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Impiego delle radiazioni:
• Per sterilizzare prodotti medicali (siringhe, cateteri, piastre, pipette)
• Per sterilizzare e aumentare la conservazione di alcuni alimenti (patate, cipolle, cereali…)
• Per trattare rifiuti che potrebbero essere inquinati da batteri.
• Per sintetizzare prodotti chimici che richiederebbero altrimenti trattamenti lunghi, costosi ed
estremamente inquinanti.
Effetti delle radiazioni ionizzanti: gli effetti delle radiazioni possono essere 2, stocastici o non
stocastici. I primi sono dovuti a fenomeni la cui frequenza è probabilistica (effetti genotossici)
mentre quelli non stocastici sono soprattutto gli effetti citotossici.
Effetti stocastici: fenomeni che avvengono a basse dosi, il cui rapporto dose/effetto è legato a
termini probabilistici (tutto o nulla), e non c’è una dose soglia. Sono gli effetti genotossici: mutazioni
causa di neoplasie e mutazioni della linea germinale causa di malattie ereditarie e malformazioni
congenite. Non esiste una graduazione quantitativa! Di solito hanno lunghi periodi di latenza e
coinvolgono una o poche cellule, e sono danni irreversibili. Gli effetti stocastici vengono studiati
osservando popolazioni esposte e popolazioni di controllo, e proprio perché ci possono essere
numerosi confondenti, gli studi sono spesso molto complicati, anche perché esiste un fondo di
radioattività ambientale dato dalla radioattività del terreno e dai raggi cosmici.
1. Mutazioni ed effetti genetici: le cellule germinali maschili e femminili sono altamente
radiosensibili. Le conseguenze dell’esposizione possono variare dalla morte cellulare alle
mutazioni recessive che possono rimanere silenti per diverse generazioni. Risultati in studi
animali indicano una dose capace di raddoppiare il rischio di 1 Sv con basso dose-rate con
radiazioni a basso LET. Gli studi su uomini riguardano i sopravviventi alle esplosioni
atomiche e indicano una dose capace di raddoppiare il rischio di 3.12 Sv.
2. Conseguenze dell’esposizione nella vita fetale e infantile: Aumento di incidenza di
-2
mutazioni; Rischio pro-capite per disordini ereditari radio-indotti: 0.6 x 10 / Sv. Poiché le
divisioni e la differenziazione cellulare sono caratteristiche dominanti della vita pre- e post-
natale, l’età fetale e infantile sono particolarmente a rischio per lo sviluppo di danni radio-
indotti. Le manifestazioni del danno dipendono non solo dalla dose, ma anche dalla fase di
sviluppo in cui
si
verificano. Dopo la fecondazione , prima dell’impianto l’eff più probabile delle radiazioni è il
non impianto. Nel periodi dell’organogenesi c’è rischio di malformazioni. Dopo
l’organogenesi rischio di microcefalo e ritardo mentale.
3. Riduzione della durata di vita: la valutazione è complessa per la scarsa conoscenza dei
meccanismi di invecchiamento spontaneo. I sopravviventi giapponesi alla bomba atomica
con <40 anni hanno avuto un aumento significativo in
mortalità non-tumore correlata con esposizioni >= 2 Gy. I
radiologi americani hanno avuto una riduzione
dell’aspettativa di vita che è nettamente migliorata dal
1945 al 1960 quando sono state introdotte migliori
misure di radioprotezione.
4. Radiazioni e meccanismi di difesa: Impiego delle
radiazioni a scopo immunosoppressivo per il trapianto di
organi o il trattamento di malattie autoimmune. Infezioni
che spesso accompagnano l’esposizione corporea
globale. Possibile ruolo di una carente
immunosorveglianza correlabile alla insorgenza di tumori
maligni.
5. Oncogenesi da radiazioni: 3% di tutti i tumori, studiata in
pazienti che facevano RT per spondilite anchilosante,
Leucemia, tumori polmonari, esofagei, ossei.
Fluoroscopia per tubercolosi Tumori della mammella (1
Gy). Tempo di latenza per tumori solidi 10-15 anni,
emolinfopatie 2-3 anni.
Anche la radioterapia predispone alla formazione di tumori: il rischio è < 0.5 %, Tempo di
latenza di 10-15 anni, Sede è nella zona irradiata e l’istologia più frequente: sarcomi. Per la
popolazione generale dei due sessi e di tutte le età (0-90 anni) la probabilità di morte è: 5 /
100 per Sv o 50 / 1.000.000 per mSv.
Il detrimento (danno materiale o morale) deriva da 4 componenti: Probabilità di tumori letali nei vari
organi; Anni di vita perduti a causa del diverso tempo di latenza dei tumori indotti; Probabilità di
tumori non letali, pesata per la morbilità ad essi correlata (abbassamento qualità di vita);
Probabilità di malattie ereditarie gravi, a loro volta causa di anni di vita perduti nei discendenti della
persona irradiata.
Effetti non stocastici o graduati: hanno una dose soglia oltre la quale non si manifestano,
insorgono a dosi elevate, con gravità legata alla dose secondo una curva sigmoide. Esistono effetti
precoci: Tessuti a rapido rinnovamento (midollo osseo, epiteli), e effetti tardivi: Parenchimi,
connettivi, tessuto nervoso (danno vascolare, fibrosi, TGF-beta). Questi effetti hanno un’azione
citotossica diretta sul tessuto e sono effetti più o meno reversibili ma possono portare anche a
morte; hanno insorgenza precoce ma
con un periodo di latenza più breve
(da ore a settimane) e c’è una
modalità più o meno costante negli
individui colpiti dalla stessa dose.
Bisogna ricordare che il volume
dell’organo irradiato influenza la
tossicità da radioterapia. Quando si irradia un organo bisogna considerare come le sub unità
funzionali di cui è composto sono organizzate. Ad es il polmone è costituito da tante sub unità
messe in parallelo; se irradiassi tutto il polmone prenderei tutte le sub unità e quindi bastano basse
dosi per avere una polmonite. Ma se irradio piccole zone, la dose per indurre danno è molto più
alta perché vengono interessate solo alcune sub unità, mentre le altre rimangono funzionanti.
Invece in organi come il SNC in cui le unità sono in serie, un danno anche piccolo, e in una piccola
zona, può compromettere la funzione dell’organo. La tossicità da radioterapia è anche in relazione
al frazionamento o meno della dose.
Le patologie indotte possono essere radiodermiti, ma anche altre lesioni come cataratta, lesioni
emolinfopoietiche, al polmone, stenosi intestinale, ecc… Nelle radiodermiti si ha una risposta come
per le ustioni (arrossamento, bolle o flittene, necrosi tissutale per morte degli strati basali e
frequentemente difficoltà alla guarigione per scomparsa delle cellule staminali proliferanti); sono le
più comuni tra le lesioni non stocastiche. Se l’intero organismo è esposto si può arrivare ad un
quadro detto Sindrome da Irradiazione acuta con esposizione a dosi elevate:
• Forma subclinica: dose inferiore a 2Gy, con danni clinici aspecifici e linfocitopenia
(sopravvivenza sicura);
• Forma emopoietica: dose tra 3 e 8 Gy, nausea e vomito; petecchie, emorragie; diminuzione
importante dei neutrofili e delle piastrine (2 settimane), linfocitopenia (<1000/mm3), infezioni,
atrofia midollare che può richiedere trapianto.
• Forma gastrointestinale: dose tra 8 e 10Gy, alterazioni emopoietiche gravi, emorragie
intestinali, malassorbimento, complicanze renali e morte in 10-14 giorni anche con terapia di
sostegno.
Coinvolgimento del SNC: dose di 50-100 Gy con coinvolgimento dei tessuti radioresistenti, edema
cerebrale con riduzione dei seni venosi, compressione e scomparsa dei ventricoli, erniazione degli
emisferi sotto il tintorio del cervelletto e nel forame occipitale con coinvolgimento dei centri della
respirazione e morte dei neuroni, coma e morte in 15 minuti - 3 ore.
TD5=tollerant dose. Dose che nel 5%dei casi da l’effetto.
Giustificazione ed esposizione individuale in radioterapia:
Obiettivo della radioprotezione: Preservare lo stato di salute e di benessere dei lavoratori e della
popolazione, Ridurre i rischi sanitari da radiazioni ionizzanti nella realizzazione di attività umane
che siano giustificate dai benefici che ne derivano alla società ed ai suoi membri e attenta
valutazione del rapporto rischio / beneficio.
I tre principi della radioprotezione:
1. Giustificazione della dose:
• Indicazione clinica motivata e riconosciuta
• I benefici attesi non possono essere ottenuti con altri mezzi a parità di rischio iatrogeno
• I mezzi e i risultati devono essere sottoposti a verifica continua nel tempo
• Occorre tenere conto dei risultati della ricerca
2. Ottimizzazione della dose: l’esposizione alle radiazione deve essere mantenuta al livello più
basso ragionevolmente ottenibile (as low as reasonably achievable), tenuto conto dei fattori
economici e sociali.
3. Limitazione della dose (solo per popolazione e lavoratori)
Tre livelli di giustificazione nell’impiego medico delle radiazioni ionizzanti (ICRP) :
- evidenza del beneficio nel corso degli anni
- vantaggio, sia diagnostico sia terapeutico, in molti settori nosologici
- vantaggio nella valutazione del beneficio individuale
Principi per ridurre l’esposizione a radiazioni:
1. DIMINUIRE IL TEMPO DI ESPOSIZIONE: questo si ottiene con una minuziosa
programmazione del lavoro
2. AUMENTARE LA DISTANZA DI ESPOSIZIONE: l’esposizione è inversamente proporzionale al
quadrato della distanza dalla sorgente, diminuisce quindi sensibilmente all’aumentare della
distanza.
3. INTERPORRE SCHERMATURE: frapporre tra medico e sorgente. Dose = dose senza
spessori / 2^n con n=spessore di dimezzamento.
4. ABITI PROTETTIVI: camici, guanti piombati,…
5. RISPETTARE NORME DI RADIOPROTEZIONE: per la diagnostica il fascio massimo è di KeV
per cui bastano schermature in piombo (alto numero atomico) o anche bario e tungsteno; per
la RT sono necessari bunker di calcestruzzo con muri di 2 m.
Radioterapia oncologica
R.O. è quella disciplina clinica della medicina che ha a che fare con la creazione e la
conservazione delle conoscenze riguardanti le cause, la prevenzione e il trattamento del cancro e
di altre malattie, coinvolgendo esperti nell’applicazione terapeutica delle radiazioni ionizzanti. È
una disciplina che riguarda la fisica e la biologia; RO indirizza gli usi terapeutici delle radiazioni
ionizzante da sole o in combinazione con altre modalità di trattamento, per esempio chirurgia,
farmaci, ossigeno.
Inoltre, RO riguarda la ricerca dei principi fondamentali della biologia dei tumori, dell’interazione
biologica delle radiazioni con i tessuti sani e tumorali, e le basi fisiche delle radiazioni con uso
terapeutico.
Tumori curabili a 5 anni (le recidive avvengono nei primi anni, dopo sono più rare):
Chirurgia 22%
Radioterapia 12%
Chirurgia + Radioterapia 6%
Chemioterapia (linfomi) 5%
Totale 45%