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Coppelius e il padre indossano delle tuniche nere e iniziano a maneggiare
boccette, minerali e cristalli e Nataniele vede il volto del genitore trasfigurato
e con le sembianze dell’odiato avvocato. Gli occhi del padre sembrano vitrei,
illuminati da una fiamma azzurrognola e Nataniele, spaventato, caccia un urlo
di terrore ed esce fuori dal suo nascondiglio. Coppelius afferra il bambino e
sogghignando lo minaccia di buttargli tizzoni ardenti sugli occhi; il padre
prega l’avvocato di usare clemenza sul figlio, che sviene dallo spavento e si
risveglia giorni dopo tra le braccia dell’amorevole madre. Non appena
Nataniele si riprende, apprende con sgomento che la sera stessa tornerà
Coppelius. La madre è furiosa con il marito, che le promette che l’avvocato
farà loro visita per l’ultima volta. Nataniele è deciso ad evitare un ulteriore
incontro con Coppelius e fila in camera sua; per la paura non riesce a
prendere sonno e ad un certo punto ode un tonfo tremendo. Si precipita in
corridoio e vede il padre stramazzato al suolo, con il volto nero, bruciato, e
morto. Coppelius approfitta del momento di preoccupazione generale per
abbandonare la città.
Per anni Nataniele ha vissuto nell’incubo di rivedere davanti a sé la faccia di
Coppelius, secondo lui assassino del padre. Ora l’uomo bazzica per le strade
della Germania facendosi chiamare Giuseppe Coppola, venditore piemontese
di bizzarri oggetti. Il giovane è deciso a vendicare la morte del padre e ricerca
indizi sull’identità dei due uomini, Coppelius e Coppola.
Seconda lettera, Clara a Nataniele
Clara, fidanzata di Nataniele, ha letto la lettera destinata al fratello. Risponde
all’amato dicendo di non esser stata troppo in pensiero per lui, conscia del
fatto che il ragazzo l’abbia sempre cara. In un primo momento, Clara è
rimasta turbata dall’apprendere le circostanze violente e tragiche in cui ha
perso la vita il padre di Nataniele e si è preoccupata quando per un giorno
intero è stata seguita da Coppola. Fiduciosa nei confronti dell’avvenire e
razionale, il giorno seguente si è subito rasserenata e prova a fornire una
spiegazione verosimile volta a tranquillizzare l’amato. Clara sostiene che, da
bambino, Nataniele abbia identificato l’odioso Coppelius che mal sopportava i
piccoli di casa con l’uomo della sabbia, di cui aveva tanto sentito parlare dalla
governante e dalla madre. La giovane è convinta che la madre si rattristasse
quando vedeva comparire l’avvocato perché il marito e Coppelius facevano
esperimenti di alchimia, attività particolarmente pericolosa e dispendiosa. La
madre poteva esser dispiaciuta inoltre per il fatto che il marito, assorbito da
questi esperimenti, sottraesse attenzioni alla famiglia. Clara è persuasa che
l’uomo che sarebbe diventato suo suocero abbia compiuto un’imprudenza e
che quindi la sua morte non sia da imputare all’avvocato; ha chiesto
conferma ad un farmacista, che le ha assicurato che chi pratica l’arte
dell’alchimia sia esposto a pericoli quali esplosioni.
Secondo Clara Nataniele, instabile, ingenuo e fantasioso, ha preso sul
personale i presagi che ha descritto nella sua lettera a Lotario e si arrovella in
cerca di conferme alle sue convinzioni. Così facendo si sta sottraendo alle
piccole felicità quotidiane, apportando lui stesso turbamenti ingiustificati nella
sua vita.
“Se vi è un potere oscuro e ostile che a tradimento trapianta un filo nel nostro
intimo con il quale ci lega a sé e ci trascina per una via pericolosa e fatale
che altrimenti non avremmo mai battuto, se esiste una simile possibilità, essa
deve prendere dentro di noi la nostra stessa forma, anzi deve diventare il
nostro stesso io. Soltanto così noi crediamo a esso e gli cediamo quello
spazio di cui esso ha bisogno per portare a termine la sua opera segreta. Se
abbiamo una mente abbastanza salda, rafforzata da una vita serena, [...]
allora quel sinistro potere naufraga nel vano tentativo di prendere quella
forma che dovrebbe essere la nostra immagine rispecchiata. È anche certo
che l’oscuro potere dell’anima, quando a esso ci abbandoniamo, spesso fa
entrare in noi forme estranee che il modo ci mette tra i piedi, cosicché noi
stessi finiamo con l’eccitare il nostro spirito, che, come a noi sembra per una
meravigliosa illusione, parla da quella forma. È il fantasma del nostro vero io
la cui profonda affinità e profonda influenza sul nostro spirito ci precipitano
nell’inferno o ci rapiscono in cielo.”
Prega infine Nataniele, a conclusione di lettera, di togliersi dalla mente quelle
due figure di uomini che nulla possono su di lui.
Clara e Nataniele appaiono sin da subito come due figure complementari e
contrastanti. Clara incarna il potere della ragione e della razionalità e
potrebbe persino farsi beffe dell’amato se non fosse profondamente legata a
lui. Secondo la ragazza Nataniele si è fatto suggestionare dai ricordi
d’infanzia e si è costruito una personalità minacciosa all’interno del proprio io,
personalità che con il tempo potrebbe sopraffarlo e portarlo ad un tragico
epilogo. Nataniele invece incarna le passioni rovinose che imperversano
nell’animo umano e il gusto per il meraviglioso tipico del Romanticismo
tedesco. È attratto e allo stesso tempo spaventato dall’oggettistica usata in
alchimia e dalla magia in generale; è un’anima sensibile che coglie nel
mondo circostante i minimi particolari, particolari che non si schiudono ai
pragmatici.
Terza lettera, Nataniele a Lotario
Nataniele esprime un leggero disappunto -dettato dal fatto che Clara abbia
letto la lettera precedente- nei confronti di Lotario. Rassicura entrambi di
sentirsi meglio e di aver iniziato a frequentare le lezioni del professor
Spallanzani, un fisico italiano che si serve del costante aiuto di Coppola. Dice
di aver finalmente dissipato i suoi dubbi sull’identità di Coppola: costui è un
venditore piemontese, come si intuisce dall’accento. Coppelius era un
avvocato tedesco disonesto. Salendo per le scale Nataniele ha notato che,
segregata in una stanza, seduta ad un tavolo con le mani giunte, trascorre le
sue giornate la figlia di Spallanzani, Olimpia. La giovane ha una figura
proporzionata e snella ed è magnificamente vestita; ha un volto angelico ma
piuttosto irrigidito e quasi di cera e non scambia parole con nessuno.
A questo punto la missiva si conclude e il narratore prosegue la narrazione a
mo’ di cronaca, rivolgendosi ad un lettore immaginario.
“Non ti è mai capitato, carissimo lettore, che qualcosa si impossessasse
completamente del tuo animo, della tua mente e dei tuoi pensieri, così che
tutto il resto ne venisse scacciato?”
Vi è un passo di metapoetica in cui il narratore parla delle varie forme di
narrazione e si chiede quale sia la migliore per proseguire con il racconto
delle sventure di Nataniele. Disquisisce dunque sulla formula “C’era una
volta...” ma gli appare oltremodo fredda. Pensa ad un racconto che inizi in
medias res ma nemmeno questo lo convince. Decide quindi di non
incominciare e di servirsi delle tre lettere che Lotario gli ha spedito per
concludere con le vicende di Nataniele.
Poco dopo la sua ultima lettera Nataniele ha trascorso un periodo di tempo
presso la madre, Lotario e Clara.
“Clara possedeva la vivace fantasia della fanciulla serena, semplice, ingenua,
un’anima veramente femminile, un’intelligenza limpida e acuta. [...] Da molti
Clara era considerata un tipo freddo, senza sentimenti, prosaica.”
Appena rivede l’amata, Nataniele cerca di scacciare dalla mente le sue
preoccupazioni e si dedica alla poesia e si immerge sempre più nelle sue
fantasticherie. È profondamente convinto che l’uomo si inganni quando parla
di libero arbitrio e che “sia invece legato al feroce gioco dei poteri oscuri,
contro i quali è vano ribellarsi, anzi bisogna essere umili e rassegnarsi al
proprio destino.” Per Nataniele ogni cosa è sogno; attribuisce le cause dei
suoi mali al principio maligno costituito da Coppelius, cosa che fa irritare la
pragmatica Clara. La giovane è ormai insofferente ai discorsi privi di
fondamento dell’amato e, quando Nataniele inizia a comporre versi che
hanno per protagonisti se stesso e Clara insediati dal malvagio avvocato, si
distrae accarezzando il gatto di casa o facendo la calza. I rapporti tra i due si
deteriorano: Nataniele è permaloso ed è offeso dalla noia mostrata
dall’amata, che mal sopporta le sue astruserie mistiche.
Nataniele, oltremodo sensibile, si commuove mentre recita i suoi
componimenti. Clara, impassibile, viene tacciata dal fidanzato di essere un
automa maledetto e senza vita. L’ironia della sorte farà sì che Nataniele, che
si reputa acuto e che crede di saper leggere la profondità di ogni cuore, si
innamorerà proprio di un automa. Clara scoppia in lacrime dicendo di non
esser mai stata amata da Nataniele. In suo aiuto accorre il fratello Lotario,
che decide di sfidare a duello il pazzo Nataniele. Il giorno del duello giunge
ma la saggia Clara interrompe i due uomini dicendo che non potrebbe mai
amare e provare affetto per l’assassino dell’altro. Lotario e Nataniele gettano
le spade e si riconciliano. Dopo poco, Nataniele fa ritorno a casa per
proseguire con gli studi. Non appena arriva in città, il ragazzo apprende con
sgomento che durante la sua assenza un incendio ha bruciato la sua stanza.
Ad ogni modo il professor Spallanzani ha affittato per il suo studente una
camera opposta al suo appartamento; dalla finestra Nataniele vede la
giovane Olimpia e acquista un binocolo da Coppola per poter ammirare
meglio la ragazza. Con il tempo Nataniele diventa ossessionato dal binocolo
e da Olimpia e trascorre le sue giornate alla finestra; non risponde alle lettere
che la fedele Clara gli manda e trascura i suoi studi.
Il professor Spallanzani è lieto dell’interesse mostrato dallo studente nei
confronti della figlia, che lui stesso considera sciocca. Tuttavia decide di
organizzare un ricevimento in onore di Olimpia per farla debuttare in società.
Molti giovani si recano all’evento, compreso Nataniele, deciso a conquistare
la ragazza una volta per tutte. La giovane è inespressiva e ha una postura
piuttosto rigida; balla in modo legnoso insieme agli uomini presenti in sala,
che la ignorano dopo poco. È taciturna e non sa intrattenere discorsi brillanti
con i corteggiatori. Nataniele non si cura dei silenzi della ragazza e la difende
dai suoi detrattori -tra i quali vi è anche il fratello Sigismondo che definisce
Olimpia “una pup