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La PA grazie alla tecnologia pone in modo trasparente e aperta nei confronti dei cittadini. Questo
garantisce un controllo pubblico sull’operato. Obama fa la Open government directive nel 2009.
Trasprenza, collaborazione e partecipazione sono le basi dell’open government. È Tim o’Reilly che
si inventa ciò, è un filosofo e pubblica libri. Cerca di far capire l’informatica in modo semplice.
• Trasparenza: open data;
• Collaborazione
• Partecipazione: informazione, confronto, co-design, co-decisione
Se non posso fare una di queste 3 allora non ha senso avere le altre 2.
Open data: pubblicare dati non in carta ma su internet in modo che non dobbiamo andare
fisicamente a cercarli ma li troviamo in modo facile. Qualsiasi attività della PA produce dati che
possono interessare le persone. I dati sono alla base dell’innovazione. Ci devono essere competenze
e dati disponibili, in modo da interpretarli in base alle esigenze. Non usiamo i dati puri ma li
mediamo per renderli comprensibili. Data point: applicazioni che producono dati.
C’è una differenza tra i comparti in base allo stato di avanzamento dell’innovazione?
Quali sono i problemi e la diffusione dell’open governance? C’è una resistenza a comunicare i
propri dati e una carenza della legislazione (ma è molto ambiguo, si sta pensando di dare un
incentivo monetario a chi pubblica info). A volte pubblicando i dati qualcuno ci perde (furti in una
zona).
Il fabbisogno finanziario
Il fabbisogno finanziario per le PA è identico come logica al fabbisogno finanziario delle aziende
private. Servono per garantire un equilibrio quantitativo e qualitativo delle fonti e degli impieghi
nel breve, medio e lungo periodo. La programmazione finanziaria è su due livello:
• Cash management: programmare le fonti finanziarie che permettono di finanziare la
gestione corrente di breve periodo (caratteristica+accessoria – edificio che dà in affitto). Nel
CE;
• Investment ad debt management: si utilizzano strumenti finanziari per investire in titoli a
lungo periodo. Nello stato patrimoniale.
Fonti che un comune ha per finanziare la gestione corrente (C.M.):
1. Trasferimenti: possono essere sia di gestione corrente sia in conto capitale. La finanza
derivata fino agli anni 90 era la più tradizionale nel welfare state;
2. Imposte;
3. Tariffe;
4. Entrate extra-tributarie;
5. Prezzi calmierato o amministrati dal comune.
Fonti per finanziare gli investimenti (I.D.M): quando parliamo di fonti degli investimenti ci sono 2
categorie:
• Fonti tradizionali:
1. Obbligazioni;
2. Mutuo;
3. Trasferimenti;
• Innovative:
4. Cartolarizzazioni (PPP/PFI);
5. Gestione attiva debito (liability management): derivati (swap).
L’indebitamento nasce da un principio di base che è quello intergenerazionale. Se devo costruire
qualcosa devo per forza indebitarmi).
Il mutuo è lo strumento tipico per l’investimento medio-lungo termine e ovviamente c’è un
pagamento di interessi. Per prendere a prestito c’erano tassi agevolati per cercare di proteggere le
PA dalla concorrenza privata. Non c’era la possibilità di prendere a prestito da enti creditizi
standard, ora c’è. C’è stato un crollo nell’accesso al credito. Finalità del ricorso al debito: edilizia
pubblica, edilizia sociale e impianti e attrezzature ricreative. Sono stati definiti dei limiti per ci i
comuni non possono fare troppo riferimento ai mutui perché è stato imposto un limite
all’indebitamento.
Emissioni obbligazionarie: unico debitore e una molteplicità di ceditori, ciascuno titolare di una
quota del prestito. C’era un divieto per le PA di ricorrere alle obbligazioni tolgo agli inizi degli anni
90. La legge dice che tutti possono fare un’emissione obbligazionaria ma a livello locale sono le
regioni che li usano maggiormente xk sono strumenti complessi. Vengono venduti soprattutto sul
mercato estero. Il rating è BBB-. Questo rating sta diventando molto importante come indicatore
sintetico del grado di solvibilità e quindi di rischio dell’investimento. L’italia ha il più alto numero
di enti che fanno ricorso al rating x rafforzare la qualità dell’investimento.
Derivati e swap: sono strumenti molto rigidi e difficili da negoziare. Esempio. Sono un comune che
fa un mutuo a tasso fisso e poi gli interessi scendono e quindi ci perdo. Allora tramuta il tasso fisso
con un tasso variabile con uno swap. Possono farlo anche con i tassi di cambio. Pro: riduce i costi
per gli interessi e li rende più rapidi. Contro: strumenti che vanno a intaccare la posizione debitoria
dell’ente e deve essere approvata dal consiglio dell’ente, indeterminatezza del costo
dell’operazione. C’è stato una crisi sulla stipula di contratti derivati nel 2008 e nel 2014 sono stati
vietati ma cmq già erano diminuiti.
Dismissione intermediata:
• Cartolarizzazione: trasformazione di asset (crediti o attività come immobili nel SP) in titoli
liberamente negoziabili sul mercato. Ha avuto un’impennata nel 2000 con blocco nel 2003.
Un asset passa dall’SP della PA nel SP della società veicolo (di solito creata dalla PA) e
vengono utilizzate queste risorse finanziarie per l’emissione di titoli comprati dagli
investitori. I flussi finanziari periodici (se è immobile è il canone di locazione, se è credito è
la rata) vengono usati per pagare gli interessi agli investitori. La regione friuli e venezia
hanno effettuato cartolarizzazione di immobili ma si preferiscono i fondi comuni. Se lo
contabilizzo come fuori bilancio non cambia nulla ma se lo contabilizzo come debito allora
rientro nel fatto che dopo un po’ non posso più indebitarmi e questo fa ridurre l’utilizzo di
questa.
• Fondi comuni investimento immobiliare: le Pa conferiscono immobili a un fondo
immobiliare da cui prende quote che poi conferisce agli investitori.
Gestione degli acquisti
Il modello di Porter. Serve a capire la struttura competitiva e strategica di un settore.
Leve di base che vanno a definire il potere contrattuale del settore:
• leva competitiva: quanto pesa il fatturato rispetto al totale del settore
• sensibilità al prezzo: quanto gli acquisti sono strategici per il core business dell’azienda.
Per la PA il modello è lo stesso ma è importante analizzarlo come acquirente perché:
• In molti settori la PA è monopsonio: l’acquirente unico è solo la PA (industria
aereospaziale);
• Il suo potere contrattuale è molto alto poiché acquista una grande quantità di beni
(commodities – prezzi unitari molto bassi – penne, carta).
Rilevanza delle PA nel mercato:
• Importanza quantitativa degli acquisti: non guardiamo solo alla percentuale di spesa
pubblica ma anche la percentuale di richiesta di acquisto sul PIL (di solito 20% del PIL).
• Importanza qualitativa: si cerca di guardare non solo la varietà dei beni e servizi acquistati
ma anche la loro rilevanza strategica.
Deve essere regolata:
• 1994: Legge Merloni “legge Quadro in materia di lavori pubblici”;
• 2006: Codice dei contratti pubblici. Codice unico che va a normare tutti gli appalti pubblici.
Appalto: contratto stipulato tra un ente pubblico e un soggetto o un’associazione di soggetti per la
realizzazione di:
• Appalti di lavori: progettazione ed esecuzione di opere pubbliche;
• Appalti di forniture: acquisto o locazione di prodotti;
• Appalti di servizi: né lavori né forniture (servizi di manutenzione, pulizia).
Principi base per l’appalto pubblico:
1. Tutela della concorrenza: gli elicotteri di quella impresa erano gli unici che potevano andare
bene e allora non ha fatto il concorso;
2. Divieto di discriminazione: hanno escluso un’impresa perché non era del distretto;
3. Obbligo di pubblicità e trasparenza;
4. Principio di proporzionalità: i criteri devono essere proporzionali al bando stesso. Se faccio
un bando per appalto di pulizie non posso imporre che l’impresa abbia almeno nove volte il
fatturato pari all’appalto. È legittimo invece richiedere di mostrare la capacità economica
dell’azienda (fatturato) per mostrare la capacità di portare a termine la fornitura.
Concorso pubblico:
• Programmazione:
• Istruttoria:
• redazione dei documenti di gara e pubblicazione
• selezione del fornitore:
• stipula e gestione del contratto
• valutazione
Ci sono 2 domande principali: che tipologia di appalto vado a fare e che fornitori ho bisogno, quale
criterio vado a d usare per selezionare l’offerta vincente.
Procedure di selezione:
Gara:
o
1. Procedura aperta: aperta a tuto il mercato che abbia le caratteristiche elencate. Più i
servizi sono commodities più il bando è aperto, più sono complessi e si passa alle altre
gare;
2. Procedura ristretta: tutti possono presentare un’offerta ma poi solo quelli selezionati
riceveranno l’invito a partecipare alla gara;
3. Dialogo competitivo: la PA non ha un’idea precisa di ciò che ha bisogno, ma essendo un
appalto complesso deve esserci anche una fase di progettazione e ideazione
Trattativa privata: negozia direttamente con i fornitori.
o
1. Procedura negoziata:
2. Cottimo fiduciario:
Si può ricorrere solo in 4 casi:
C’è stata una gara ma non c’è stato un vincitore o non è pervenuta alcuna offerta. I
criteri devono essere gli stessi;
Esiste un unico fornitore;
Urgenza e emergenza per colpa non imputabile alla PA;
Servizi complementari al servizio di fornitura principale. Non possono superare i 3
anni per evitare favoreggiamento.
Criteri per valutare il fornitore:
1. criterio del prezzo più basso (commodities): si dà un range di prezzo possibile alle
imprese per evitare che abbassino troppo il prezzo; verifica documentazione, verifica
criteri e decisione del fornitore.
2. criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa: mix tra offerta di prezzo e
caratteristiche tecnico-qualitative. Più parliamo di forniture complesse più il costo reale
va a includere costi sommersi che fanno riferimento a ReS e altro che si tramutano nella
qualità del progetto stesso. Di solito di danno dei punti alle varie parti. In base alle
formule di aggiudicazione adottate possono cambiare le imprese vincitrici (formula
indipendente VS formula interdipendente). Verifica documentazione, verifica criteri e
poi prima si valutano le competenze tecniche e poi economiche (per evitare di favorire
quelle con prezzi più bassi)