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RADIOTERAPIA
Obbiettivo: curare pz indirizzando radiazioni sulla lesione neoplastica evitando i tessuti sani circostanti.
Dose: concetto simile a quello di farmacologia ma con la differenza che deve essere frazionata per fare in modo che i
tessuti sani che hanno ricevuto radiazioni si riparino.
La radioterapia ha due scopi
→
- Curativa prevede la completa guarigione del pz
→
- Palliativa riduce il volume tumorale, linfonodi e metastasi per migliorare la qualità di vita del pz
E può essere associata ad altre terapie, quindi si può avere una radioterapia:
→
- Esclusiva non associata ad altre terapie
→
- Neoadiuvante avviene prima delle altre terapie
→
- Adiuvante avviene dopo altre terapie
NB. le associazioni terapeutiche in oncologia sono più efficaci delle singole terapie.
Indicazioni per la radioterapia palliativa:
→
- Dolore osseo metastasi ossea dolorosa
- Compressioni midollari o di strutture nervose o di organi (es. a metastasi vertebrali associate a deficit
neurologici)
- Sindrome mediastinica (es. linfomi)
- Ipertensione endocranica (es. metastasi cerebrali)
- Condizioni di sanguinamento
Volumi, dosi e frazionamenti
Volume (PVT)→ si tratta dell’entità del volume irradiato
In radioterapia si irradiano sempre volumi più grandi di quello visibile dagli studi di imaging
→
Malattia sub-clinica patologia per cui non esiste alcuna indagine in grado di dimostrarne la presenza, aldilà della
massa palpabile
A seconda delle sedi il tumore è mobile o fisso e varia quindi il rischio di irradiare tessuti sani.
Dose→indica la quantità di radiazioni che arriva su un certo volume; è espressa sia come dose totale che come
frazionamento della dose; la dose cambia in base al tumore e al tessuto
→
Es. linfoma risponde a 40-44 Gray
→
Sarcoma risponde a 66-70 Gray
L’unità di misura è il Gray = Joule/Kg
Frazionamento→ quello convenzionale prevede 2 Gray per 5 giorni la settimana, ma ci possono essere anche ipo o
iperfrazionamenti.
Iter di un pz in radioterapia
1. Arriva con una diagnosi già fatta
2. Si presenta con esami ematochimici, di imaging, con stadiazione TNM della neoplasia e diagnosi istologica
3. Il radioterapista decide se la terapia sarà curativa o palliativa, definisce il volume, la dose ed i frazionamenti
4. Si crea la maschera di posizionamento
5. Si esegue una TC (se non sufficiente anche una PET o una RM e poi si fondono le immagini ottenute) e sulla
base di queste si stila un piano di terapia
6. Terminate le irradiazioni il pz viene visto per 5 anni inizialmente ogni 3-6 mesi ed in seguito 1 volta all’anno
1
Fondamentale è irradiare sempre nello stesso punto e questo è possibile grazie alla creazione di maschere che
consentono al pz di tenere sempre la stessa posizione.
Radioterapia del dolore
Utilizzata per il dolore oncologico che non risponde a farmaci
→
- dolore osseo è uno dei campi d’azione più efficaci della rt; la metastasi ossea è frequente soprattutto in k
mammari, prostatici, renali e polmonari. Gli obbiettivi sono:
o ridurre il dolore in modo da ridurre l’utilizzo di farmaci antalgici
o ottenere la ricalcificazione ossea
→
- da compressione nervosa la rt si fa per ridurre il volume tumorale così da diminuire la compressione e di
conseguenza il dolore →
- da compressione midollare è una compressione rara, ma ha conseguenze gravissime (tetraplegia,
paraplegia); se possibile l’intervento chirurgico di decompressione va eseguito prima della rt; NB: la
decompressione midollare è inutile dopo 48-72h dai sintomi di paralisi e la rt è sempre associata a
corticosteroidi ad alte dosi per ridurre l’effetto di edema da rt
→
- da metastasi cerebrali se le metastasi sono operabili si fa prima l’intervento chirurgico ed in seguito la rt;
se si ha una singola metastasi <3cm si può optare per una rt stereotassica, mentre se ci sono più lesioni
derivate da linfomi, microcitomi polmonari si fa rt su tutto l’encefalo fino a C2; anche in questo caso la rt va
sempre associata a terapia steroidea; i frazionamenti sono:
o 20 GY in 5 fraz da 4 GY
o 30 GY in 10 fraz da 3 GY
o Frazioni singole di 5 o 8 GY
→
- da dispnea solo se causata dalla compressione che il tumore esercita sulle strutture polmonari (bronchi o
trachea); è controindicata per metastasi multiple in cui si opta invece per la chemio. Le dosi sono:
o 17 GY in 2 frazioni da 8.5
o 20 GY in 5 frazioni da 4
o 30 GY in 10 fraz da 3
→
- da disfagia migliorabile mediante rt soprattutto se causata da formazione vegetante nellume esofageo
→
- da metastasi della regione orbitaria si fa rt per ridurre il volume
→
- da ostruzione delle vie urinarie dato dall’invasione tumorale della vescica; la rt ha un tempo di risposta
molto lungo →
- dolore pelvico la risposta alla rt non è breve ma da buoni risultati nella riduzione del tumore
→
- da ostruzione di visceri cavi applicazione rarissima
→
- da compressione da grossi tumori dolore gestito bene solo nei linfomi e nei microcitomi polmonari
- da ulcerazione
→
- da emorragia in italia non si usa ma è utile per bloccare:
o emottisi
o emoftoe
o emorragie vaginali
o ematuria da k vescica
NB. L’effetto della rt non è mai immediato, anzi dopo averla applicata si ha infiammazione per cui ilpz nei primi
giorni potrebbe stare peggio
Emergenze in cui si usa radioterapia
- compressione di midollo spinale
- compressione della vena cava superiore
- tumori o metastasi cerebrali
- emorragia 2
Carcinoma del retto
Se il k è molto vicino all’ano il chirurgo non riesce ad eseguire una resezione termino-terminale, quindi è opportuno
in questi casi fare una radioterapia preoperatoria per ridurre la dimensione del tumore.
Volume di irradiazione: retto + mesoretto + linfonodi pelvici
Dose: 45-50 Gy con un frazionamento di 2 Gy per fraz
Il pz viene irradiato in posizione prona.
Si opta per una rt-postoperatoria quando dopo l’intervento si fa un’istologia dei margini che risulta positiva alla
neoplasia. Ha un rischio maggiore a causa dell’immobilità dei visceri in addome, poiché in seguito all’intervento si
crea una fibrosi in corrispondenza della cicatrice che fissa il viscere.
Nei pz non operabili si opta per la radioterapia esclusiva, mentre quella palliativa si usa in caso di dolori rettali o
emorragie non rispondenti ad altre terapie. In quest’ultimo caso si usa lo schema di 30 Gy in 10 fraz.
Si può avere tossicità acuta frequentemente, che causa proctite, cistite, diarrea.
Tumori cutanei
Si tratta tumori tipici dell’anziano; essendo superficiali sono facilmente identificabili ma in alcune zone del viso
possono essere profondi.
In questo ambito la radioterapia riesce a raggiungere ottimi risultati in tumori non suscettibili a chemio o a chirurgia.
Invece delle radiazione basate su fotoni qui si usano elettroni a bassa energia perché questi ultimi rilasciano tutta la
dose di radiazione nei primi millimetri di percorso evitando di irradiare le strutture tutt’attorno.
Dose: 66-70 Gy in 30-35 frazioni
Si cerca di far necrotizzare il tumore in superficie ed una volta staccatosi si lavora sulla parte sottostante
rimodulando il piano terapeutico.
Tossicità
Può essere:
- Sistemica (generale)
- Locale
E - Acuta
- Tardiva
Gli organi maggiormente sensibili alle radiazioni sono:
- Midollo emopoietico
- Ovaio
- Testicolo
- Cristallino
- Polmone
- Rene
- Linfonodi
- Fegato
- Gh. salivari
- Intestino tenue 3
Quelli invece scarsamente sensibili sono:
- Utero
- Vagina
- Cartilagine
- Osso
Tumori del cavo orale (es. di tossicità)
Sono necessarie dosi elevate intorno a 70 Gy che causano frequentemente glossite e sovrainfezioni a livello delle
lesioni causate da rt.
Adroterapia
Si tratta di una radioterapia che utilizza protoni e neutroni, quindi ioni pesanti. La sua caratteristica è quella di
irradiare tumori profondi e di eseguirne il contorno con una precisione che nella normale rt non c’è. Questo si
ottiene grazie al fatto che i protoni depositano la loro energia solo alla fine del percorso che compiono all’interno del
pz. 4