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NOTE DI CHIARIMENTO SULL’IDENTIFICAZIONE PROIETTIVA
i vari meccanismi dell’identificazione proiettiva sono:
1)il paziente disconosce e scinde da sé il proprio oggetto interno cattivo; il comportamento del
paziente sarà tale da provocare nel terapeuta l’insorgere proprio dei sentimenti che il paziente
scinde da sé;
2)il terapeuta quindi si identifica con quanto è stato proiettato in lui e inizia a comportarsi in
conformità a
quell’affetto, questo passaggio è chiamato contro identificazione proiettiva.
3)se il terapeuta si è accorto delle emozioni che sono state trasferite in lui, può contenerle come
emozioni del paziente proiettate in lui. Nel disturbo paranoide di personalità è esemplare un
meccanismo di
rovesciamento dei ruoli che è funzionale al controllo che il soggetto cerca di realizzare sull’altro e
sulle proprie emozioni negative, un soggetto paranoide può svuotarsi dei propri sentimenti di odio
proiettandoli sugli altri che immagina essere i suoi persecutori.
ASPETTI POSITIVI DELL’IDENTUIFICAZIONE PROIETTIVA
il meccanismo in questione ha anche un valore interpersonale positivo, è un mezzo di
comunicazione con cui il paziente costringe il terapeuta a vivere una serie di sentimenti in modo
simile ai propri, la madre che prova angoscia in conseguenza di quella del figlio è sollecitata da
questi ad un azione di contenimento che il
bambino non può esercitare da solo. L’identificazione proiettiva può riguardare anche gli affetti
positivi e gli oggetti buoni che vengono proiettati all’esterno.
IDENTIFICAZIONE PROIETTIVA DEI GENITORI SUI FIGLI
accade che i genitori proiettino nei figli i propri oggetti interni negativi o positivi:-ad esempio il caso
di un bambino che rifiuta il cibo, potremmo scoprire che la madre è preoccupata della propria
voracità così ha trasferito nel figlio la propria esigenza di autocontrollo;
-una madre può indurre il figlio ad esercitare un ruolo nella ripetizione delle dinamiche
interpersonali che hanno caratterizzato le relazioni infantili della madre stessa con i suoi genitori;
-la madre può proiettare nel figlio i propri genitori cattivi;
-un bambino può essere animato dalla proiezione di aspettative di un genitore su se stesso non
realizzate, sente così di dover adempiere ad un compito del quale non è mai all’altezza;
-una madre può proiettare sul figlio le parti buone scisse dal proprio sé;
-un genitore depresso può trasmettere la sua infelicità al figlio inducendo in lui il bisogno di
rivitalizzare il genitore e di prendersi cura di lui.
OSSERVAZIONI SUL CONTRASFERT
in ambito kleniano che nasce una nuova teorizzazione del controtransfert che trae origine dalla
messa a punto del concetto di identificazione proiettiva, è uno strumento utile per comprendere
quello che sta accadendo al paziente.
OSSERVAZIONE SUI MECCANISMI DI DIFESA
le difese primitive sono:
controllo onnipotente diniego
scissione identificazione proiettiva
svalutazione idealizzazione
quelle più evolute:
rimozione regressione
formazione reattiva isolamento
annullamento retroattivo introiezione
identificazione intellettualizzazione
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Il terapeuta deve usare alcuni accorgimenti:
- tenere presente il fatto che le difese si sono strutturate come risultato di tentativi di sopravvivere
- i meccanismi di difesa sono i fattori principali che determinano i sintomi del paziente e i suoi
problemi di adattamento alla realtà e alle relazioni con gli altri, sono riconoscibili e possono essere
esplorati attraverso domande sulla vita passata del paziente
-essendo strategie auto terapeutiche le difese non possono essere attaccate frontalmente dal
terapeuta che non può pretendere di annientarle e neppure segnalarle al paziente
-le azioni del terapeuta sono: riconoscere il momento in cui il paziente entra in una sorta di
atteggiamento automatico in cui agisce il meccanismo di difesa; stimolare nel paziente lo sviluppo
di una funzione autoriflessiva; proporre risposte pensate e volontarie al posto di risposte
automatiche, proporre forme più mature di difesa; aiutare il paziente a creare un ampio repertorio
di coping;
-il terapeuta deve procedere dalla superficie dei meccanismi difensivi verso un insight più profondo
che comincia ad essere possibile solo quando si è stabilita un alleanza terapeutiche. Le tecniche di
superficie rivolte alle difese dell’io del paziente sono: chiarificazione, riformulazione, confronto.
DONALD WOODS WINNICOTT
lavorò come pediatra, psichiatra infantile e psicoanalista, costruì un modello di sviluppo semplice
ma efficace centrato sull’idea che il bambino è molto sensibile alle cure che riceve o non riceve e
dalle quali dipende la costruzione del suo io e del suo mondo interno.
Possiamo suddividere in tre fasi il percorso di sviluppo del bambino:
1)dipendenza assoluta
2)dipendenza relativa
3)verso l’indipendenza
ogni fase richiede una rispondenza e un atteggiamento adeguati del caregiver alle esigenze di
sviluppo
del bambino.
IL SE’
il bambino nasce con una dotazione di potenzialità evolutive che ha un carattere ereditario e che
comprende l’insieme delle sue inclinazioni nonché la predisposizione a costruire uno schema
corporeo, questo sé centrale è il nucleo di tutte le nostre potenzialità evolutive relative allo sviluppo
delle funzioni corporee, allo sviluppo della personalità, del carattere, delle capacità relazionali.
Winnicott chiama spontaneità la libera espressione, via via più matura mano a mano che
l’individuo cresce, in effetti questo vero sé evolve all’interno dell’individuo se questi è in contatto
con il mondo esterno. L’individuo costruisce un falso sé cioè un sistema di compiacenze alle
richieste ambientali, che ha il compito di proteggere quello
vero.
L’IO
può servire ad indicare quella parte della personalità umana in accrescimento che tende, ad
integrarsi in un unità. Coincide con l’organizzazione della realtà psichica dell’individuo che gli
permette di pensare io sono cioè di viversi come unità soggettiva e di pensare la propria esistenza
con un senso di continuità nel tempo.
FASI DELLO SVILUPPO
- DIPENDENZA ASSOLUTA: in questa fase il neonato e l’assistenza materna formano un tutto
unico, l’infante non sa di ricevere delle cure è solo in condizione di trarre vantaggio o subire danni
da ciò che gli viene fatto, la madre entra in empatia con i suoi bisogni fisiologici, li avverte
all’interno di se stessa e li soddisfa prima ancora che siano avvertiti da quest’ultimo, questa
funzione della madre viene chiamata holding. L’accomodamento della madre alle esigenze del
bambino dà occasione al bambino di fare reale esperienza dell’onnipotenza. Winnicott chiama
preoccupazione materna primaria questa identificazione della madre con il bambino e questa
capacità di empatizzare con i suoi bisogni, si tratta di una condizione psicologica particolare della
mamma. Ritiene utile postulare due tipi di esperienza della madre da parte dell’infante
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che l’autore chiama madre-oggetto(indica l’esperienza della madre come contenitore degli oggetti
parziali delle pulsioni bambino) e madre-ambiente(è la madre concreta che sostiene che fa da
supporto alla sua fisiologia è colei che fornisce le provvidenze ambientali indispensabili alla
sopravvivenza)
- DIPENDENZA RELATIVA: in questa fase se la madre resta lontana il bambino prova ansia e
questo indica che egli sa della propria dipendenza e comincia a sapere che la madre è necessaria.
La madre esercita un graduale de accomodamento ai bisogni del bambino, il de-accomodamento
significa che aumentano le occasioni in cui la madre è inadempiente e attende un segnale di
richiesta dal bambino, rinuncia dunque alla sua capacità empatica di anticipare i bisogni del
bambino.
- VERSO L’INDIPENDENZA: lo sviluppo verso l’indipendenza si prolunga sino all’adolescenza
anche se il bambino diventa sempre meno dipendente continua a tratte beneficio dall’essere in
grado di vedere se stesso nell’atteggiamento dei singoli membri.
SVILUPPO DELLE FUNZIONI PSICHICHE
Winnicott ha indicato 3 processi fondamentali che determinano lo sviluppo dell’io del bambino e
sono:
INTEGRAZIONE: è quel processo di organizzazione della realtà psichica individuale che porta il
soggetto alla condizione di percepire la propria unità ed esistenza. All’inizio della fase della
dipendenza il bambino è in condizione di non integrazione, che inizia utilizzando schemi innati
corporei, sui quali innesta poi il senso nascente di esistere, il bambino vive una condizione di
privazione caratterizzata dalla comparsa delle angosce impensabili queste sono: andare in pezzi,
cadere per sempre, essere senza alcuna relazione con il
corpo, essere senza orientamento. Le angosce impensabili costituiscono la materia prima delle
angosce psicotiche che rientrano nella schizofrenia, i possibili disturbi conseguenti sono:
schizofrenia o autismo, schizofrenia latente, difesa del falso sé, personalità schizoide.
Winnicott usa anche il termine disintegrazione per indicare una difesa che consiste nella
produzione attiva di caos nella psiche del bambino da parte del bambino stesso contro le angosce
impensabili: il caos ha il vantaggio di essere prodotto dal bambino e perciò di non essere
imputabile all’ambiente. La capacità di vivere momenti di solitudine positiva viene raggiunta dal
bambino nel momento in cui acquisito fiducia nella presenza d un ambiente che lo supporta,
Winnicott chiama questa attitudine capacità di essere solo in presenza di qualcuno e lo considera
fondamentale per il processo di maturazione emotiva di un individuo. Nel corso del tempo
l’individuo comincia a poter fare a meno della presenza effettiva della madre ciò
significa che questa presenza è stata interiorizzata sotto forma di uno spazio interno affidabile che
renda vicina la presenza del mondo esterno.
PERSONALIZZAZIONE: questo processo si definisce come l’acquisizione di uno schema corporeo
proprio e l’insediamento della psiche nel corpo, la personalizzazione dipende da una funzione di
handling esercitata dalla madre facendogli percepire il corpo come unità in modo che il bambino lo
senta come parte del suo sé
e come contenitore del suo sé.
RELAZIONE ALL’OGGETTO: si indica un esperienza per la strutturazione dell’io del bambino,
l’oggetto è soggettivo, durante la crescita la madre avrà cura di disseminare attorno al bambino
oggetti che