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PROTEASI PLASMATICHE
SISTEMA DEL COMPLEMENTO
Funzione biologica: aumento della permeabilità vascolare e vasodilatazione,
adesione, chemiotassi, attivazione dei leucociti, opsonizzazione, lisi microbica
SISTEMA DELLE CHININE
Funzione biologica: aumento della permeabilità vascolare e vasodilatazione,
contrazione della muscolatura liscia, chemiotassi SISTEMA DELLA COAGULAZIONE
Funzione biologica: aumento della permeabilità vascolare, adesione dei leucociti e chemiotassi
Sistema del complemento
È un sistema che ha una modalità di funzionamento complessa. Si tratta di una serie di proteine presenti nel
plasma, che non sono immunoglobuline (quindi non hanno un azione diretta e specifica di riconoscimento
di antigeni), normalmente sono presenti circolanti nel sangue in forma inattiva, ma possono attivarsi con un
meccanismo di attivazione a cascata scatenato da una formazione di complessi antigene-anticorpo mediato
da immunoglobuline che però NON appartengono al sistema del complemento.
Esistono 2 modalità con cui si può attivare il sistema del complemento:
!è
modalità classica necessario una reazione antigene anticorpo
!
modalità diretta per riconoscimento della presenza di costituenti di cellule di microrganismi patogeni.
I prodotti di attivazione della cascata del complemento possono avere, presi singolarmente, effetti diversi per
poi in realtà giungere alla funzione finale dell’attivazione a cascata del sistema del complemento che è
quella tesa alla distruzione di microrganismi patogeni attraverso la lisi cellulare.
∗ da questa figura… non vuole
sapere tutti i passaggi del
meccanismo di attivazione
della cascata del complemento,
MA almeno è da sapere il
complesso che da origine
all’attivazione finale, che è il
!
complesso C5-C9 (MAC)
COMPLESSO DI ATTACCO
ALLA MEMBRANA
La composizione è articolata con un
meccanismo di montaggio a cascata e può essere attivato in due modalità diverse:
Modalità classica parte proprio dall’inizio, e lo stimolo iniziale è la formazione di un complesso antigene-
anticorpo dove l’antigene è qualcosa che appartiene a una cellula che non fa parte del nostro self e quindi
viene riconosciuta come tale e l’anticorpo è un immunoglobulina che può appartenere alla categoria delle
immunoglobuline G o M (IgG o IgM). L’attivazione di un legame antigene-anticorpo agisce sul primo dei
!
mattoncini del meccanismo di attivazione a cascata del sistema del complemento, che è il frammento C1
l’attivazione del frammento C1 interagisce con il frammento C4, che si unisce con il frammento C2 per
formare un complesso (un mattoncino più complicato), composto da diversi sub-elementi che è il frammento
C4b2a, da questo frammento può derivare l’attivazione del complesso C3 in complesso C3A o in complesso
C3B che abbiamo già conosciuto per la sua attività opsonizzante (questo è lo snodo centrale delle due vie, il
punto di intersezione tra la via classica e la via alternativa di attivazione del complemento).
Il C3A prende un’altra strada, e può essere anche attivato, mediante legame con il frammento C5, e si ottiene
il complesso C3-C5.
Il frammento C4, per azione della C3-convertasi, si produce C3A e per azione della C5- convertasi si
produce il complesso C4b2a3b (mattoncino in cui è presente componenti del complesso C4, del
complesso C2, del complesso C3).
Nella via classica interagendo con C5 si ha la formazione di C5A e di C5B, che poi è un complesso che si
unisce ad altri subcomponenti, per formare un complesso C5bC6C7C8C9, per formare il complesso C5-
C9 che è il complesso di attacco alla membrana.
Nell’attivazione per la via alternativa non è necessaria un’attivazione mediata da un complesso antigene-
anticorpo ma è sufficiente la presenza di componenti caratteristici della membrana batterica (es.
lipopolisaccaride batterico). L’attivazione di frammenti avviene a partire dal C3.
Dal C3 si arriva al C3b, che poi viene montato attraverso l’intervento di altri fattori in C3bBb, che viene a
sua volta convertito dalla C3-convertasi per ridare origine al frammento C3b, oppure proseguire nel
procedimento di montaggio per dare origine al complesso C3bBb3b, che a sua volta va interagire con C5
per andare a formare il complesso C5b, l’esito finale fondamentalmente è lo stesso.
Sia che si parta da C1 con tutto il meccanismo intero di attivazione della via classica del
complemento, sia che si parta da C3 nel meccanismo di attivazione alternativa del sistema del
complemento per andare a formare C5-C9 (MEC).
Le singole subunità del complemento hanno funzione di mediatori chimici dell’infiammazione, per es:
▪ C3A e C5A provocano degranulazione dei granulociti basofili con rilasciamento di amine vasoattive;
▪ C5A è chemotattico, in grado di richiamare fagociti nel sito in cui si sta sviluppando la
reazione infiammatoria acuta.
▪ C3b innesca il meccanismo di fagocitosi
▪ C5C9 meccanismo di attacco alla membrana con funzione litica nei confronti della cellula bersaglio
La presenza di una coppia di immunoglobuline (IgG) sulla
superficie di un microrganismo patogeno fa si che ci si possa
attaccare il frammento C1, perché questo frammento è in grado
di fare da ponte tra le due immunoglobuline e quindi si può
legare.
Una volta legato C1, intervengono gli altri componenti C4b,
C2b, C3b andando a formare complessi formati da 4 subunità
che si dispongono unite tra di loro attorno a quello che è il
ponte che si forma tra le immunoglobuline dove il ponte è il
frammento C1.
Una volta disposte attorno al complesso C1-immunoglobuline,
intervengono unendosi tra di loro C5,C6,C7,C8,C9 per formare
la prima subunità che è il complesso C5-C9 che si dispone
attorno al ponte C1-immunoglobuline.
Una volta che si è montato il complesso C5-C9, questo
polimerizza dando origine a questa struttura macromolecolare
(vedi slide-figura in centro) e quindi in realtà
il sito d’attacco richiede:
- la formazione del ponte
- il deposito nel sito 1
- il deposito delle subunità C4b,C2a,C2b,C3b attorno al sito 1,
e quindi in un sito 2, e attorno al sito 2 nella polimerizzazione
del complesso iniziale C5-C9 per dare origine ad una struttura
specializzata che è il MAC.
Il complesso C5-C9 ha una subunità composta da C5,C6,C7,C8
più attorno diverse subunità C9 per formare questa struttura
(vedi slide-figura in basso) complessa che ha una composizione specifica.
Lo si può vedere direttamente al microscopio elettronico,sulla superficie cellulare di un
microrganismo patogeno, la formazione del complesso poliC9, formato dalla polimerizzazione di C9.
Il MAC serve a perforare la membrana del microrganismo patogeno perché in grado di provocare un buco
!”modo !Vi
sulla membrana del microrganismo patogeno elegante per uccidere una cellula” è diffusione
passiva del contenuto citoplasmatico dall’interno verso l’esterno. Cosi come avviene diffusione passiva del
!
liquido interstiziale al di fuori della cellula all’interno della cellula la cellula va incontro a lisi cellulare.
Nel sistema del complemento non sempre avviene il riconoscimento del non-self sufficientemente forte da
costituire un segnale di attivazione del sistema del complemento. Non tutte le cellule presentano sulla
propria superficie delle caratteristiche antigeniche tali da poter esser riconosciute da un immunoglobulina G
o M, non tutte le cellule batteriche presentano complessi polisaccaridici sulla loro superficie cellulare e
!
quindi non sono neanche in grado di attivare la via alternativa del sistema del complemento efficienza
minore rispetto ad altri meccanismi di riconoscimento e di eliminazione di microrganismi patogeni.
Se è stato prodotto un danno tissutale dovuto ad una
reazione infiammatoria, deve essere riparato,
possibilmente attraverso il meccanismo di rigenerazione
cellulare (cicatrizzazione) che porta a guarigione
altrimenti, se non si va a risoluzione (assenza completa
di cause scatenanti l’infiammazione) o se la lesione
infiammatoria parte immediatamente come
!
infiammazione di tipo cronico infiammazione cronica
(persistenza dello stimolo lesivo) dovuto a infezioni
persistenti, presenza persistente di tossine o malattie
autoimmuni.
CAUSE DI FLOGOSI CRONICA
(infiammazione)
✓ Stimoli persistenti
b) Materiali esogeni insolubili e non degradabili (biossido di silicio, cheratina, materiale di
sutura, impianti di protesi, ecc.).
! sostanze inorganiche BIOSSIDO DI SILICIO;
! !
sostanze organiche come la CHERATINA (pungiglione di un insetto);
sostanze di origine vegetale come la CELLULOSA (spina di una rosa);
c) Materiali endogeni tossici non degradabili (cristalli di urato, frammenti ossei, materiale
necrotico, ferritina / emosiderina, ritenzione di secreti ghiandolari).
d) Microrganismi difficilmente eliminabili per:
- resistenza agli antibiotici; - resistenza alla fagocitosi; - parassitismo endocellulare; - deficit della fagocitosi;
- immunodeficienze primarie; - terapie immunosoppressive; - condizioni ischemiche; - deficit nutrizionali;
- malattie metaboliche (diabete); - particolari localizzazioni anatomiche (osso, polpa dentaria).
d) Cellule tumorali.
e) Antigeni:
- Endogeni (esempio: DNA nel lupus eritematoso sistemico);
- Esogeni (esempio: malattia da siero, glomerulonefrite post-streptococcica, nel rigetto del trapianto
allogenico, dermatite da contatto).
f) Agenti chimici persistenti (acido cloridrico nell’ulcera peptica, etanolo nell’alcoolismo
cronico, contaminanti ambientali (ozono, NO2, anidride solforosa).
g) Agenti fisici persistenti (radiazioni, trasferimento di energia termica).
✓ Stimoli ricorrenti
b) Infezioni ricorrenti da microrganismi altrimenti eliminabili (colecistite cronica, pielonefrite cronica).
c) Danno ricorrente da agenti chimici e fisici.
✓ Fattori ignoti (ricorrenti? persistenti?) (esempio: sarcoidosi, malattia di Crohn).
Gli esiti dell’infiammazione cronica sono caratterizzati dalla contemporaneità della lesione
infiammatoria con i tentativi di riparazione della lesione infiammatoria. Gli esiti finali possono essere
quelli del danno tissutale che si riflette con insufficienza d’organo perché il tessuto di un parenchima di un
organo funzionalmente attivo viene disorganizzato e che, per la sovrapposizione dei processi rigenerativi o
riparativi, viene sostituito da TESSUTO CICATRIZIALE (tipicamente tessuto connettivo fibroso).
Anche le cellule coinvolte nel processo infiammatorio cronico sono diverse rispetto
a quello acuto.
!
ACUTO la cellula maggiormente coinvolta era il granulocita neutr