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PROGNOSI PARODONTALE
cosa vuol dire prognosi?rappresenta l’atto o arte di prevedere il decorso di una malattia
basandosi su segni e sintomi ,sapere prima come andrà a finire . la prognosi è
fondamentale come passo dopo la diagnosi per impostare un'adeguata terapia. la
valutazione della prognosi si basa sulla valutazione dei fattori di rischio, che cosa
intendiamo noi per fattori di rischio?
Il fattore di rischio è un elemento che mi indica u un aumentato un rischio di andare
incontro ad un determinato evento, per quanto riguarda la patologia parodontale il fatto
che si realizzi una perdita di attacco e quindi nel tempo la perdita del dente riconosciamo
dei fattori di rischio a livello dei singolo sito, del singolo dente e fattori di rischio dell'intera
persona.
a livello del singolo dente uno dei principali fattori di rischio che sono stati riconosciuti è
una elevata profondità di sondaggio , perché è stato visto che tasche più profonde di 5
mm o di 7 mm ( a secondo gli studi )la sostanza rimane la stessa, c'è una maggiore
probabilità di andare incontro ad un ulteriore approfondimento della lesione . poi il
sanguinamento al sondaggio, è un fattore di rischio, anche se il sanguinamento al
sondaggio non indica che la lesione è attiva;il fatto che non ci sia sanguinamento indica
che la lesione è tranquilla. poi un coinvolgimento delle forcazioni, perché la letteratura
scientifica ci dimostra che i denti che hanno le forcazioni radicolari coinvolte ( sto parlando
dei molari del primo molare superiore) ,hanno una maggiore probabilità di esse persi . altro
fattore di rischio è un coinvolgimento endo-parodontale, per cui è evidente che se esiste
una patologia parodontale ed endodontica concomitante il dente è a rischio.
ci sono poi i fattori di rischio a livello del soggetto, quali sono? Quali possono essere
secondo voi fattori di rischio all'intera persona? Al primo posto l’ igiene orale, il fumo,
patologie sistemiche concomitanti, la genetica . tra le patologie sistemiche il diabete non
compensato , fra le malattie sistemiche ci mettiamo l'osteoporosi, questo sembra essere
vero in misura marginale , ci sono pochi studi che hanno riscontrato questa associazione.
Poi lo stress, l'anno scorso avete visto la paraodontite e la gengivite necrotizzante, avete
visto come venisse chiamata bocca da trincea perché era associata allo stress dei soldati
in guerra, presente negli studenti prima degli esami difficili .infine il genotipo, io questo lo
metterei subito dopo l'igiene orale. poi il fumo, il fumo è un fattore di rischio dose
dipendente cioè più si fuma più si è a rischio ,diciamo che per avere una condizione
ideale non bisogna mai fumare nemmeno mezza sigaretta, ma il fumo è dose
dipendente .trent'anni fa questo era il piano di trattamento tipico : cioè si partiva dalla
diagnosi, la diagnosi veniva seguita dalla cosiddetta terapia iniziale che sarebbe la
terapia non chirurgica, questa veniva seguita dalla terapia chirurgica e quindi si passava
in terapia di mantenimento ( pulizia periodiche). questo quadro corrisponde ad una
concezione di patologia che poteva essere quella di 40 anni fa,in cui si riteneva che tutti i
soggetti rispondessero in maniera uniforme alla terapia . se prendo due pazienti che
sono diversi fra di loro gli faccio la stessa terapia e pretendo che tutti e due mi rispondano
allo stesso modo, se la terapia è giusta devono guarire tutti e due.Perché se uno non
guarisce non è colpa sua? è colpa mia perché non l’ ho inquadrato bene! questo piano di
trattamento implicava che la mia terapia avesse sempre successo, se ho fatto la terapia
correttamene è normale che la malattia se ne vada, mentre invece non è così. tutto
questo era basato sul fatto che non si controllava il risultato finale, oggi le cose sono
cambiate. innanzitutto tanto per iniziare sono cambiati i nomi , ma insieme ai nomi sono
cambiati i concetti. si parte sempre dalla diagnosi , tutto quello che abbiamo fino ad
adesso non va buttato al vento, sicuramente la diagnosi deve essere il più possibile
corretta e completa; ma la seconda fase non si chiama più terapia iniziale, perché? il
concetto di terapia iniziale prevede una terapia finale e quale è la terapia finale? la
chirurgia. ma se io vi dicessi che oltre il 90% dei pazienti parodontali non devono essere
sottoposti a chirurgia!
Se la terapia iniziale è fatta correttamente, perché la parodontite non è una malattia che
richiede in maniera elettiva una terapia chirurgica.. la parodontite crea dei danni
anatomici, crea la tasca, di per se non c'è una tasca ,si forma se la parodontite la
produce. noi vogliamo eliminare le tasche perché creano un micro ambiente favorevole
alla progressione.quindi, indipendentemente dalla minore o maggiore suscettibilità , se i
batteri proliferano creano dei danni per cui vogliamo correggere questa anatomia
patologica che la malattia ha creato. ma non è detto che la malattia crei sempre
un'anatomia patologica che per essere corretta richiede una terapia chirurgica. quindi la
cosiddetta terapia finale il più delle volte non c'è e non ha senso chiamare la prima fase
terapia iniziale, già da molti anni la terapia iniziale viene chiamata terapia EZIOLOGICA o
terapia causale. in realtà in che cosa consiste questa rimozione delle cause? consiste nel
controllare l'infezione paradontale perché ?
La parodontite è sempre più evidente che è una malattia infettiva, derivante dal fatto che
nei i tessuti malati albergano germi diversi da quelli che sono presenti in condizioni di
salute, sia come qualità sia soprattutto come quantità.
quindi cosa vuol dire?che questi tessuti per diventare malati, sono stati infettati da questa
flora microbica, allora la terapia non chirurgica oggi la chiamiamo terapia del controllo
dell'infezione, il cui obiettivo è quello di eliminare definitivamente l’ infezione paradontale .
vedete che dalla diagnosi al controllo dell’infezione c’è un punto interrogativo : non è che
ci si passa così semplicemente, perché il controllo dell'infezione è diverso a secondo del
tipo di malattia che ho.
Se ho una parodontite cronica in un soggetto di 60 anni, avrò un determinato approccio
terapeutico.Se ho una parodontite aggressiva localizzata in un soggetto di 20 anni avrò
un diverso approccio terapeutico sia intensità del trattamento sia come tipo di trattamento
che non sarà soltanto un trattamento meccanico ma anche chimico antibiotico.
il passaggio alla fase successiva che non si chiama più terapia chirurgica, ma correzione
dell'anatomia, non è automatico . c’è sempre un punto interrogativo , il primo punto
integrativo è questo :necessario? ecco che la chirurgia non viene più vista come un
passaggio inevitabile nel piano di trattamento paradontale , ma un passaggio da
sottoporre ad un punto interrogativo laddove ricorrono determinate caratteristiche, cioè
dove vi sia una anatomia patologica in grado di condizionare il livello dell'infezione
paradontale , ad esempio in una tasca sopra ossea( che vuol dire tasca sovra ossea?
Un riassorbimento osseo orizzontale) il più delle volte queste tasche dopo terapia non
chirurgica si risolvono da sole un po perché la gengiva si riattacca al dente e venendo
meno l'infiammazione si sgonfia e tende essa stessa ad adagiarsi sull'osso sottostante
senza lasciare spazi vuoti. In questo caso la correzione dell'anatomia cioè eliminazione
delle tasche sarà già 'stata effettuata dalla prima fase cioè dal controllo dell'infezione.
controllando l'infezione contestualmente abbiamo corretto l'anatomia. Allora sarà
necessaria una successiva fase di correzione dell'anatomia? No! se invece abbiamo un
difetto infra osseo, per ragioni che vi mostrerò seguito ,il più delle volte una terapia non
chirurgica non riesce a risolvere questi difetti e allora se vogliamo non solo ridurre la tasca
ma eliminarla completamente dovremmo ricorrere a metodiche differenti, che saranno per
forza metodiche chirurgiche. quindi il passaggio da una fase all'altra non è più automatico,
ma da essere motivato tenendo conto di una serie di cose, tenendo conto che ci sia una
lesione anatomica non risolvibile in maniera diversa, ecco quindi che la chirurgia viene
vista come qualcosa che serva a correggere una realtà anatomica che altrimenti
comporterebbe il perdurare della patologia e non come chirurgia fine a se stessa.
Anche il passaggio alla terapia di mantenimento addirittura è sottoposto ad un punto
interrogativo. la terapia di mantenimento si fa a tutti è vero, ma è arrivato il tempo della
terapia di mantenimento o no? cioè posso considerare il caso chiuso e quindi da
mantenersi? oppure c'è necessità di tornare indietro e di rifare qualcosa che non ha dato
il risultato che volevo ottenere? Quindi il piano di trattamento attuale del 2000 è un piano
di trattamento problematico, con una serie di punti interrogativi, in cui niente è dato per
scontato. tiene conto di una serie di variabili quali il risultato individuale ,cioè la terapia
che io faccio a lui è identica a quella che faccio a lei con la stessa patologia e da risultati
diversi perché sono due persone diverse. I risultati devono essere valutati
oggettivamente, quindi è necessario che volta per volta il risultato sia sottoposto ad un
continuo controllo secondo criteri di valutazione oggettiva, in base ai quali noi possiamo
applicare opzioni di trattamento successivo. per esempio il controllo dell'infezione, questo
punto interrogativo che significa? è necessaria o non è necessaria la terapia chirurgica ?
ok questo lo so facendo un altro sondaggio, alcune tasche si si sono risolte e non ho
bisogno della terapia chirurgica, alcune persistono quindi la chirurgia è necessaria. ma
potrebbe voler dire anche un'altra cosa ,perché non si sono risolte queste tasche ? perché
c'era un difetto verticale osseo sotto, per cui per forza non si dovevano risolvere o magari,
io ho fatto la mia terapia non chirurgica e il paziente non ha pulito bene. se è questa
seconda ipotesi negli anni 70, se la tasca non si era chiusa la operavo ,oggi se invece
non si è chiusa non perché c'è una ragione anatomica ma perché il paziente non mi ha
seguito, io vado ad operare un paziente sporco, risultato peggiore che se non avessi fatto
nulla . vedete come è importante che il nuovo piano di trattamento sia soprattutto
ragionato . se la tasca si è chiusa dopo s