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CHOPPER RIDUTTORE – AVERAGE MODEL
Considerando ideale il comportamento del convertitore, è possibile ricavare un modello del
convertitore che esprima in maniera semplice le relazioni tra tensioni e correnti di ingresso e
uscita.
̅ ̅ ̅ ̅
= V = V =
̅ ̅
V Il convertitore si comporta come un trasformatore con rapporto di
= = = < 1
̅ ̅
V
trasformazione pari a n.
CHOPPER ELEVATORE
Nell’istante t=t =t + in cui termina la conduzione, si ha:
1 0
carica di L a tensione costante
( )
= +
1 0
scarica di C a corrente costante
( )
= −
1
Nell’intervallo (t ,t + durante il quale l’interruttore è aperto:
)
1 o
Se il valore di C è Tale da rendere sufficientemente piccola l’ondulazione della tensione di uscita la
corrente assume andamento lineare:
̅
(V − )(− )
u 1
()
= +
1
Se l’ondulazione di corrente è sufficientemente piccola, ovvero la corrente sul carico è costante e
pari al suo valor medio, anche la tensione di uscita assume andamento lineare:
( − )(− )
1
()
= +
1
Se la corrente di uscita non si annulla (conduzione continua) nell’istante t = t + :
2 o
̅
(V − )(−)
da cui imponendo si ricava tensione media sul carico >
̅
u
= − = V =
2 1 2 u
−
Imponendo l'uguaglianza tra la quantità di carica che attraversa il diodo e quella fornita il carico
(−)
affinché la conduzione sia continua deve essere da cui l’induttanza critica
̅
∆ < >
2
In caso contrario (conduzione
discontinua) si ha I =0 da cui ( )
=
0 1
= e il diodo conduce solo per
+
0
una frazione di durata t dell’intervallo
c
di tempo durante il quale l'interruttore
è interdetto:
tempo di conduzione
=
̅
V −
Il valor medio di tensione perciò si
2
( )
modifica ̅
V = +
2
CHOPPER ELEVATORE – AVERAGE MODEL
̅ ̅ ̅ ̅
= V = V =
̅ ̅
V 1 con n=Duty Cicle.
= =
̅ ̅
V 1−
Per quanto riguarda i valori medi di tensione corrente il convertitore si comporta come un
1
trasformatore con rapporto di trasformazione pari a: 1−
CONVERTITORI C.C – C.A (INVERTER)
INVERTER MONOFASE A TENSIONE IMPRESSA AD ONDA QUADRA
Si tratta di uno schema a ponte, in cui la
diagonale di alimentazione è rappresentata
dalla tensione continua V, mentre l'altra
diagonale è data dal ramo AB in cui è
inserito il carico; i quattro lati del ponte
sono costituiti da gruppi di un transistor ed
un diodo collegati in antiparallelo. La
freccia sta ad indicare il verso della
corrente consentito. L'obiettivo è ottenere
una tensione V ed una corrente i
0 0
alternate e di una certa frequenza; ciò si
ottiene facendo in modo che la tensione
tra i punti AB sia alternativamente uguale
a +V e -V con una determinata ciclicità a seconda della frequenza che si vuole in uscita.
I transistor vanno pilotati nel seguente modo:
= = → , , = = − → , ,
0 1 2 3 4 0 3 4 1 2
E dai tempi di conduzione scelti dipenderà la frequenza di e i .
0
0
Vediamo allora gli andamenti di
e i sulla base del suddetto
0
0
pilotaggio: per quanto riguarda la
corrente i , quando sono in
0
conduzione l'equazione
1 2
differenziale del circuito è:
0
+ =
0
La corrente ha il tipico andamento
esponenziale di carica di una
induttanza e tende ad un valore di
regime pari a V/R, che non
raggiungerà mai in quanto, dopo
un certo tempo di conduzione,
vengono spenti e
1 2
contemporaneamente viene
inviato il segnale di pilotaggio a
. Questi ultimi, seppur pilotati, non possono cominciare a condurre perché
3 4
l’induttanza forza la corrente a circolare ancora nel verso assunto positivo; essa quindi
deve richiudersi attraverso D e D dove comincia a decrescere infatti, con l’innesco di D
3 4 3
e D la tensione ai capi dell'induttanza è diventata negativa. A partire dall' istante in cui
4
la corrente si inverte di segno, D e D si spengono mentre , ancora pilotati,
3 4 3 4
possono cominciare a condurre, e attraverso di essi la corrente comincia a crescere in
segno negativo perché è ancora La corrente di scarica tende ad un valore di
= −.
0
regime pari a -V/R che non raggiungerà mai allo stesso modo di quanto spiegato
pocanzi. Il funzionamento del circuito si ripete poi ciclicamente. La frequenza dei segnali
in uscita dipende dal tempo di pilotaggio dei transistor. Un limite di questo pilotaggio è
nella impossibilità di variare il valore efficace della tensione in uscita.
INVERTITORE TRIFASE A TENSIONE IMPRESSA AD ONDA QUASI QUADRA
Estensione naturale dell’invertitore
monofase a tensione impressa (un
ramo in più nel ponte). L'obiettivo è
quello di produrre ai morsetti A, B,
C, un sistema di tre tensioni
alternate, sfasate di 120° tra loro
ed aventi una certa frequenza. Per
ottenere una tensione alternata al
morsetto A è sufficiente che questo
venga alternativamente collegato al
morsetto positivo dell'alimentazione
(+V) e a quello negativo (-V), con
una determinata ciclicità a seconda
della frequenza che si vuole in
uscita;
a tale scopo i transistor e devono essere pilotati in questo modo:
1 4
0 ≤ ≤ → , → > 0
1 4
≤ ≤ 2 → , → < 0
4 1
Allo stesso modo si dovranno pilotare
le coppie Q , Q e Q Q , per ottenere
3 6 5, 2
una tensione alternata ai morsetti B e
C rispettivamente. Le 3 tensioni
tuttavia, devono soddisfare una
relazione di fase: quella di essere
sfasate di 120 ° tra loro. Si ottiene
allora il seguente schema di
pilotaggio, da cui si nota che sono
sempre tre i transistor pilotati e che
la topologia circuitale varia ogni 60°.
Rappresentiamo allora l'andamento
delle tensioni , , , che si
0 0 0
ottengono con il pilotaggio impostato;
esse valgono alternativamente V/2 e
-V/2 e vengono dette tensioni di fase
dell’invertitore. Dall' andamento delle
tensioni di fase dell’invertitore
possiamo ricavare quello delle
concatenate in quanto si ha:
; ;
= − = −
0 0 0 0
= −
0 0
Le tensioni concatenate hanno una
forma d'onda quasi quadra e sfasate
di 120 ° tra loro. Fissiamo ora la nostra attenzione sul carico che,
finora, abbiamo supposto del tutto generico; in
particolare studiamo due casi:
• Carico equilibrato a triangolo: In questo caso
le tensioni di fase del carico coincidono con le
tensioni concatenate già calcolate. Le correnti di
fase si ricavano applicando le leggi di ohm nel
dominio del tempo per ogni intervallo di
funzionamento di 60°. Le tensioni in uscita non
dipendono dalle particolari condizioni di carico,
ma solo della tensione di alimentazione e dalla
tecnica di pilotaggio adottata: da cui la
denominazione invertitore a tensione impressa.
• Carico equilibrato a stella: in questo caso le
tensioni di fase del carico non coincidono con le
concatenate e sono legate alle tensioni di fase
dell'invertitore dalla relazione:
+ + = + + − 3
0 0
Inoltre, possiamo scrivere: con impedenza
+ + = ( + + )
operazionale. Se supponiamo il centro stella
isolato, la somma delle correnti di fase è nulla, e
possiamo quindi scrivere: + + = +
0
1
da cui si ricava
+ − 3 = 0 = ( +
0 0
3
+ ).
0 Possiamo quindi trovare le tensioni di
fase del carico, che presentano una
forma d'onda a sei gradini, sono a valore
medio nullo, sfasate di 120 ° e con
frequenza uguale a quella delle tensioni
concatenate e delle tensioni di fase
dell'invertitore. Ogni stato dell'invertitore
è caratterizzato da due transistor in
conduzione in un semi-ponte e da un
solo in conduzione nell'altro.
Abbiamo già visto che, se applichiamo
un gradino di tensione ai capi di una
impedenza ohmico-induttiva, la corrente
che circola ha andamento esponenziale,
crescente o decrescente a seconda che
il gradino di tensione sia positivo o
negativo. A partire dall’andamento della
tensione di fase , a sei gradini,
possiamo dedurre quello della , in quanto quest'ultimo deve essere costituito da una
successione di andamento esponenziale crescente o decrescente a seconda del segno del
gradino. L’ampiezza della corrente dipende dall'impedenza offerta dal carico. Abbiamo
inoltre visto che i transistor vengono pilotati alternativamente tra loro ogni 180 °,
1 4
tuttavia la condizione di ciascuno di essi non ha una durata di 180 ° ma inferiore; se
osserviamo infatti l'andamento della corrente per , ci rendiamo conto che per
0 ≤ ≤
la corrente è portata al carico dal diodo D . Stesso discorso per . Come nello
0 ≤ ≤
1 4
- Risolvere un problema di matematica
- Riassumere un testo
- Tradurre una frase
- E molto altro ancora...
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