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Il ruolo dell'estradiolo nel corpo umano

Anche l'estradiolo si trova nel sangue in forma libera e legata alla Sex Hormone Binding Globulin. La forma libera agisce su uno specifico recettore, il recettore degli estrogeni, che legato all'ormone passa all'interno delle cellule e agisce dentro il nucleo come un fattore di trascrizione legandosi a specifici domini del DNA promuovendo o inibendo la trascrizione di diversi geni.

La crescita al femminile XX non necessita dell'estrogeno, ma dipende solo dal fatto che non c'è testosterone. Il sesso inizia a vedersi dopo la sesta settimana e si completa alla nascita.

Pubertà: Quando i bambini nascono, le gonadi sono "silenti", cioè sono inattive, sino all'età di 10/12 anni nelle femmine e 12/14 nei maschi. In questo periodo, improvvisamente, il fisico inizia a svilupparsi in modo vertiginoso, facendo diventare il bambino o la bambina adulti dal punto di vista fisico.

Alcune differenze tra i maschi e le femmine sono: l'attaccatura dei capelli, la distribuzione del grasso corporeo, la crescita dei peli sul corpo e la voce.

capelli; - nei M cresce la barba e la peluria in diverse parti del corpo;

- la laringe, sede delle corde vocali. I M hanno una voce più bassa rispetto alle donne (effetto del testosterone);

- la struttura fisica: i M hanno le spalle più grosse del bacino; nelle F l'estrogeno fa crescere il seno, l'utero, il bacino più largo. Il grasso si deposita nelle parti basse del corpo.

Gli ormoni sessuali sono fondamentali in questo periodo. La funzione riproduttiva è diversa nel maschio dalla femmina. I livelli degli ormoni gonadici sono ciclici nelle F e stabili nei M. La funzione riproduttiva maschile è caratterizzata essenzialmente dalla spermatogenesi, ossia dalla produzione da parte dei testicoli degli spermatozoi. Il testosterone è fondamentale per la spermatogenesi. Questa è relativamente costante nel tempo, perché il sistema ipotalamo-ipofisi produce un livello relativamente costante nel tempo di gonadotropine (LH e FSH) che

agisce come un sistema regolatore complesso. Durante il ciclo mestruale, l'ipotalamo rilascia l'ormone GnRH (gonadotropin-releasing hormone), che stimola l'ipofisi a produrre l'ormone follicolo-stimolante (FSH) e l'ormone luteinizzante (LH). Questi ormoni agiscono sulle ovaie, stimolando la crescita e lo sviluppo dei follicoli ovarici. Durante la fase follicolare del ciclo mestruale, uno dei follicoli ovarici diventa dominante e rilascia l'ormone estrogeno. L'estrogeno stimola l'ispessimento dell'endometrio, la parete interna dell'utero, in preparazione all'eventuale impianto di un ovulo fecondato. Verso metà del ciclo mestruale, l'ormone LH raggiunge il suo picco e provoca l'ovulazione, ovvero il rilascio dell'ovulo maturo dal follicolo ovarico. L'ovulo viene quindi spinto nella tuba di Falloppio, dove può essere fecondato dagli spermatozoi. Dopo l'ovulazione, il follicolo ovarico si trasforma in un corpo luteo, che produce l'ormone progesterone. Il progesterone aiuta a mantenere lo spessore dell'endometrio e prepara l'utero per l'impianto di un ovulo fecondato. Se l'ovulo non viene fecondato, il corpo luteo si degenera e i livelli di estrogeno e progesterone diminuiscono. Questo provoca la scomparsa dello strato superficiale dell'endometrio, che viene espulso durante la mestruazione. Il ciclo mestruale si ripete quindi ogni mese, a meno che non si verifichi una gravidanza. In caso di gravidanza, l'ovulo fecondato si impianta nell'endometrio e il corpo luteo continua a produrre progesterone per sostenere la gravidanza. In conclusione, il ciclo mestruale femminile è un processo complesso che coinvolge l'interazione di diversi ormoni e il coordinamento tra l'ipotalamo, l'ipofisi e le ovaie. Questo ciclo permette la maturazione e il rilascio di un ovulo ogni mese, preparando l'utero per una possibile gravidanza.è ripetuto.

Il comportamento sessuale è molto stereotipato. Nel mondo animale il comportamento sessuale è legato selettivamente alla riproduzione. Solo nell'uomo questa correlazione è assente.

Comportamento sessuale maschile: I maschi da adulti presentano il tipico comportamento sessuale maschile, ossia saranno attratti dalle femmine e si accoppiano con queste mettendo in atto un repertorio di comportamenti specie-specifici. L'accoppiamento per il maschio è caratterizzato essenzialmente dalla monta, dalla erezione del pene, dalla intromissione di questo nella vagina e dalla eiaculazione (orgasmo). L'eiaculato contiene tra le varie cose gli spermatozoi, che "viaggiano" sino alle tube di Fallopio, dove incontrano le cellule uovo per la fecondazione.

Comportamento sessuale femminile: Le femmine presentano invece il comportamento sessuale femminile, anche esso specie-specifico, che è caratterizzato principalmente dalla cooperazione.

con il maschio assuma una posizione che renda possibile l'accoppiamento. Nelle femmine di molti mammiferi questa posizione è caratterizzata da un inarcamento della schiena (lordosi). Questa risposta si osserva solo durante il periodo dell'estro. Cosa causa le differenze tra la funzione riproduttiva e sessuale maschile e femminile? Gli ormoni sessuali sono responsabili delle differenze tra la funzione riproduttiva e sessuale maschile e femminile. In particolare, il testosterone gioca un ruolo fondamentale nell'organizzare il cervello in modo che questo presenti nella vita adulta la tipica funzione riproduttiva maschile e il tipico comportamento sessuale maschile. Nel periodo perinatale, il testosterone "mascolinizza" non solo l'apparato genitale ma anche il cervello. Il testosterone, ancora quando il feto (umano) è in utero (nel ratto immediatamente dopo la nascita), agisce nel cervello organizzando alcune strutture in modo tale che lafunzioneriproduttiva ed il comportamento sessuale nella vita adulta siano maschili (produzione costante digonadotropine ipofisarie). Senza testosterone, il cervello funzionerà al femminile e sia la funzione riproduttiva che il comportamento sessuale saranno femminili (nel ratto maschio si osserverà una liberazione ciclica digonadotropine e la lordosi). Evidenze a favore dell'effetto mascolinizzante del testosterone (periodo perinatale):
  • Presenza di nuclei sessualmente dimorfici nel sistema nervoso centrale (nei M sono grandi, nelle F sono piccoli) (area preottica).
  • La grandezza di questi nuclei dipende dalla presenza del testosterone: la castrazione, che elimina il testosterone li fa rimpicciolire e diventare simili a quelli delle femmine.
  • La somministrazione di testosterone alle femmine neonate fa diventare questi nuclei grandi come quelli dei maschi.
  • La grandezza dei nuclei si correla con la liberazione costante (tipica dei maschi) o ciclica (tipica delle femmine) degli

Ormoni ipofisari (LH e FSH) che agiscono sulle gonadi. Come fa il testosterone a mascolinizzare il cervello? Non si sa di preciso, ma si ritiene che, nel periodo perinatale, il testosterone mascolinizza il cervello, e quindi la funzione riproduttiva e il comportamento sessuale non agendo come tale, ma dopo essere stato trasformato da un enzima detto aromatasi, in estrogeno (estradiolo), il principale ormone femminile. Questa ipotesi viene chiamata teoria della aromatizzazione del testosterone ad estrogeno. Chi mascolinizza non è il testosterone, ma è l'estrogeno che si forma dal testosterone, in seguito a una reazione, detta "reazione di aromatizzazione". Il testosterone può diventare estrogeno, mentre non può avvenire il contrario. Ciò è possibile in quanto il testosterone può essere metabolizzato, trasformato, da 2 enzimi.

Prove a favore della teoria dell'aromatizzazione. L'enzima aromatasi si trova in forma attiva.

nel cervello degli animali neonati
La somministrazione di testosterone in periodo perinatale mascolinizza le femmine
La somministrazione di estrogeno mascolinizza i ratti maschi neonati castrati
La somministrazione di un analogo del testosterone che non può essere aromatizzato (trasformato in estrogeno) (ad esempio il 5α-diidrotestosterone) non mascolinizza gli animali neonati.
Problemi con la teoria dell'aromatizzazione: Qualcuno si è naturalmente chiesto come mai le femmine, che hanno le ovaie, che producono estrogeno, anche se in piccole quantità nel periodo perinatale, non vengono anche esse mascolinizzate dall'estrogeno circolante?
L'estrogeno prodotto dalle gonadi femminili non mascolinizza il cervello delle femmine perché esse producono una proteina, che circola nel sangue, che lega l'estrogeno (ma non il testosterone) vietando così all'estrogeno di raggiungere il cervello. Questa proteina si chiama

alfa-fetoproteina. È l'effetto mascolinizzante del testosterone permanente? Negli animali di laboratorio (mammiferi) sicuramente si. È probabile che sia così anche nell'uomo, anche se nell'uomo questo è più difficile da dimostrare. Infatti si ritiene che ci sia una notevole influenza dell'ambiente sociale in cui i bambini vengono fatti crescere e quindi delle esperienze cui vanno incontro, sull'effetto mascolinizzante del testosterone.

Esempio: caso clinico riportato dal sessuologo John Money (teoria dell'apprendimento sociale dell'identità sessuale).

Esempio: i "guevedoces" (uova a 12 anni), dei bambini che nascono con un apparato genitale molto ambiguo e che perciò vengono allevati come femmine. A 12 anni poi si sviluppano gli organi sessuali maschili e anche essendo stati allevati da femmine, hanno il comportamento sessuale tipico maschile.

Una prova inconfutabile dell'importanza del

testosterone nello sviluppo fisico maschile: La modifica del recettore del testosterone (causata da mutazioni più o meno importanti del DNA che lo codifica) dà luogo ad un fenotipo femminile (sterile) con apparato riproduttivo femminile incompleto, pur in presenza di testicoli (interni), e a un comportamento femminile (sindrome da "insensibilità agli androgeni"). Questa è un'anomalia genetica dovuta alla mancanza dei recettori in cui si lega il testosterone. Gli ormoni sessuali sono fondamentali per una normale vita sessuale negli adulti maschi? Nei maschi, animali e uomini, sicuramente si. Infatti: - la castrazione, che elimina il testosterone, elimina in breve tempo anche il comportamento sessuale; - la somministrazione sostitutiva di testosterone nei castrati ripristina il comportamento sessuale, anche se non può riportare la fertilità. Altri effetti della castrazione: Oltre a far scomparire l'attività sessuale, lai una donna, una diminuzione del desiderio sessuale e una possibile perdita di energia e motivazione. La castrazione può anche influenzare negativamente la densità ossea, aumentando il rischio di osteoporosi. È importante consultare un medico o uno specialista prima di prendere una decisione riguardo alla castrazione, in quanto ci sono molti fattori da considerare e potenziali effetti collaterali da valutare.
Dettagli
Publisher
A.A. 2009-2010
6 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/02 Psicobiologia e psicologia fisiologica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Novadelia di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia fisiologica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Scienze Storiche Prof.