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R WOGIER VAN DER EYDEN
Nasce intorno al 1409 a Tournai da un coltellinaio, industria molto fiorente all'epoca. Non sap-piamo dove si sia formato, ma si ipotizza sia passato da Van Eyck, essendo il terzo grande innovatore dell'Ars Nova. Nel 1426 sposa una donna di Tournai a Bruxelles, futura capitale dove si trasferisce nel '35 e per la quale un anno dopo diventa pittore ufficiale. Dal 1443 occupa due case (una forse per gli aiutanti) vicino al Palazzo Coudenberg, sede del duca di Borgogna. Realizza anche ritratti per la corte di Filippo il Buono, pur non essendo pittore di corte come Van Eyck (il suo successore fu il fratello di Daret). Facio lo indica in pellegrinaggio per l'anno Santo del 1450 a San Giovanni in Laterano, dove avrebbe visto le opere di Gentile Da Fa-briano. I suoi committenti sono cancellieri dell'alto clero, facoltosi borghesi e stranieri (italiani, tedeschi). Morì nel 1464 e, a differenza di Jan, non abbiamo sue firme.
Ritratto di donna,
Gemaldegalerie, 1435-45
In origine lo sfondo era blu scuro. È stato a lungo attribuito a Flémalle, ma l'impostazione è molto vaneyckiana: Van der Weyden utilizza lo sguardo di tre quarti solo in questo dipinto.
La donna dovrebbe essere di ceto piuttosto elevato, e non una popolana come si credeva tempo fa. Sul retro vi è uno stemma in una corona d'alloro, apposto più tardi in Italia; questo potrebbe significare che la donna borgognona (a giudicare dalle vesti, che consentono una datazione precisa) fosse sposata (per via del velo sulla testa) con un uomo italiano. Il suo volto è quasi sovrapponibile al ritratto di Londra; pur volendo ritrarre donne diverse, vi è uno schema di base.
Madonna col Bambino e Santa Caterina, Vienna, Galleria Regale, 1451 ca.
Nell'inventario del 1772 sono descritte come fissate in un dittico, ma Dirck De Voss ha dubitato questa modalità, ritenendole il recto e il verso della medesima tavola;
l'ipotesi è poi stata confermata da analisi successive. In particolare, dati i colori squillanti, probabilmente Santa Caterina era all'interno dell'anta destra, mentre la Madonna, con il suo finto baldacchino scolpito con progenitori e Dio padre, era all'esterno. La datazione è stata spostata in avanti per le analisi condotte sul legno; fu forse eseguita dalla sua bottega. L'influenza è anche di Campin, ad esempio nel tessuto damascato di sfondo della Vergine. Deposizione dalla Croce, Prado, 1440 ca. L'opera è ricordata da un canonico di Lovagno che si firma con il nome latino "Molanus" e che nel 1452 scrive la storia della città. Qui racconta che era il retablo principale della Cappella di Notre-Dame, appartenente alla Corporazione dei balestrieri (la forma del corpo di Cristo sembrerebbe ricordare l'arma) e lo attribuisce a Van der Weyden. Nel momento in cui scrive il dipinto è peròpassato a Maria di Ungheria, reggente dei Paesi Bassi e residente al Castello di Binche, che ha scambiato la pala (ora nella cappella al pianterreno) con una copia e un organo.
Il futuro re Filippo II di Spagna visita il castello della zia e rimane impressionato dall'opera, essendo appassionato di pittura fiamminga: nel 1555 entra a far parte delle sue collezioni. Nel 1574 lo dona all'Escorial, anno nel quale viene redatto un inventario che lo descrive minuziosamente: si parla di ante non originali e si segnala l'autografia di Van der Weyden.
Il Trittico Edelheere del 1443 costituisce la copia più antica dell'opera, ma esistono anche una citazione del Maestro delle Banderuole ed una incisa nel 1665.
Il viso dell'uomo che aiuta la deposizione è molto caratterizzato, con labbra spesse che ricordano il Cattivo ladrone del quale è ripreso anche l'abbandono del corpo. La crudezza delle ferite sui piedi sembra alludere a Flémalle.
tant'è che ci si è anche posti il dubbio di una coincidenza tra i due artisti (oggi dissipato). Le lacrime della Vergine svenuta, sorretta da San Giovanni, presentano riflessi di luce caratteristici di Van Eyck, ma Bartolomeo Facio l'aveva riconosciuta come una capacità anche di Rogier, lodando la sua abilità nella descrizione degli stati emotivi. Inoltre, il culmine drammatico della scena è ripreso nella posizione analoga della madre e del figlio. La Maddalena è presentata in una torsione dinamica, con un incrocio serrato delle mani. La forma del retablo è particolare: lo spazio ambivalente da un lato simula l'intaglio ligneo della cassa, dall'altro presenta un prato; un tableaux vivant con figure più grandi del normale, che creano un senso di soffocamento. La Giustizia di Traiano e la Giustizia di Herkinbald, arazzo, 1439 Rogier aveva prodotto quattro pannelli (4 m circa) per una parete del Municipio diBruxellesraffiguranti episodi di giustizia, da mostrare all'apposita Corte. A fine '400, due pittori li co-piano per venderli fuori dalla città, ma le copie vengono bruciate da Bruxelles per evitarne ilplagio. I pannelli vengono ripresi in un arazzo con le armi di Giorgio di Saluzzo, vescovo diAosta e Losanna, che mostra la successione delle scene sebbene lo stile sia diverso.
Ante laterali della Pala Werl, 1438È presente un'iscrizione con data e committente, ossia Heinrich von Werl, professore a Co-lonia e capo della provincia francescana del regno. Egli è accompagnato da San Giovanni Bat-tista, mentre a destra vi è Santa Barbara (anche qui, la torre è nel paesaggio). Siamo nelperiodo di maggiore attività dell'artista. Vi è un forte richiamo ai Coniugi Arnolfini nellospecchio convesso e nella finestra. La parte sinistra, di minore qualità, era ambientata in unpaesaggio ed anche il volto del committente.
è stato manomesso. Annunciazione, Parigi, Louvre. Fa parte di un trittico i cui lati sono alla Galleria Sabauda (nel 1635 entra nelle collezioni dei Savoia), mentre la scena centrale è stata spogliata durante la Restaurazione. Ricorda il Trittico Mérode nel personaggio a sinistra, che sembra comunicare attraverso un ingresso. Nell’Annunciazione vi sono citazioni ai Coniugi Arnolfini, come il letto rosso, il medaglione specchiante e la finestra. Nell’anta sinistra vi è lo stemma dei Villa (rinvenuto con un restauro della Sabauda), famiglia chierese che ha rapporti di prestadenaro con il nord e contatti con la corte borgognona. Questa metà ha subito molte manomissioni: la testa del donatore è stata recisa e sostituita da quella che vediamo oggi, che sembra coincidere con un dipinto anonimo della Egremont Collection di West Sussex. L’ipotesi iniziale era che, per via della moda, fosse destinato ai Paesi Bassi, ma al Museo d’Arte.Antica di Torino vi è un'Annunciazione che cita l'opera con l'iscrizione "cheirass", legandola a un pittore di area piemontese. Il sogno di papa Sergio, 1440 ca. La posa dell'angelo è simile all'Annunciazione di Chieri. Sembra sia stato completato dalla bottega, che combina elementi suggeriti dal maestro. Inoltre, questi spunti grafici riguardavano anche precise tipologie di oggetti, come una teiera dell'Annunziazione e della Pala Werl. Trittico della Crocifissione, Fondazione Abbeg, 1440-47 ca. Anch'esso fu commissionato dai Villa, il cui stemma è in evidenza alle spalle del donatore che ricorda quello della Egremont e che si collega alla scena attraverso un porticato. Egli è abbigliato all'italiana, per cui forse era destinato a restare in Italia. Indossa il collare dell'Ordine cavalleresco del Porcospino, fondato da Luigi d'Orléans nel 1394 in occasione del battesimo del figlio. Dal1415 al 1440, tuttavia, non viene fatta nessuna nomina perché il figlio, Charles D'Orléans, era prigioniero degli inglesi; nel '40 viene liberato da Filippo il Buono. Pur non avendo lalista dei nuovi nominati, sappiamo che è successiva a questa data. Inoltre, vi è una copia del321447. Un personaggio dell'anta centrale prosegue in quella di destra, dove ci sono coloro cheaiuteranno Cristo. La drammaticità è sottolineata dal vento che muove il perizoma. Probabil-mente è un prodotto di bottega, essendo più debole qualitativamente: vi è la ripresa di numerosielementi, come il volto di San Giovanni della Deposizione del Prado, l'uomo che regge la scala,la volta centinata… Viene acquisita dall'industriale svizzero Abbeg nel 1930.
Visitazione, Parigi, Lipsia, 1440-47 ca.
Il prototipo, ripreso dalla bottega di Van der Weyden, è probabilmente quello chierese. Il legno è lo stesso.
della Crocifissione di Abbeg, per cui la datazione potrebbe essere simile.Trittico dei Sette Sacramenti o Retablo Chevreaux, Anversa
La pala ha la parte centrale sopraelevata e le ante fisse. Esse simulano tre navate di una chiesa, con elementi di connessione come la donna che passa da sinistra a destra. La prospettiva non è all'italiana, ma crea un senso di realtà. Ricorre la luce che filtra dalle finestre e gli stemmi, in questo caso della città di Tournai e di Jean Chevreaux (originario di una città vicina a Digione e dignitario ducale, carica solitamente affidata da Filippo il Buono solo ai borgognoni; fu anche suo consigliere politico). Fu probabilmente committente dell'opera, che da sinistra illustra i sacramenti: Battesimo, Confessione, Comunione, Cresima (o Confermazione), Presa dei voti, Matrimonio ed Estrema unzione, con l'Eucarestia in centro.
Il volto del donatore spicca sull'anta sinistra, essendo molto caratterizzato e di
più alta qualità,realizzato dal maestro. Le analisi hanno dimostrato che l’anta centrale è interamente di Vander Weyden, ad eccezione del volto e delle mani della Madonna; suoi sono anche gli angelilaterali. Nell’anta sinistra vi è una mano che completa le figure. Un terzo maestro, il meno abilee più “spigoloso”, realizza le volte della chiesa e l’Estrema unzione. Le analisi hanno inoltredimostrato che le teste dell’anta sinistra sono state realizzate a parte e applicate sull’opera;ciò è visibile per la diversa cromia. Forse serviva per presentare al committente le modalitàadottate. La chiesa sembra un pastiche tra la Santa Gudula a Bruxelles e la Cattedrale diTournai. Ritorna il tema caro a Rogier della compressione dello spazio per enfatizzare ladrammaticità: la croce di Cristo sfiora quasi il soffitto. Vi è una grande capacità di dettaglio,come l’officiante
In fondo alla sala che offre l'ostia alla pala d'altare (che racconta anche una forma-tipo del retablo, nonché l'arredo di una chiesa del tempo). Polittico del Giud