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Perché il sistema non riesce a selezionare le memorie cinestesiche adeguate a compiere il gesto da svolgere

Si sa cosa fare ma non come farlo. I sintomi riguardano il fatto che il paziente sa cosa fare ma non sa come farlo, esegue movimenti goffi e incompleti. Il deficit interessa entrambi gli arti. La lesione interessa un solo emisfero (più frequente il sinistro), e compromette le connessioni tra regioni retro-rolandiche e sensorimotorie. È fondamentale che il deficit riguardi entrambi gli arti nonostante la lesione sia unilaterale, ci dimostra che il deficit è cognitivo e non motorio (nei deficit motori una lesione a destra causa problemi a sinistra e viceversa).

Questi due modelli sono fondamentali perché sono quelli a cui ancora si fa riferimento nella diagnosi di aprassia. L'aprassia melocinetica, secondo Liepmann, consiste nella perdita delle innervazioni cinestesiche causata da una lesione del sensorimotorio.

I movimenti complessi dell'arto controlaterale sono compromessi. L'impaccio motorio (soprattutto per movimenti complessi) interessa solo l'arto controlaterale. La lesione e il deficit sono unilaterali, conseguenti a una lesione a sinistra o a destra. L'esistenza di questa aprassia è stata messa in discussione perché difficilmente distinguibile da un danno motorio (impaccio controlaterale). Sia l'afasia che l'aprassia sono osservate dopo lesioni all'emisfero sinistro; quindi, spesso le due patologie sono in comorbilità, motivo per cui molti studiosi si sono chiesti se siano davvero due patologie separate. Il modello di Liepmann venne poi superato, ma in effetti si verifica una dissociazione tra le tipologie di aprassia; lui fornisce anche una localizzazione delle lesioni che causano aprassia degli arti, secondo lui: Territorio dell'A. Melocinetica → perdita innervazione cinestesiche, causata da una lesione al sensorimotorio; Territorio dell'A.Ideomotoria → la all’emisfero sx2. lesione interrompe le connessioni verso le aree sensorimotorie; → deficit Territorio dell’A.Ideativa3. nel formulare i programmimotori. Dalla lesione separata di queste tre aree, secondo Liepmann, si potevano osservare le 3 tipologie di aprassia. La diagnosi differenziale tre le due tipologie di aprassia (che sono conclamate, quindi AI e AIM) non è scontata, nella pratica clinica è raro trovare aprassia ideomotoria o ideativa pura, è più facile avere deficit di imitazione gesti o esecuzione di gesti, in generale i deficit puri sono rari e servono per capire il funzionamento normale. Che nel 1965 definisce l’aprassia come sindrome da Arrivò poi il modello di Geschwind disconnessione (che riguarda quindi il fascicolo arcuato) tra regioni posteriori e regioni anteriori. Per l’esecuzione di un gesto su ordine verbale, succede che: Elaborazione dell’ordine verbale in area 1. Wernicke; Segnale

trasmesso all'area premotoria omolaterale2. tramite fasc. arcuato;

Eventualmente all'area premotoria e motoria3. controlaterale tramite corpo calloso.

Questo modello non spiega benissimo l'aprassia in realtà.

A livello clinico non è banale fare diagnosi differenziale e distinguere i tipi di aprassia, tuttavia possono esserci 2 tipi di classificazione:

→ Classificazione in base alla funzione compromessa:

  • Aprassia ideativa;
  • Aprassia ideomotoria;
  • Aprassia melocinetica.

→ Classificazione per distretto corporeo:

  • Aprassia buccofacciale (ABF);
  • (Aprassia del tronco);
  • Aprassia degli arti.

È stata considerata l'esistenza dell'aprassia del tronco ma in realtà nella clinica non è chiaral'esistenza indipendente di aprassia che coinvolga il tronco e non gli arti→di solito chi ha aprassiadegli arti ha difficoltà che si estendono al tronco (è in dubbio l'esistenza di

questa aprassia anche perché è difficile a pensare a gesti che si fanno col tronco). Questa è una classificazione a livello clinico.

L'aprassia ideativa si manifesta come deficit nell'uso reale di oggetti isolati (bere da una tazzina) e in sequenza è richiesto di mimare l'uso di un (preparare il caffè). Si può presentare anche quando al paziente oggetto (può anche non succedere), su presentazione visive o verbale (deficit di esecuzione di pantomime).

Tipi di errore di questa aprassia sono comunemente omissioni, uso erroneo di un oggetto (cacciavite per pettinarsi), errori di localizzazione dell'azione (spazzolino nelle orecchie), goffaggine, errori di sequenza (scatola dei fiammiferi su candela) → è così che ci si accorge di questa difficoltà, quando il paziente utilizza gli oggetti in modo strano e non adeguato. dell'emisfero La sede della lesione riguarda solitamente le regioni posteriori di

sinistra (corteccel’usotemporale, parietale e occipitale); la corteccia parietale posteriore (cruciale per di oggetti) risultacoinvolta nella maggior parte dei pazienti aprassici ideativi.

Sembrerebbe che la PPC (coeteccia parietale posteriore) abbia diverse regioni di corteccia chemediano diverse classi di movimenti con rilevanza ecologica (mano-bocca (mangiare), reaching,movimenti coordinati degli arti...). Non si sa perchè ma sembra che sia proprio così.

Ci sono diversi studiosi che ad un certo punto hanno posto ipotesi alternative sull’aprassia ideativa e semantica dell’oggetto,ci si domanda in particolare, ci furono (prima dell’elenco) prove a favore del fatto che le due cose siano separate. Gli studiosi spiegarono l’aprassia:

  • Pick (1905): descrizione di pazienti con demenza senile che commettevano errori nell’utilizzo di oggetti che erano in grado di identificare.

Morlaas (1928): agnosia d'uso→ vede l'AI come deficit di un aspetto del riconoscimento degli oggetti, che compromette il modo in cui un oggetto dovrebbe essere usato. Lui ipotizza che l'aprassia ideativa non sia ma sia un'agnosia per l'uso, un deficit del riconoscimento dell'oggetto e non per l'oggetto stesso, c'è difficoltà nel riconoscere l'utilizzo dell'oggetto e non l'oggetto stesso (se riconosce il bicchiere ma non si sa che serve per bere). Non si parla di memoria ma da qualche parte c'è un praxicon con l'uso degli oggetti che non viene selezionato, è deficitario. Nella ideomotoria il praxicon è conservato ma non è tramutato in azione.

Poeck (1982): disturbo dell'organizzazione della sequenza di azioni richiesta per l'uso di oggetti d'uso l'AI sarebbe dovuta a una difficoltà.

De Renzi e Lucchelli (1988): amnesia - ad accedere

repertorio semantico delle caratteristiche funzionali degli oggetti (es. non ricorda a cosa serve una candela o un fiammifero). Nel 2001 ci fu la definitiva conferma che la AI esista perché Rumiati scoprì che essa poteva essere osservata anche in assenza di deficit semantici o di riconoscimento degli oggetti.

L'aprassia ideo-motoria coinvolge la messa in pratica del piano d'azione, l'imitazione di gesti e/o pantomima su ordine verbale o visivo. I tipi di errore comuni riguardano perseverazioni, elementi estranei al gesto, sostituzione con altro gesto, deficit nella successione degli elementi, gesti goffi e conduite d'approche. Il paziente è generalmente consapevole del deficit. La sede della lesione è la corteccia parietale inferiore sinistra (più frequente e produce un deficit più grave), la corteccia premotoria laterale sinistra, il corpo calloso, il talamo e i gangli.

della base fondamentale per il controllo motorio (deficit selettivo imitazione di gesti nuovi) - area supplementare motoria (raro)
Le lesioni in questo caso sono più anteriori.
Non è facile stabilire se gli errori del paziente aprassico siano attribuibili a funzioni ideative o ideomotorie, in base alla distinzione concettuale tra idea, pianificazione e trasformazioni, i movimenti.
L'idea generale del gesto, mostrando del paziente aprassico ideomotorio dovrebbero conservare è invece deficit es. di sequenza, goffaggine e configurazione spaziale del gesto. La distinzione è stata infatti oggetto di dibattito.
De Renzi e Lucchelli (1988), e altri in seguito, hanno documentato una doppia dissociazione tra AI e AIM, e le hanno ridefinite rispettivamente come deficit dell'uso di oggetti e di imitazione di gesti/azioni.
Il paziente con AI dovrebbe essere in grado di imitare perché deve solo riprodurre il gesto e le funzioni di trasformazione da stimolo visivo a output.

Motorio sono attive. Ad occhio possiamo dire tutto questo, poi però servono test di valutazione neuropsicologica che possano quantificare e misurare i due deficit. Si valutano tempi di reazione, errori ed omissioni e si confrontano i risultati con quelli della media della popolazione per capire quanto il paziente abbia difficoltà rispetto alle persone normali.

I 2 deficit si valutano nella seguente maniera:

  • Aprassia Ideativa → il deficit ideativo si misura richiedendo al paziente di utilizzare oggetti singoli o di eseguire un'attività quotidiana per la quale sono necessari più oggetti.
  • Aprassia Ideomotoria → Alcune prove permettono di quantificare il deficit sulla base di complessità e significato del gesto, e segmento corporeo coinvolto. A questo punto i test devono prevedere l'imitazione di gesti.

Per fare diagnosi differenziale familiario non familiari, con significato o senza.

grammazione motoria del linguaggio) e aprassia ideatoria (difficoltà nella pianificazione di sequenze di movimenti complessi). B. Aprassia ideatoria→ è un disturbo della pianificazione motoria che coinvolge la capacità di eseguire sequenze di movimenti complessi. I pazienti hanno difficoltà a eseguire gesti coordinati e complessi, come ad esempio vestirsi o utilizzare utensili. Possono anche avere difficoltà a imitare gesti complessi. C. Aprassia costruttiva→ è un disturbo della capacità di organizzare e assemblare parti di un oggetto per formare una figura complessa. I pazienti hanno difficoltà a disegnare o a costruire oggetti tridimensionali. D. Aprassia ideomotoria→ è un disturbo della capacità di eseguire gesti complessi in risposta a comandi verbali o visivi. I pazienti hanno difficoltà a eseguire gesti come salutare, fare un cenno con la mano o utilizzare utensili in modo appropriato. E. Aprassia dell'andatura→ è un disturbo della capacità di eseguire i movimenti necessari per camminare in modo coordinato. I pazienti possono avere una marcata instabilità e difficoltà a mantenere l'equilibrio durante la deambulazione. F. Aprassia oculomotoria→ è un disturbo della capacità di eseguire movimenti oculari volontari. I pazienti hanno difficoltà a seguire oggetti con lo sguardo o a spostare gli occhi in modo coordinato. G. Aprassia verbale→ è un disturbo della capacità di coordinare i movimenti dei muscoli coinvolti nella produzione del linguaggio parlato. I pazienti hanno difficoltà a pronunciare correttamente le parole e a organizzare i suoni del linguaggio in modo coerente. H. Aprassia orale aprassia orale→ è un disturbo della capacità di eseguire movimenti coordinati con la bocca e la lingua, come ad esempio masticare o deglutire. I pazienti possono avere difficoltà a controllare i movimenti della bocca e della lingua durante la masticazione o la deglutizione dei cibi.
Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
65 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/02 Psicobiologia e psicologia fisiologica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Cant_01 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia fisiologica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pavia o del prof Toraldo Alessio.