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TITOLI DI TESTA
Spesso Hitchcok ha la tendenza a concentrare nei titoli di testa la forma simbolica chiave del film (per esempio, in Vertigo i
titoli di testa hanno forma a spirale, essendo un film sulla vertigine, e quindi la spirale è la forma che prefigura e configura il
tema della storia).
Psyco è un film sulla scissione della personalità, sulla divisione dell’io in due.
Hitchcock aveva un titolista, grande artista grafico Saul Bass.
Attraverso i titoli di testa, si chiede al pubblico di entrare nella storia. il regista aveva la convinzione dal punto di vista della
percezione che le forme primariamente captate al pubblico già preconfezionano la fruizione psicologica dello spettatore che
avrà nel film.
Per introdurre il tema della scissione della personalità, Hitchcock usa questo gioco di linee verticali e orizzontali che si
dialettizzano nello schermo usando linee che entrano da una parte all’altra, non combaciandosi mai, a volte scomponendo le
lettere delle parole dei titoli. Procedimento che tenta di cominciare a veicolare dal punto di vista grafico il tema della scissione,
che caratterizza il film.
Il gioco di linee verticali e orizzontali è la base dell’estetica del film; il tema di queste linee si riproduce nel decoro della
scenografia, nell’arredamento delle camere.
Sequenza iniziale, SCENA HOTEL A ORE.
Phoenix (Arizona), 11 dicembre 1959. Marion Crane, bella e giovane segretaria di un'agenzia immobiliare, è innamorata di
Sam Loomis, imprenditore e proprietario di un negozio di ferramenta, con il quale ha intrapreso da tempo una relazione
segreta, fatta di fugaci incontri in albergo durante la pausa pranzo.
“Per l’inizio di Psyco ho sentito il bisogno di scrivere sullo schermo il nome della città, Phoenix, poi il giorno e l’ora in cui
comincia l’azione e, tutto ciò per arrivare a questo fatto molto importante: erano le tre meno diciassette del pomeriggio ed è il
solo momento in cui questa povera ragazza, Marion, può andare a letto con Sam, il suo amante. L’indicazione dell’or suggerisce
che salta il pranzo per fare l’amore, dando un senso di clandestinità al loro rapporto e autorizzano il pubblico a diventare
voyeur”. (Hitchcock, Truffaut).
Si assiste all’incontro coppia illegale che aspira a diventare una coppia legale, sono amanti clandestini che si incontrano in un
albergo a ore. Lei non sopporta questa condizione. Il cinema di Hitchcock racconta sempre e ha al suo centro, la storia di una
coppia, il processo di formazione di essa. La relazione di coppia è centrale e ricorrente.
Il film inizia con un panoramica a volo di uccello, (Hitchcock avrebbe voluto giare questa sequenza iniziale in piano sequenza,
senza fare stacchi di montaggio, ma la tecnologia dell’epoca non glielo permette). Si passa da un totale sulla città Phoenix,
provincia americana dell’Arizona, alla fine tra della camera d0’albergo in cui si trova Marion e Sam.
La città si chiama Phoenix, non casualmente, per due motivi: Hitchcock aveva bisogno di giare il film in una provincia
americana e per il tema degli uccelli (traducendo il nome della città viene Fenice, volatile in un film in cui il protagonista
Norman Bates ha come hobby di tassidermia, uccide uccelli e l’impaglia, decorando così la sua stanza del motel; Marion di
cognome fa Crane, in italiano Gru, il volatile).
Movimento di macchina che da totale urbano ci si avvicina alla finestra.
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Si ha l’indicazione del luogo (PRIMA DISSOLVENZA INCROCIATA, primo stacco), indicazione della data (SECONDA
DISSOLVENZA INCROCIATA, secondo stacco), accelerazione della macchina e poi indicazione dell’ora (TERZA
DISSOLVENZA INCROCIATA, terzo stacco) e poi stacco netto in prossimità dell’ultima parte del movimento, la macchina
qui fa un movimento quasi penetrativo, per oltrepassare la soglia della finestra.
La finestra luogo chiave del cinema di Hitchcock. Si tratta di un luogo soglia. Si entra, buio. Oltrepasso della soglia, si passa
all’interno. Linee verticali del letto. Prima immagine di lei distesa, lui tagliato fuori dalla cintola in su, privato di volto e
identità. Passaggio rapido sul comodino, non hanno mangiato.
Il tema del cibo è un tema ricorrente nel cinema di Hitchcock.
Lei è svestita di bianco, Hitchcock sceglie, nel momento in cui i due si stendono sul letto, di avvolgere la coppia con
movimento morbidamente semicircolare, rinunciando a stacchi di montaggio, creando così una sensazione di avvolgente
intimità, il montaggio avrebbe spezzettato troppo una situazione che avrebbe dovuto trasmettere al pubblico una forte
vicinanza, unione tra i due.
Se la testiera del letto riprendeva le linee verticali, qui invece la veneziana riprende le linee orizzontali.
Torna il motivo della finestra, prima connesso col fuori con il dentro, ora da dentro che osserva il fuori, come se ritagliasse un
ulteriore cornice nella cornice più ampia dello schermo. Si ha connessione da dentro e fuori, come connessione tra situazioni
emozionali differenziate.
MARION A LAVORO
Stanca della sua ordinaria e squallida vita Marion, con la scusa di andare a depositarli in banca - come le aveva detto il suo
datore di lavoro - ruba 40.000 $, proprietà di un ricco cliente che aveva intenzione di acquistare, con quei soldi, una casa alla
figlia diciottenne come regalo di nozze.
Seconda sequenza, dalla situazione clandestina, Marion torna al lavoro, dove il caso, uno dei grandi protagonisti del cinema di
Hitchcok, le offrirà un’occasione di cambiare vita.
Sequenza di raccordo. Marion, donna infelice per la sua condizione economica non le consente legalità del suo amore, si trova
in un ufficio un uomo che farà sposare la figlia e comprare lei una casa di 40mila dollari. Il caso fa sii che pochi minuti dopo
aver verificato come sia la mancanza di denaro il problema che affligge la sua vita, Marion si trovi nelle mani una somma ingente
di denaro 40 mila dollari. Questo è il caso che le presenta un occasione di vita.
Dietro la scrivania di Marion, si vede una fotografia che rappresenta il deserto, luogo dove la donna fuggirà, come se la foto
prefigurasse il destino di Marion, dicendoci il luogo dove ci sposteremo. Dalla città al deserto.
MARION FUGGE
Marion esce e la ritroviamo con un abbigliamento simile alla prima sequenza, svestita ma in nero, dettaglio non casuale, dal
bianco dell’erotizzata innocenza al nero che trasforma Marion in una dark lady, donna che sta per commettere un gesto furtivo,
non proprio legale, con la scusa di permettersi un matrimonio legale.
La scena che segue è un gioiello dal punto di vista del montaggio, Hitchcock si rivela maestro nel cinema da camera. In questa
sequenza troviamo una donna, una busta con all’interno 40mila dollari e una valigia, qui si può notare l’abilità di Hitchcock di
costruisce tutta la scena, senza il bisogno di usare una parola giocando con raccordi con lo sguardo di Marion che di volta in
volta indirizza il suo sguardo in soggettiva sulla busta e sulla valigia, con una specie di gioco a tre; tutti i raccordi sono raccordi
sull’asse dello sguardo di Marion, spesso sono soggettive e in questo modo, giostrando in modo magistrale sul montaggio,
Hitchcock fa capire allo spettatore quello che passa per la mente di Marion , cioè il desiderio di impadronirsi di quella busta col
denaro, infilarlo nella valigia e di scappare per garantirsi un futuro migliore.
I violini di Herman tengono vibrante la tensione. La decisione è stata presa e Marion fugge.
Alla guida Marion sente voci nella testa, e di nuovo il caso che interviene pesantemente nella vicenda, mentre lei è ferma al
semaforo, davanti alla sua auto passano coloro che non dovevano passare, il suo datore di lavoro e il proprietario dei 40mila
dollari. Si ha uno scambio di sguardi, lui la vede e s’interroga della sua presenza. Il caso le permette di fuggire ma l’ha messa
anche in minaccia di riconoscimento. Marion esce dalla città di notte, abbagliata dalle luci, con un’immagine bellissima di lei
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dipinta in un bianco e nero molto espressionista, con la luce dei fari che si riflettono sul volto di Marion, mentre abbandona la
città ed entra nel territorio extraurbano, avvicinandosi al deserto.
INCONTRO CON POLIZIOTTO
La scena del poliziotto che sveglia la protagonista dopo aver passato la notte in macchina è la materializzazione del senso di
colpa. Marion, ragazza per bene, è rosa dal rimorso e dalla preoccupazione di quello che sta facendo e non a caso le si
materializza lì il poliziotto oscuro e impenetrabile nel suo sguardo, il quale mette lei nella posizione di sentirsi sospettata.
Spesso la grammatica hitchcockiana ha quell’alternanza di soggettive e oggettive come una delle sue figure chiave. Si tratta di
una messa in scena usata anche oggi, quando il regista vuole creare una situazione di tensione su una scena in cui non accade
nulla; questo modo di alternare lo sguardo preoccupato dell’attrice, la soggettiva della strada, lo sguardo dello specchietto
retrovisore che ritaglia nel panorama biancastro sabbioso del deserto dell’Arizona la nitidezza dell’immagine dello specchietto
retrovisore con immagine di forte suggestione estetico. Si tratta di un’alternanza di tre piani, piano oggettivo di lei, soggettivo
di lei sulla strada e soggetto di lei sullo specchietto retrovisore genera una situazione di forte suspense che è uno degli stilemi
del cinema di Hitchcock.
SCENA VENDITORE DI AUTO - BAGNO - MACCHINA
Qui si presta attenzione all’apparizione di specchi, usato sia come elemento di accertamento della propria immagine dei
personaggi sia come elemento scenico, che però sdoppia l’immagine del personaggio nella scena. Lo specchio lo si trova nella
camera dell’albergo nella prima sequenza, nella camera di Marion nella scena in cui decide di fuggire, ora troviamo uno
specchio nella toilette.
Uno dei temi primari del cinema di Hitchcock è il tema del doppio, e in questo film lo spettatore viene preparato e iniziato a
questo tema attraverso l’uso degli specchi. Il tema del doppio sta a significare il vivere in un universo che tutto si sdoppia, dove
tutto è rotto e scisso come il personaggio di Norman Bates.
Marion torna alla guida, torna alla sua fuga; nella colonna sonora si sentono voci di altri personaggi come il datore di lavoro, la
sorella di Marion. Si trattano di immagini e suoni di statuto ambiguo, perché possono essere interpretate in due modi: o la
fantasmizzazioni di Marion che immagina cosa possono dirsi/avrebbero potuto dirsi/si stanno dicendo in quel momento i
personaggi delle voci a fronte della sua scomparsa, oppure potrebbe essere un modo originale di Hitchcock di usare montaggio
alternato e parallelo (montaggio che tiene sotto controllo più azioni che si svolgono simultaneamente in luoghi diversi). In
genere il montaggio alternato parallelo farebbe vedere l’