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AREA METROPOLITANA (AM)
Negli anni '70 del secolo scorso, per descrivere la città estesa si introduce il concetto di Area metropolitana (AM), già sistematizzato negli Stati Uniti negli anni '50 (con il concetto statistico di Standard Metropolitan Area - SMA).
La definizione di AM fa riferimento a parametri di natura relazionale e non solo fisica.
Le AM possono essere definite come un formato da una grande città "centrale" e da una serie di centri minori connessi da forti legami funzionali (pendolarismo casa/lavoro).
L'organizzazione dell'AM è gerarchica o comunque con una forte dominanza della città centrale, dove il sistema urbano è caratterizzato da un "polo" centrale che esercita una dominanza rispetto al territorio circostante.
Come delimitare un'AM? Dal punto di vista geografico i confini dipendono dai criteri adottati per "catturare" le relazioni, più o
meno restrittivi:
- Criteri di omogeneità = si raggruppano comuni simili per dimensione, densità, indicatori socioeconomici;
- Criteri di interdipendenza = si raggruppano comuni legati da flussi pendolari (movimenti casa/lavoro);
- Criteri morfologici = si raggruppano comuni continui
La differenza tra i criteri dà vita a scenari totalmente diversi ... 04 marzo '21
STANDARD METROPOLITAN AREA
La prima definizione di Area metropolitana è stata introdotta negli Stati Uniti (anni '50). L'unità di base è la Contea, ad eccezione del New England (unità di base: città). Si usano criteri di omogeneità, di interdipendenza e morfologici.
Una o più contee centrali con almeno 50.000 abitanti con l'aggiunta di contee contigue che abbiano:
- Almeno 10.000 lavoratori extra-agricoli oppure
- Il 10% dei lavoratori extra-agricoli oppure
- Almeno metà della popolazione residente in circoscrizioni
amministrative con almeno 150 abitanti per miglio quadrato (e contigue alla città centrale)
SECONDO
- Almeno il 15% dei lavoratori residenti nella contea esterna adiacente deve lavorare nella contea che contiene la maggior città della SMA
- Almeno il 25% delle persone che lavorano nella contea adiacente risiedono nella città principale della SMA
- Un numero di chiamate telefoniche mensili dalla contea adiacente verso la città centrale deve essere 4 volte tanto il numero degli abbonati al telefono della contea adiacente
ITALIA: LO STUDIO DI CAFIERO E BUSCA (1989)
Si tratta di uno dei più importanti studi, in Italia, sul fenomeno urbano-metropolitano che consente confronti temporali e che, nel 1989, considera i flussi di pendolarismo per delimitare il "campo forza" delle città.
ITALIA: LO STUDIO CRESME (2007)
Il CRESME (Centro ricerche economiche, sociali e di mercato) propone un'immagine delle aree metropolitane molto simile
a quella dello studio di Cafiero e Busca (i criteri sono simili: lo studio aggiorna, di fatto, al 2007, quellodel 1989).Vengono identificati più livelli di AM: ciò richiama la separazione fra aree "metropolitane" e "micropolitane" chesi è imposta negli studi internazionali.Le AM coincidono solo in parte con quelle identificate per legge, fin dalla legge 142/1990. LA DEFINIZIONE OCSE L'OCSE (2012) definisce l'area metropolitana come un'unità economica funzionale caratterizzata da un "nucleourbano" densamente abitato e da un "hinterland" con un mercato del lavoro fortemente integrato con il nucleo.La metodologia consente di confrontare aree urbane funzionali con caratteri simili nei Paesi OCSE. Tali aree sonopoi classificate, in base alla popolazione residente in: - Grandi aree metropolitane (più di 1.500.000 abitanti); - Aree metropolitane (500.000-1.500.000 abitanti); - Aree urbane di mediadimensione (200.000-500.000 abitanti);- Aree urbane piccole (fino a 200.000 abitanti). 10 marzo '21
FORMAZIONE DELLE MEGA-CITY REGIONS E PROCESSI SOCIO-ECONOMICI
AREE METROPOLITANE: DEFINIZIONE UNIFICATA OCSE
L'OCSE (2012) definisce l'area metropolitana come un'unità economica funzionale caratterizzata da un "nucleo urbano" densamente abitato e da un "hinterland" con un mercato del lavoro fortemente integrato con il nucleo.
Definizione importante per chi studia la città o ne fa politiche. È la prima volta in cui si ha una definizione unica e omogenea per tutti i Paesi OCSE. A questa definizione è stato abbinato anche un database e una serie di studi di queste realtà definite metropolitane.
In questa definizione si fa riferimento solo al parametro di densità, non si considerano posti di lavoro o altro. Poiché si supponeva che un'elevata densità sia in grado di definire le dimensioni di
una città. I comuni circostanti fanno parte della città solo se almeno il 15% dei residenti lavora nel comune principale (nucleo). Si ha una gerarchizzazione in base alla densità del nucleo. La metodologia consente di confrontare aree urbane funzionali con caratteri simili nei Paesi OCSE. Tali aree sono poi classificate, in base alla popolazione residente in: - Grandi aree metropolitane (più di 1.500.000 abitanti); - Aree metropolitane (500.000-1.500.000 abitanti); - Aree urbane di media dimensione (200.000-500.000 abitanti); - Aree urbane piccole (fino a 200.000 abitanti). AREE METROPOLITANE IN EUROPA Applicando la metodologia OCSE, in Italia ci sono 4 grandi AM su 31 in Europa: Milano, Roma, Napoli e Torino. Altre 7 realtà rientrano nelle categorie delle altre aree metropolitane "minori" che complessivamente comprendono 80 realtà europee: Palermo, Bologna, Firenze, Genova, Catania, Bari e Venezia. Le AM sono poli di concentrazione dellapopolazione ma, soprattutto, sono le principali polarità dello sviluppo. Ci sono delle grandi diversità fra le aree metropolitane a livello di densità spaziali, c'è una diversa capacità di produzione di ricchezza rispetto alla Nazione.
LO STUDIO BARTALETTI (1999-2015)
Definire i confini delle AM è difficile: "chiunque si accinga a fissare spazialmente un sistema metropolitano (...) può assicurare soltanto, da un lato, la minimizzazione delle imprecisioni e dell'arbitrarietà e, dall'altro, la trasparenza nella individuazione dei criteri" (Martinotti, 2001).
È necessario procedere all'individuazione delle AM "per monitorare sul piano demografico, economico e infrastrutturale aree a intensa urbanizzazione, non solo per confronti internazionali ma anche per programmare interventi sul territorio" (Bartaletti, 2015). È difficile individuare il perimetro delle
- Individuazione di comuni che possono costituire, a livello potenziale, la città centrale dell'Area Metropolitana sulla base del numero di addetti a "funzioni centrali" (commercio, banche e assicurazioni, R&S, servizi alle imprese), alle industrie manifatturiere e al settore terziario, superiori a una determinata soglia.
- Aggregazione alla città centrale dei comuni confinanti e di altri comuni limitrofi sempre più esterni che soddisfano almeno uno dei sei seguenti criteri di aggregazione:
- incremento demografico di almeno il 20% in una decade intercensuaria
- densità di popolazione di almeno 500 ab./Kmq;
- incremento demografico di almeno il 60%
40 anni;⋅ incremento demografico assoluto di almeno 500 abit. in almeno due decadi;⋅ continuità edilizia⋅ combinazione fra tassi di pendolarismo (min. 10%) e incremento demografico.- Verifica che l’aggregato dei comuni così ottenuto possieda caratteristiche metropolitane in base al numero diaddetti a «funzioni centrali» e attività industriali e terziarie superiore a certe soglie.
In Italia i dati a confronto:
1999: 29 AM, alcune delle quali accorpate in 5 «aree consolidate», 15% dei comuni italiani, 46% della popolazionetotale
2015: 35 AM, alcune delle quali accorpate in 5 «aree consolidate», 19,2% dei comuni italiani, 53% della popolazionetotale
NEL NORD ITALIA
Il processo di urbanizzazione ha ormai raggiunto dimensioni rilevanti sul piano demografico, economico eterritoriale. Ne risulta una vasta fascia densamente urbanizzata e con poche interruzioni da Torino a Udine eTrieste, con un’importante
digitazione nella Valle dell'Adige. La più grande AM italiana (Milano-Monza-Pavia-Bergamo, con 5 milioni di abitanti circa), è ormai integrata con Brescia. Ha ancora senso parlare di AM? VERSO LA FORMAZIONE DI MEGA-CITY REGION Conurbazione e area metropolitana La città cresce per prossimità e rispetto all'organizzazione della rete della mobilità, con il primato della città-centrale che attrae generando flussi di pendolarismo: organizzazione monocentrica. Ma i processi di urbanizzazione avanzano... Mega-city region (megalopoli) Più sistemi urbani autonomi si saldano in un sistema urbano di ordine superiore; ruolo decisivo delle infrastrutture; organizzazione marcatamente policentrica (rete di sistemi urbani complementari). CARATTERI MOLTO DIVERSI COME SI FORMANO LE REGIONI URBANE Tony Champion (2001) ha identificato tre principali modi di formazione delle regioni urbane policentriche. Centrifugal Mode: - si origina dal decentramento di...Attività economiche da una città centrale, a causa delle diseconomie di urbanizzazione. 10 marzo '21
Incorporation Mode: la città centrale si espande nel suo "campo urbano" incorporando i piccoli centri urbani circostanti, in precedenza autonomi.
Fusion Mode: fusione di più centri urbani di taglia simile, in precedenza indipendenti. La trama delle infrastrutture è molto importante per consolidare le relazioni fra centri fra loro complementari. È il modello della Ranstad Holland o "ring city", già definito da Faludi (1998) "polynucleated metropolitan region".
TIPOLOGIE DI REGIONI URBANE
Hall e Pain (The polycentric metropolis, 2006) individuano due tipologie di city regions: 1) città centrali che svolgono un ruolo decisivo di aggregazione funzionale e identificazione simbolica per altri poli urbani (Sud Est Inghilterra, Ile-de-France...); 2) aree spiccatamente policentriche: Randstad Holland
(Amsterdam-L’Aia-Utrecht-Rotterdam; area Reno-Ruhr; quadrilatero B