Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Segni delle attività produttive: capannoni industriali. Bacini di raccolta, condotte forzate, centrali idroelettriche
ed elettrodotti.
36
Gli edificî a tettoia, per i quali è prevista una simbologia particolare, sono costruzioni coperte nelle
quali i muri sono sostituiti da pilastri in metallo o muratura. Sono pure rappresentate le centrali
idroelettriche coi relativi laghi serbatoio e le principali condotte forzate (specie se visibili).
L’orientamento e la lettura delle carte topografiche
Una volta acquisita dimestichezza con la simbologia convenzionale, si pone il problema
dell’orientamento della carta, cioè della sua lettura nel verso giusto rispetto al terreno. In pratica,
se ci troviamo in un luogo contrassegnato dal punto A e ci si deve spostare in linea retta verso il
punto B, si tratta di stabilire a quale direzione reale sul terreno corrisponde il segmento AB tracciato
sulla carta e viceversa.
Leggere una carta significa interpretarne le informazioni disponendola in modo che ad una de-
terminata direzione sul foglio corrisponda la corretta relativa direzione sul terreno. Ciò in pratica
significa associare al nord della carta la direzione reale del nord geografico sul terreno.
Per risolvere il problema dell’orientamento si ricorre di solito alla bussola. Prima di passare ad
esaminare le modalità di lettura di questo strumento è necessario, tuttavia, dare un cenno somma-
rio sulle leggi fisiche che ne regolano il funzionamento per capirne i limiti d’impiego e per ottimiz-
zare le informazioni che da essa sono ricavabili ai fini di un migliore orientamento.
1. Il campo magnetico terrestre
È noto che la bussola è costituita da un piccolo ago magnetico, libero di ruotare sospeso su un
perno all’interno di una scatola provvista di quadrante angolare graduato. Il movimento dell’ago è
determinato dalle forze d’attrazione su di esso esercitate dal campo magnetico terrestre.
È altrettanto noto che, se poniamo una piccola calamita in vicinanza di una di dimensioni mag-
giori, la prima tenderà a disporsi in una direzione particolare, orientandosi con il proprio polo nord
verso il polo sud della seconda e viceversa.
Lo stesso avviene in presenza del campo magnetico terrestre, le cui linee di forza assumono un
andamento caratteristico che ha come punti d’inizio e di fine i due poli magnetici. Ciò che interessa
sapere è come si comporterà un piccolo ago calamitato lasciato libero d’orientarsi in presenza del
campo magnetico terrestre.
Come tutti i campi di forza, il campo magnetico generato da una calamita e, quindi, anche da
quello terrestre, possiede alcune proprietà fondamentali:
tutti i punti dello spazio sono attraversati da linee di forza; dovunque ci si trovi, è quindi
presente una linea di forza;
per ogni punto passa una sola linea di forza; fanno eccezione alcuni punti particolari del
campo, detti poli magnetici, nei quali convergono infinite linee di forza: in un campo
magnetico bipolare – come quello terrestre – tutte le linee di forza escono da un polo
ed entrano nell’altro;
un piccolo dipolo magnetico (l’ago della bussola) che si trova all’interno del campo di
forze tenderà a disporsi con il proprio asse in direzione parallela a quella della linea di
forza che l’attraversa; in tal modo, una delle punte dell’ago si dirigerà verso uno dei poli
magnetici, l’altra verso il polo opposto.
L’ago della bussola ha quindi la proprietà di puntare costantemente verso il polo nord magne-
tico (e la sua opposta estremità verso il polo sud) seguendo la direzione delle linee di forza che
l’attraversa. Il polo nord magnetico non corrisponde al polo nord geografico; il primo si trova at-
tualmente ad Ellesmere, nel Canada settentrionale, a circa 1.100 km dal polo nord geografico, men-
tre il polo sud magnetico è oggi al largo della Terra di Wilkes, in Antartide. A complicare la situazione
è il fatto che le linee di forza non si dirigono verso i due poli magnetici seguendo il percorso più
breve, ma spesso se ne discostano descrivendo curve sinuose.
Infine, la posizione dei poli magnetici non rimane fissa nel tempo, ma si sposta lentamente
sulla superficie terrestre, anche di qualche decina di chilometri all’anno, secondo direzioni non pre-
vedibili, in conseguenza di una lenta mutazione dell’intero campo magnetico terrestre. Tutto ciò, in
37
definitiva, complica l’impiego della bussola se non si conosce l’esatta conformazione del campo
magnetico terrestre e la sua evoluzione nel tempo.
2. L’orientamento con la bussola
Stabilito che la direzione dell’ago coincide col polo nord geografico e che è variabile nel tempo,
si tratta ora di vedere se tale differenza sia determinabile con una certa precisione punto per punto
sulla superficie terrestre ed entro quale lasso di tempo le variazioni possono essere considerate
trascurabili, oppure devono esser tenute in considerazione e calcolate. L’angolo di scostamento è
detto di declinazione magnetica.
Nelle tavolette alla scala 1:25.000 dell’IGM, la declinazione magnetica è sempre indicata a mar-
gine della carta con la rappresentazione grafica del relativo angolo. Ai due lati dell’angolo corrispon-
dono le lettere N (nord geografico) e Nm (nord magnetico). Se Nm è posto a sinistra di N, si è in
presenza di un angolo di declinazione occidentale: in tal caso l’ago della bussola indica una direzione
posta ad ovest rispetto a quella del nord geografico. Viceversa, se Nm è a destra di N, l’angolo di
declinazione è orientale e la bussola fornirà un’indicazione spostata ad est rispetto al nord geogra-
fico.
Il valore dell’angolo di declinazione (δ) viene indicato in gradi sessagesimali ed in gradi millesi-
mali (6400°° invece di 360°).
In margine alla carta è riportata anche la data in cui è stato compiuto il rilevamento del campo
magnetico terrestre su quel territorio, cioè l’anno in cui è stato misurato l’angolo di declinazione
magnetica. Tale data coincide in genere con quella del rilievo topografico o del suo ultimo aggior-
namento. Accanto all’indicazione si riporta la variazione annuale dell’angolo di declinazione, varia-
zione in genere modesta che, nell’arco di qualche anno, si può approssimativamente supporre co-
stante nel tempo. L’insieme di tali informazioni consente di calcolare l’angolo attuale di declina-
zione magnetica.
Il valore della declinazione è sempre riferito al centro della carta e subisce piccoli spostamenti a
mano a mano che ci si sposta verso i margini del foglio. Sempre a margine della carta è riportato un
piccolo quadro d’unione che simboleggia la tavoletta e le altre 8 che la circondano, attraversate da
linee di isogonia, cioè linee che congiungono punti con lo stesso angolo di declinazione magnetica.
Non si confondano quindi le linee d’isogonia con le linee del campo di forza.
Il principio descrittivo del campo magnetico è analogo a quello che regola l’andamento delle
isoipse. Due linee isogoniche contigue differiscono di un piccolo valore angolare costante – analo-
gamente all’equidistanza per le curve di livello – ed un punto situato a metà strada fra due isogone
avrà un angolo di declinazione magnetica compreso tra quelli delle due isogone stesse, determina-
bile con lo stesso procedimento d’interpolazione attuato per calcolare la quota di un punto com-
preso tra due isoipse contigue.
La determinazione dell’angolo attuale di declinazione magnetica è pertanto un’operazione da
compiere prima d’iniziare ad orientare la carta con la bussola. A titolo esemplificativo, ipotizziamo
che l’angolo attuale di declinazione magnetica sia stato calcolato, sulla base delle informazioni for-
nite dalla carta, in 9° verso ovest. Per la ricerca della direzione del nord si opererà in questo modo:
si posiziona la bussola fino a quando l’ago si dispone in corrispondenza della tacca di riferimento,
posta sul quadrante mobile, che indica la direzione del nord. Poiché la freccia dell’ago, solidale con
il quadrante mobile, è anche l’origine degli angoli riportati sul goniometro stesso, in corrispondenza
della tacca di riferimento si leggerà la misura angolare di zero gradi. Se la declinazione calcolata è
di 9° verso ovest, si deve ruotare la cassa della bussola in direzione est (senso orario) di un angolo
dello stesso valore. Mentre l’ago continuerà a puntare verso il nord magnetico, la tacca di riferi-
mento ruoterà solidalmente con la cassa della bussola fino a portarsi in corrispondenza del valore
del quadranti pari a 9°. Ora la bussola è orientata verso il nord geografico. Se la declinazione ma-
gnetica fosse stata verso est, si sarebbe dovuto invece ruotare la cassa della bussola di 9° verso
ovest (senso antiorario) portando la tacca sull’indicazione dell’angolo di 360°-9°=351° per posizio-
narla verso il nord geografico. 38
Si supponga ora di voler ricercare sul terreno un punto qualsiasi della carta, nota con esattezza
la posizione del punto di stazionamento. S’immagini, cioè, di trovarsi nel punto A e di voler deter-
minare la posizione del punto B corrispondente, per esempio, alla cima di una montagna. Con l’au-
silio di un goniometro occorre calcolare l’azimut del punto B, ossia il valore dell’angolo formato
dalla direzione del nord geografico e quella della retta AB, a partire dalla prima e procedendo in
senso orario. Si supponga, per esempio, di leggere un angolo di 120°. Per ricercare sul terreno la
direzione di AB, occorre puntare la bussola in modo che la tacca si posizioni in corrispondenza
dell’angolo di 120°, aumentato o diminuito del valore dell’angolo di declinazione a seconda che la
stessa sia verso ovest o verso est. In pratica, se la declinazione ha un valore di 9° verso ovest, la
bussola dovrà esser puntata nella direzione di 129° per individuare la posizione del punto cercato.
Si supponga ora di essere
nel punto A da cui è visibile la
cima di una montagna. Pun-
tando la bussola verso la vetta
si legge sul quadrante mobile
il valore corrispondente alla
tacca di riferimento, cioè
l’ampiezza dell’angolo che
tale direzione forma con
quella del nord magnetico,
trovando il valore di 129°. Se
la declinazione magnetica è
pari a 9° verso ovest, la bus-
sola avrà in realtà indicato un
valore angolare superiore al
vero azimut, poiché l’ago si
sposta in senso antiorario di
9° rispetto al nord geografico. Pertanto, al valore dell’azimut magnetico va sottratto l’an