Anteprima
Vedrai una selezione di 4 pagine su 13
Riassunto esame di Mineralogia, prof. Langella, libro consigliato Mineralogia, Klein Pag. 1 Riassunto esame di Mineralogia, prof. Langella, libro consigliato Mineralogia, Klein Pag. 2
Anteprima di 4 pagg. su 13.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame di Mineralogia, prof. Langella, libro consigliato Mineralogia, Klein Pag. 6
Anteprima di 4 pagg. su 13.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame di Mineralogia, prof. Langella, libro consigliato Mineralogia, Klein Pag. 11
1 su 13
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Lucentezza non metallica; è mostrata generalmente dai minerali chiari che trasmettono la

2) luce, se non attraverso grossi spessori, almeno attraverso bordi sottili. I minerali con

lucentezza intermedia sono chiamati sub metallici.

Ci sono alcuni termini utilizzati per descrivere la lucentezza dei minerali non metallici.

Vitrea; lucentezza tipica di un frammento di vetro. (quarzo e altri minerali non metallici).

Resinosa o cerosa; lucentezza di un pezzo di resina. (blenda).

Perlacea; lucentezza della madreperla, lucentezza iridescente come quella delle perle. È

caratterizzata dalle superficie di minerali che sono parallele a piani di sfaldatura ben sviluppati.

(talco e apofillite).

Grassa; appare come se la superficie fosse coperta da un sottile velo di olio. Questa lucentezza

deriva dalla diffusione della luce da parte di una superficie microscopicamente ruvida. (quarzi e

nefeline lattiginose).

Serica o setosa; descrive la lucentezza di una matassa di seta o di un pezzo di satin. È caratteristica

di alcuni minerali in aggregati fibrosi. (varietà fibrosa di gesso chiamata sericolite e crisotilo

fibroso).

Adamantina; con lucentezza del diamante. Questa è la lucentezza vivida mostrata da alcuni

minerali che hanno un elevato indice di rifrazione e rifrangono fortemente la luce come il diamante.

(carbonato di piombo, cerussite, solfato di piombo e anglesite).

Colore.

Il colore di un minerale viene osservato facilmente e valutato istantaneamente, è caratteristico per

alcuni minerali e serve come proprietà diagnostica. Tuttavia in molti minerali il colore è una delle

proprietà diagnostiche più mutevoli e meno affidabili. La maggioranza dei minerali con lucentezza

metallica varia poco nel colore mentre la maggior parte dei minerali non metallici mostra ampie

variazioni. Sebbene il colore di una superficie di frattura fresca dei minerali metallici sia spesso

altamente diagnostico questi stessi minerali possono opacizzarsi con il tempo. Una tale

opacizzazione attenua il colore di alcuni minerali. In contrasto con i minerali metallici la maggior

parte dei minerali con lucentezza non metallica varia ampiamente di colore. Solo alcuni hanno un

colore costante tale che la loro colorazione può essere usata come una vera e propria proprietà

diagnostica. La maggior parte dei minerali non metallici ha un intervallo relativamente ristretto di

colori, sebbene alcuni mostrino una gamma di colori moto ampia. Nella maggior parte dei minerali

non metallici il colore è una proprietà utile ma di norma non è una vera proprietà diagnostica (e

perciò univoca).

Striscio (colore della polvere).

Specialmente nei minerali metallici è utile esaminare il colore della polvere o colore dello striscio.

Per la determinazione del colore dello striscio di un minerale si usa una piccola piastrella di

porcellana bianca e ruvida chiamata tavoletta da striscio. I minerali con una durezza maggiore della

tavoletta da striscio non daranno polvere per sfregamento sulla tavoletta. La durezza della tavoletta

è circa 7. La maggior parte dei minerali non metallici avrà uno striscio biancastro anche se i

minerali stessi sono colorati.

Altre proprietà dipendenti dalla luce.

I minerali vengono comunemente descritti sulla base della quantità di luce che possono trasmettere.

Tali proprietà sono raggruppate sotto il termine diafanità (qualità della trasmissione della luce di un

minerale).

Trasparente; descrive un minerale che trasmette la luce e attraverso il quale è possibile osservare

un oggetto. (quarzo, calcite e maggior parte delle gemme).

Traslucido; minerale trasparente che trasmette la luce diffondendola ma non è trasparente. Questo

minerale non consente l’osservazione nitida di un oggetto osservato attraverso di esso. (varietà di

gesso).

Opaco; minerale impermeabile alla luce visibile, anche sui bordi esterni più sottili. (maggior parte

dei minerali metallici).

Luminescenza.

Qualsiasi emissione di luce da parte di un minerale che non sia il risultato diretto

dell’incandescenza viene definito luminescenza. Questo fenomeno può essere indotto in molti modi

e si osserva generalmente in minerali che contengono ioni estranei chiamati attivatori. Nella

maggior parte dei casi la luminescenza è debole e può essere osservata solo in condizioni di

oscurità.

Fluorescenza e fosforescenza.

I minerali che diventano luminescenti per esposizione a luce ultravioletta, raggi X o raggi catodici

sono chiamati fluorescenti. Se il fenomeno della luminescenza continua anche dopo la cessazione

delle radiazioni eccitanti si dice che il minerale è fosforescente. Non esiste una netta separazione tra

fluorescenza e fosforescenza poiché in alcuni minerali che sembrano essere solamente fluorescenti

si può dimostrare con metodi accurati che essi possono continuare a dare fluorescenza per pochi

secondi dopo la rimozione della radiazione eccitante. La causa delle fluorescenza è simile

all’origine dei colori e gli ioni dei metalli di transizione sono attivatori efficaci. Se l’eccitazione

originale è indotta da luce ultravioletta la fluorescenza si manifesta in genere nelle lunghezze

d’onda del visibile. I minerali hanno variabile efficacia nell’assorbire la radiazione ultravioletta di

una certa lunghezza d’onda, perciò alcuni danno fluorescenza solo nell’ultravioletto lontano, mentre

altri danno fluorescenza solo nell’ultravioletto vicino. Il colore della luce emessa varia

considerevolmente con il variare della lunghezza d’onda o della sorgente di radiazione ultravioletta.

La fluorescenza è una proprietà imprevedibile, si verifica per alcuni esemplari di una certa specie

minerale, mentre altri campioni apparentemente simili, anche della stessa località, non la mostrano.

Perciò solo alcune fluoriti, il minerali cui questa proprietà deve il nome, saranno fluorescenti.

Sfaldatura, pseudosfaldatura e frattura.

Le proprietà di sfaldatura, pseudosfaldatura (parting) e frattura sono la risposta di un materiale

cristallino ad una forza esterna. Con l’applicazione di una forza un minerale è soggetto a sforzo; se

la struttura interna della sostanza cristallina è modificata a causa dello sforzo si dice che ha subito

deformazione. La resistenza di un materiale cristallino è una funzione del suo meccanismo di

legame e della presenza di difetti strutturali. Il tipo di legame chimico è di grande importanza nella

risposta di un minerale alla forza applicata. Se un minerale contiene difetti strutturali lungo specifici

piani o direzioni tenderà a deformarsi lungo tali direzioni più facilmente rispetto ad un minerale con

un struttura veramente perfetta o meglio ordinata. Se la deformazione di un minerale è così elevata

da superare la sua resistenza complessiva, esso si romperà. Molti minerali hanno nella loro struttura

direzioni planari che sono sistematicamente più deboli rispetto ad altre direzioni. Questa è la

conseguenza della presenza nella struttura cristallina di piani che sono uniti da un numero minore di

legami per unità di volume rispetto ad altri piani nella struttura o sono uniti da legami più deboli.

Sfaldatura.

La sfaldatura è la tendenza dei minerali a rompersi parallelamente a piani di atomi. La sfaldatura

riflette la struttura interna poiché entro una struttura la forza del legame chimico è in generale

diversa nelle differenti direzioni. Ciò è dimostrato particolarmente bene dalle strutture a strati nelle

quali il legame entro gli strati è molto forte ma è molto più debole tra gli strati stessi; in queste

strutture esiste una sfaldatura perfetta parallela alla stratificazione. La sfaldatura può essere molto

ben sviluppata (perfetta) in alcuni cristalli (miche) o essere piuttosto incerta (berillio e apatite) ed è

completamente assente in alcuni minerali (tra i quali il quarzo). Generalmente un debole legame è

accompagnato da una grande distanza interplanare poiché la forza attrattiva non può tenere molto

ravvicinati i piani, quindi la sfaldatura avviene lungo questi piani. Nel descrivere la sfaldatura si

dovrebbero definire la sua qualità e la sua direzione cristallografica. La qualità viene definita con

termini quali perfetta, buona o discreta. La direzione è espressa dal nome o dall’indice di Miller

della forma a cui la sfaldatura è parallela e indicata come cubica {001}, ottaedrica {111},

romboedrica {1011}, prismatica {110} o pinacoidale {001}. La sfaldatura è sempre coerente con la

simmetria. Non tutti i minerali hanno sfaldatura e relativamente pochi in un grado molto elevato,

ma in questi la sfaldatura è un criterio diagnostico molto importante.

Sfaldatura cubica Sfaldatura ottaedrica Sfaldatura dodecaedrica

Sfaldatura romboedrica Sfaldatura prismatica e pinacoidale Sfaldatura pinacoidale

(basale)

Pseudosfaldatura.

Si definisce pseudosfaldatura (parting) la rottura secondo piani di debolezza strutturale che può

essere dovuta a pressione o geminazione o essoluzione e, poiché avviene lungo piani cristallografici

razionali, somiglia alla sfaldatura. A differenza della sfaldatura il parting non è presente in tutti gli

esemplari di una determinata specie ma solamente in quelli geminati o che hanno subito

un’appropriata pressione. Anche tra questi esemplari vi è un numero limitato di piani in una data

direzione lungo la quale si romperanno i minerali.

Parting basale Parting romboedrico

(pirosseno) (corindone)

Frattura.

In alcune strutture cristalline la forza di legame è circa la stessa in tutte le direzioni. La rottura dei

cristalli generalmente non segue una precisa direzione cristallografica; questo modo di rompersi dei

minerali, che non avviene lungo piani di sfaldatura o di parting, è chiamato frattura. Si possono

distinguere varie modalità di frattura che sono altamente diagnostiche per l’identificazione dei

minerali. Ci sono vari tipi di frattura:

• Concoide; la superficie liscia e curva ricorda l’interno di una conchiglia (quarzo e vetro).

• Fibrosa e scheggiosa.

• Dentellata; fratture dentellate con bordi taglienti.

• Scabra o irregolare; le fratture danno una superficie ruvide ed irregolare.

Durezza.

La resistenza che una superficie liscia di un minerale offre all’abrasione è la sua durezza (H). Il

grado di durezza si determina osservando per confronto la facilità o la difficoltà con cui un minerale

viene graffiato da un altro minerale, da una lima o da un coltellino. La valutazione della durezza è la

stima della reazione di una struttura cristallina ad uno sforzo senza rottura. In cristalli a legame

metallico, che possono deformarsi plasticamente, la rigatura si presenta

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
13 pagine
4 download
SSD Scienze della terra GEO/06 Mineralogia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Sgt.Fury di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Mineralogia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi del Sannio o del prof Langella Alessio.