Anteprima
Vedrai una selezione di 1 pagina su 2
Prove di costanza per dispositivi mammografici Pag. 1
1 su 2
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

DENSITÀ DELL'IMMAGINE

Si valuta il colore dell'immagine la quale non deve essere né sovraesposta né sottoesposta. Si verifica che sia rimasta costante la densità ottica dell'immagine cioè il colore complessivo. Si indaga l'AET. L'operatore dà il via all'esame, se l'AER si guasta dà origine ad un'immagine con una tonalità differente: o sovraesposte o sottoesposte. I fantocci utilizzati sono standard perché l'esame deve avere una determinata tonalità di grigio: si deve sapere ciò che ci si deve aspettare. Si utilizzano gli stessi settaggi dell'AET, dei valori di corrente, del tempo a disposizione e di eventuali filtri che erano stati utilizzati durante la prima prova punto la densità non deve discostarsi di + o - 0.2 dai valori di riferimento. Per i dispositivi digitali la densità ottica integrata è data dalla sommatoria di tutti gli elementi.

dell'immagine mammografica (IOD). Per i dispositivi analogici si utilizza il densitometro: si prende la radiografia, la si mette su un piano retroilluminato, c'è un sensore che misura la quantità di luce che passa attraverso- PRESENZA DI ARTEFATTI (3 mesi): dati da supporto paziente opacizzato, compressore opacizzato o deteriorato, filtri che attenuano Rx molli non funzionano più correttamente, griglia antidiffusione.

Griglia antidiffusione: reticolo con un certo spessore per cui se un fotone avesse una direzione eccessivamente inclinata, impatta contro questa e viene attenuata. I sensori deflessi non devono finire sul sensore. La diffusione peggiora le caratteristiche dell'immagine: mascherano il contrasto come se fosse un velo.

#come: si fanno radiografie e le si esaminano attraverso lente d'ingrandimento o negativoscopio- RISOLUZIONE AD ALTO CONTRASTO (6 mesi): valuta la risoluzione spaziale dell'immagine. Un fantoccio in polimetilmetacrilato

(PMMA) di spessore 40 mm su cui è disegnata una linea fitta metallica con linee parallele e perpendicolari al supporto paziente; si contano le linee nelle due direzioni; si misura la risoluzione spaziale in cl/mm: questa non deve essere diminuita di più di 2 dal valore nominale- FASCIO DI IRRADIAZIONE (6 mesi): è importante la geometria del fascio perché bisognava coprire tutto il tessuto mammario senza irradiare il torace. Si usano 5 sferette metalliche di 2 mm di diametro e linea perpendicolarmente al bordo toracico: almeno 2 su 5 sferette devono essere visibili- COMPRESSORE (6 mesi): si valuta che la forza del compressore non sia pericolosa per il paziente. Si utilizza un fantoccio che simula la mammella. La forza non deve variare di + o -10 N dal valore iniziale- CONTATTO SCHERMI DI RINFORZO – PELLICOLA (6 mesi): si effettua solo su dispositivi analogici. Le pellicole si impacchettano all'interno degli schermi di rinforzo dei cassetti fotomoltiplicatori. Icassetti devono garantire un ottimo contrasto tra i pannelli e la pellicola. non devono infilarsi sacchi d'aria che creano artefatti quindi zone con più o meno contrasto. Si irradia con griglia metallica posta sul supporto paziente si osserva la piastra a vista e non si deve.
Dettagli
A.A. 2020-2021
2 pagine
SSD Ingegneria industriale e dell'informazione ING-IND/34 Bioingegneria industriale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giorgia.demita.1 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Bioimmagini e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Politecnico di Torino o del prof Molinari Filippo.