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S
un’industria chimica sversi i rifiuti in un fiume o inquini l’aria, portando la comunità a sopportare
costi aggiuntivi rispetto a quelli dell’impresa. Graficamente, la curva CMG è al di sopra di quella
S
CMG.
Il problema delle esternalità negative si presenta nelle economie di mercato perché alcune risorse
naturali non possono essere oggetto di proprietà privata (ad es. vista l’assenza di diritti di proprietà
sull’aria non si può impedire che essa venga illegalmente usata come discarica). Dev’essere l’autorità
pubblica a neutralizzare le esternalità.
2.1.2.
Un esempio di esternalità positive di produzione è dato dalle spese in ricerca e sviluppo. Se altre
imprese hanno accesso ai risultati della ricerca, i benefici si estendono oltre l’impresa che li finanzia.
Graficamente la curva CMG è più bassa della curva CMG. In questo caso CMGs<CMG.
S
2.1.3.
Le esternalità negative di consumo si hanno nel caso in cui BMG >BMG. In questo caso, il livello
S
effettivo di consumo è troppo elevato dal punto di vista sociale: esempi pratici sono situazioni in cui
delle persone ascoltano musica ad alto volume oppure fumano in ambienti pubblici, producendo
effetti negativi sulle persone circostanti.
2.1.4.
Le esternalità positive di consumo si verificano quando BMGs>BMG. Un esempio pratico è il
trasporto ferroviario, in quanto come conseguenze positive per gli altri vi è la riduzione del traffico,
dei rifiuti e del numero di incidenti stradali. Nel caso di esternalità positive di consumo, la quantità
prodotta e consumata è troppo bassa rispetto all’ottimo sociale (nel caso di esternalità negative la
quantità è troppo alta).
2.2.
I beni pubblici hanno due caratteristiche: la non-rivalità e la non-escludibilità.
-non-rivalità: i beni pubblici hanno benefici marginali sociali ben superiori rispetto a quelli privati;
per questo sono socialmente desiderabili. La non-rivalità consiste nel fatto che tutti beneficiano di un
bene/servizio, come può essere l’illuminazione pubblica o i marciapiedi.
-non-escludibilità: alcuni beni che vengono pagati da alcune persone ma di cui beneficiano anche
altri cittadini che non hanno contribuito alle spese (e che sono chiamati freerider). Un esempio è il
caso in cui una persona costruisca una diga per difendere la propria casa ma di cui beneficiano anche
altre persone (e lui non può impedirlo).
Quando i beni hanno queste caratteristiche, il libero mercato non li produce. Solo lo Stato o imprese
private finanziate dal governo possono produrre beni pubblici.
3.
Nel caso di mercati imperfetti (che sia monopolio o monopsonio-ovvero un solo soggetto domanda il
bene prodotto) BMGs non è uguale a CMGs.
Analizziamo i problemi generati dal potere monopolistico.
3.1.
Il monopolio porta una perdita di benessere sociale.
3.1.1.
Il surplus netto del consumatore è il beneficio complessivo (o “utilità”) derivante dal consumo di un
dato bene al netto della spesa totale. Il surplus del produttore è dato dal profitto. Il benessere sociale
comprende sia il surplus del consumatore che quello del produttore.
3.1.2.
Quando l’industria opera in regime di monopolio, l’impresa produce in corrispondenza del livello di
output per cui CMG=RMG. Il surplus del produttore è maggiore del surplus in concorrenza perfetta
(in effetti, i profitti di monopolio sono maggiori dei profitti di concorrenza perfetta). Il surplus netto
del consumatore è minore. Il benessere sociale in monopolio è inferiore rispetto al caso di
concorrenza perfetta. Il guadagno del produttore è inferiore alla perdita del consumatore e tale
riduzione del benessere è detta “perdita secca”.
La perdita secca di benessere associata al monopolio corrisponde alla differenza tra il benessere
sociale nel caso di concorrenza perfetta e il benessere sociale in caso di monopolio.
3.2.
In teoria, le imprese dovrebbero essere abbastanza grandi per beneficiare di economie di scala ma
dovrebbero anche essere indotte a non aumentare il prezzo rispetto al costo marginale in assenza di
esternalità (in modo che il prezzo sia pari al CMG).
4.
Il mercato può fallire per diverse motivazioni, che ora analizzeremo.
4.1.
Ignoranza ed incertezza, ovvero le imprese spesso non conoscono le opportunità di mercato, i prezzi
e i costi dei rivali, e non possono osservare la produttività dei lavoratori. Inoltre, molte decisioni
economiche sono prese basandosi su aspettative di condizioni future, quindi non certe. Talvolta le
informazioni si possono reperire grazie al mercato, visto che ci sono agenzie che raccolgono e
vendono informazioni (anche se la loro affidabilità resta spesso dubbia). L’impresa, quindi, deve
decidere se investire nell’acquisizione di informazioni per assicurarsi i benefici derivanti
dall’informazione stessa.
4.2.
4.2.1.
Gli individui a volte dipendono da decisioni economiche non proprie. Lo Stato può considerare
necessario offrire tutela a chi dipende da decisioni altrui.
4.2.2.
Lo Stato può agire nell’intento di proteggere gli individui da effetti indesiderati delle proprie
decisioni economiche. Ad esempio, si può scoraggiare il consumo di fumo e alcol, si può combattere
la prostituzione e i giochi d’azzardo. Lo Stato può anche intervenire per spronare i cittadini al
consumo di beni da cui potrebbero trarre beneficio (es. l’istruzione, l’assistenza sanitaria) beni di
merito.
4.3.
Il problema dei soggetti che dipendono dalla volontà altrui è detto problema principale-agente. Tale
“problema” dice che quando un individuo (il principale) delega ad un altro individuo(l’agente) lo
svolgimento di una missione, l’agente può costruirsi un vantaggio informativo sul principale e
cercare di sfruttare tale vantaggio per i suoi obiettivi individuali. L’agente ha propri obiettivi
egoistici, non sempre in linea con quelli del principale, altrettanto egoistici (es. un’agenzia
immobiliare che cerca di venderci una casa, potrebbe omettere di parlare della chiassosità dei vicini o
potrebbe nasconderci che il proprietario sarebbe disposto a vendere ad un prezzo più basso) e per
ovviare al problema di uno agente che sfrutta a suo vantaggio le informazioni reperite, occorre che:
-il principale deve avere qualche strumento per controllare la performance dell’agente
-l’agente deve avere un incentivo ad agire nell’interesse del principale
4.4.
Il lavoro potrebbe essere poco mobile, dando luogo ad eccessi di domanda con salari elevati o di
eccesso di offerta con la creazione di extra-profitti. Può volerci tempo perché gli individui reagiscano
a variazioni nel contesto economico in cui operano, rendendo l’economia lontana dall’efficienza
sociale (problema dell’inerzia).
Nel caso di monopolio e monopsonio, le imprese o i sindacati possono erigere barriere per impedire
l’ingresso di nuove imprese o fattori di produzione, acuendo questa immobilità.
4.5.
Gli obiettivi macroeconomici sono collegati al livello totale di spesa o di produzione che si
determinano nelle economie. Tra gli obiettivi vi è la crescita economica rapida e stabile, stabilità dei
prezzi, equilibrio della bilancia dei pagamenti, ecc.; un’economia di mercato, però, difficilmente
riesce a raggiungerli tutti contemporaneamente.
4.6.
L’economia tende a concentrarsi sugli strumenti che permettono di raggiungere un ristretto gruppo di
obiettivi facilmente misurabili. Alcuni obiettivi sociali, però, possono essere in conflitto tra di loro
(es. la crescita economica può cozzare con la maggiore uguaglianza tra i cittadini); si tratta di casi di
trade-off in cui l’economista può chiarire gli effetti (desiderati e non) derivanti da una data strategia,
lasciando al governo il compito di decidere.
5.
Lo stato può fronteggiare i fallimenti del mercato in vari modi, di cui ora parleremo.
5.1.
Tasse e sussidi. Tali strumenti promuovono un più elevato benessere sociale modificando la
composizione di produzione e consumo e permettono una redistribuzione del reddito. L’imperfezione
del mercato, infatti, non consente la massimizzazione del benessere sociale (BMGs non eguaglia
CMGs); per correggere queste imperfezioni si impongono tasse e sussidi, ovvero si prevedono tasse
sui prodotti in quantità eccessiva e sussidi sui beni in quantità insufficiente.
Per correggere l’esternalità, lo Stato deve imporre una tassa uguale alla differenza tra costo marginale
sociale e costo marginale privato, accordando un sussidio uguale alla differenza tra beneficio
marginale sociale e beneficio marginale privato. Tra i metodi correttivi vi è la “tassa di Pigou” che è
un'imposta, per unità di prodotto, a carico del soggetto produttore di esternalità (cioè un’impresa deve
pagare una somma pari al danno sociale dovuto all’esternalità negativa che genera).
Nel caso del monopolio, il monopolista produce una quantità di output inferiore rispetto a quella
socialmente efficiente, per cui lo Stato dovrebbe concedergli un sussidio per incoraggiare la
produzione. Tale sussidio dovrebbe essere accompagnato da una tassa in somma fissa, per evitare di
aumentare ulteriormente il profitto del monopolista.
Parte seconda. Macroeconomia.
VII Capitolo
La macroeconomia studia l’economia nel suo complesso.
1.
Gli obiettivi macroeconomici riguardano l’analisi di gruppi o interi settori dell’economia (non il
singolo individuo), quindi la macroeconomia analizza tutte le famiglie, tutte le imprese
dell’economia e l’intero settore pubblico.
1.1.
Il governa punta ad un alto tasso di crescita economica nel lungo periodo; si tratta di una crescita
persistente negli anni che non sia solo un fenomeno temporaneo (crescita stabile).
1.2.
I governi cercano di garantire un tasso di disoccupazione più basso possibile, perché la
disoccupazione rappresenta uno spreco di risorse umane e di sussidi di disoccupazione che hanno un
costo rilevante per il bilancio pubblico.
1.3.
L’inflazione indica un aumento generalizzato dei prezzi nell’economia. La politica del governo mira
a mantenere l’inflazione bassa e stabile, anche per permettere agli operatori di prendere decisioni.
1.4.
La bilancia dei pagamenti di un paese registra tutte le transazioni avvenute in un dato periodo tra i
residenti del paese e il resto del mondo. Queste transazioni producono attività o passività. Le attività
includono le entr