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FANTASY HIRST

Jed Martin, pittore immaginario

Jed Martin è un immaginario artista d'avanguardia. Avverte il desiderio di sperimentare, di osare, erede di Duchamp; vuole esercitare la tecnica del ready-made. Nel tempo, però, Martin sente il bisogno di recuperare la fatica del fare, del dipingere.

In apertura di questo romanzo, incontriamo Jed Martin mentre sta realizzando un omaggio a due celebrità dell'arte contemporanea: Jeff Koons e Damien Hirst. Egli ritrae con cura un interno, forse la stanza di un lussuoso hotel. Jed Martin coglie di Hirst le sottili contraddizioni. Ha un aspetto meno ambiguo. È l'icona dell'artista ricco e ribelle, impegnato a elaborare un lavoro angosciato sulla morte.

Napoli, 2004

Hirst nel 2004 ha la sua prima antologica italiana al Museo Archeologico di Napoli, The Agony and the Ecstasy. Le sue opere erano poste in risonanza con i reperti archeologici, un crossover, inteso come incrocio. Tra le sue opere possiamo trovare:

monocromi neri, ottenuti accostando migliaia di mosche sulla superficie; mandarla con ali di farfalle variopinte e cangianti, simili a pattern psichedelici; farmacie con strumenti medici, medicinali, carrelli da sala operatoria, una mucca divisa in parti riposte in 12 teche; uno squalo imbalsamato, suddiviso in tre pezzi e messo in vasche sotto formaldeide. Nel suo viaggio, c'era anche Banksy, disegnò la Madonna raffaellesca sovrastata dalla pistola. Egli è un bad boy, adulato dal sistema dell'arte ma attaccato dai critici. Incolto, arrogante, si sottrasse a ogni intervista. Hirst descrisse Napoli come una città eccitante, ma dice anche che la cosa che l'ha colpito di più è la spazzatura. Vuole confrontarsi con i classici, per lui un museo d'arte antica è un luogo dotato di un potere taumaturgico, dove celebrare una contemporaneità eccessiva. Hirst entra nel Museo Archeologico di Napoli con lo stesso stato d'animo di quelle.rockstar che si sentono nobilitate quando si esibiscono negli scavi di Pompei o al Colosseo. È alla ricerca di una (illusoria) gloria. Con l'ambizione di sentirsi un grande artista. Contro "The hooligan genius" Hirst è una delle personalità più controversie del XXI secolo, entra a far parte dell'immaginario collettivo, insofferente di ogni perbenismo. Lo ritengono un'artista sopravvalutato, senza talento, un profanatore che conosce bene le regole dei media e privo di un'approfondita formazione, celebre soprattutto per le quotazioni stellari raggiunte dalle sue opere. physique du rôle Inoltre, non hai il è dotato di un talento comunicativo, sa far discutere di sé. dell'artista: indossa giubbotti da biker, t-shirt eccentriche, cappellini di lana. È un anti-intellettuale, ed esibisce una presunta ignoranza. È simbolo della degenerazione del gusto e della crisi dell'arte contemporanea, chesembra aver perso la radicalità di pensiero, privo di capacità tecniche e attento solo alla comunicazione. Hirst, in effetti, in questo senso crea un'arte monumentale ed estremamente comunicativa, di matrice televisivo-pubblicitaria. Uscite dal mondo 1: Vie di fuga Questo è il lato più evidente, quello più segreto e superficiale. L'altro lato è composto da un tentativo di uscire da questo mondo, per spingersi nei territori infiniti del possibile, slegandosi dalle nostre certezze e paure. Uscite dal mondo 2: Murdereme collection Per uscire dal mondo, Hirst usa diverse tecniche: una è quella di guardare al passato dell'arte, usandola poi all'interno della sua opere, attraverso riferimenti nascosti. Questa attitudine "conservativa" emerge nella Murderme Collection, la sua collezione privata messa insieme dalla fine degli anni Ottanta, e poi, esposta a Londra alla Newport Street Gallery (egli pensa che

l'arte è di tutti e da tutti debba poter essere fruita). In questa collezione vi sono opere di artisti amici di strada, della Young British Art. Il corpus più consistente è costituito da opere degli artisti da lui maggiormente amati (Picasso, Bacon, Giacometti, Warhol, Blake, Hamilton, Nauman, Merz, Koons, Bansky ecc...)

In ne, le ossessioni: manufatti di indigeni della costa nord-ovest Paci co, archivio di feticci come maschere funebri, reperti archeologici, fotogra e vintage ecc...

In particolare ama gli artisti oppressi da inquietudini simili alle sue: senso della ne, inevitabilità del destino, l'incombere della morte.

Uscite dal mondo 3: Nature morte Hirst compie altri gesti per uscire dal mondo: si ispira a Bacon, il quale realizza opere congesti brutali e scandalosi per tirare fuori l'io sepolto delle persone. I suoi quadri sono distorti visivamente ma sono fortemente vivi, reali. Allo stesso modo, per Hirst l'arte è un

qualcosa che deve scuotere e far male, esibire angoscia, morte, dolore, suscitare ribrezzo. Nelle opere di Hirst però, non si vede il dolore che attraversa i dipinti di Bacon: non c'è sangue, non ci sono ferite; si respira un'atroce serenità. Realizza opere ordinate tramite reperti della quotidianità, che isola e immobilizza. Si affida all'osservazione calma, evita imprevisti, coniuga caos e ordine per raggiungere una visione oggettiva. Le opere di Hirst sono delle "nature morte", tutto è organizzato, disciplinato, reso addirittura asettico, avvolto dentro una patina temporale. Si proietta verso una nuova classicità, verso la metafisica dietro cui si nasconde l'animo segretamente mistico di questo artista, le cui costruzioni hanno valore di memento mori e riflettono sullo scorrere del tempo e sull'caducità della bellezza. E la morte, che viene mostrata come esperienza familiare; non si respira mai quel senso di

oppressione di paura. Le sue opere navigano sulla questione della mortalità. Questa vocazione drammatica ha il suo approdo nell'opera For the Love of God; un calco in platino di un teschio di un uomo del 700, tempestato di brillanti, con un diamante rosa agoccia sulla fronte. Un tentativo per unire memento mori e preziosità, usando il cranio che indica l'essenza della vita e rendendolo sublime. Inoltre, i riferimenti sono al Messico, Hirst dichiara che là c'è una concezione molto diversa della morte, più che negata viene celebrata. Per lui questo mettere in mostra la morte è l'unico modo per celebrare la vita.

Metaphysic now. Dietro la maschera da hoolingan, Hirst cela una sensibilità inquieta. Da un lato vuole salvaguardare l'immediatezza comunicativa, dall'altro si misura con questioni esistenziali che da sempre tormentano gli artisti. Nascono riflessioni poetiche sull'assoluto e sull'altrove. Vuole creare

oggetti che abbiano un significato eterno.

Altre uscite dal mondo: Venezia, 2017

Altre strade per uscire dal mondo vengono suggerite da Cif Amotan II, un liberto di Antiochia, vissuto tra la metà del I e l'inizio del II secolo d.C. Dopo aver acquistata la libertà, egli diventa ricco, inizia a collezionare opere d'arte e reperti provenienti da varie parti del mondo. Caricherà il tesoro sulla nave Apistos, una nave di straordinarie dimensioni, che poi, per cause sconosciute, naufragherà.

Nel corso del 2008, questo tesoro, rimasto sommerso nell'oceano indiano per quasi 2000 anni, viene rinvenuto al largo della costa orientale africana. Hirst viene in possesso della collezione e la presenta nel 2017 con una mostra a Venezia intitolata Treasures from the wreck of the unbellevable: a Punta della Dogana mette le sculture, mentre, a Palazzo Grassi il resto, una parte consistente; inoltre, in una sala espone una ricostruzione.

inmodello dell'Aspistos, con disegni raf guranti quello che trasportava e in altre stanze ancoravideo e foto della spedizione subacquea. Non sembra, però, che questa storia siacompletamente vera, e potremmo avere una risposta da una frase all'ingresso di Punta dellaDogana: "Da qualche parte tra la menzogna e la verità sta la verità". Ma potremmo ancheleggere il nome di Cif Amotan come imperfetto anagramma di: "I'm a ction".L'opera creata, comunque, salda territori, mondi e linguaggi diversi, rinviando a questionicomunicative contemporanee e fascinazioni mitologiche, spunti letterari e lmici.Post-veritàPer capire questo progetto visionario, si può partire da una questione attuale, quella dellefake news, che mettono in crisi il nostro rapporto con la verità, la quale non è più un luogosegreto, ma appare come un "prodotto pop". È qualcosa di complesso, esige tempi

direzione molto rapidi e ci costringe ad uscire dalla nostra comfort zone. Dunque, non può più essere controllata, ma può essere "rifatta" da chiunque. Nella stagione della "post-verità" ci si fonda sull'intreccio tra fatti e narrazioni, diventando "più vera una cosa inesatta ma capace di circolare che una cosa esatta ma che si muove con lentezza". Ritorno al mito Treasures from the wreck of the unbelievable è un monumento innalzato alla post-verità, al mito. Il ne di Hirst è di dar voce a un tempo, che non ha alcuna intenzione di disincantarsi sino in fondo. Antiche divinità riaffiorano, continuano a vivere e a sedurre. Per lui, dèi e ninfe sono fantasmi, latitanti, allegorie da far rivivere tra maschere, imbrogli e camuffamenti. Hirst utilizza i miti come il motivo da reinventare attraverso una sottile attività mitopoietica. In quest'opera è presentata una

Carrellata di divinità venerate da diversi culti religiosi. Da un lato, ne tutela la riconoscibilità, dall'altro lato, le ritocca, le modifica, le altera e le remixa. Crea così un racconto di finzione, nel quale nulla è vero e tutto è possibile: i reperti antichi sono affiancati a icone fumettistiche, in un'opera dove trionfa l'assurdo: in un passaggio, Hirst si rappresenta in un busto nelle vesti del Collezionista, accompagnato da Topolino, suggerendo un'identificazione con Amotan. È anche un modo per invitarci a non credere alla storia, della nave e del tesoro, inventata.

Per un'arte "letteraria" e "cinematografica".

Per Hirst, fare arte è un modo per raccontare, servendosi di immagini fisse e immagini in movimento. Ci induce a riflettere sulle relazioni tra arte e letteratura.

Soprattutto nel 900, questa relazione ha dominato la scena, portando a una contaminazione e collaborazione tra i 2 mondi, tradizione

che sembrava essersi persa, ma che molti oggi cercano di recuperare. La s è quella di recupe
Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
4 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/03 Storia dell'arte contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher sara.carusos di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Arti e media e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Libera Università di Lingue e Comunicazione (IULM) o del prof Trione Vincenzo.