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EVOLUZIONE DEL MUSEO
Terminologia e definizioni
Pur trattando questioni simili, museologia e museografia sono due discipline tra loro
distinte, nate in contesti molto diversi:
• la museografia si occupa dell'ambito operativo-architettonico (metodologie di
progettazione ed edificazione, organizzazione e allestimento degli spazi,
dimensione urbanistica e rapporto col territorio…);
• la museologia si occupa del museo come istituzione dal punto di vista teorico-
storico (studio e ricerca sull’evoluzione, i significati, i contenuti, il ruolo e gli scopi
sociali dei musei, cosa sono, come funzionano, a cosa servono).
Tuttavia, è molto difficile tracciare un confine netto tra teoria e pratica.
Le due discipline concorrono a studiare il museo come il prodotto dell’attitudine
umana alla raccolta di documenti. Questa tendenza può essere spiegata da:
• un tentativo di scongiurare la caducità umana attraverso la raccolta di beni
materiali di particolare rilevanza;
• l'istinto vitale che spinge a conservare la memoria;
• una necessità spirituale di espressione della propria identità storico-culturale,
che trova concretizzazione attraverso l'esposizione di oggetti significanti.
Museografia
La museografia nasce nella seconda metà del ‘700, in relazione a due grandi
fenomeni culturali:
1. La Rivoluzione francese
Dopo la Rivoluzione, in pieno clima illuminista, vengono fondati due importanti
musei: il British Museum (che fu il primo museo statale) e il Louvre. Con
quest’ultimo, per la prima volta la destinazione pubblica non è dovuta alla
concessione di un sovrano ma da un diritto dei cittadini: la proprietà del museo
viene attribuita al popolo. L’accesso era garantito a tutti, non solo agli studiosi e
ai ricchi, per favorire lo sviluppo e la diffusione delle conoscenze.
La nascita di questi musei è molto importante poiché il museo viene finalmente
concepito come un luogo aperto, non soltanto di una ristretta élite di persone. Si
rivela quindi necessaria una disciplina che ne regoli l’allestimento.
In questo clima viene anche ideata l’Enciclopedia degli illuministi Diderot e
D’Alembert. Essa si configurava come una serie di volumi contenenti voci illustrate
e accompagnate da una descrizione.
La struttura è analoga a quella di Wikipedia, con la grande differenza che
quest’ultima è disponibile online. Infatti Tim Berners-Lee, il principale ideatore di
Internet, aveva concepito il World Wide Web come un’enorme Enciclopedia che
garantisse l’accesso a chiunque.
2. La nascita dell’estetica Aesthetica
L’estetica nasce nel 1750 con il saggio di Alexander Gottlieb
Baumgarten. Etimologicamente, il termine significa “studio di ciò che si percepisce
coi sensi”. Non è casuale che questa disciplina nasca a metà ‘700: in questo
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periodo, infatti, iniziano a germinare i semi della corrente romantica, che fonderà
buona parte della sua poetica sul piacere dei sensi.
Il Romanticismo mise in crisi l’idea classica di l’arte: l’opera non è più condizionata
dalla realtà esteriore, ma piuttosto da quella interiore, mettendo da parte la
fedeltà all’oggetto rappresentato. Questo concetto fu poi ripreso e approfondito
all’inizio dell’800, con la messa a punto della fotografia.
Museologia
La museologia nacque diverso tempo dopo rispetto alla museografia, nel 1955. La
Seconda Guerra Mondiale portò infatti schieramenti politici anche opposti alla
volontà comune di fondare l’ONU, ovvero una sede (fisica e immateriale) di confronto
permanente che garantisca la pace tra i popoli.
In questo contesto, la memoria storica e il patrimonio culturale assumono
un’importanza centrale: per non ripetere gli errori è fondamentale tramandare e
diffondere la conoscenza. L’ignoranza è spesso stata causa di guerre, poiché dove vi
è consapevolezza vi è anche spirito critico.
Ecco che il museo diventa un’istituzione fondamentale, assumendo le funzioni di
trasmissione della memoria e promozione della cultura. L’ICOM (International Council
of Museum) nasce infatti per emanazione dell’ONU.
Il collezionismo fu la prima materia di studio della museologia.
“Preistoria” del museo
Età ellenistica (323 – 31 d.C.) museion
1. La parola “museo” deriva dal greco , ovvero “luogo sacro alle Muse ”, le 9
1
figlie di Zeus e Mnemosyne (dea della memoria), nonché protettrici delle arti.
2
Il Museion era considerato la massima istituzione culturale del mondo ellenistico
e comprendeva la straordinaria biblioteca di Alessandria d’Egitto (custode di
700.000 volumi, poi distrutti da una guerra), un osservatorio astronomico e un
giardino botanico e zoologico. La struttura è nata su ispirazione di Demetrio
Falereo, governatore di Atene e allievo di Aristotele.
2. Dopo il Museion fu istituita la Pinacoteca sull’Acropoli di Atene. Il modello nascita-
sviluppo-apice-declino qui costituito fonda il culto della classicità, che resterà in
auge per molti secoli nella storia dell’arte.
L’arte classica si basa sul modello concettuale di Aristotele, che la considera come
un mezzo per riprodurre e migliorare la realtà. Ne consegue un tipo di arte ideale,
fatta di canoni e proporzioni.
Età romana (100 a.C. – 400 d.C.)
3. Con la conquista di Siracusa del 212 a.C. da parte dei romani, inizia
l’appropriazione e il trasporto delle opere d’arte greche verso Roma. I bottini di
guerra vengono esposti durante le parate, facendo strada all’idea di “arte
accessibile”.
interessante notare che per i greci le arti sono figlie della memoria: senza l’arte noi non
1
avremmo memoria storica.
La mnemotecnica è l'insieme di regole e metodi adoperati per memorizzare informazioni
2
difficili da ricordare (la tecnica fu ideata dai greci e trasmessa ai romani). L’arte era dunque
considerata una mnemotecnica a tutti gli effetti.
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4. Marco Agrippa afferma il diritto dei cittadini di fruire delle collezioni di opere
d’arte. Le opere più note e prestigiose sono collocate in templi (tra cui il Pantheon),
piazze e giardini visibili al pubblico.
Musaeum
5. Il è una grotta artificiale ornata di mosaici e sculture. Si sviluppa inoltre
il collezionismo come segno di prestigio sociale e investimento economico.
Medioevo (476 – 1400)
6. Il concetto di museo decade, rinchiudendosi e conservandosi solo in ambito
ecclesiastico. La Chiesa diventa la principale committente degli artisti: cattedrali
e basiliche iniziano ad ospitare opere e oggetti sacri o preziosi.
Si iniziano ad esporre anche “meraviglie” (oggetti esotici) e miniature.
Umanesimo (1300 – 1400)
7. L’Umanesimo attribuisce ai reperti antichi il valore di testimonianza del passato e
modello per il presente. Cominciano in modo sistematico gli studi di carattere
enciclopedico, mentre il collezionismo si struttura con precisi criteri.
8. Il termine “museo” viene utilizzato da Lorenzo de’ Medici per definire la raccolta di
codici e opere d’arte. Dalle sue collezioni vengono create la Galleria degli Uffizi e
Palazzo Pitti, luoghi aperti a ricchi e studiosi.
9. Se nel Medioevo era la chiesa a “privatizzare” i beni culturali, in età umanistica è
proprio un papa a riconoscerne il valore civile. Nel 1471 Papa Sisto IV dona al
“popolo romano” una serie di sculture che simboleggiano la storia della città (tra
cui la Lupa Capitolina), collocandole sulla collina del Campidoglio. Vengono
inoltre creati i Musei Vaticani e le Gallerie delle grandi famiglie aristocratiche
(Doria-Pamphili, Borghese, Colonna…).
10. Erasmo da Rotterdam definisce “musei” gli studioli dei principi italiani. Per la prima
volta il termine è usato per indicare una raccolta ordinata di vari tipi di oggetti.
Rinascimento (1400 – 1600) Wunderkammer
11. Dalla metà del 1500, presso le corti europee si diffondono le mirabilia
(“camere delle meraviglie”), all'interno delle quali vengono custodite
artefacta scientifica
(oggetti dell’ingegno umano), (oggetti d’arte) e (strumenti
scientifici). L'aspetto della meraviglia prevale sulla dimensione di ricerca e
classificazione: la finalità principale è esibire ricchezza e potere.
Tra le più famose vi sono lo studiolo di Francesco I de' Medici a Firenze e le
Wunderkammer
collezioni degli Asburgo. La modalità delle è opposta quella dei
musei: erano un insieme disordinato di oggetti, con il quale si cercava di
rappresentare la varietà del reale.
12. Il medico Paolo Giovio tra il 1537 e il 1543 ideò il museo di Borgo Vico (Como), per
conto di Papa Clemente VII. Lo scopo era creare una sorta di Tempio della fama:
all'interno figuravano immagini di Apollo, delle Muse, di Imperatori, Papi, principi…
Accanto ad ogni ritratto vi erano gli scritti di Giovio che narravano le gesta, i pregi
e i difetti dell'illustre personaggio. Il percorso espositivo del museo svolge una
rappresentazione il cui messaggio è immediatamente comprensibile.
Wunderkammer
A differenza delle contemporanee , confuse rappresentazioni, la
selezione dei ritratti di Giovio risponde a esigenze di ordine classificatorio.
13. Ulisse Aldovrandi crea il primo museo di Storia Naturale all’interno del quale è
possibile osservare “18.000 cose diverse”.
14. Dalla fine del ‘500 la galleria è il luogo deputato alle opere d’arte.
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Seicento
15. L’Accademia di Disegno nasce come una delle parti costitutive del complesso
della Pinacoteca Ambrosiana, voluta dal Cardinale Federico Borromeo. La
struttura comprende inoltre una Biblioteca ed una Pinacoteca (nasce l’idea di una
raccolta d’arte creata come modello educativo per i giovani artisti).
Storia del museo
In seguito all’introduzione delle Accademie di Belle Arti si può iniziare a parlare di
“storia” del museo. Si passa infatti da una concezione privata ad una pubblica
dell’arte (non è un caso che il ‘700 sia anche il secolo della cultura illuminista).
Settecento
16. Johann Joachim Winckelmann e Luigi Lanzi realizzano le prime pubblicazioni in
Storia dell’Arte dell’antichità
merito alla Storia dell’Arte ( ), intesa come disciplina
autonoma. Infatti, prima di loro, gli scritti erano di tipo biografico o tecnico.
17. Nel 1746 iniziano gli scavi archeologici a Ercolano e Pompei.
18. Nascono molti importanti musei (oltre ai già citati British Museum e L