanti sono quelli petroliferi. L’ Europa e gli Usa hanno importanti valori di
importazione mentre l’Asia di esportazione. Nel complesso i paesi del Sud del mondo
gestiscono una parte minima nei commerci mondiali.
Il turismo
Il turismo è esistito sin dai tempi dei romani. Con la rivoluzione industriale e la nascita
della classe borghese il turismo ebbe un forte sviluppo ma era un turismo d’élite cioè ad
appannaggio delle persone più ricche. Con il secondo dopoguerra nasce, invece, il
turismo di massa praticato da molte persone in diverse zone a prezzi convenienti. Il
continente privilegiato dal turismo internazionale è l’Europa e l’ Italia è fra i primi paesi
per le spiagge, per il suo patrimonio artistico e culturale e per le sue città d’arte. Il
turismo rappresenta una fonte di reddito notevole ma allo stesso tempo ha un impatto
non sempre positivo sull’territorio provocando trasformazioni funzionali e paesaggistiche
e quindi nasce il turismo sostenibile che prevede maggiore rispetto nei confronti del
territorio e dei suoi residenti. I luoghi del turismo dipendono dalle attrazioni del turista
che possono essere di tipo naturale, storico, culturale e dipendono fortemente anche
dalla pubblicità turistica e dall’immagine venduta da quel determinato luogo (es:
l’immagine di Napoli è Pulcinella, la pizza, il mare..)
La geografia urbana
Le città sono una delle componenti fondamentali del mondo contemporaneo. Sono i
luoghi principali dell’interazione sociale, dello scambio, della produzione culturale, sono i
motori dell’economia globale e hanno la funzione di località centrale al servizio di un
proprio hinterland. Un tempo le città erano città nucleari cioè compatte e circondate da
mura. Con l’industrializzazione le città nucleari si sono allargate fino a comprendere le
località vicine e sono diventate città estese in cui troviamo tutto ciò che nella vecchia
città stava nel raggio di alcune centinaia di metri. Esistono vari tipi di città estese:
-agglomerato urbano: zona urbanizzata formata dall’espansione a macchia d’olio di un
centro urbano;
-conurbazione: espansione a macchia d’olio di più agglomerati urbani vicini;
-aree metropolitane: agglomerati urbani vicini che hanno intense relazioni fra loro anche
se sono separati da zone non urbanizzate;
-megalopoli: insieme di aree urbane e metropolitane collegate tra di loro;
-megacittà: agglomerati urbani con più di 10 milioni di abitanti;
-smart city: città basate sull’uso della tecnologia che mirano a realizzare una serie di
obiettivi di sostenibilità ambientale, sociale ed economica.
Le città intrattengono con l’esterno scambi di energia, beni, servizi, denaro e
informazioni. Ciò significa che i beni e i servizi prodotti da una città non sono solo
destinati ai suoi abitanti, ma a un territor