Anteprima
Vedrai una selezione di 10 pagine su 45
Riassunti esame statistica Pag. 1 Riassunti esame statistica Pag. 2
Anteprima di 10 pagg. su 45.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunti esame statistica Pag. 6
Anteprima di 10 pagg. su 45.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunti esame statistica Pag. 11
Anteprima di 10 pagg. su 45.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunti esame statistica Pag. 16
Anteprima di 10 pagg. su 45.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunti esame statistica Pag. 21
Anteprima di 10 pagg. su 45.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunti esame statistica Pag. 26
Anteprima di 10 pagg. su 45.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunti esame statistica Pag. 31
Anteprima di 10 pagg. su 45.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunti esame statistica Pag. 36
Anteprima di 10 pagg. su 45.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunti esame statistica Pag. 41
1 su 45
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

VARIABILI CASUALI DISCRETE

Può assumere un insieme finito o numerabile di valori. Data una variabile discreta si definisce funzione di probabilità (f.p.) di X la funzione che associa ai valori in R le rispettive probabilità di verificarsi.

Proprietà:

  1. P(x) ∈ [0,1] per ogni x.
  2. ∑ P(x) = 1.

La cumulata della funzione di probabilità di una variabile casuale discreta X viene detta funzione di ripartizione F(x). Data una v.c. discreta si definisce funzione di ripartizione di X la funzione che associa ai valori in R le rispettive probabilità di verificarsi.

∑ P(x) = P(X ≤ x) rappresenta la probabilità che la v.c. X assuma un valore nell'intervallo [X ≤ x].

La funzione di probabilità può essere rappresentata graficamente ponendo i valori x in ascissa e quelli P(x) in ordinata.

Proprietà della funzione di ripartizione:

  1. È non

    La funzione di ripartizione di una v.c. discreta è sempre una funzione crescente a gradini.

    Ha due asintoti: lim F(x) = 0 per x → -∞ e lim F(x) = 1 per x → +∞.

    È continua a destra (ovvero rimane costante per tutti i valori più grandi di x finché non cambia valore): lim F(x) = F(x+) per x → x0.

    La media e la varianza di una v.c. sono definite in modo identico alla media e la varianza di un carattere statistico (la funzione di probabilità corrisponde alla distribuzione delle frequenze relative di un carattere statistico). La media e la varianza sono concetti importanti per sintetizzare le caratteristiche della v.c.

    VALORE ATTESO: il valore atteso o media di una variabile casuale discreta X è dato dalla somma dei prodotti tra i valori della variabile casuale e le rispettive probabilità: E(X) = ∑(xi * P(xi)) per i = 1, 2, ..., n.

    VARIANZA: La varianza di una variabile casuale discreta X è data da:

    una variabile casuale discreta è definita come il valore atteso degli scarti al quadrato dalla media.

    X = Σi (xi - E[X])^2 P(xi)

    Formula alternativa:

    E[X^2] = E[X]^2 + V[X]

    DEVIAZIONE STANDARD: si trova facendo la radice quadrata della varianza di una v.c.

    SD[X] = √V[X]

    COVARIANZA: la covarianza tra due variabili casuali discrete X e Y è definita come:

    cov(X, Y) = Σi Σj (xi - E[X])(yj - E[Y]) P(xi, yj)

    Proprietà del valore atteso e della varianza di una v.c.:

    - Trasformazione lineare: E[aX + b] = aE[X] + b

    V[aX + b] = a^2V[X]

    - Somma di v.c.: E[X + Y] = E[X] + E[Y]

    V[X + Y] = V[X] + V[Y]

    INDIPENDENZA TRA DUE V.C.

    Dalla teoria della probabilità è

    noto che se due eventi sono indipendenti allora P(A ∩ B) = P(A) * P(B) Se due variabili casuali discrete sono indipendenti tra loro allora: E[X * Y] = E[X] * E[Y] Var[X + Y] = Var[X] + Var[Y] NOTE DISTRIBUZIONI DI PROBABILITÀ - Funzione matematica, in grado di riprodurre approssimativamente l'andamento reale del fenomeno, in base alle frequenze relative osservate. - I modelli probabilistici sono funzioni matematiche che possono dipendere da uno o più parametri, ossia costanti numeriche. Al variare dei valori cambia la forma della funzione. I più noti modelli probabilistici per v.c. discrete sono: Distribuzione Uniforme discreta: è una variabile che può assumere solo valori interi compresi in un certo intervallo, tutti con la stessa probabilità. Assume valori compresi in un certo intervallo [a, a+s-1], con la stessa probabilità 1/s. Si indica con X ~ Ud(a, b). Media evarianza sono date da: a+b[ ] =E X 2 2(a−b)[ ] =V X 12 Distribuzione di Bernoulli (dicotomica): una variabile casuale suscettibile di assumere due soli valori viene detta variabile casuale dicotomica, binaria o di Bernoulli. Solitamente i valori sono 0 e 1 che rappresentano rispettivamente insuccesso e successo (non necessariamente positivo). La probabilità di successo si indica con ( )=π ( )=1−π=1 e di conseguenza . Si indica con π : P X P X=0( ) e la funzione di probabilità è:X Ber π Il valore atteso e la varianza sono dati: 2∑[ ] ( ) ( )+= =0 =πE X x f x × 1−π 1× πi ii=1 x [ ]2 2 2 2 2( )=( ) ( )+(1−π ( ) ( ) ( )¿ [X ])i−E(¿ ) =π + (1−π ) =π + =π (1−π )f x 0−π 1−π π 1−π π 1−π π 1−πi 2∑[ ] = ¿V X i=1 Distribuzione binomiale: supponiamo di effettuare n prove indipendenti. Ogni prova è

    Una variabile casuale di Bernoulli può assumere il valore 0 o 1. La probabilità di una prova che assume valore 1 è uguale a pi greco mentre di una prova che assume valore 0 è uguale a ( ). La variabile casuale binomiale rappresenta il numero di successi ottenuti in n prove indipendenti di un esperimento casuale che può avere due soli risultati (successo o insuccesso). La funzione di probabilità è:
    P(X=x) = ( ) x (1- ) n-x
    Dove x n è definito coefficiente binomiale ("n su x") ed indica il rapporto ( )
    n!
    x!(n-x)!
    Il coefficiente binomiale fornisce il numero di possibili combinazioni di n elementi presi x alla volta. Regole generali:
    [ ] = n
    Il valore atteso è: E(X) = n
    (1- )
    La varianza si ottiene: V(X) = 0,5
    Il valore atteso e la varianza crescono al crescere di n. Per , la distribuzione è simmetrica rispetto al valore atteso che

    è pari a n/2. Per n che tende a +infinito la distribuzione tende ad essere simmetrica rispetto al valore atteso; VARIABILI CASUALI CONTINUE Sono variabili casuali il cui insieme dei valori è non numerabile. Una variabile casuale è continua se può assumere un qualunque valore in un intervallo a,b dove a e b possono essere anche + o - infinito. Nel caso continuo il valore della probabilità di un singolo evento è infinitesimo. La misura di probabilità ha senso solo in un intervallo. Data una v.c. continua x che assume valori in un intervallo è associata una funzione (funzione di densità) definita in modo che: La funzione densità corrisponde alla funzione di probabilità delle v.c. discrete ma l'unica differenza è che questa non rappresenta una probabilità. La funzione densità serve a calcolare la probabilità che X assuma un valore compreso in un certo intervallo. Tale

    La probabilità è rappresentata dall'area sottesa dalla curva in quell'intervallo. La probabilità della v.c. continua pari ad un valore è pari a 0: questo perché lo spazio campionario (a,b) è talmente numeroso che la sua probabilità unitaria si ripartisce tra un numero infinito di punti da diventare infinitesima.

    Data una v.c. continua X che assume valori in un intervallo (a,b) con funzione di densità f(x), la funzione che fa corrispondere ai valori x le probabilità cumulative viene detta funzione di ripartizione. La funzione di ripartizione ci P(X ≤ x) serve a calcolare la probabilità che la v.c. X assuma un valore compreso in un qualsiasi intervallo reale.

    Data una v.c. continua X, la probabilità che X assuma valori nell'intervallo [a,b]:

    Considerata la distribuzione di probabilità di una variabile casuale continua X descritta dalla funzione di ripartizione F(x), fissato un livello di

    Probabilità p, si chiama quantile di livello p la quantità in corrispondenza della quale la funzione di ripartizione assume il valore p. ∞∫[ ] ( )Valore atteso di una v.c. continua X: =E X xf x dx=μ X−∞ ∞[ ] ∫2 2( ) ( ) 2[ ] [ ] [ ] ( )Varianza di una v.c. continua X: =E =V X x−E X x−E X f x dx=σ x−∞I più noti modelli probabilistici per variabili casuali continue sono:Distribuzione uniforme continua: una v.c. uniforme continua è una v.c. che assume valori reali equiprobabili in un intervallo limitato [a,b]con a e b numeri reali. La sua funzione di densità è:a+b[ ] =E XValore atteso: 22(a−b)[ ]Varianza: ;=V X 12Distribuzione normale (o Gaussiana): la v.c. normale di Gauss è la distribuzione più importante per le sue numerose applicazioni e proprietà di cui gode. È usata come prima approssimazione per descrivere variabili casuali a valori reali

    ianze delle due v.c. normali;La media campionaria di un campione casuale di dimensione n estratto da una popolazione normale è una v.c. normale con media uguale alla media della popolazione e varianza uguale alla varianza della popolazione divisa per n;La differenza tra due medie campionarie estratte da due campioni casuali indipendenti di dimensione n1 e n2 da due popolazioni normali con medie uguale e varianze uguali è una v.c. normale con media uguale a zero e varianza uguale alla somma delle varianze divisa per n1+n2;La proporzione campionaria di un campione casuale di dimensione n estratto da una popolazione binomiale con parametro p è approssimativamente una v.c. normale con media uguale a p e varianza uguale a p(1-p)/n;La differenza tra due proporzioni campionarie estratte da due campioni casuali indipendenti di dimensione n1 e n2 da due popolazioni binomiali con parametri p1 e p2 è approssimativamente una v.c. normale con media uguale a p1-p2 e varianza uguale a p1(1-p1)/n1+p2(1-p2)/n2.
Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
45 pagine
2 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-S/01 Statistica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher catbru25 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Statistica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Cheli Bruno.