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REGISTRI DEL PARLATO:
1.DIAFASIA 3.DIATRATTIA
2.DIATOPIA
1. DIAFASIA: secondo questa, il parlato può essere formale, (es. una lezione universitaria, un
discorso pubblico, conversazione con persone poco o per nulla conosciute) o informale
(conversazione tra amici, in famiglia, fra conoscenti)
2. Fino a non molti anni fa, non influiva sui comportamenti linguistici; oggi opera in maniera
trasversale per la diffusione dell’istruzione. Il livello culturale del parlante è decisivo, poiché un
parlante colto domina tutti i registri, mentre il meno colto si trova a suo agio solo nei contesti
informali.
3. Incide in modo significativo quando si verifica un abbassamento, anche minimo, degli altri due
livelli (es. conversazione sl mercato tra due ambulanti di cultura medio-bassa).
PARLATO E SCRITTO
La scrittura consente la massima progettazione.
- possibilità di elaborare il testo, controllarlo, correggerlo, riformularlo anche più volte
approfondendone la produzione e la comprensione; la scrittura può rappresentare i mezzi prosodici
(intonazione, pause, ecc.) attraverso la punteggiatura, ma con imprecisione. Non può però rendere
i tratti paralinguistici (gestualità, distanza fra gli interlocutori, ecc.), se non in forma indiretta
ricorrendo a descrizioni analitiche.
- a differenza dello scritto, nel parlato si verificano istituzionalmente sconcordanze, ripetizioni, pause,
frequente ricorso a parole “vuote” come così, appunto, volevo dire, dunque, quindi, praticamente,
un momento, chiaramente, fondamentalmente, ecc.; nel parlato, l’uso delle parole è più ristretto e
si usano con frequenza parole generali (fare, cosa, roba).
La scrittura è duratura, il parlato è istantaneo.
La scrittura si produce in assenza degli interlocutori, (anche se è possibile una comunicazione di tipo
epistolare). Nel parlato, ciò è impossibile.
Il messaggio scritto si affida solo alla parola (ma nella scrittura elettronica dialogata e istantanea,
ovvero sms o chat, il testo può essere accompagnato da simboli grafici che imitano espressioni del
viso o emozioni); il messaggio orale, invece, è accompagnato da gesti, espressioni del viso,
intonazione, distanza fra i corpi ecc.
Nella scrittura vi sono cambiamenti di strategia comunicativa non esistenti nel risultato finale della
scrittura stessa, mentre nell’oralità sono frequenti.
LINGUA, COMUNICAZIONE, TESTI
Quando parliamo di lingua e comunicazione, ci riferiamo a modi del tutto concreti in cui la
lingua si manifesta, o meglio non solo si manifesta ma in cui essa stessa effettivamente è: il
testo, i testi.
COMUNICAZIONE: schema
Secondo Jacobson, sono SEI gli ELEMENTI ESSENZIALI
RICORRENTI IN OGNI FORMA DI COMUNICAZIONE:
CONTESTO CANALE CODICE REFERENTE EMITTENTE
RICEVENTE
Contesto: la situazione in cui avviene la comunicazione
Canale: il mezzo attraverso cui passa la comunicazione
Codice: il linguaggio utilizzato per la comunicazione
Referente: il tema di cui si parla
Emittente: chi manda il messaggio
Ricevente: chi riceve il messaggio
Tutti e sei gli elementi, ovviamente, nascono grazie alla presenza di un messaggio di
base, ovvero il contenuto della comunicazione.
FUNZIONI DELLA COMUNICAZIONE:
a. Funzione referenziale (informativa/denotativa), referente, in base al contesto
b. Funzione emotiva (o espressiva), orientata verso l’emittente
c. Funzione conativa (o persuasiva), orientata verso il ricevente, il destinatario
d. Funzione fàtica (o di contatto), orientata verso il canale, il mezzo
e. Funzione poetica (o estetica), orientata verso il messaggio e la forma in cui si realizza
f. Funzione metalinguistica, orientata verso il codice.
IL TESTO
- definizione di testo (da sabatini - coletti)
1. Insieme delle parole che costituiscono uno scritto
2. L’opera di un autore compresa in un volume, indipendentemente dall’apparato delle note di
commento, dell’apparato critico, dall’eventuale traduzione, dalle illustrazioni.
- nozione linguistica
testo = unità fondamentale della comunicazione linguistica. Si definisce per la sua natura funzionale
( scopo comunicativo globale) e semantica (significato strutturato).
La sua superficie linguistica: - natura fonico - uditiva (orale)
- natura grafico - visiva (scritta)
Dimensioni del testo: - un semplice sintagma (es. insegne di negozi, cartelli)
- una frase singola, verbale (è vietato sporgersi) o
nominale (attenti al cane)
- sequenza di frasi giustapposte.
Nel testo si intrecciano: - informazioni esplicite (veicolate cioè dalla lingua)
- informazioni implicite (che si costruiscono sulla
base delle informazioni esplicite e dal contesto).
- Diversi gradi di rigidità introdotti nel patto comunicativo che lega emittente e destinatario.
PRESENZA o ASSENZA di alcuni tratti legati a:
A. La struttura complessiva al testo
B. Coerenza logica
C. Sistema dei legamenti di coesione (morfosintattici, semantici, sonori)
D. Uso di vari tipi di costruzione e della frase
E. Uso della punteggiatura
F. Aspetto grafico del testo
TIPI DI TESTO
- Testi descrittivi
- Testi narrativi
- Testi espositivi
- Testi argomentativi
- Testi prescrittivi/regolativi
- LINGUA E GIORNALI - perché interessarsi al rapporto fra essi?
- i giornali e la stampa come oggetto di osservazione linguistica (in quando insieme di testi,
documenti)
- I giornali e la stampa come oggetto dinamico di osservazione linguistica, come oggetto e capitolo di
storia di linguistica italiana.
ESISTE UNA LINGUA DEI GIORNALI?
I giornali si differenziano:
- Ideologicamente
- Per livello culturale
- Tra quotidiani, settimanali, e altri periodici
- Per varietà di sezioni interne
- Tra giornali del mattino e della sera
- Tra giornali generici e specialistici
- (oggi giorno) tra giornali cartacei e giornali online
- (oggi giorno) tra giornali a pagamento e giornali gratuiti
LINGUA E GIORNALI E POSSIBILE CRONOLOGIA
- Punto di partenza: creazione dello Stato Unitario.
- I primi giornali a diffusione nazionale cominciano ad apparire nelle grandi città quasi tutti dopo
l’unità d’Italia.
- Nascita del telegrafo (1866) e del telefono (prima introduzione pratica in Italia 1877/prima linea
privata, Roma 1881).
- Storia del giornalismo italiano suddivisibile, anche per interessi linguistici.
- Si pongono le basi per la nascita di un linguaggio giornalistico autonomo, quale di formò tra 800
e 900 sulla spinta di diversi fattori, linguistici ed extralinguistici.
Tra fine 800 e inizi 900 - tratti del rinnovamento linguistico dei giornali
- Sintassi: dai tradizionali periodi di stampo letterari e argomentativi, a una sintassi breve, di tipo
nominale. Frequenza di costumi sintetici, con participi e gerundi.
- Lessico: arricchimento e ammodernamento con neologismi, (soprattutto politici), e prestiti dal
francese e dell’inglese.
- Apertura (contenuta) a forme del parlato: nella morfosintassi, con construtti di tipo orale; nel
lessico, con voci di origine regionale.
- Persistenza di una certa componente tradizionale: nel tessuto fonomorfologico e anche nel lessico
FASCISMO: Il ventennio fascista produce una parziale interruzione del processo di
ammodernamento da fine 800.
Notevole riduzione delle diverse componenti che caratterizzavano la lingua dei
giornali dei primi decenni del secolo; si inizia a mostrare preferenza per un
linguaggio selezionato, elevato e comunque in linea com l’atteggiamento restino del
regime nei confronti dei dialetti.
Soprattuto nel lessico e nella sintassi, predilezione per una lingua fortemente
caratterizzata in senso letterario e retorico.
DALLA FINE DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE AGLI ANNI ’70
Necessità di creare un vero linguaggio giornalistico, ormai consentito e richiesto
dalle mutate condizioni politico- sociali del paese.
Necessità di svincolarsi dalle pastoie linguistiche del passato recente.
LINGUA E GIORNALI OGGI
- nascita del quotidiano “La Repubblica” (1976)
- Modifica sensibile della scrittura giornalistica: allontanamento dal giornale dei
decenni precedenti e avvicinamento alla lingua comune;
- Espansione del discorso diretto, che imita le vivacità del parlato;
- Semplificazione sintattica;
- Esclusione del discorso riportato in forma indiretta;
- Apertura a un lessico informale;
- Espressività pervasiva in ogni settore della scrittura giornalistica;
- Raggiungimento di punte estreme della componente parlata;
- Per il lessico: neologismi effimeri ed espressioni e uso insistito di traslati e
metafore.
PRELIMINARI FONETICI
OCCLUSIVA: chiudi bocca, non passa aria.
BILABIALE: chiudi le labbra della bocca, entrambe (es. B)
LABIODENTALE: avvicini labbro inferiore ai denti superiori (es. F)
DENTALE: avvicini l’apice della lingua ai denti superiori (N)
ALVEOLARE: tocca con la lingua nella parte dietro dei denti superiori
(es. ts ->zio)
POSTALVEORALE: non tocchi i denti, lingua al centro
COSTRITTIVA: flusso d’aria ostruito (F,V,S,Z, [§ -> SUONO SH])
VELARE: dorso della lingua sul palato (K,G) es. casa, chilo, gatto
AFFRICATA: fase occlusiva + fricativa (esce aria)