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La prima fase prevedrà la realizzazione di interventi di educazione razionale emotiva,
con lo scopo di favorire una ristrutturazione cognitiva che vada verso una riduzione degli
atteggiamenti di svalutazione di sé e lo sviluppo di una valutazione positiva delle proprie
capacità. L’educazione razionale emotiva è una metodologia psicopedagogica che ha
l’obiettivo di favorire l’accettazione di se stessi, aumentare la tolleranza alla frustrazione,
favorire l’acquisizione di abilità di autoregolazione del comportamento e facilitare
l’apprendimento di procedure per fronteggiare in modo costruttivo le difficoltà.
La seconda fase consisterà in colloqui individuali di orientamento che avranno
l’obiettivo di ricollegare le aspettative dell’ex-detenuto ad un bilancio realistico delle sue
competenze, valorizzando anche la motivazione personale alla formazione futura. Tutti i
detenuti saranno supportati nella stesura di un curriculum vitae.
Parallelamente alla seconda fase si costituirà un gruppo di auto-aiuto in cui i partecipanti
saranno inizialmente guidati da un moderatore a condividere la propria storia di vita e
potranno poi successivamente confrontarsi sulla motivazione al lavoro, sulla gestione dei
conflitti e sulle difficoltà incontrate nella fase di inserimento lavorativo.
I responsabili del progetto si faranno carico di stabilire contatti con aziende ed enti alla
ricerca di personale e alcuni volontari saranno disponibili ad accompagnare gli ex-detenuti
lungo il percorso di inserimento nelle liste di collocamento e di preparazione ai colloqui di
lavoro. Gli operatori resteranno a disposizione per eventuali colloqui individuali su
appuntamento durante tutto l’anno di durata del progetto.
Modello teorico di riferimento
Il progetto fa riferimento al modello teorico della psicologia di comunità, la quale assume
come obiettivo l’empowerment, ovvero un processo di potenziamento dell’individuo, di
accrescimento delle risorse, di ampliamento delle competenze e di integrazione sociale.
Questo processo consente a chi parte da una condizione di svantaggio di potenziare le
proprie capacità di autodeterminazione e autoregolazione. Inoltre gli interventi di
educazione razionale emotiva si ricollegano al modello teorico dell’intelligenza emotiva
teorizzato da Goleman il quale individua due principali competenze che questo progetto
mira a rafforzare: la competenza personale, intesa come il controllo su se stessi, la
conoscenza dei propri punti di forza e di debolezza e la flessibilità nell’affrontare i
cambiamenti; e la competenza sociale, ovvero il modo in cui si gestiscono le relazioni con
gli altri attraverso l’empatia, imparando a facilitare la comunicazione e a gestire eventuali
conflitti.
Luoghi e tempi