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LINGUAGGIO MEMORIA EPISODICA SEMANTICA VISIVA
Secondo altri principi di questo modello: ogni buffer ha due componenti
• Magazzino che ritiene info per pochi istanti
• Meccanismo di ripasso che riattiva (visto da Badeley come analogo dell’eloquio “voce interiore” di quando
pensiamo/leggiamo.
Modello di Cowan:
Primo livello di MdL= rappresentazioni di MLT in “stato attivato”. Non c’è limite di ricordi a lungo termine che
o possono essere attivati nello stesso tempo, ma attivazione decade rapidamente se non è ripassata. Le
rappresentazioni della MdL per diversi tipi di info sono tutte ritenute nello stesso magazzino di MLT piuttosto che
in magazzini separati di MdL.
Secondo livello= rappresentazioni attivate che cadono all’interno del focus attentivo. Può ritenere 4 oggetti alla
o volta, quindi limite nel punto focale attentivo, non nel numero di rappresentazioni a lungo termine attivate. Sotto
controllo di una componente esecutiva centrale.
Modello Baddeley suggerisce che regioni che immagazzinano attivamente le rappresentazioni della MdL siano diverse
da quelle che immagazzinano MLT. Cowan dice che sono le stesse. Considerato che rappresentazioni a lungo termine
dell’info sensoriale sono immagazzinate nelle cortecce sensoriali e associative il modello di Cowan suggerisce che
ritenzione in MdL dovrebbe essere associata con attività prolungata in queste regioni. Altra differenza: B suggerisce che
componenti del magazzino e del ripasso di ogni buffer dipendano da diverse regioni cerebrali, mentre C non lo sostiene.
Entrambe le prospettive hanno qualche merito.
MEMORIA DI LAVORO E ATTIVITÀ CEREBRALE.
Studi con Registrazione elettrofisiologica da singole unità cellulari, ERP e fMRI correlata a eventi.
Durante la fase di codifica uno o più oggetti di info sono incorporati nella MdL. Durante fase di ritardo info codificata
è ritenuta nella MdL per diversi secondi. Durante fase di risposta viene eseguita un’azione sulla base di info ritenuta.
Attività sostenuta durante il periodo di ritardo in diverse regioni prefrontali dorsolaterali, premotorie, parietali e
temporali. Attribuita alla ritenzione attiva dell’info nella MdL. Studi di visualizzazione neuro mostrano che, durante il
p.d.rit, attività del cervello persiste solitamente per tutta la durata di questo periodo nei compiti comportamentali della
risposta ritardata e abbinamento con il campione. Inoltre, attività cerebrale durante periodo del ritardo tende a crescere
in funzione del carico della MdL. Es trovata > attività nel p.d.rit quando veniva mantenuta info relativa a 5 volti rispetto
3 volti. Effetto del carico rilevato in diverse regioni cerebrali, inclusa c. prefrontale dorsolaterale. Incrementi di attività
durante p.d.rit associati anche a miglior prestazione della MdL. Es durante p.d.rit attività delle diverse regioni frontali e
parietali è > per prove corrette rispetto a scorrette. Questa attività potrebbe riflettere i processi di codifica che
continuano oltre la fase di codifica o i processi di risposta che iniziano prima della fase di risposta. Nei compiti di
riconoscimento ritardato il contributo dei processi di risposta all’attività del periodo di ritardo è minimizzato perché la
risposta appropriata è sconosciuta finchè non presentano uno stimolo sonda. Anche se si accetta che attività durante
p.d.rit rifletta ritenzione piuttosto che codifica o risposta, comprensione e interpretazione dei processi di ritenzione
risultano difficili. Es regione cerebrale può presentare attività nel p.d.rit perché sta ritenendo rappresentazioni mnestiche
o perché sta mediando un processo di ripasso o coinvolta in processi di controllo di alto livello in una funzione
esecutiva centrale. In più anche se riflette riattivazione continua di rappresentazioni non è chiaro se esse siano inerenti
agli stimoli percepiti durante fase di codifica (codice retrospettivo) o alle azioni che devono essere eseguite durante la
fase di risposta (codice prospettico)
I COMPITI DELLA MEMORIA DI LAVORO
Molte varianti del tipo di info presentata durante la fase di codifica, nella durata delle manipolazioni durante intervalli,
natura della risposta o sovrapposizione delle tre fasi tra prove.
-compiti di risposta ritardata: r viene data solo dopo p.d.rit es compito di risposta oculomotoria, scimmia vede stimolo e
mantiene posizione, presentato segnale=> saccade verso quella direzione (azione da eseguire è nota durante p.d.rit)
-compiti di abbinamento ritardato con il campione: simili ai primi ma risposta richiede al soggetto di fare scelta basata
su contenuti MdL. Fase di codifica = presentati uno o più elementi (insieme dei ricordi). Fase di ritardo = insieme di
ricordi è ritenuto in MdL. Fase risposta = presentato stimolo sonda, soggetti devono indicare se tele stimolo si abbina o
meno all’elemento dell’insieme dei ricordi. Azione da eseguire è nota durante il p.d.rit.
-compiti N a ritroso: soggetti devono indicare se ciascun elemento di un flusso continuo si abbina a un elemento
presentato un numero N a ritroso nella serie. Non forniscono misure separate delle fasi di codifica, di ritardo e di
risposta, perché queste fasi si sovrappongono tra le prove. Sono considerati più dipendenti dalle modificazioni del
magazzino di MdL. Processo di aggiornamento (nuovi elementi al posto di vecchi) è una forma di manipolazione.
Memoria di lavoro fonologica
Effetto della similarità fonologica = MdL per le lettere è peggiore quando lettere suonano simili tra loro. ( corteccia
parietale inferiore six = magazzino fonologico)
Effetto della lunghezza delle parole = persone possono ritenere più parole quando sono brevi (processo di ripasso
articolatorio rallentato dalle parole più complesse da ripetere, Giro frontale inferiore six, area di Broca).
Lesioni c. parietale inferiore six danneggiano MdL ma no MLT => normale capacità articolatoria ma quano parole sono
presentate visivamente mostrano deficit dell'ef’etto di similarità fonologica. Evitano di usare un magazzino fonologico
compromesso. Invece lesione area di Broca => deficit produzione del linguaggio e articolazione delle parole. Studi: c.
parietale inferiore six attivata per parole fonologicamente simili ma non per quelle diverse. Attivata anche da
pseudoparole (es sillabe) che possono essere più dipendenti dall’immagazzinamento fonologico (perché prive di
rappresentazioni semantiche). Area di Broca > attività per parole di 3 sillabe che per quelle di una.
La memoria di lavoro grafemica
Regioni che sostengono elaborazione delle proprietà visive delle parole scritte. corteccia temporale inferiore six > per
parole piuttosto che per stringhe di simboli. Effetto del carico su attivazione cerebrale era anche correlato con effetto
dello stesso sull’accuratezza della MdL. Attività del p.d.rit nell’area temporale inferiore six correlata a questa stessa
attività nella c. prefrontale six x parole ma non x pseudoparole, scoperta coerente con idea di Cowan che attività
sostenuta nelle regioni sensoriali è controllata da processi dall’alto verso il basso mediati dalla corteccia prefrontale.
La memoria di lavoro semantica
Doppia dissociazione con fonologica. Studio fMRI confrontava direttamente le versioni semantica e fonologica di un
compito modificato di abbinamento ritardato di stimoli con un campione. Le regioni che mostravano > attività nel
periodo di ritardo nella condizione semantica rispetto a quella fonologica includevano porzione anteriore del giro
frontale inferiore six (ripasso delle rappresentazioni semantiche) e c. temporale laterale six (immagazzinamento, se
danneggiata può provocare perdita di conoscenza di specifiche categorie semantiche es agnosia). Scoperte coerenti con
modelli B (componenti di ripasso e immagazzinamento dipendono da diverse regioni) e C (associazione della MdL
semantica a c. temporale laterale six regione che si pensa immagazzini conoscenza semantica a lungo termine +
coinvolgimento delle regioni temporali inferiori per parole scritte ma non per pseudo parole, poiché le prime hanno
rappresentazioni mnestiche a lungo termine preesistenti). Modello B fornisce spiegazione migliore delle dissociazioni
del ripasso e dell’immagazzinamento, C spiegazione migliore dell’attività del p.d.rit nelle regioni posteriori associate
con immagazzinamento della MLT.
LA MEMORIA DI LAVORO VISIVA
La memoria di lavoro spaziale
Ritenzione info spaziale è essenziale per elaborazione info visiva. Può essere indagata anche in animali. Trovato forte
legame tra ritenzione della MdL e scariche dei neuroni nella corteccia prefrontale delle scimmie. Nel compito di
risposta ritardata oculomotoria neuroni nella corteccia prefrontale dorsale tendevano a scaricare continuamente durante
il periodo di ritardo, forse riflettendo la ritenzione della posizione spaziale. Durante il p.d.rit attività di alcuni neuroni è
associata con specifiche posizioni spaziali, che Goldman-Rakic chiama “campi di memoria” delle cellule in questione.
I neuroni come questi sono più frequenti nella regione dorsolaterale della c. prefrontale, mentre neuroni che codificano
info su oggetti nella regione ventrolaterale. Studi fMRI in esseri umani hanno riscontrato attività anche nel p.d.rit in
entrambi i campi oculari frontali e nel solco intraparietale. Durante il periodo di ritardo, in una condizione i partecipanti
conoscevano la direzione della saccade imminente, mentre in un’altra condizione la direzione della saccade necessaria
era sconosciuta fino alla fine di questo periodo. Campo oculare frontale > attività nella prima condizione, solco
intraparietale > seconda. MdL spaziale coinvolge sia regioni frontali (incluse dorsolaterali, campi oculari frontali =
ritengono coordinate oculomotorie), sia posteriori (incluso solco intraparietale = ritiene posizioni spaziali) coerente con
modelli B (campi oculomotori e solco intraparietale possono essere rispettivamente attribuiti a ripasso e
immagazzinamento) e C (potrebbero essere regioni ke ritengono rappresentazioni di MLT ke vengono attivate da MdL)
La memoria di lavoro per gli oggetti cortecce temporali e occipitali
Alcuni neuroni rispondono per alcuni colori ma non ad altri, proposto che neuroni medino la ritenzione dell’info sul
colore durante p.d.rit alcuni mostrano attività anche per stimoli più complessi. Studi hanno confermato che attività
durante p.d.rit nella corteccia temporale è specifica per la categoria. Paziente con prosopagnosia e acromatopsia
problemi anche nella descrizione di volti e colori di oggetti nella memoria, regioni necessarie alla percezione sembrano
essere necessarie anche per immaginazione. Studi PET: partecipanti sottoposti a scansione con occhi chiusi mentre si
raffiguravano mentalmente e confrontavano tra loro 4 quadranti precede