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REGIONE NODALE
La regione nodale è l'insieme di luoghi contigui caratterizzati da attributi non omogenei, ma comunicamente connessi da reti di relazioni spaziali (flussi materiali o immateriali) più intense di quelle che intercorrono con l'esterno e strutturate secondo un'organizzazione riconoscibile.
In poche parole, la regione nodale si struttura attraverso reti di relazioni tra i poli e il territorio circostante, cioè è intesa come un campo di forze dove si possono trovare uno o più poli (attorno ai quali si concentrano le attività economiche).
Gli interrogativi fondamentali dell'approccio geografico:
- DOVE?
La localizzazione dei fenomeni nello spazio avviene in termini di:
- spazio: l'estensione della superficie terrestre non definibile a priori.
- spazio assoluto: inteso come concetto astratto, un'entità geometrica le cui dimensioni possono essere definite e misurate con la metrica corrente.
(è lo spazio delle cartegeografiche)- relativo: simile a una rete di nodi di diversa importanza e collegati tra loro, èdefinito dalle relazioni umane- luogo: è la località contraddistinta da certe caratteristiche fisiche, sociali, culturali.Ciascun luogo è identificabile attraverso la sua:- posizione assoluta: stabilita da coordinate di latitudine, longitudine e altitudine sulglobo terrestre- sito: riferimento alle caratteristiche fisiche della collocazione topografica dellaposizione assoluta- posizione relativa: la posizione che contraddistingue un luogo all’interno di unospazio
La geografia ha un approccio spaziale, cioè presta attenzione alle differenze tra un luogo el’altro, tra uno spazio e l’altro, nelle dinamiche della società e nei rapporti tra ambiente esocietà. In poche parole, compara i fenomeni.
DEF. Variazione spaziale: cambiamenti nella distribuzione di un fenomeno da un
luogo all'altro osservando la variazione possiamo indagare anche la correlazione spaziale, cioè osservare la DISTRIBUZIONE dei fenomeni sulla superficie terrestre.
DEF. Correlazione spaziale: il modo in cui due o più fenomeni condividono una stessa distribuzione e variazione spaziale
Si possono mettere in correlazione due fenomeni se essi condividono la distribuzione e la variazione spaziale (per esempio: le aree forestate e la povertà in Vietnam).
Un altro concetto chiave nell'analisi dei fenomeni è quello della DIFFUSIONE SPAZIALE:
DEF. Diffusione spaziale: movimento di persone, idee, mode, malattie... da un luogo all'altro con tempi e modalità differenti a seconda del fenomeno considerato
Qualsiasi distribuzione spaziale che avviene nel tempo ha un distinto pattern di diffusione.
Numerosi fenomeni di contatto e scambio tra le varie regioni vengono studiati dai geografi sotto forma di processi di diffusione: sviluppo socio-economico e innovazioni.
tecnologie, epidemie, cultura…
Nello spazio la diffusione può avvenire per:
- spostamento/riallocazione (ad esempio le migrazioni): ciò che si diffonde viene meno nel luogo di origine
- espansione: ciò che si diffonde persiste anche nel luogo di origine. Questa modalità si caratterizza perché avviene per VIA GERARCHICA o per CONTATTO:
- via gerarchia: ad esempio la propagazione di un’innovazione che può procedere sia verso l’alto sia verso il basso all’interno di una gerarchia
- contatto: in questo caso, il processo tende ad assumere un andamento spaziale regolare in cui la distanza è inversamente proporzionale alla probabilità di contatto, definendo così un campo di contatto (ad esempio la diffusione per contagio)
Spesso la diffusione spaziale è un misto delle varie categorie, come nel caso delle malattie.
Nel tempo, i processi diffusivi tendono a strutturarsi come successive ONDATE DI DIFFUSIONE.
Stadio
primario• stadio secondario: diffusione → emergono nuovi centri di diffusione• consolidamento: in tutta l’area rilevata osserviamo numerosi centri elittei• saturazione•Il modello di simulazione di Hagerstrand, è una simulazione basata sull’ipotesi dellaprobabilità del campo di contatto; simula come sarebbe avvenuto un tale processo didiffusione.Abbiamo detto che il territorio è la struttura spaziale dell’organizzazione dello spaziogeografico, riferita ad un prodotto sociale, storico, fabbricato dall’uomo (NON NATURALE).Il territorio è la porzione di spazio utilizzata e organizzata da una società, mezzo diproduzione e di riproduzione sociale (funzioni dell’abitare, dell’alimentazione, ma anche ditutta la complessità degli atti sociali). Comprende l’insieme dei luoghi e delle loro relazioni,dunque è:...un sistema di relazioni...un prodotto sociale organizzatoche sirealizza a partire da un dato ambiente.Il paesaggio è la forma dell'organizzazione territoriale. Secondo Lucio Gambi, geografo della scuola di geografia storica, esso si compone di: - elementi naturali: geomorfologia, reticolo idrografico, clima, natura del suolo, vegetazione - elementi antropici materiali (forme e strutture dell'insediamento, forme dei campi, modi d'uso del suolo, infrastrutture viarie, infrastrutture produttive, relitti territoriali) e immateriali (rapporti di produzione, consuetudini nella trasmissione della terra, rapporti con il mercato, influenza urbana, credenze religiose e aspetti psicologici) → Paradossalmente, il paesaggio non è ciò che è visibile MA soprattutto ciò CHE NON VEDO, ciò che sta dietro a quel risultato che posso osservareLa visione di Lucio Gambi apre la via all'attenzione sulla componente soggettiva del paesaggio, intesa come la percezione che i singoli hanno del paesaggio (ma Gambiè interessato agli elementi storici non a quelli immateriali). Nella Convenzione Europea del paesaggio, 2000, l’articolo 1 dice che il paesaggio è una parte del territorio così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva da relazioni umane e naturali. Il paesaggio, parte del patrimonio di un territorio, è l’insieme dei beni comuni naturali e innaturali → va tutelato nel rispetto della sua evoluzione tenendo conto delle preesistenze → bisogna elaborare piani paesistici che dettino norme e indirizzi nel rispetto di quelle regole formulate per la sua tutela.
2) A QUALE SCALA?
La prospettiva di indagine della geografia è sempre multiscalare per apprezzare l’interferenza tra strutture e reti di relazioni attive a scale differenti.
Osservare ---→ descrivere -----→ spiegare classificare (in base alle categorie logiche della descrizione geografica)
IL CONCETTO DI SISTEMA
A fine anni 70/inizio anni 80, si impone
l'analisi dell'insieme delle relazioni reciproche tra ambienti naturali e antropizzati e gli organismi che agiscono al loro interno. Vi è la necessità di applicare categorie logiche più adeguate a studiare la complessità del reale, di fronte allo sviluppo di procedure di ricerca tendenti alla scomposizione analitica delle componenti dei fenomeni osservati, isolate e studiate singolarmente, e fondate su nessi di casualità lineare. Si ritiene che il mondo sia da interpretare come un organismo unico complesso e che le singole parti non debbano essere analizzate da sole in se stesse; Ludwing von Bertalanfhy (1968) pubblica la teoria generale dei sistemi. DEF. Sistema: insieme di elementi interagenti entro determinati confini e connessi reciprocamente mediante RELAZIONI che connettono gli elementi secondo una struttura organizzata e stabile, finalizzata ad una funzione. Il funzionamento di tutto il sistema deve essere compreso per la spiegazione degliEsiti delle sue componenti. Una proprietà chiave dei sistemi è il DINAMISMO, poiché la loro struttura è investita da continui processi di mutamento endogeno e/o esogeno. Un mutamento di una scala variabile si propaga inevitabilmente a tutto il sistema secondo tempi e modalità che dipendono dalla complessità della sua struttura. Nel caso del geosistema, il flusso di imput/output lo connettono con l'ambiente esterno.
Le relazioni di un sistema sono catalogate in 3 tipologie in base alla propagazione del mutamento:
- in serie o lineari
- in parallelo
- di feedback o retroazione (positivo o negativo)
Le relazioni di feedback costituiscono la connessione diretta o indiretta di tutti gli elementi del sistema tra loro, attraverso la propagazione del mutamento.
I sistemi possono formare delle gerarchie in cui i sistemi minori sono elementi di sistemi maggiori.
CLASSIFICAZIONE DEI SISTEMI:
- morfologici: il cambiamento di livello di una componente del sistema provoca cambiamenti paralleli e congiunti nelle altre componenti (ad esempio la barriera corallina) → il sistema cresce finché un suo elemento non agisce contro- a cascata: le relazioni tra gli elementi implicano dei trasferimenti di energia o materia dove l'output di una componente diventa l'input di un'altra (ad esempio il ciclo idrologico della terra) → questo ciclo è chiuso in se stesso- di controllo: intervento dell'uomo con modalità di controllo su un sistema degli altri due tipi (ad esempio gli incendi preventivi)
IL CONCETTO DI ECOSISTEMA è l'insieme delle relazioni che connettono gli elementi biotici (vegetali/animali) organizzati in una data comunità (BIOCENOSI) entro una data area (BIOTOPO) mediante SCAMBI DI ENERGIA E MATERIA.
Tali relazioni sono reciproche tra gli organismi della biocenosi e tra essi e il substrato inorganico rappresentato dal loro habitat naturale.
Lo specifico luogo in cui vive un organismo
all'interno di un ecosistema si definisce habitat. Si chiamano fattori abiotici le componenti fisiche e chimiche dell'ambiente (o biotipo) e si chiamano componenti biotici le componenti della comunità vivente (o biocenosi). Tutti gli ecosistemi sono interconnessi e la totalità di queste relazioni costituisce la biosfera, ovvero quella zona della Terra che permette la vita di piante e animali e si estende dalla crosta terrestre fino alle parti più basse dell'atmosfera, comprendendo tutti gli ecosistemi del pianeta. Elementi biotici: biosfera Elementi abiotici: atmosfera / litosfera / idrosfera La vita ha luogo solo negli strati superficiali della litosfera, dell'atmosfera e in quelli relativamente superficiali dell'idrosfera. Gli scambi di energia che animano il funzionamento dell'ecosistema, permettendone la sussistenza, si configurano secondo un flusso unidirezionale di input/